Qui, a mio vedere, qualche nota non eccelsa c'è. Calvin recensirà prestissimo (così l'ho incastrato
).
Quanto ai disegni, io non credo che bisogni confondere: i disegni di Van Gogh non sono belli: sono spesso rozzi, incerti, trattati furiosamente, lavorati e rielaborati con materiali diversi, come se VG cercasse di scoprire quella che diventerà poi la sua pittura. Nella sua prima fase, VG non usa i colori (se non quelli della sanguigna o dei gessetti): il tratto è incerto, mai fluido, l'immagine è grossolana...
Tuttavia molto spesso prende l'ombra di quella che sarà poi la forza del VG pittore. VG non usa i suoi disegni come appunti: sono vere e proprie prove d'autore, da cui poi ricaverà i suoi quadri, spesso senza alcuna variazione nel tratto (i"Cipressi" ne sono un esempio lampante). E' solo quando libera il colore, che Van Gogh tira un respiro di sollievo: la luce viene modellata in grosse pennellate di materia, quella materia che non era riuscito a spargere col mero gessetto o carboncino. L'olio, luminoso da dentro, gli consente di giocare con le ombre e con le luci, cosa che aveva cercato d fare scurendo i neri dei gessetti sino all'uso dell'inchiostro tipografico) e schiarendo le immagini col gesso o la tempera bianche.
Van Gogh vive la sua maturazione pittorica attraverso il peso della sua supposta aspirazione a diventare un illustratore: solo quando se ne libererà definitivamente, diventerà il VG pazzo e geniale, quello davanti alle cui opere ti si contorce lo stomaco, e ti commuovi.
I disegni sono impressionanti. Li vedi come lo sforzo di un baco nel diventare farfalla, per poi assumere un sapore tragico quando ti rendi conto che la farfalla è pazza....