kinggeorge ha scrittoLo chardonney era uno come mille...
Sull'etna farei un discorso più complesso.. Nerello mascalese e nerello cappuccio... due autoctoni, sconosciuti ai più... se vuoi proporlo, proponi non dico un prodotto di eccellenza, ma un prodotto serio, di valore, altrimenti non ti lanciare correndo il rischio di far pensare che "mah sti autoctoni tutta moda, preferivo un merlot sudafricano". ( )
sul prezzo, secondo me, si commette un grave errore di interpretazione. Per mangiare bene a 50 euro, se devo guardare quello che spendo, non vado in uno stellato: vado in un ristorante di fascia media dal buon rapporto qualità prezzo.
Se vado ad un evento de ilmangione in uno stellato non mi aspetto di mangiare bene in rapporto ai 50 euro prezzo imbattibile per uno stellato... mi aspetto di spendere 50 euro mangiando cose particolari, diverse, non per forza pregiate (perchè non sono un cretino che si aspetta quintali di tartufo gratis) ma anzi con materie prime pure povere, per un pubblico di "appassionati", in cui è il ristotore che "perde", offrendo magari un pasto in cui la perdita cadauno può essere pure di 20 euro (che poi è solo riduzione del margine di guadagno) ma guadagnando tramite questa operazione di marketing una possibile platea di almeno 20 su 30 che tornano spendendoci dai 200 in su a coppia.
deirdre ha scrittograzie a tutti per la bella giornata
e poi oggi ho conosciuto Pillutta (ricorda a 25 quella faccenduola eh!!) e kel666: l'ho riconosciuto dalla cravatta
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