ANTEPRIMA – La mia giornata
Giungo in perfetto orario, giusto due minuti prima del limite. Entro dalla
veranda: spaziosa
ma spartana,
andrebbe ingentilita con Sciocchezze comode ed inutili: tende, tappeti, cuscini
… ancora, ancora, e ancora: al Ristorante lo spazio vuoto è percepibile quale
disadorno.
Prima impressione sul Personale: due Signori sorvegliano la scena, accudendo ai cappotti.
Bene.
Il
Gruppo
Volti a me già noti e non, per metà accomodati in poltrone, metà ritt’in piedi lungo il muro;
tutto molto milanese, siparietti e conciliaboli; conoscendo pochi nomi, zompo in una seduta
e mi godo l’atmosfera.
Completato il novero degli Arrivi,
si scende in Cantina. Struttura di bell’impatto verso
una Clientela media, le etichette esposte
non brillano per estrosità, ma è tutto “Ben di Dio”;
meritano un occhio le bottiglie nei mobili a vetrina, interessante ambiente di nicchia ai liquori.
Aperitivo emulsionato / bissato / e due parole di
Benvenuto del Chef: un’apprezzabile cortesia.
L’intrattenimento al piano di sotto si dilunga, il mio appetito cresce: risalgo le scale, il pensiero
d’avvicinarmi alla Sala da Pranzo mi sostenta psicologicamente; m’approprio da impunito
di un
salottino d’intermezzo, scambiando due chiacchiere veloci col Personale.
La
sala da pranzo / quattro tavoli / s’affaccia ad una
parete divisoria in vetro verso la Cucina;
ambiente molto spazioso, un piccolo televisore piatto a parete trasmette in tempo reale il lavorio
che avviene in Cucina; idea carina, fa molto "ER": un team di specialisti in camice bianco s’affannano
attorno al “Paziente” di turno: scampi, sarde e sushi qual si voglia.
Menu “Percorso Anteprima” imbustato a coperto, previsti circa una ventina d’assaggi; per curiosità
chiedo di visionare una Lista ordinaria. Varietà di preparazioni equivalente, prezzi sostenuti ma non
impossibili: ad un rapido calcolo, un pasto completo alla Carta oscilla tra i novanta - centoventi euro.
Comode e lussuosamente concettuali le Sedute, tovagliato d’ottima qualità, posateria
Broggi
di tono inferiore alle attese; bicchieri per l’acqua di capiente fantasia, a Vini volumi corretti.
Assente il tovagliolo, il Personale di Sala lo porge di persona: gesto inusuale molto apprezzato.
Un
secondo aperitivo, “Americano” stratificato (liquidi più pesanti sul fondo e via a scalare…):
bevuta granulosa, non terminata. Un sacchetto trasparente di Caramelle d’accompagnamento:
pan croccante al Parmigiano, sfogliatine al salmone, merluzzo sautè, noci caramellate, tonno.
Dette
caramelle sono confezionate con molta carta, sinceramente troppa: aperte le prime due,
il piatto n’è ingombro. Intervengono allora con solerzia gl’Inservienti, i quali, usando le mani
(sarebbe stato meglio usare delle pinze di Servizio), sbarazzano il cumulo cartaceo.
Sono le 13.40, serpeggia la fame. Ucciderei per un pezzo di pane… m’accanisco allora sul riso
selvaggio fritto, sui piccoli grissini al Parmigiano e sulle cialde di farina integrale e semi di papavero.
Ma non basta…
Al ché, inizia la “Danza delle Ore”: il perfido Sommelier versa il "
Millesimato", non posso bere
sorso di vino che Questi non rabbocchi, implacabile nel giungere con nuove bottiglie stappate
di fresco… fossero le 19 d’un Venerdì sera –
Alleluia!! - sono ahimè le 14 di Domenica.
I primi assaggi dalla cucina scorrono vieppiù veloci, senza lasciare particolari consistenze o impressioni.
Ricordi invece
piacevoli verso:
- Prosciutto e Melone
- L’ostrica e la sua perla
- La crema di mango, foie gras, tartufo e tuorlo d’uovo
- Capesante, crema di barbabietola e croccante all’albicocca
- Gli gnocchi liquidi di patate con salsa al Parmigiano e carciofi
- I tagliolini serviti in “Luna Park”… e pure i palloncini gonfi d’elio…
-
Il carrè d’agnello cotto nel fieno: un buon piatto, abbondante, atteso per tutto il pasto.
-
Gl’assaggi di Piccola Pasticceria (serviti in raffinate confezioni) erano di ottimo livello.
Decifrando dall’incerta calligrafia di quel giorno, sembrerebbe invece ch’io
non abbia
gradito:
- Mediterraneo
- Il sushi e i fiori
- Caramella d’olio
- Distillato d’olio e gelatina di basilico
-
il cartoccio di pioppini con gelato al pino mugo; avevo tratto grandi aspettative per
quest’abbinamento… ed è stato l’unico piatto che ho solo parzialmente consumato:
il fondo oleoso dei funghi in contrasto col gelato…
Impressione di fondo:
degustazione troppo lunga, protratta per troppo tempo; la tendenza a salire di Livello nel finale s’è percepita,
ma era ormai veramente tardi per poterla compiutamente apprezzare… Non ho gradito granché l’impiego dell’olio
che sembra Proprio di questo tipo di Cucina, né il sottofondo dolce-agro che accompagnava intensamente
diverse preparazioni di pesce.
Porgo indiscutibili
Complimenti per il Servizio:
pedissequamente gentile, comprensivo ed accomodante, pure in taluni
frangenti clou / ai palloncini d’elio / stile “… è
Capodanno tutto l’anno”.
Un
appunto: ricordo una ciotola giunta a tavola chiusa a cellophane, poi il taglio con delle
forbici a cura del Personale… nella fattispecie, consiglierei d’utilizzare un analogo strumento dal
design inconsueto, quello da me notato era d’uso eccessivamente comune, risaltante in negativo.
Comunque, a fronte di
un’ospitalità talmente generosa, rimangio volentieri ogni
maldestro giudizio riportato.