da gobbaccio il 28 mag 2012 23:23
Questa è la fine di una lunga e intensa storia.
Prima o poi il momento di voltare pagina sarebbe dovuto arrivare, e da tempo mi domandavo che cosa avrei potuto scrivere in una simile situazione. Non essendomi mai dato una risposta, ci provo ora... sperando che il risultato non sia banale o eccessivamente malinconico.
La storia comincia nel 2002, secoli fa se ragioniamo con i tempi del web. Cercavo, tramite Google, il numero di telefono di un ristorante a Milano - si chiamava Bergamo Alta, si trovava dietro piazzale Lodi ed è chiuso ormai da tempo – quando, con mio sommo stupore, mi imbatto in un sito che non solo ne riporta i dati completi, ma addirittura lo recensisce. E non una, ma ben tre volte, così da permettermi pure un confronto tra clienti che lo hanno visitato in momenti differenti!
Inutile dirti, caro lettore, che quel portale, graficamente migliorabile eppure straordinariamente ricco di informazioni provenienti “dal basso”, inserite da clienti come te, mi parve un'idea meravigliosa, tanto da spingermi a contattare l'amministratore web per mettermi a disposizione, qualora il mio profilo professionale potesse tornare utile al sito stesso. Il seguito della storia lo conosci già.
Ho avuto la fortuna di lavorare in uno staff estremamente motivato e che ha dedicato tempo, energie e risorse in un progetto che a tutti era sembrato, nel suo piccolo, “rivoluzionario”: utilizzare internet per imporre una svolta nel mondo meraviglioso, anche se un pochino ingessato, della ristorazione. Abbiamo quindi offerto la possibilità al cliente finale di esprimere il proprio giudizio in maniera chiara e inequivocabile, raccogliendo per questo più antipatie che simpatie, perlomeno dalla critica ufficiale e dai ristoratori stessi, contenti per una recensione positiva ma pronti anche a querelare in caso di “stroncatura”.
Ci siamo dati perciò una serie di regole molto rigide che hanno fatto de ilmangione.it una notevole eccezione nel panorama dei portali che sarebbero sorti successivamente, dove l'anarchia sembra regnare sovrana. Ci siamo caricati di responsabilità a tutela del lettore e del recensore stesso, impegno che si è concretizzato nella forma di “testata giornalistica registrata”. Così facendo abbiamo anticipato di quasi dieci anni la discussione che sarebbe successivamente sorta sull'obbligo di registrazione, mai confluita in legge. Inutile dire quale sia la nostra posizione, l'abbiamo dimostrata coi fatti.
L'elenco delle idee non realizzate, delle occasioni perse e degli errori commessi in questi dieci anni sarebbe lungo e oramai inutile. Posso però affermare, senza timore di essere smentito, che ciò che abbiamo creato, e ne va dato merito soprattutto a Roberto Adami e Valerio Calvi, è stato qualcosa di veramente innovativo. Siamo arrivati in anticipo su tutto: il web 2.0, la creazione di un giornale specializzato on line, la gestione degli eventi enogastronomici, la formazione di una community che tramite il sito si è data appuntamento ovunque, su e giù per l'Italia.
Oggi ciò che resta è un portale forse un po' datato, ma vivo; che ospita circa 50 mila recensioni, controllate e qualificate, di ristoranti; che è stata palestra di scrittura per molti autori – alcuni dei quali sono stati accolti dalle maggiori guide enogastronomiche – e che ne sta facendo crescere tanti altri di cui sentiremo parlare in futuro. Ci è mancato sicuramente quello spunto che avrebbe potuto trasformare, nell'interesse del sito e del lettore, ciò che è rimasto essenzialmente un “hobby” in un progetto di business tale da consentire a questo staff di svolgere a tempo pieno l'attività “mangionesca”.
Ciò è ancora possibile, tuttavia ritengo che non ci siano uomini per tutte le stagioni e che, dopo tanti anni, sia arrivato il momento di cedere la responsabilità editoriale ad altri. Mi auguro che arrivino forze fresche, in grado di aggiornare il sito alle nuove necessità di chi lo utilizza e all'interazione con social network, smart phone e tablet. Mi auguro che diano il loro contributo per rilanciare e far crescere ilmangione.it, potendo comunque partire da una base unica.
Questi dieci anni sono stati, per quanto mi riguarda, un periodo ricco di soddisfazioni, escluse naturalmente quelle economiche (poiché il sottoscritto, come del resto tutti coloro che fanno parte dello staff del sito, non ha mai percepito un centesimo di euro da quest'attività). Due in particolare mi restano.
La prima consiste nelle amicizie che ho creato e che continuo a coltivare con molti compagni di viaggio, presenti e passati. L'altra è l'ultimo lavoro che siamo riusciti a realizzare, il libro “La cucina ritrovata”, che ritengo costituisca uno straordinario esempio di valore etico, culturale e sociale trasmesso dal web al mondo della gastronomia, confortato in questo giudizio dai moltissimi e autorevoli riconoscimenti che ci sono stati attribuiti durante le presentazioni, 15 in quattro mesi, organizzate dal Piemonte alla Toscana. Un “grazie” particolare va dunque ai trenta recensori che hanno accettato di seguirmi in quest'avventura e ai quali prometto, da curatore dell'opera, un rinnovato impegno nella sua promozione anche dopo il mio congedo dalla direzione: lo devo non soltanto a voi, ma anche agli amici di “Chefs Sans Frontieres”, l'Onlus che sta costruendo una scuola di cucina in Senegal e che darà un futuro ai ragazzi di strada della periferia di Dakar. A CSF saranno infatti devoluti gli introiti derivanti dalla vendita del libro.
È dunque arrivato il momento del congedo. Spero, caro lettore, di non averti annoiato con questa lunga lettera e di continuare a godere in futuro della tua attenzione, qualora ci si possa nuovamente incontrare in qualche spazio dell'informazione on line o su carta stampata. Un grazie ai miei compagni di merende, presenti e passati, e un sincero “in bocca al lupo” a chi da ora in poi porterà avanti questa bella impresa. Buon appetito a tutti, consapevoli che... l'appetito vien mangiando.
Andrea “gobbaccio” Guolo