da maxbor il 02 mar 2009 13:01
Stralcio la parte finale del fondo di Eugenio Scalfari su Repubblica di ieri dal titolo "La svolta Usa e la crisi dell'Europa":
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Poche osservazioni sulla situazione italiana, che registra un progressivo peggioramento a fronte del quale le reazioni del governo sono pressochè inesistenti.
Per fronteggiare alcuni segnali di rischio incombenti e una storica fragilità patrimoniale del sistema bancario italiano, il governo ha mobilitato 12 miliardi, nove dei quali già prenotati da Unicredit, Banca Intesa, Monte Paschi e Ubi. Sono i famosi Tremonti-bond, prestiti a scadenza pluriennale assistiti da obbligazioni con un tasso medio del' 8% a favore del Tesoro che le sottoscriverà.
Con una procedura contabile che è arduo spiegare per la sua macchinosità, questi crediti del Tesoro non compariranno nel bilancio dello Stato. Le risorse necessarie saranno chieste al mercato con altrettante emissioni di Bot. Ci sarà uno scarto a favore del Tesoro tra il tasso riconosciuto ai sottoscrittori di Bot e quello che pagato dalle banche emitenti dei Tremonti-bond. Insomma il Tesoro ci guadagnerà.
Si dovrebbe dire dunque bravo Tremonti, che in tempi di magra riesce a cavar sugo perfino dalle rape, se non fosse che l'intera operazione (che i media di bandiera hanno esaltato come un miracoloso toccasana) è completamente inutile. Le banche dovrebbero rafforzare il proprio capitale e rilanciare il credito alle piccole-medie imprese. Con I Tremonti-bond aumentano i propri debiti e pagano molto cara questa raccolta. Per di più essa ha una destinazione obbligata: deve essere destinata alle Pim.
Poichè il costo è dell' 8%, quale sarà il tasso chiesto alle Pim? Se il Tesoro vuole guadagnare tra il 3 e il 4 per cento in questa operazione è probabile che le banche spuntino un margine analogo a carico della clientela, cioè impongano una tasso del 12% più gli oneri fiscali. Con questa operazione si sostiene di aver rafforzato il sistema bancario italiano nel quadro della peggiore crisi europea degli ultimi settant'anni? Ci prendete tutti per imbecilli?
Nel frattempo l'Enel, che ha fatto troppi debiti, è costretto a lanciare un aumento di capitale che il Tesoro non sottoscriverà per la quota che ancora possiede. Il mercato ha reagito negativamente. Non era proprio l'Enel il titolo che Berlusconi ha più volte consigliato di comprare, insieme al'Eni, che anch'esso non naviga con la bandiera al vento? Il nostro "premier" non dovrebbe più pronunciare parola perchè ogni volta che parla fa danni gravi alla credibilità sua e del paese che rappresenta. Invece la sua loquela esonda e infatti la nostra credibilità all'estero è sotto zero. Basta parlare con uno qualunque degli ambasciatori stranieri accreditati a Roma per averne conferma.
Speriamo che la crisi monetaria e bancaria dell'Est europeo sia arginata. Se così non fosse per far fronte alle sue ripercussioni in Italia ci vorrà ben altro che i Tremonti-bond. In ogni caso noi non siamo in grado di partecipare all'inevitabile rifinanziamento del sistema europeo. Perciò il nostro peso, già assai modesto nell'Unione, diminuirà ancora.
Per fortuna la bandiera italiana, oltrechè dall'Alitalia di Colaninno, continuerà a sventolare per merito del cuoco Michele e del chitarrista Apicella, intrattenitori apprezzati anche dai capi di governo stranieri quando vengono a Roma per vedere il Papa e il Presidente della Repubblica e fare poi sosta un paio d'ore a Palazzo Grazioli per gustare qualche manicaretto di Michele e ascoltare qualche canzone del chitarrista.
La nostra vocazione è la pizza e il mandolino. Ed un attore comico vestito da dittatore. Questo è il copione della commedia all'italiana e questo infatti va in scena anche in tempi di tempesta.