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...e adesso siamo a quota 9......

da fulvia il 12 lug 2010 19:25


Siamo arrivati a quota 9 donne uccise per mano di uomini, mariti, fidanzati, conosciuti addirittura su Facebook....... :shock: :shock:
Lo chiamano "delitto passionale" ....ma che passione esiste nella mente distorta di un uomo che pensa "...o mia o di nessun altro"?
Che madri hanno avuto questi uomini che non accettano un rifiuto, non elaborano un distacco, non sopportano la solitudine...... :shock: :shock: .....Non è una sconfitta anche di donne che non hanno saputo allevarli? :?

...gli adulti che fanno solo gli adulti, senza ascoltare il bambino che è dentro di loro, sono di una noia e tristezza mortale....
O. Vanoni

da Luca75 il 12 lug 2010 19:49


Concordo in pieno.. Finire in carcere e rovinarsi la vita per una donna mi pare davvero una cosa da matti :lol:

da ciglio il 12 lug 2010 21:52


Sinceramente mia mamma non mi ha mai detto di non uccidere una ragazza che mi mollava. Ha sbagliato? Luca75 lo dice con una battuta (forse), pero' evidentemente qualcuno non la pensa cosi'.
Secondo me, quindi, c'e' gente "malata".

da Luca75 il 12 lug 2010 22:16


Beh, a parte la battuta, quello che colpisce è che non ci sia la stessa frequenza di omicidi per gelosia di donne su uomini. Eppure le donne sono molto più "bastarde", diaboliche e vendicative degli uomini.. Evidentemente il problema della non accettazione della fine di una relazione è più degli uomini che delle donne.

Re: ...e adesso siamo a quota 9......

da capohog il 13 lug 2010 08:55


fulvia ha scrittoSiamo arrivati a quota 9 donne uccise per mano di uomini, mariti, fidanzati, conosciuti addirittura su Facebook....... :shock: :shock:
Lo chiamano "delitto passionale" ....ma che passione esiste nella mente distorta di un uomo che pensa "...o mia o di nessun altro"?
Che madri hanno avuto questi uomini che non accettano un rifiuto, non elaborano un distacco, non sopportano la solitudine...... :shock: :shock: .....Non è una sconfitta anche di donne che non hanno saputo allevarli? :?


Direi anche "che famiglia" e non solo madri, visto che moltissimo conta l'esempio che viene dato in casa, e spesso questi esempi non sono molto edificanti nei confronti delle donne.
Inoltre mi sembra che si stia innescando una pericolosa emulazione.. :?

96 cubic inch of good vibs

Re: ...e adesso siamo a quota 9......

da primus il 13 lug 2010 09:41


fulvia ha scrittoma che passione esiste nella mente distorta di un uomo che pensa "...o mia o di nessun altro"?


la stessa passione che esiste nel cervello di una madre che butta il figlio nel cassonetto.

"Ogni stecca ripetuta due volte è l'inizio di un arrangiamento" (Frank Zappa).

da Fante il 13 lug 2010 09:49


Dire qualcosa su questi episodi senza scadere nel banale è molto difficile

Sembrano essere tornati prepotentemente certi vecchi valori quali onore, orgoglio, visione della donna come oggetto.

Personalmente temo pesi molto in questi episodi l'incapacità del singolo di gestire un insuccesso, probabilmente perchè non supportato da una adeguata rete di "affetti".

da Bob il 13 lug 2010 16:12


Ci potrebbero (condizionale) essere spiegazioni, o comunque interpretazioni.
Però, al momento, sono tutte politicamente scorrette, e...preferisco vivere.

"Sul vino, bevo qualunque cosa mi raccontiate, sul cibo, ci mastico abbastanza"

da caneciccio il 13 lug 2010 16:45


:?: :?: :?:


Bè, l' "o mia o morta" è un atteggiamento da maschio di un tempo - per me gli uomini che sentono a questa maniera sono come dei dinosauri, credo nel progresso dell'umanità per quanto lento, e loro si estingueranno.
Dipende dalla famiglia e dall'educazione ricevuta? Probabilmente sì, nel senso di NON-educazione.
Ma non credo che l'educazione familiare da sola possa bastare.
Dentro di noi, radicata, l'idea dell'amato come "proprio" c'è sempre. Di solito le mazzate ricevute, l'esperienza - la vita insomma - curano e indirizzano meglio l'amore, dalla percezione di un possesso totale (che può spingersi fino all'estremo), alla consapevolezza del rispetto dell'altro e delle sue decisioni.
Ma buttandosi su ste frasi mi rendo conto che ci si incarta, e fa caldo.
:roll:

Cave (ciccium)canem...
EIL School

Re: ...e adesso siamo a quota 9......

da fulvia il 13 lug 2010 17:30


primus ha scritto
fulvia ha scrittoma che passione esiste nella mente distorta di un uomo che pensa "...o mia o di nessun altro"?


la stessa passione che esiste nel cervello di una madre che butta il figlio nel cassonetto.



No, non avete capito....non è una questione sessista stavolta.
Abbandonate l'idea della solita diatriba uomo vs/donna, non sono alla ricerca di una discussione" io ho ragione perchè sono una donna...." " ...sì ma le donne di adesso provocano e se le prendono se lo meritano"..... :?
Io voglio parlare di "individui"...."persone" che tracollano perchè non sopportano un rifiuto......Da dove arriva questa cultura??? dalla famiglia....dalla scuola......insomma, checcazzo sta succedendo?? :x :shock:

...gli adulti che fanno solo gli adulti, senza ascoltare il bambino che è dentro di loro, sono di una noia e tristezza mortale....
O. Vanoni

da Bob il 13 lug 2010 17:56


Fulvia, se ci pensi bene, "questa" cultura è una cultura di allora. E' del passato.
Solo che, nel passato, non c'era nessuno (o quasi) a contestarla, e quindi aveva raramente necessità di essere portata a estreme conseguenze.
Chi la pensa ancora così è - è vero - un dinosauro, e, presto o tardi, si estinguerà. Oppure ne resterà sempre qualcuno, perchè la mamma dei cretini è sempre incinta.
Oggi è cambiata, come dicevo, l'acquiescenza a certe "regole": giustamente ci si ribella, ma, purtroppo, credo sinceramente che, in un momento di delicata transizione come questo, ci siano degli eccessi da una parte, che portano ad eccessi dall'altra. E accuratamente non specifico, perchè credo che le cose vadano di pari passo.
Neanch'io sto parlando di una questione sessista, tuttavia la violenza è spesso esclusivamente maschile, in quanto supportata da un fisico generalmente più avvezzo all'uso della forza.
Allo stesso modo in cui credo sinceramente che la violenza psicologica sia spesso femminile, in quanto usata da persone che avevano solo quell'arma a disposizione, e ne sono divenute esperte.
Come vedi, in fondo, si ricade sempre, anche a non volerlo, in una questione sessista.
Uomo vs Donna.
Ho detto "spesso", il che non vuole dire "sempre".
Tuttavia c'è "spesso" una componente di entrambe le violenze, che sfocia frequentemente in quella che sola può avere conseguenze letali.
IMHO.

"Sul vino, bevo qualunque cosa mi raccontiate, sul cibo, ci mastico abbastanza"

da Fante il 13 lug 2010 18:15


Condivido le perplessità della Fulvia. Sono fondamentalmente individui che non sono in grado di sopportare ed elaborare un rifiuto, un abbandono, una difficoltà.

Condivido la tesi, non mia ovviamente, che riassunta brevemente indica nella pressione costante alla omologazione una causa di sempre più profonda solitudine intesa come mancanza di rapporti. Esemplifico brevemente: se tutti vogliamo la stessa cosa è inutile confrontarci su questo, la pensiamo tutti allo stesso modo. Alla fine si sotituisce alla "relazione" tra individui l'"euforia" di essere tutti indirizzati verso gli stessi obiettivi. Un indivuo però privo di rapporti è anche un individuo maggiormente incapace di sopportare certe avversità.

In breve, non credo ci sia una risposta semplice, tuttavia ho la netta sensazione che abbiamo creato una società che nasconde e biasima la perdita, il fallimento, le difficoltà, la frustrazione, il lutto come episodi marginali e fastidiosi di fronte al quale ci si trova spesso soli col risultato di perdere l'orientamento.

da fulvia il 13 lug 2010 18:20


Bob ha scritto
Fulvia, se ci pensi bene, "questa" cultura è una cultura di allora. E' del passato.



Ma è tutta gente giovane Bob! :( Il carabiniere di Oleggio che ha ucciso aveva 30 anni.....quello che ha ucciso la sedicenne idem.....tranne quello di 52 anni che addirittura ne ha fatte fuori 2 nello stesso giorno, è tutta gente sui 30 anni.......
Per questo che dico che è il fallimento di un modello educativo.....del voler, a tutti i costi, preservare i figli da delusioni, lutti, fallimenti, distacchi....porta ad avere adulti che non sono in grado di sopportare un lutto, un fallimento, un distacco....... :cry:
Nella società rurale degli anni 50 i vecchi morivano nel loro letto, adesso ti portano in ospedale a morire legato a tubicini che prolungano un'agonia.......Se non si avevano soldi per comprare qualcosa in famiglia, i figli non chiedevano...capivano, adesso figli di operai a 1.200€ al mese se non vanno in ferie a Cuba sono dei reietti evitati dagli amici..... :? :?
Insomma......sono molto preoccupata, ho una figlia di 23 anni e non sono per niente tranquilla..... :?

...gli adulti che fanno solo gli adulti, senza ascoltare il bambino che è dentro di loro, sono di una noia e tristezza mortale....
O. Vanoni

da santippe28 il 13 lug 2010 18:33


secondo me il fenomeno è legato in parte anche alla incapacità di tanti uomini del giorno d'oggi , di gestire la propria vita in completa autonomia : non ne sono capaci . Questa cultura deriva dalla fragilità dell'uomo e dalla sua consapevolezza , non accettata , di esserlo. Poi la responsabilità è in parte della famiglia , iperprotettiva , sorda e cieca alle più eclatanti evidenze di disagio e/o problemi dei pargoli , in parte è della scuola , pesantemente condizionata da politiche genitoriali acriticamente invasive e deliberatamente ostative di ogni critica o censura mossa dagli insegnanti , che non devono permettersi di sgridare i figlioli , nè di bocciarli , nè di contenerli . Insomma sin da piccoli i cuccioli di umani diventano cuccioli divini che , ovviamente , abituati ad essere assecondati e sempre difesi , o quanto meno scusati , non possono pensare di essere rifiutati per di più da una donna , e quindi scatta il meschino e spregevole meccanismo della "vendetta divina" , della rabbia sfogata per rivendicare una supremazia che ormai non hanno più nemmeno nel c@@@o !

da Paulyste il 13 lug 2010 18:33


Fante ha scrittoIn breve, non credo ci sia una risposta semplice, tuttavia ho la netta sensazione che abbiamo creato una società che nasconde e biasima la perdita, il fallimento, le difficoltà, la frustrazione, il lutto come episodi marginali e fastidiosi di fronte al quale ci si trova spesso soli col risultato di perdere l'orientamento.


Mi sembri molto in consonanza con alcuni risultati o assunti della "filosofia dell'esistenza". In verità non mi sorprende che in un mondo dominato dal mero esser-ci e dove, di conseguenza, le situazioni-limite vengono rimosse in vari modi, non si sia in grado di affrontare il fallimento e il "naufragio" e che poi succedano queste cose. La mancanza di comunicazione in una società atomizzata, ormai espansa a livello planetario, poi non fa che peggiorare la situazione... ma se ne potrebbe discutere per giorni.

da Bob il 13 lug 2010 18:47


Ah bè, Fulvia, su quanto scrivi ora, con me, sfondi una porta aperta. Anzi, non trovi neppure la porta.
Il discorso delle troppe concessioni ai giovani, che si ritrovano a non conoscere neppure lontanamente che ogni cosa deve essere conquistata, e non ricevuta in dono, venendo così a mancare della sia pur elementare scala dei valori (un regalo è a costo zero qualunque ne sia il valore), è da tempo che lo sostengo.
Non escludo che anche questo abbia giocato il suo ruolo nello scatenarsi di reazioni violente, ma allora tu definisci (guarda che è un paradosso, eh?) un omicidio come un dispetto giovanile alle estreme conseguenze.
IL ragazzino insodisfatto e capriccioso pesta i piedi, e, visto che ha una pistola in mano, spara.
No:non credo che sia solo questo.
Credo, come ho già detto, che ci siano due aspetti che hanno avuto un ruolo fondamentale nella questione.
Da un lato, il retaggio di valori ancestrali male interpretati, tra cui l'orgoglio, che viene confuso dalla concezione che il rifiuto è offensivo.
Dall'altra (ecco cosa intendevo) il "probabile" esternarsi del rifiuto in forme che, ad uno che vive l'orgoglio nella suddetta distorta forma, può davvero apparire offensivo.
Ovviamente, non sono in grado di sostenere che nei casi in oggetto sia davvero andata così, ma, dalla dinamica di questi e degli ultimi episodi del genere, non faccio fatica ad immaginarmi una sequenza di rifiuiti che passano dall'ironia allo scherno al disprezzo, in forme sempre più evidenti e incisive.
E questo, per il becero di cui sopra, può davvero rivelarsi intollerabile.
Opinone e nulla più.
Nè, del resto ho prove atte a sostenerla.

"Sul vino, bevo qualunque cosa mi raccontiate, sul cibo, ci mastico abbastanza"

da Yoda il 13 lug 2010 19:10


fulvia ha scrittoPer questo che dico che è il fallimento di un modello educativo.....del voler, a tutti i costi, preservare i figli da delusioni, lutti, fallimenti, distacchi....porta ad avere adulti che non sono in grado di sopportare un lutto, un fallimento, un distacco.......

sono molto preoccupata, ho una figlia di 23 anni e non sono per niente tranquilla..... :?


E la "colpa" e' quindi nostra...di tutti noi genitori che , chi piu' chi meno, ci comportiamo esattamente nel modo che tu hai sintetizzato..
IL continuo proteggere e preservare i nostri figli dalle cose brutte o negative della vita ci ha fatto dimenticare che si impara piu' dalle sconfitte che dalle vittorie..
Purtroppo, siamo noi i primi ad accettare malvolentieri un brutto voto a scuola o un lavoro "poco dignitoso" per i nostri ragazzi, come se fare un lavoro umile o non riuscire a scuola siano cose infamanti che ci sminuiscono di fronte agli altri.
Riusciremo a fare qualche passo indietro?.. Credo di no. Continueremo a stupirci di questi fatti cruenti e nel contempo a sperare che succedano solo agli altri.
Siamo tutti tristi, incazzati, concitati e stressati...e poi quando guardo le immagini che arrivano da posti in cui , secondo il nostro metro, dovrebbero essere tutti cosi' perche' non hanno nulla e vedo invece che tutti sorridono...mi ritrovo sempre a pensare qual' e' il terzo mondo... :roll:

"Provare?...Fare!! O non fare. Non c'è provare!" Yoda...il Maestro

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