L'Antitrust e Altroconsumo, certo non saranno la BOCCONI
, ma mi permettete visto che per poco non offendevano mia mamma, perché ho osato solo evocare i privilegi di una categoria
Antitrust
ANTITRUST LE PAGELLE DELLE LIBERALIZZAZIONI
Bene le farmacie, voto 7 e mezzo. Quasi sufficienti le banche: 5,8. Insufficienti le assicurazioni: 5. Gravemente insufficienti gli ordini professionali e i taxi: 4 e mezzo i primi e 3,7 i secondi. È la pagella di CorrierEconomia (nella scala da uno a 10) all’efficacia delle maggiori liberalizzazioni introdotte in Italia dal 2006... (Fonte: Corriere della Sera)
Bene le farmacie, voto 7 e mezzo. Quasi sufficienti le banche: 5,8. Insufficienti le assicurazioni: 5. Gravemente insufficienti gli ordini professionali e i taxi: 4 e mezzo i primi e 3,7 i secondi. È la pagella di CorrierEconomia (nella scala da uno a 10) all’efficacia delle maggiori liberalizzazioni introdotte in Italia dal 2006. È stata compilata sulla media dei voti assegnati da un panel di quattro osservatori: Paolo Martinello, presidente di Altroconsumo; Michele Polo, ordinario di Economia politica in Bocconi; Alberto Mingardi, direttore generale dell’Istituto Bruno Leoni; Enrico Valdani, partner della società di consulenza Valdani Vicari & Associati.
Nella sua relazione di domani, 15 giugno, Antonio Catricalà, presidente dell’Antitrust, dovrebbe sollecitare, fra l’altro, la liberalizzazione delle Poste. L’Autorità per la concorrenza è stata il grimaldello per l’apertura al mercato di settori blindati come banche, farmacie, assicurazioni, ordini professionali, o su gas e benzina. Liberalizzazioni introdotte perlopiù dai decreti Bersani. Vanno nella direzione giusta, dicono gli osservatori. Ma hanno funzionato? L’unica davvero riuscita, secondo il nostro panel (vedi grafici), è quella delle farmacie. Ora però minacciata, guarda caso, da diversi disegni di legge di revisione, all’esame del Parlamento. Seguono, con alcune criticità, le banche. E le altre? Bloccate.
Dagli interessi di categoria.
Sugli ordini professionali, gli avvocati hanno un disegno di legge al vaglio del Parlamento per ripristinare le tariffe minime. La simbolica liberalizzazione dei taxi non è mai partita. Quanto alle assicurazioni, proprio l’Antitrust ha aperto il 6 maggio un’indagine per i costi dell’Rc auto (doppi rispetto all’Europa, ha rivelato l’Isvap la scorsa settimana). «Gli effetti delle liberalizzazioni sono stati, per ora, sostanzialmente vanificati » , dice Martinello. Vediamo.
Le farmacie
Sull’efficacia dell’apertura alla vendita dei farmaci da banco anche nei supermercati e nelle parafarmacie, la valutazione è unanime: Martinello e Valdani danno 7, Mingardi 7 e mezzo, Polo 8. Perché? Ha portato vantaggi sia al mercato sia al consumatore. Da un lato sono nate 3.216 parafarmacie, dicono i dati ad aprile del ministero della Salute: «Impiegano oltre 5 mila laureati», nota Antonio Lirosi, l’ex Mr Prezzi, che lavorò a fianco di Bersani e sul tema ha pubblicato il libro «L’assedio». Dall’altro, sono scesi i prezzi dei farmaci da banco: «Del 12% in media», dice Lirosi. «Del 25-30% in supermercati e parafarmacie», precisa Camillo De Berardinis, amministratore delegato di Conad. Che ha aperto 40 «corner» per i farmaci, ne ha in cantiere altri 20 ed esorta: «Non si torni indietro, la liberalizzazione combatte la crisi perché restituisce risorse ai consumatori».
Per Polo, «l’iniziativa è significativa perché ha permesso la formazione di strutture commerciali diverse dalle farmacie». Il liberista Mingardi concorda e lancia l’allarme sulla «forte pressione alla revisione della legge». Vorrebbe, al contrario, che la vendita nei negozi con farmacista (supermercati e parafarmacia) fosse estesa ai farmaci di fascia C, su ricetta e non rimborsabili. E che alcuni farmaci di automedicazione fossero venduti «anche in distributori automatici e Autogrill».
Le banche
Sulle banche i giudizi sono divisi: Polo dà 7, Martinello e Valdani 6. Mingardi si dissocia con un 4, perché non la considera una vera liberalizzazione: «Non è diventato più facile l’accesso al mercato». Comunque, i benefici per i clienti sono evidenti: l’abolizione del costo di chiusura del conto e del trasferimento titoli valgono centinaia di euro e Lirosi stima in oltre 100 milioni il risparmio dall’estinzione del mutuo senza notaio. Per Valdani l’Isc, il nuovo Indicatore sintetico di costo dei conti correnti, «è figlio di questo processo di liberalizzazione » . L’impatto di migrazione da un istituto all’altro è stato, è vero, inferiore alle aspettative. E Altroconsumo continua a registrare difficoltà nella surroga dei mutui. «Però molte banche, piuttosto che perdere il cliente, sono intervenute sulla ristrutturazione del mutuo esistente, consentendogli di rinegoziarlo», nota Rossano Latorre, partner Kpmg.
Le assicurazioni
Sulle assicurazioni è un rebus: le variazioni sono state accolte, dall’indennizzo diretto al plurimandato per gli agenti, ma non è cambiato niente. Anzi, i premi sono tornati a salire. Perciò i voti sono concordi: insufficienza. Mingardi e Valdani danno 5 e mezzo, Polo 5, Martinello 4 perché, ricorda, « secondo l’Antitrust, dal 2009 al 2010 ci sono stati aumenti medi del 15% delle polizze auto e l’indennizzo diretto ha avuto qualche effetto positivo solo nel primo anno». «Le misure toccavano nel segno, ma le compagnie non si fanno concorrenza», dice Polo. Per dire: le polizze pluriennali sono state abolite, ma poi in gran silenzio reintrodotte.
Gli ordini professionali
Sull’apertura delle professioni il voto è unanime: 4 da Polo e Martinello, 4 e mezzo da Valdani, 5 e mezzo da Mingardi. «Dall’abolizione delle tariffe minime a quella del divieto di pubblicità, le misure erano corrette, ma non sono state accolte da tutti — dice Polo —. Con le farmacie, è il settore su cui stanno lavorando di più le lobby».
I taxi
Sui taxi converge la valutazione peggiore: 3 da Martinello, 4 da Polo e Valdani, non classificato da Mingardi «perché non si è fatto nulla». Di fatto, qualche effetto si è visto solo a Roma, dove sono salite le licenze: ma per decisione dell’ex sindaco Walter Veltroni.
La frenata
Morale: dove le liberalizzazioni hanno funzionato, c’è stato vantaggio per utente e mercato. Dove no, hanno prevalso logiche corporative. Ora il processo è in frenata: il nuovo Indice delle liberalizzazioni dell’Istituto Bruno Leoni, atteso il 12 luglio, registrerà «uno stallo», anticipa il direttore.
Resta, si spera, la spinta dell’Antitrust.
Altroconsumo
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