PaulySte ha scrittoI modi con cui ha attaccato l'editore sono stati forti, bisogna ammetterlo, e talvolta del tutto smodati, ma anche in risposta a interventi poco "istituzionali" dei dirigenti (tra cui la famosa telefonata in diretta).
In alcuni casi, come nell'ultima vicenda, invece, gli attacchi erano pienamente giustificati e motivati: non era una denigrazione, ma una semplice discussione sui fatti. E questo rientra nella libertà di informazione, benché sia un curioso caso di informazione in cui sia il giornalista sia l'editore sono direttamente coinvolti.
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