fulvia ha scrittoMa io mi chiedo....ma i genitori che si vedono arrivare a casa un ragazzo in quelle condizioni...ma non si fanno delle domande? :?
fulvia ha scrittoMa io mi chiedo....ma i genitori che si vedono arrivare a casa un ragazzo in quelle condizioni...ma non si fanno delle domande?
capohog ha scritto...
Ogni tanto qualche anno fa, quando ero in viaggio prendevo ancora (amorevolmente) in giro mia madre rassicurandola che sarei stato attento a non accettare caramelle dagli sconosciuti memore delle attenzione e delle raccomandazioni riversate dai miei su di me negli anni della crescita e formazione...attenzione e sorveglianza che nulla sono se non la dimostrazione che i genitori, ti vogliono bene e si prendono cura di te.
Però siccome prendersi cura ed educare è faticoso ed impegnativo qualche volta- con la scusa del rispetto delle libertà personali - il genitore abdica.
Poi concordo con yoda che talvolta qualunque battaglia si combatta e qualunque sia l'impegno profuso non è detto che si possa vincerla. E'essenziale averla combattuta...
miciagilda ha scrittocapohog ha scritto...
Ogni tanto qualche anno fa, quando ero in viaggio prendevo ancora (amorevolmente) in giro mia madre rassicurandola che sarei stato attento a non accettare caramelle dagli sconosciuti memore delle attenzione e delle raccomandazioni riversate dai miei su di me negli anni della crescita e formazione...attenzione e sorveglianza che nulla sono se non la dimostrazione che i genitori, ti vogliono bene e si prendono cura di te.
Però siccome prendersi cura ed educare è faticoso ed impegnativo qualche volta- con la scusa del rispetto delle libertà personali - il genitore abdica.
Poi concordo con yoda che talvolta qualunque battaglia si combatta e qualunque sia l'impegno profuso non è detto che si possa vincerla. E'essenziale averla combattuta...
Eh no, non ci sto.
Scusa, Capo, ma su questo sono piuttosto "dura".
Le raccomandazioni non sono (non dovrebbero essere) solo una manifestazione affettuosa. Sono (dovrebbero essere) dei processi di responsabilizzazione che, se non riescono, implodono su se stessi e allora sì, diventano mere "coccole".
D'accordo che non sempre una battaglia la si vince, ma se la si combatte veramente fino in fondo, secondo me è praticamente matematico che non la si perda.
I miei non si limitavano a dirmi delle caramelle ecc ecc.; mi facevano ragionare con loro circa i rischi, le conseguenze, i pericoli e gli orrori di certi "divertimenti", con esempi concreti e informati. AL punto che a una certa età (presto) sono diventata autonoma e responsabile, consapevole senza più bisogno di alcun controllo.
Se una sera capitavo mio malgrado in una compagnia di "marcioni", mi sentivo salire un senso di allarme e di disagio tali da chiedere immediatamente di essere riportata a casa, se non lo potevo fare da sola.
Se questo senso del pericolo (non saprei come chiamarlo) non ti scatta a una certa età, significa che nella tua educazione c'è stata qualche grossa falla.
Poi, ripeto, qualche errore lo facciamo tutti, se no non saremmo persone. Ho anch'io fatto le mie esperienze e i miei (rimediabili ed isolati) sbagli. Ma se un figlio prende una certa piega è, a mio modesto parere, perché gli sbagli sono stati grossi...
capohog ha scrittomiciagilda ha scrittocapohog ha scritto...
Ogni tanto qualche anno fa, quando ero in viaggio prendevo ancora (amorevolmente) in giro mia madre rassicurandola che sarei stato attento a non accettare caramelle dagli sconosciuti memore delle attenzione e delle raccomandazioni riversate dai miei su di me negli anni della crescita e formazione...attenzione e sorveglianza che nulla sono se non la dimostrazione che i genitori, ti vogliono bene e si prendono cura di te.
Però siccome prendersi cura ed educare è faticoso ed impegnativo qualche volta- con la scusa del rispetto delle libertà personali - il genitore abdica.
Poi concordo con yoda che talvolta qualunque battaglia si combatta e qualunque sia l'impegno profuso non è detto che si possa vincerla. E'essenziale averla combattuta...
Eh no, non ci sto.
Scusa, Capo, ma su questo sono piuttosto "dura".
Le raccomandazioni non sono (non dovrebbero essere) solo una manifestazione affettuosa. Sono (dovrebbero essere) dei processi di responsabilizzazione che, se non riescono, implodono su se stessi e allora sì, diventano mere "coccole".
D'accordo che non sempre una battaglia la si vince, ma se la si combatte veramente fino in fondo, secondo me è praticamente matematico che non la si perda.
I miei non si limitavano a dirmi delle caramelle ecc ecc.; mi facevano ragionare con loro circa i rischi, le conseguenze, i pericoli e gli orrori di certi "divertimenti", con esempi concreti e informati. AL punto che a una certa età (presto) sono diventata autonoma e responsabile, consapevole senza più bisogno di alcun controllo.
Se una sera capitavo mio malgrado in una compagnia di "marcioni", mi sentivo salire un senso di allarme e di disagio tali da chiedere immediatamente di essere riportata a casa, se non lo potevo fare da sola.
Se questo senso del pericolo (non saprei come chiamarlo) non ti scatta a una certa età, significa che nella tua educazione c'è stata qualche grossa falla.
Poi, ripeto, qualche errore lo facciamo tutti, se no non saremmo persone. Ho anch'io fatto le mie esperienze e i miei (rimediabili ed isolati) sbagli. Ma se un figlio prende una certa piega è, a mio modesto parere, perché gli sbagli sono stati grossi...
Cara micia i miei con me hanno ragionato ore ed ore oltre a responsabilizzarmi in tutti i modi,darmi una condotta e dei valori, non si son limitati a dirmi di stare attento.
...
Le battaglie comunque si perdono Micia, ne ho tristissima testomonianza sotto gli occhi, nonostante l'impegno di genitori ormai settantenni che non hanno smesso mai di combattere da 25 anni a questa parte, dei centri di recupero per le varie dipendenza, psicologi, medicine...non credo che sia giusto far ricadere la colpa solo sui genitori e i loro possibili errori.
Io m'incazzo anche a bestia con chi non ha rispetto di se stesso e degli altri, che cercando l'autodistruzione se ne frega di chi gli sta accanto.
miciagilda ha scrittocapohog ha scritto...
Eh no, non ci sto.
Scusa, Capo, ma su questo sono piuttosto "dura".
Le raccomandazioni non sono (non dovrebbero essere) solo una manifestazione affettuosa. Sono (dovrebbero essere) dei processi di responsabilizzazione che, se non riescono, implodono su se stessi e allora sì, diventano mere "coccole".
D'accordo che non sempre una battaglia la si vince, ma se la si combatte veramente fino in fondo, secondo me è praticamente matematico che non la si perda.
I miei non si limitavano a dirmi delle caramelle ecc ecc.; mi facevano ragionare con loro circa i rischi, le conseguenze, i pericoli e gli orrori di certi "divertimenti", con esempi concreti e informati. AL punto che a una certa età (presto) sono diventata autonoma e responsabile, consapevole senza più bisogno di alcun controllo.
Se una sera capitavo mio malgrado in una compagnia di "marcioni", mi sentivo salire un senso di allarme e di disagio tali da chiedere immediatamente di essere riportata a casa, se non lo potevo fare da sola.
Se questo senso del pericolo (non saprei come chiamarlo) non ti scatta a una certa età, significa che nella tua educazione c'è stata qualche grossa falla.
Poi, ripeto, qualche errore lo facciamo tutti, se no non saremmo persone. Ho anch'io fatto le mie esperienze e i miei (rimediabili ed isolati) sbagli. Ma se un figlio prende una certa piega è, a mio modesto parere, perché gli sbagli sono stati grossi...
miciagilda ha scritto
Domanda, visto che citi un'esperienza negativa: le battaglie che si perdono, ad un'analisi approfondita, non si capisce perché si sono perse?
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