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Celiachia..

da toratoratora il 13 mar 2012 21:13


vorrei aprire una discussione sulla celiachia per sensibilizzare i ristoratori a interessarsi un pò di più su questa malattia che purtroppo può colpire molte persona anche in età avanzata, e di mi sento un pò coinvolto dato che ne soffre la mia ragazza.
come tutti (o quasi) sanno, le persone celiache sono allergiche al glutine, quindi a tutte le farine e derivati, quindi pane, pasta, dolci ecc..ma anche se non sembra è presente anche in altre cose come bibite, dadi, e altro.
so che sul forum ci sono anche molti ristoratori, ma non so quanti sappiano veramente come comportarsi con una persona celiaca..
purtroppo ho notato che quando usciamo a mangiare in qualche posto e lei fa presente che è celiaca quindi magari chiediamo che ingredienti ci sono in un determinato piatto, spesso ci guardano male, e a volte quasi come dire "ecco dei ropicoglioni..."
il fatto è che forse molti sottovalutano questa malattia, e a volte anche una briciola di pane in un'insalata, o aver preparato della carne su una griglia dove prima era stato scaldato del pane, può provocare gravi danni, e ultimamente durante un viaggio di lavoro, per colpa di qualcuno che se n'è fregato delle raccomandazioni che le aveva fatto, ha avuto una grave crisi ed è stata ricoverata d'urgenza in ospedale e intubata perchè le è venuto una crisi allergica..!
quindi dato che se siamo in posti che non conosciamo, e non sempre è possibile trovare ristoranti dove fanno cucina specifica per celiaci, vorrei dirvi di stare molto attenti perchè un'attimo di disattenzione per un dado sbagliato o un condimento , può avere gravi conseguenze o addirittura rischiare la vita (l'anno scorso un ragazzo era morto per un gelato sbagliato.. :() e se non siete proprio sicuri di quello che state facendo , chiedete bene spiegazioni su cosa fare, o piuttosto proponete un'insalata o della verdura...
oppure tenete sempre un paio di scatole di pasta o altri cibi, anche già pronti, senza glutine che ora si trovano facilmente in ogni supermercato, certo non sarà il massimo servire al cliente un piatto "precotto" ma almeno le si da la possibilità di mangiare sicuro :wink:

PANCIA MIA FATTI CAPANNA..!!

Re: Celiachia..

da Yoda il 13 mar 2012 21:50


toratoratora ha scrittopurtroppo ho notato che quando usciamo a mangiare in qualche posto e lei fa presente che è celiaca quindi magari chiediamo che ingredienti ci sono in un determinato piatto, spesso ci guardano male, e a volte quasi come dire "ecco dei ropicoglioni..."
:


Premetto che magari interpreto male eh....
ma dal tuo intervento sembra quasi di percepire che una volta avvisato il ristoratore del problema.... per te il problema stesso sia risolto.
Non e' cosi' !
Mi sembra sbagliato caricare di responsabilita' chi non e' abituato a trattare con chi ha una patologia cosi' grave e limitante. Non tutti sono in grado di sapere quali siano gli ingredienti presenti nei vari composti che si usano in cucina e non credo che chi sta ai fornelli possa affermare con certezza che un qualsiasi particolare usato sia "glutine free".
In ogni caso, non penso nemmeno che competa a lui proporre un'insalata piuttosto che qualche cosa altro..Chi puo' affermare con sicurezza che l'insalata non sia venuta in contatto con della farina????
Chi soffre di questa patologia, nel momento in cui entra in un ristorante, deve essere ben conscio dei rischi in cui puo' incorrere e non puo' bastare la sola rassicurazione del ristoratore sul fatto che gli alimenti siano senza glutine , cosi' come non gli si puo' accollare una cosi' grande responsabilita' nel momento in cui capitasse il guaio...

"Provare?...Fare!! O non fare. Non c'è provare!" Yoda...il Maestro

"guida poco...che devi bere..."
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da ciliegina il 13 mar 2012 21:53


Una precisazione, la celiachia non è un'allergia ma una intolleranza. Se la tua ragazza mangia un prodotto con glutine sta male, ma ti assicuro che se assisti a una reazione allergica lo spavento è grandissimo: mia figlia, allergica al kiwi, a due anni (ancora non sapevamo dell'allergia), entrando in contatto con il sugo di una macedonia contenente kiwi, a cominciato a urlare che le bruciava tutta la gola e le orecchie, e una goccia caduta su una mano le ha fatto venire un ponfo gigantesco e non ha un'allergia di grado elevatissimo. Gli amici celiaci che ho non hanno mai avuto reazioni simili, per loro fortuna, e il ragazzo morto per un gelato, è possibile che fosse allergico a qualche componente del gelato che non fosse necessariamente il glutine. La sensibilità in genere verso i celiachi sta per fortuna crescendo, il figlio celiaco di una mia amica celiaca è andato l'anno scorso in gita in Grecia e si è portato giusto il pane suo, per il resto non ha avuto il benchè minimo problema a gestirsi e a gestire la situazione. Semmai in Italia il grande problema è un altro: il costo dei prodotti che il sistema sanitario italiano passa fino a un tetto di €100 a mese a chi ha la malattia certificata. Poco oltre i confini gli stessi prodotti costano meno, e la varietà aumenta, un pò come la questione del latte artificiale per neonati. Questo secondo me è il vero problema da affrontare per garantire in primis una sanità migliore a dei costi minori, in secundis per offrire a chi ha questa patologia la più grande varietà di prodotti entro cui scegliere.
Espressamente per Toratoratora: al S. Matteo lavora uno dei maggiori esperti di celiachia a livello internazionale, lo sapevi? E' un tipo veramente in gamba, mi ha rimesso a posto la pancia in modo spettacolare, peccato per il carattere...

Re: Celiachia..

da toratoratora il 13 mar 2012 22:50


Yoda ha scritto
Premetto che magari interpreto male eh....
ma dal tuo intervento sembra quasi di percepire che una volta avvisato il ristoratore del problema.... per te il problema stesso sia risolto.
Non e' cosi' !
Mi sembra sbagliato caricare di responsabilita' chi non e' abituato a trattare con chi ha una patologia cosi' grave e limitante. Non tutti sono in grado di sapere quali siano gli ingredienti presenti nei vari composti che si usano in cucina e non credo che chi sta ai fornelli possa affermare con certezza che un qualsiasi particolare usato sia "glutine free".
In ogni caso, non penso nemmeno che competa a lui proporre un'insalata piuttosto che qualche cosa altro..Chi puo' affermare con sicurezza che l'insalata non sia venuta in contatto con della farina????
Chi soffre di questa patologia, nel momento in cui entra in un ristorante, deve essere ben conscio dei rischi in cui puo' incorrere e non puo' bastare la sola rassicurazione del ristoratore sul fatto che gli alimenti siano senza glutine , cosi' come non gli si puo' accollare una cosi' grande responsabilita' nel momento in cui capitasse il guaio...


è per questo che a volte chiediamo di leggere sulle etichette degli ingredienti se c'è qualcosa che contenga farine, non mi sembra una cosa cosi difficile da fare, oppure chiedere se sulla piastra che usano per la carne ci mettono anche il pane..

PANCIA MIA FATTI CAPANNA..!!

da inappetente il 13 mar 2012 22:56


...chi è celiaco ha tutto il diritto di essere trattato con discrezione e amorevole attenzione, perchè ritengo sia già imbarazzante per lui doversi palesare come "portatore" di problema fisico ma anche come latore di problema per l'esercente dove va a mangiare. Così come c'è maggiore sensibilità rispetto al passato per i disabili non deambulanti, alleggerendone il carico psicologico e ... fisico abbattendo alcune barriere architettoniche, così bisognerebbe avere una maggiore considerazione , in una nazione di grande cultura alimentare come l'Italia, verso chi ha delle intolleranze sempre più dilaganti come la celiachia. Se alla sensibilità personale è difficile far breccia, la si consideri una opportunità commerciale: quante famiglie con figli celiaci o compagnie con amici tali andrebbero più volentieri in un esercizio dove , ripeto con molta discrezione per non creare alcuna forma di imbarazzo discriminante, ci si potesse attrezzare con un minimo di menu dignitoso per creare piacere a costoro?Vi assicuro che non ci vuole molto e appoggiarsi per la formazione alla propria ASL locale o proprio all'AIC è sacrificio moooolto parziale.
PS: nell'attività di ricerca applicata che svolgo, già da un paio d'anni nello studio delle preparazioni particolare attenzione viene svolta proprio nella scelta di ingredienti con assenza di glutine, fino a studiare una minilinea apposita e inserendo una ottantina di prodotti nel prontuario AIC . Sto pure studiando un impasto per pizza appositamente senza glutine . Devo dire che mi riservo una particolare soddisfazione in questa attività... 8)

da toratoratora il 13 mar 2012 23:03


ciliegina ha scrittoUna precisazione, la celiachia non è un'allergia ma una intolleranza. Se la tua ragazza mangia un prodotto con glutine sta male, ma ti assicuro che se assisti a una reazione allergica lo spavento è grandissimo: mia figlia, allergica al kiwi, a due anni (ancora non sapevamo dell'allergia), entrando in contatto con il sugo di una macedonia contenente kiwi, a cominciato a urlare che le bruciava tutta la gola e le orecchie, e una goccia caduta su una mano le ha fatto venire un ponfo gigantesco e non ha un'allergia di grado elevatissimo. Gli amici celiaci che ho non hanno mai avuto reazioni simili, per loro fortuna, e il ragazzo morto per un gelato, è possibile che fosse allergico a qualche componente del gelato che non fosse necessariamente il glutine. La sensibilità in genere verso i celiachi sta per fortuna crescendo, il figlio celiaco di una mia amica celiaca è andato l'anno scorso in gita in Grecia e si è portato giusto il pane suo, per il resto non ha avuto il benchè minimo problema a gestirsi e a gestire la situazione. Semmai in Italia il grande problema è un altro: il costo dei prodotti che il sistema sanitario italiano passa fino a un tetto di €100 a mese a chi ha la malattia certificata. Poco oltre i confini gli stessi prodotti costano meno, e la varietà aumenta, un pò come la questione del latte artificiale per neonati. Questo secondo me è il vero problema da affrontare per garantire in primis una sanità migliore a dei costi minori, in secundis per offrire a chi ha questa patologia la più grande varietà di prodotti entro cui scegliere.
Espressamente per Toratoratora: al S. Matteo lavora uno dei maggiori esperti di celiachia a livello internazionale, lo sapevi? E' un tipo veramente in gamba, mi ha rimesso a posto la pancia in modo spettacolare, peccato per il carattere...


esistono vari gradi di "intolleranza", quello della mia ragazza purtroppo è uno dei più gravi, poi ci sono altri che anche se assumono un pò di glutine gli viene solo un pò di mal di pancia o nausea.
anche riguardo ai sintomi ci sono appunto diverse manifastazioni, a me è capitato una volta di vederla svegliarsi con la faccia e il corpo completamente gonfi e con difficoltà respiratorie, dopo una cena in cui probabilmente aveva mangiato o bevuto qualcosa che non andava bene, mentre settimana scorsa che è stata ricoverata l'hanno intubata perchè non riusciva più a respirare...
al policlinico ci è stata spesso, sia quando ha scoperto per la prma volta di essere celiaca che saltuariamente per i controlli periodici, quindi penso che andra sicuramente da quel dottore.
riguardo ai cibi per celiaci ultimamente ce n'è una discreta varietà, mentre fino a pochi anni fa la scelta era veramente scarsa e si trovavano solo in farmacia, purtroppo costano anche molto cari, ma fortunatamente il bonus mensile aiuta un pò, poi la qualità è quello che è, il pane e i dolci hanno un saporaccio, mentre la pasta se fatta nel modo giusto cambia poco dalla pasta normale, oppure si può sempre usare la pasta di riso, e naturalmente i risotti, a patto di usare dadi e condimenti senza glutine

PANCIA MIA FATTI CAPANNA..!!

da toratoratora il 13 mar 2012 23:14


inappetente ha scritto...chi è celiaco ha tutto il diritto di essere trattato con discrezione e amorevole attenzione, perchè ritengo sia già imbarazzante per lui doversi palesare come "portatore" di problema fisico ma anche come latore di problema per l'esercente dove va a mangiare. Così come c'è maggiore sensibilità rispetto al passato per i disabili non deambulanti, alleggerendone il carico psicologico e ... fisico abbattendo alcune barriere architettoniche, così bisognerebbe avere una maggiore considerazione , in una nazione di grande cultura alimentare come l'Italia, verso chi ha delle intolleranze sempre più dilaganti come la celiachia. Se alla sensibilità personale è difficile far breccia, la si consideri una opportunità commerciale: quante famiglie con figli celiaci o compagnie con amici tali andrebbero più volentieri in un esercizio dove , ripeto con molta discrezione per non creare alcuna forma di imbarazzo discriminante, ci si potesse attrezzare con un minimo di menu dignitoso per creare piacere a costoro?Vi assicuro che non ci vuole molto e appoggiarsi per la formazione alla propria ASL locale o proprio all'AIC è sacrificio moooolto parziale.
PS: nell'attività di ricerca applicata che svolgo, già da un paio d'anni nello studio delle preparazioni particolare attenzione viene svolta proprio nella scelta di ingredienti con assenza di glutine, fino a studiare una minilinea apposita e inserendo una ottantina di prodotti nel prontuario AIC . Sto pure studiando un impasto per pizza appositamente senza glutine . Devo dire che mi riservo una particolare soddisfazione in questa attività... 8)


è questo il punto, a volte si rinuncia ad andare a mangiare fuori se non si è sicuri del posto , proprio perchè si rischia di uscire dal ristorante col malumore e senza aver mangiato nulla, è vero che chi è celiaco sa già in partenza che la scelta è limitata e alla fine si mangerà sempre la solita cosa, però un pò di interessamento da parte dei ristoratore fa sempre piacere, e da sicurezza se il cameriere o il cuoco viene direttamente a chiedere delucidazioni o a cercare di trovare qualcosa che si possa mangiare.
tra l'altro i ristoranti dove fanno cucina celiaca, spesso è volentirei hanno figli o parenti stretti con questa malattia, quindi hanno adottato quel tipo di cucina anche per "obbligo", purtroppo non sono molto diffusi, e ancor di meno sono quelli dove si mangia bene.
comunque tanto per citarne un paio, a zinasco c'è "da tonino" che ormai è diventato un nostro punto fisso per le cene e pizze, e a pavia la creperia dei 4 gatti :wink:

PANCIA MIA FATTI CAPANNA..!!

da capohog il 13 mar 2012 23:33


Se n'era parlato qua..

96 cubic inch of good vibs

da fulvia il 14 mar 2012 01:23


Io sabato 17 ho un matrimonio e lo sposo e la sorella dello sposo sono celiaci..... :roll: salumi gluten free, pasta gluten free, pane gluten free, risotto, sorbetto e infine torta chantilly a base di pandispagna di riso e panna vegetale.... :P
Al Cicciolo dove facciamo i panini ...baguette gluten free riscaldate su piastre protette da alluminio, coltelli dedicati e salumi gluten free...... :P
A Vigevano la pizzeria Primavera in C.so Torino fanno pizza senza glutine e basta avvertire in sede di prenotazione, un intero menù per celiaci..... :P
....Non è poi così difficile.... :wink:

...gli adulti che fanno solo gli adulti, senza ascoltare il bambino che è dentro di loro, sono di una noia e tristezza mortale....
O. Vanoni

da fulvia il 14 mar 2012 01:27


toratoratora ha scritto
ciliegina ha scrittoUna precisazione, la celiachia non è un'allergia ma una intolleranza. Se la tua ragazza mangia un prodotto con glutine sta male, ma ti assicuro che se assisti a una reazione allergica lo spavento è grandissimo: mia figlia, allergica al kiwi, a due anni (ancora non sapevamo dell'allergia), entrando in contatto con il sugo di una macedonia contenente kiwi, a cominciato a urlare che le bruciava tutta la gola e le orecchie, e una goccia caduta su una mano le ha fatto venire un ponfo gigantesco e non ha un'allergia di grado elevatissimo. Gli amici celiaci che ho non hanno mai avuto reazioni simili, per loro fortuna, e il ragazzo morto per un gelato, è possibile che fosse allergico a qualche componente del gelato che non fosse necessariamente il glutine. La sensibilità in genere verso i celiachi sta per fortuna crescendo, il figlio celiaco di una mia amica celiaca è andato l'anno scorso in gita in Grecia e si è portato giusto il pane suo, per il resto non ha avuto il benchè minimo problema a gestirsi e a gestire la situazione. Semmai in Italia il grande problema è un altro: il costo dei prodotti che il sistema sanitario italiano passa fino a un tetto di €100 a mese a chi ha la malattia certificata. Poco oltre i confini gli stessi prodotti costano meno, e la varietà aumenta, un pò come la questione del latte artificiale per neonati. Questo secondo me è il vero problema da affrontare per garantire in primis una sanità migliore a dei costi minori, in secundis per offrire a chi ha questa patologia la più grande varietà di prodotti entro cui scegliere.
Espressamente per Toratoratora: al S. Matteo lavora uno dei maggiori esperti di celiachia a livello internazionale, lo sapevi? E' un tipo veramente in gamba, mi ha rimesso a posto la pancia in modo spettacolare, peccato per il carattere...


esistono vari gradi di "intolleranza", quello della mia ragazza purtroppo è uno dei più gravi, poi ci sono altri che anche se assumono un pò di glutine gli viene solo un pò di mal di pancia o nausea.
anche riguardo ai sintomi ci sono appunto diverse manifastazioni, a me è capitato una volta di vederla svegliarsi con la faccia e il corpo completamente gonfi e con difficoltà respiratorie, dopo una cena in cui probabilmente aveva mangiato o bevuto qualcosa che non andava bene, mentre settimana scorsa che è stata ricoverata l'hanno intubata perchè non riusciva più a respirare...
al policlinico ci è stata spesso, sia quando ha scoperto per la prma volta di essere celiaca che saltuariamente per i controlli periodici, quindi penso che andra sicuramente da quel dottore.
riguardo ai cibi per celiaci ultimamente ce n'è una discreta varietà, mentre fino a pochi anni fa la scelta era veramente scarsa e si trovavano solo in farmacia, purtroppo costano anche molto cari, ma fortunatamente il bonus mensile aiuta un pò, poi la qualità è quello che è, il pane e i dolci hanno un saporaccio, mentre la pasta se fatta nel modo giusto cambia poco dalla pasta normale, oppure si può sempre usare la pasta di riso, e naturalmente i risotti, a patto di usare dadi e condimenti senza glutine



Avete provato a Robbio? c'è il laboratorio da cui mi servo io ...www.lebontàdiedo.it.... :wink:

...gli adulti che fanno solo gli adulti, senza ascoltare il bambino che è dentro di loro, sono di una noia e tristezza mortale....
O. Vanoni

celiachia

da buemuschiato il 14 mar 2012 09:01


tempo fa ho fatto un corso in pizzeria e il titolare aveva un banco apposta per i celiaci , teneva tutto separato , ho assaggiato la pizza senza glutine , non mi piace ma se passi da Biella pizzeria La Pace ,in centro molto conosciuta , il pizzaiolo diceva che le ragazze ordinavano la gluten free perchè pensavano fosse dietetica , salvo accompagnarla con una birra media !!!!!!!!!

Re: Celiachia..

da primus il 14 mar 2012 10:13


Yoda ha scrittoPremetto che magari interpreto male eh....
ma dal tuo intervento sembra quasi di percepire che una volta avvisato il ristoratore del problema.... per te il problema stesso sia risolto.
Non e' cosi' !
Mi sembra sbagliato caricare di responsabilita' chi non e' abituato a trattare con chi ha una patologia cosi' grave e limitante. Non tutti sono in grado di sapere quali siano gli ingredienti presenti nei vari composti che si usano in cucina e non credo che chi sta ai fornelli possa affermare con certezza che un qualsiasi particolare usato sia "glutine free".
In ogni caso, non penso nemmeno che competa a lui proporre un'insalata piuttosto che qualche cosa altro..Chi puo' affermare con sicurezza che l'insalata non sia venuta in contatto con della farina????
Chi soffre di questa patologia, nel momento in cui entra in un ristorante, deve essere ben conscio dei rischi in cui puo' incorrere e non puo' bastare la sola rassicurazione del ristoratore sul fatto che gli alimenti siano senza glutine , cosi' come non gli si puo' accollare una cosi' grande responsabilita' nel momento in cui capitasse il guaio...


quoto. mi pare l'unico intervento che, come al solito, non spara a zero sulla categoria ma cerca di capire i problemi della categoria usando un briciolo di buon senso.....

Io non ho tutte e accortezze della Fulvia, mi capita di avere clienti celiaci, abbiamo sempre trovato qualcosa da mettergli nel piatto e vi confermo che sono vivi e vegeti perchè ogni tanto si fanno vedere.... :lol:

non ci penso nemmeno a fare una linea senza glutine già ne ho 2 di lineee ci manca pure la terza......con il rischio poi di buttare e cmq di non incontrare i gusti dei clienti....perchè mica tutti i celiaci si accontentano.....salumi senza glutine? ehh ma i salumi no....ecc. ecc. e poi ad essere coerenti bisognerebbe soddisfare almeno 47 patologie allergiche diverse e non solo i celiaci........a parole è tutto bello e facile, ma bisognerebbe provare a fare sto lavoro..

"Ogni stecca ripetuta due volte è l'inizio di un arrangiamento" (Frank Zappa).

da ciliegina il 14 mar 2012 12:04


Per Toratoratora: la reazione di mia figlia è stata immediata. Non ti dico lo spavento. Stavamo chiamando il 118.
E sempre a proposito di intolleranze: non è mica piacevole neanche quella da lattosio...Che te lo ritrovi anche nei piselli surgelati! Oltre ad essere uno degli eccipienti più utilizzati in farmacologia, per cui se l'intolleranza è alta bisogna anche scegliere medicine prive di lattosio, e non è cosa semplice.

da primus il 14 mar 2012 12:32


ciliegina ha scrittoE sempre a proposito di intolleranze: non è mica piacevole neanche quella da lattosio...


nessuna intolleranza è piacevole, anzi....passatemi la finezza, se capita son cazzi amari.....per questo secondo me chi ha intolleranze e/o allergie di qualsiasi tipo non deve vivere sperando che il ristoratore sia pronto a riceverlo ma deve organizzarsi per tempo lui! mi spiego....un celiaco non può decidere alle 8 dove andare a cena, a meno che non conosca locali con piatti adatti alla sua patologia, ma deve pensarci qualche giorno prima, avvisare il ristoratore del suo problema, e poi decidere dove andare.

"Ogni stecca ripetuta due volte è l'inizio di un arrangiamento" (Frank Zappa).

da lemanuelae il 14 mar 2012 14:02


Il mio ragazzo è celiaco e in una pizzeria di Piacenza iscritta all'AIC ci è capitato di assistere ad un controllo da parte di responsabili dell'associazione. Hanno esaminato la cucina, i prodotti e le procedure studiate per evitare scambi anche durante il servizio. Sembra che le cose funzionino perchè samo andati diverse volte e ci è sempre andata bene (tocchiamo ferro)

da ciliegina il 14 mar 2012 14:16


Concordo con te Primus fino ad un certo punto. Probabilmente bisogna conoscere anche molto bene la malattia e il proprio corpo.
Quando mio fratello nel 2007 si è laureato, al pranzo ha partecipato un nostro caro amico (uno dei titolari della libreria Il Delfino di Pavia) celiaco. Il ristorante non sapeva, lui ha
semplicemente chiesto che cosa c'era e non c'era e ha mangiato praticamente tutto quanto proposto. Ha giusto evitato la guarnizione sul gelato. Questa cosa ha suscitato la sorpresa dei commensali, convinti che il celiaco debba fare una vita di perenni rinunce. Forse questa è più una caratteristica di cardiopatici e diabetici.
La diagnosi per lui è arrivata alle soglie ( o forse oltre) dei trent'anni, dopo che una influenza gli aveva provocato uno sparagnao inguarbile. Di certo, erano anni che andava avanti con mille problemi di salute, difficoltà digestive etc. Risolto quello, il suo fisico si è notevolmente "dilatato". :-)

da silbusin il 14 mar 2012 14:20


lemanuelae ha scrittoIl mio ragazzo è celiaco e in una pizzeria di Piacenza iscritta all'AIC ci è capitato di assistere ad un controllo da parte di responsabili dell'associazione. Hanno esaminato la cucina, i prodotti e le procedure studiate per evitare scambi anche durante il servizio. Sembra che le cose funzionino perchè samo andati diverse volte e ci è sempre andata bene (tocchiamo ferro)

Sta tutto qui il problema. Per fornire un servizio specifico bisogna appoggiarsi ad associazioni che garantiscono aiuto e controllo.
Poi a nessun ristoratore può essere rischiesto di interessarsi a problemi sanitari. Non è dovuto. E' una questione di sensibilità (più soldi da investire 8) ) personale.
E non confondiamo le intolleranze con le allergie.

da toratoratora il 14 mar 2012 21:04


più o meno vedo che si è capito il succo del discorso.
di certo non voglio mica obbligare ogni ristorante a tenere una linea di cibo per celiaci, anche perchè a parte questa, anche le pentole andrebbero riservate apposta per evitare contaminazioni.
capisco che la celiachia è una cosa di cui le persone "normali" non sanno molto, e anche io prima di conoscerla c'erano molte cose che ignoravo, quindi non voglio prendermela con nessuno, ma cerco solo di sensibilizzare i ristoratori a informarsi un pò sulla cosa.
forse tra i due quello che se la mena di più sono io, anche perchè lei sa di avere quel problema e ormai si è "rassegnata" però io vivendo la cosa da vicino la vedo un pò diversamente , e soprattutto essendo un'amante del cibo, mi sento anche un pò in colpa quando la porto in un posto che volevo provare, e alla fine non c'era niente che lei poteva mangiare..dovreste viverla di persona per capirla..
diciamo che ormai abbiamo smesso di uscire a cena in posti che non conosciamo, o meglio se ci vado devo andare senza di lei...tristezza..

PANCIA MIA FATTI CAPANNA..!!

da toratoratora il 14 mar 2012 21:11


primus ha scritto
chi ha intolleranze e/o allergie di qualsiasi tipo non deve vivere sperando che il ristoratore sia pronto a riceverlo ma deve organizzarsi per tempo lui! mi spiego....un celiaco non può decidere alle 8 dove andare a cena, a meno che non conosca locali con piatti adatti alla sua patologia, ma deve pensarci qualche giorno prima, avvisare il ristoratore del suo problema, e poi decidere dove andare.


quello che dici è giusto, infatti se capita di prevedere una vacanza , ci si informa sui posti e al max si avvisa la cucina e portiamo noi pentole e pasta.
però appunto capita anche che se si è fuori per un giro e si decide di cenare fuori, non sempre è possibile trovare un posto adatto e anche se si avvisa il ristoratore, ma questo non sa niente di come deve comportarsi, può causare danni, esattamente come le è successo l'ultima volta, in pratica era via per lavoro, e solitamente la ditta avvisa l'albergo dove alloggia , ma questa volta non so perchè se per colpa della ditta che non ha spiegato chiaramente, o il ristoratore che non ha rispettato le disposizioni, è finita all'ospedale...in questi casi permettetemi di prendemela un pò dato che si tratta dalla salute di una persona a ma cara.. :roll:

PANCIA MIA FATTI CAPANNA..!!

da primus il 14 mar 2012 21:18


toratoratora ha scritto portiamo noi pentole e pasta.


quando mi è capito di cucinare per celiaci non ho mai fatto cambio di pentole :roll: e non mi risulta che qualcuno sia stato male.....boh...... :roll:

"Ogni stecca ripetuta due volte è l'inizio di un arrangiamento" (Frank Zappa).

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