Fante ha scrittoIl ministro Zaia: per le feste non mangiate il frutto tropicale, meglio i nostri prodotti
Niente ananas (a Natale), siamo italiani
L'appello «Dobbiamo fare una battaglia per difendere le ricchezze italiane». Ma chef ed esperti si dividono
MILANO — Nutriente, digestivo e disintossicante. Ma, ahilui, extracomunitario. Pertanto bandito dalle tavole di queste feste. L'ananas, «come simbolo di ciò che non è italiano», è da ieri esiliato speciale per volontà del ministro delle politiche agricole Luca Zaia che, violando le fasce di garanzia, ha indetto lo sciopero contro il frutto tropicale. Testualmente: «Suggerisco di cominciare lo sciopero dell'ananas e preferire, per il pranzo di Natale, qualcuno degli oltre 2.500 prodotti tipici di questa stagione».
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Cosa ne pensate? Ha un senso?
Insomma, a prescindere dal fatto che Zaia sta sulle balle ai gastrosnob, visto che si parla tanto di cucina del territorio e prodotti a km 0, non mi sembra una scelta tanto campata in aria.
Ps non è che sto Zaia sta un po' sulle balle perchè si comporta da ministro a dispetto delle aspettative?
Bob ha scrittoNon si tratta dell'ananas in sè.
Si tratta di sostiuire, ove possilbile, un prodotto italiano ad un altro dello stesso genere proveniente dall'estero.
L'ananas è un frutto, non particolarmente esotico, ormai, e la sua mancanza non pone particolari problemi ad una tavola: sostituitelo con un kiwi, con una macedonia, con chi vi pare....
Non si tratta di sostiuire la carne, di cui non si può e non si deve fare a meno: si tratta di sostituire un lusso con un altro.
L'ananas è da considerarsi un simbolo.
E Zaia non mi sembra male: il suo lavoro, almeno, tenta di farlo (e qualche volta ci riesce pure).
Bob ha scrittoL'ananas è un frutto, non particolarmente esotico, ormai, e la sua mancanza non pone particolari problemi ad una tavola: sostituitelo con un kiwi, con una macedonia, con chi vi pare....
Mystralina ha scrittoInvece che fare appelli a testa d'ananas potrebbero rivedere le quote di importazione ed esportazione.
Se vuoi che mangi italiano lascia che i prodotti italiani finiscano sui banconi. E ad un prezzo decente. Altrimenti, a volte a scapito della qualità, il più delle volte si compra estero che costa meno.
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