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IMMIGRAZIONE.-.-.- L'assalto al "bel-buon" Paese

da donAttilio il 08 mar 2009 09:51


IMMIGRAZIONE .-.-.- L’assalto al “bel-buon” Paese.

Da tanti anni, assistiamo impotenti all'assalto “fai da te” verso l’Italia …
A vostro avviso:

A)Quali sono le reali o presunte motivazioni che generano il fenomeno migratorio verso il nostro paese ???

B)Quali misure applicare per controllare il flusso???

C)Quali interventi-soluzioni adottare nei confronti di coloro che non rispettono le nostre leggi???

da giugium il 08 mar 2009 10:16


A) Alcuni scappano da una guerra, altri vengono in cerca di lavoro per mandare soldi a casa, altri vengono qui per nel loro paesi sono la peggio feccia e dovrebbero stare in carcere che non è come il nostro

B) innanzitutto bisogna cambiare le quote, l'italia assegna più quoe a paesi come Marocco, Tunisia e Romania (da dove ci arriva il 99% delle feccia)e da delle quote basse a paesi come l'Ucraina (da dove ci arriva gente che si ammazza di lavoro). Per cui direi prima cosa, cambiare le quote favorendo le nazionalità "virtuose".
Poi invece di mandare l'esercito in ogni parte del mondo, facciamoli ritornare a casa e assiami a quelli che già sono a casa mandiamolo a pattugliare le coste e i confini per impedire l'arrivo di clandestini e impedire vuol dire non che li attraccano e li portano nei cpt, ma che li fanno tornare indietro. PRima che mi si dia del razzista, la stessa cosa la fanno in grecia, dove sparano a vista ai barconi o nella spagna di Zapatero (che poi ci da dei razzisti se facciamo qualcosa noi, logico, così non vanno in spagna) dove anche li sparano (5 morti dall'inizio dell'anno tra persone che cercavano di entrare nell'enclave spagnola)

C) Questo non vale solo per gli stranieri, ma anche per tutti gli italiani,non ci deve essere distinzione, chi non rispetta le leggi deve essere punito, possibilmente in modo duro e scontare tutta la sua pena.
Basta sconti di pena, basta scarcerazioni facili e buoniste.
Per i clandestini la cosa migliore sarebbe che facessero il carcere nel loro paese

da Bob il 08 mar 2009 11:44


Sullo sparare ci andrei cauto,oggi come oggi.... :lol: Se un barcone libico è armato, risponde e ci affonda la corvetta.....
Però, in effetti, ricordo un discorso fatto con un finanziere jugoslavo negli anni 70.
"Con tutte queste insenature, che regole avete per impedire il contrabbando?"
"Facile: il primo colpo davanti alla prua, il secondo addosso".
(vero, così per inciso.....)

"Sul vino, bevo qualunque cosa mi raccontiate, sul cibo, ci mastico abbastanza"

da donAttilio il 08 mar 2009 14:33


GIUGIUM ha detto:
C) Questo non vale solo per gli stranieri, ma anche per tutti gli italiani,non ci deve essere distinzione, chi non rispetta le leggi deve essere punito, possibilmente in modo duro e scontare tutta la sua pena.
Basta sconti di pena, basta scarcerazioni facili e buoniste.
Per i clandestini la cosa migliore sarebbe che facessero il carcere nel loro paese[/quote]



Concordo!
Le mie domande sono finalizzate unicamente all'immigrazione, fermo restando che TUTTI dovrebbero rispettare le leggi.

da santippe28 il 09 mar 2009 13:42


rispondo solo ad A) . ci si rifugia in Italia perchè è il paese più garantisca (sic ) checchè se ne dica , quando uno . clandestino o meno , delinquente o onesto che sia , approda in Italia , sa che riceverà un trattamento più morbido rispetto agli altri paesi europei, sa che alzando la voce , otterrà qualche cosa dallo stato , sa che gli italiani non sono razzisti , che le forze dell'ordine sono comprensive , che i giudici sono di larghe vedute 8) , che le istituzioni sono tolleranti.
Sono gli stessi immigrati ad ammetterlo ... :roll:

Re: IMMIGRAZIONE.-.-.- L'assalto al "bel-buon" Pae

da berni il 09 mar 2009 16:25


donAttilio ha scrittoIMMIGRAZIONE .-.-.- L’assalto al “bel-buon” Paese.

Da tanti anni, assistiamo impotenti all'assalto “fai da te” verso l’Italia …
A vostro avviso:

A)Quali sono le reali o presunte motivazioni che generano il fenomeno migratorio verso il nostro paese ???

B)Quali misure applicare per controllare il flusso???

C)Quali interventi-soluzioni adottare nei confronti di coloro che non rispettono le nostre leggi???



domande toste...

a) in genere è in atto una migrazione enorme destinata ad aumentare dal sud del mondo verso le zone ricche.
e anzi, guardando la cosa da un punto di vista macro ( e cinico) e non nell'ottica della cronaca quotidiana, tale immigrazione è fondamentale per tenere in piedi la baracca, perchè consente alla nostra economia di avere delle sacche di riserva di mano d'opera a basso costo e in nero. è l'equivalente dei tanti contadini cinesi ancora alla fame che vanno in città a industrializzarsi per 2 lire (o yen). è quello il combistibile cinese. triste a dirsi, ma il nostro combustibile umano sono gli extracomunitari (meglio se clandestini, perchè meno "costosi").
forse bisogna chiedersi perchè da noi il flusso non è sempre di qualità alta (in termini di competenze professionali, sociali, culturali, ecc ).
questo è il nodo; purtroppo da noi si fermano migranti non qualificati e spesso propensi a delinquere ; la voce che il nostro apparato giudiziario faccia acqua da tute le parti garantendo di fatto l'impunità si è sparsa...

sulla qualità della migrazione bisogna chiedersi se è poi vero che siamo pronti a dare ruoli di responsabilità a non italiani.
perchè se gli facciamo fare solo le pulizie, alla fine chi crede di poter ottenere di meglio va in altre nazioni europee dove c'è una dimestichezza di più lunga data col fenomeno immigrazione

b) si può dire boh?
forse il flusso non è tanto controllabile e bisognerebbe cercare di adottare misure per controllarlo, irrigimentarlo, limitarne l'impatto in termini di insicurezza sociale, favorendo l'integrazione e cercando di attirare migranti qualificati

c) la nostra giustizia va tutta rimessa in moto; il codice che abbiamo è abbastanza severo, bisogna scrostarlo dai mille interventi garantisti che vi si sono sovrapposti nei decenni. l'intento buono originario è degenerato.
ormai il 90 % dei processi non finisce, cade in prescrizione...
quella della giustizia è un ' emergenza vera, che non solo favorisce la criminalità d'importazione, ma rende ormai sicura la criminalità di casa( cosa) nostra e la politica del malaffare.
sarebbe bello che per questa causa i cittadini e di destra e di sinistra fossero in grado di dare vita a un segnale unitario,
contro la classe politica che, lei sì in modo unitario , destra e sinistra, vive la magistratura e l'applicazione della giustizia come un ostacolo alle proprie cose.

da donAttilio il 10 mar 2009 08:59


Dagl'interventi effettuati su questo argomento, mi sembra di capire che(oltre un reale bisogno di migliorare la propria qualità della vita di molti immigranti), il nostro "sfrenato" garantismo-buonismo-tolleranza infinita, "mixata" con la "mal-giustizia(nonostante cio le nostre accoglienti carceri debordano di immigrati in percentuale "elevatissima" rispetto al numero di cittadini italiani), tutto questo "dovrebbe" far riflettere profondamente tutti quanti?!?!

Anche se la storia insegna che ogni "periodo" di consistenti migrazioni, ha sempre generato "CONFUSIONE di CONVIVENZA".
Ultima modifica di donAttilio il 21 mag 2009 18:18, modificato 1 volta in totale.

da tpt il 10 mar 2009 10:03


Intanto è necessario fare un distinguo: c'è chi viene nel nostro Paese per restarci un numero considerevole di anni, si porta dietro la famiglia o ne forma una propria in territorio italiano.

Queste persone sono spesso molto distanti da noi sotto tanti profili ma a parte casi sporadici (vedi enclave cinese di via Paolo Sarpi a Milano) una qualche forma di integrazione è da loro desiderata.

Non vogliono che i loro figli diventino degli asociali, non vogliono che i loro figli debbano vivere ai bordi della società.

Queste persone vanno considerate risorsa umana a tutti gli effetti: in Italia la crescita demografica, non fosse per loro, sarebbe quasi a zero.

Poi c'è l'immigrato "mordi e fuggi", è quello che spera di poter rimanere in Europa per un periodo breve, "fare i soldi" e tornare da dove è venuto.

Queste persone non sono interessate nè all'integrazione nè tantomeno vogliono essere regolarizzate: fa comodo anche a loro lavorare in nero, non pagare le tasse, avere una sanità gratuita come un qualsiasi cittadino italiano e "spremere il limone".

Con questo intendo sottolineare che se da una parte esiste una colpa tutta italiana, il lassismo, dall'altra c'è anche da parte di taluni immigrati il menefreghismo assoluto verso la nostra Patria.

Io vivo da due anni in territorio elvetico: non sono sposata e non ho un impiego (per scelta).

Quando sono arrivata qui temevo che dopo i famosi tre mesi in cui puoi rimanere in Svizzera come turista, fossi spedita al mittente.

Avevo qui con me il mio bambino che non è figlio del mio compagno.

Anche per lui temevo problemi.

Quel che sembra la "cinica" Svizzera mi ha invece dato modo di scoprire che qui vivono persone di etnie diverse ma difficilmente ti capita di incontrare persone allo sbando, persone che non hanno di che vivere.

La questione si risolse in modo molto semplice, ci recammo presso gli uffici comunali e federali e controllarono se avevamo i requisiti per poter avere un permesso di soggiorno regolare:

- una abitazione in grado di ospitare tre persone;
- una polizza sanitaria (qui è obbligatoria) che coprisse ogni tipo di cura e di medicinale, almeno in territorio svizzero;
- una polizza di assicurazione sulla casa;
- un reddito (quello del mio compagno) che potesse garantire un tenore di vita non elevato ma almeno dignitoso.

Venne fatto un controllo presso l'azienda dove il mio compagno lavora e quest'ultimo dovette recarsi al Notariat a garantire per me e per mio figlio.

Questo ci permise di avere un permesso di soggiorno di tipo annuale, scaduto il quale ci è stato dato il permesso di tipo B, quello definitivo.

Solo dopo dieci anni, se sarà nostro desiderio, potremo chiedere la cittadinanza svizzera, pagando (mi pare di aver capito che la richiesta è di circa 15.000 euro a persona) e dimostrando attraverso un esame di conoscere almeno una lingua di quelle ufficiali, la storia e le usanze di questo Paese.

E' stato necessario iscriversi all'AIRE (così che si conosca ogni nostro eventuale percorso).

Mio figlio ha frequentato una scuola per ragazzi che non sono padroni della lingua tedesca: un istituto pubblico dove dopo un anno di "full immersion" i professori decidono a quale livello della scuola "classica" verrai inserito. Non è stata una discriminazione ma un aiuto. Mio figlio è poi tornato a vivere in Italia ed io ho immediatamente restituito il suo permesso di soggiorno così che tutto risultasse regolare.

Esattamente una settimana fa ho avuto i documenti necessari per sposarmi: pratica celere, trasparente, consenso alla presenza del Console di Zurigo (che ci ha fatto tanti auguri).

Ecco: qui funziona ... e se sgarri e ti pescano in due giorni torni da dove sei venuto, con le buone o con le cattive.

da giugium il 10 mar 2009 10:12


Grazie tpt per avermi dato il colpo di grazia...mi sa che emigro anchio e ti raggiungo in Svizzera

da tpt il 10 mar 2009 10:42


giugium ha scrittoGrazie tpt per avermi dato il colpo di grazia...mi sa che emigro anchio e ti raggiungo in Svizzera


Non sono tutte rose e fiori, ben intenso Giungium: qui quando è Ja è ja, ma quando è Nein è Nein: hanno l'elasticità mentale di un tondino di ferro!

P.S. Hai un MP da IERI!!!!!

da gelataio il 10 mar 2009 14:15


La situazione Svizzera, a mio parere, non è paragonabile !
La Svizzera ha frontiere ben chiuse all'interno dell'Europa , in montagna e ben controllabili . L'Italia è un paese di frontiera (europea, intendo) con chilometri di coste su cui può approdare di tutto . E quando arriva il barcone puoi avere tutte le regole del mondo , ma concretamente i casi sono due :
a) li affondi
b) li fai approdare . Poi puoi metterli in centro per poi rimandarli indietro (sempre che non ti scappino prima e sempre a spese dello Stato Italiano ) ... se riesci a capire da dove vengono perchè sono senza documenti, non ti dicono nulla e ... è come cercare l'ago in un pagliaio.
Non mi pronuncio : ognuno ha la sua idea , ma la realtà italiana è questa .
Mi chiedo : ma ... visto che siamo la frontiera EUROPEA , gli altri stati membri potrebbero darci una mano ? (premetto : può darsi che lo faccino , io non lo so) . In fondo facciamo da filtro alla Germania, alla Francia , ai Paesi Bassi ... e anche alla Svizzera (anche se non è nella CEE).

p.s. mi fa piacere che un italiana stia bene in Svizzera . Negli anni in cui ci sono stati i miei genitori (59/67) gli italiani erano considerati "terroni" e trattati da tali ... per fortuna mi hanno fatto crescere in Italia e i tempi son cambiati!

da tpt il 10 mar 2009 15:04


Gelataio: c'è da fare un distinguo. Ci sono persone dello stivale che qui ancor oggi vengono considerate "terrone" .... sono quelle che, a prescindere dalla regione di provenienza, ti fanno vergognare di essere italiano.

Sono quelle che quando vanno al market cercano di saltare la fila delle casse, sono quelle che se vanno a gettare il vetro alle campane della raccolta differenziata non dividono il vetro per colore, sono quelle che se c'è un parcheggio libero per besucher, si fermano in mezzo alla strada a salutare l'amico ostruendo il traffico.

Sono persone che non hanno ancora compreso che il Paese è di TUTTI, e non solo degli elvetici ma di tutti coloro che ci vivono.

Poi ci sono gli italiani che si sono integrati: quelli che ora lavorano nella pubblica amministrazione e sono ORGOGLIOSI di essere al servizio della popolazione, quelli che hanno imparato a parlare lo swissdeutch, che per la strada ti dicono gruezi, e che sono felici di stare bene in un paese straniero perchè da loro modo di conoscere un altro stile di vita, un'altra mentalità, e se non di condividerla pienamente almeno di rispettarla.

Il tuo discorso circa le coste non fa una piega, e se devo essere sincera mi è venuta in passato voglia di considerare come non balzana l'idea di prendere una parte degli immigrati che arrivano con i barconi e portarli direttamente al confine con la Francia, con la Spagna, con la Germania, ecc ....

Non con la Svizzera perchè se è vero che qui puoi vivere da clandestino lo puoi fare sino a quando non ti viene un bel mal di denti. Arrivi da un medico e la prima cosa che fa è chiederti la tessera della Krakenkasse. Se non l'hai ... è lui stesso a segnalarti alla polizia.

I figli, se ne hai, non vanno a scuola se sei senza permesso, non puoi avere un'automobile intestata, ecc ....

Un paradosso: un nostro conoscente brasiliano. E' arrivato qui con moglie e figli. Ad un certo punto è stato raggiunto da una ragazzina, parente della moglie. Dopo i controlli del caso, il Comune ha spiegato a questa famiglia che la bambina non poteva rimanere in Svizzera perchè non faceva parte del nucleo familiare. Unica possibilità l'adozione, in Svizzera non possibile per mancanza dei requisiti di età anagrafica (differenza d'età tra la bambina e gli aspiranti genitori). La legge brasiliana consente questa adozione ma l'iter burocratico prevede tempi biblici: almeno due anni.
Ebbene, questa famiglia aveva pensato di iscrivere la bambina a scuola in Germania e di farla rientrare a casa in Svizzera solo durante i week-end.
Ebbene, per almeno 10 volte gli organi preposti si sono presentati a casa di questa famiglia (anche di domenica, anche di notte) per controllare se la ragazzina era rientrata in patria.

Non c'è stato nulla da fare: è tornata in Brasile.

Non credo proprio quindi che gli svizzeri abbiano bisogno di noi italiani per controllare le proprie frontiere.

Per quanto riguarda gli stati UE ho già detto sopra anche se la libera circolazione da parte di persone degli stati nuovi membri ha portato a non poterci ribellare al loro ingresso ma alla necessità assoluta di diventare severi ed inflessibili come qui è.

Poi però ci si mettono i buonisti a dare dei razzisti a chi non ospita: Chiesa, una certa parte della sinistra ... e si torna al punto di partenza.

da berni il 10 mar 2009 15:53


in effetti il paragone con la svizzera andrebbe fatto con la situazione di
60' anni fa; oggi gli immigrati che vanno in svizzera sono comunque di livello non equiparabile agli africani che sbarcano da noi (comunque anche i nostri "terroni" erano pur sempre di cultura europea ) e sono tutti in grado di produrre quella documentazione di cui tpt faceva cenno.
la domanda vera è sul tipo di immigrazione che la svizzera accetta (per quanto le serve).
negli anni '60 quando la svizzera aveva bisogno di braccia non faceva tanto la schizzinosa, prendeva tutti (anche molti clandestini) ; poi si è potuta permettere via via di selezionare.

noi oggi siamo come la svizzera molti decenni fa
(penalizzati però da una macchina pubblica che in termini e di controllo e di assimilazione dell'immigrato fa acqua da tutte le parti)

da noi arrivano spesso disperati che hanno accettato di viaggiare in condizioni disumane, venendo più volte depredati e spogliati dei loro pochi averi, persone che nn sanno la lingua e che la documentazione nn sanno neanche da che parte iniziarla.

senza entrare nel merito sul come respingerli, la vera domanda è:
li vogliamo, sono funzionali al sistema Italia?

ritorno a fare il cinico e a fare un discorso generale, da storico, senza esprimere giudizi morali o politici.
credo che la risposta sia ovvia: sì che li vogliamo!
in meridione buona parte della mano d'opera nei campi è tratta da queste masse umane in semi schiavitù- -è ciò che consente alla nostra agricoltura di essere competitiva con le economie del terzo mondo.

l'edilizia , nel sud come nel nord (andate a piazzale lotto alle 5 di mattina) ha una sacca di scorta di manodopera a bassissimo costo;
tutte persone che, senza diritti, costituiscono il massimo della flessibilità, ricattabili, licenziabili e sfruttabili ad libitum.

se il sistema politico volesse eliminare tutto ciò, potrebbe farlo.
ma non se lo può permettere;
il prezzo è l'insicurezza sociale, che pur tuttavia temo sia giudicato sostenibile (dai responsabili di questa situazione) se in compenso abbiamo tanta mano d'opera a disposizione.
così certo non invitiamo immigrazione specializzata...

insomma, riassumo (sperando di non esser stato confuso):
se si vuole un'immigrazione sicura biogna dare cittadinanza, ma spesso ciò può essere contrario ai veri interessi macroeconomici in gioco.
qualcuno ritiene conveniente non dare diritti, pagando lo scotto di una grande confusione sociale

ovviamente questa non è la verità assoluta, ma sicuramente è una parte di un puzzle molto compresso, che al di là degli schieramenti necessità di essere approfondito insieme

da gelataio il 10 mar 2009 17:38


[quote="tpt"]Gelataio: c'è da fare un distinguo. Ci sono persone dello stivale che qui ancor oggi vengono considerate "terrone" .... sono quelle che, a prescindere dalla regione di provenienza, ti fanno vergognare di essere italiano.


Sto parlando di persone corrette, che andavano in Svizzera , regolarissime, solo per lavorare ; persone che fanno passare avanti nella fila una persona in difficoltà senza chiederlo anche in Italia, che le cartacce le gettano nel cestino tanto da essere quasi mosche bianche oggi in Italia. I miei hanno lavorato in Svizzera dal 59 al 67 e la situazione era tale che quando sono nato (1966) sono tornati a casa . Abbiamo amici che sono rimasti e si sono integrati , ma, da piccoli, hanno avuto molte difficoltà . Il distinguo che dici lo fanno oggi , non lo discuto e ne sono felice , ma in quegli anni no : l'italiano era "cinghe" o "terrone" per il solo fatto di essere italiano . Stai vivendo nella situazione attuale, ma in quegli anni era diversa ....

da giugium il 10 mar 2009 19:40


tpt ha scritto
giugium ha scrittoGrazie tpt per avermi dato il colpo di grazia...mi sa che emigro anchio e ti raggiungo in Svizzera


Non sono tutte rose e fiori, ben intenso Giungium: qui quando è Ja è ja, ma quando è Nein è Nein:
P.S. Hai un MP da IERI!!!!!


allora lo fai apposta... :D

da Bob il 10 mar 2009 19:59


tpt, guarda che gelataio ha ancora più ragione di quanto non creda.
Una dozzina d'anni fa ho lavorato per la Steiner, ditta a capitale svizzero nel campo dell'arredo metallico per la grande distribuzione. Per ovvi motivi, ero in Svizzera piuttosto spesso.
Ti assicuro che sono stato oggetto di notevoli offese: al punto che, nell'intento di sembrare lodevole, un dirigente della ditta (locale) ha ripreso uno di costoro, dicendo che "non era il caso di trattarmi così anche se ero italiano". Peggiorando, ovviamente, la cosa.
Poi, ovviamente, ho incontrato anche persone splendide, e ho gradito certi aspetti della pulizia e dell'ordine svizzero, ma non è tutto oro quello che luccica. Qualche problemino di razzismo, almeno sino a quell'epoca, era ampiamente presente.

"Sul vino, bevo qualunque cosa mi raccontiate, sul cibo, ci mastico abbastanza"

da tpt il 10 mar 2009 23:46


Mi spiace Bob tu debba aver subito atteggiamenti subdolamente razzisti, qui in Svizzera. Come mi spiace che gli italiani nel passato abbiano vissuto qui guardati con diffidenza se non con disprezzo.

Di contro penso che ogni singolo uomo debba farsi conoscere per quello che è realmente e con un po' di sana pazienza è possibile far comprendere a chiunque, sempre non si tratti di persona limitata, che un popolo è fatto di persone ognuna con la propria testa, con la propria cultura o subcultura, con la propria educazione o maleducazione.

E' vero che 50 o 60 anni fa gli italiani che emigravano lo facevano perchè nella loro terra non riuscivano a trovare di che vivere, non certo per desiderio di sperimentare una vita diversa. Spesso erano persone disperate, senza nessuna cultura, non parlavano neppure l'italiano ma solo il dialetto della loro terra d'origine.

Me ne accorgo qui: svizzeri di origine italiana che parlano qualcosa di molto distante dall'italiano corrente.

Quindi all'epoca, la Svizzera come tantissimi paesi che hanno avuto una forte immigrazione si è trovata ad ospitare non esattamente il fior fiore degli italiani come di popoli apparteneneti ad altre nazioni.

E sulla conoscenza di queste persone, dei loro modi, usi e costumi si è basata per farsi un'idea del loro paese d'origine.

Ne sono usciti. Dovremmo prendere esempio. Chi ha voluto integrarsi ci è comunque riuscito. Perchè non prendere spunto?

Non altro appunto ora qui si possono permettere di scegliere chi ospitare e chi no.

da donAttilio il 11 mar 2009 01:35


TPT, cortesemente, posso chiederti di "inoltrare" le tue testimonianzaanche a tutti quei politici Italiani(che fingono di NON conoscere cosa accade in qualche altro paese se non si rispettono le regole), sempre pronti a criticare o insultare quel Ministro che cerca - anche se timidamente - di trovare soluzioni per garantire maggiore dignità per coloro che seriamente vorebbero integrarsi nel nostro paese e qualche "tirata" d'orecchie al balordo di turno.

Eventualmente, tpt, mi puoi inviare il conto delle spese postali :lol:

da tpt il 11 mar 2009 10:32


Bravo, DonAttilio. E' proprio questo il punto: un paese non si può considerare civile solo perchè permette ad ogni tipo di clandestino di varcare i propri confini.

Un paese civile è quello che riesce a regolamentare i flussi stranieri in modo civile, ospitando SOLO quelle persone che riesce ad integrare nel proprio tessuto in modo dignitoso.

E' da sottolineare l'errore di quelli che io chiamo "i buonisti": ti chiedono, ti domandano, è accaduto tante volte, come puoi rispedire al mittente persone che arrivano da paesi in guerra, da paesi in miseria o paesi dove vige la dittatura? E' sicuramente preferibile una vita grama in Italia.

Ecco, io rispondo che no. Due mesi? Un anno? Due anni? Dopo questo periodo il clandestino non si accontenterà più del tocco di pane e di vivere con altri 10 immigrati in 30 mq. lerci ed insalubri, che poi di dignitoso, diciamocelo ha davvero poco o nulla.

No, vorranno giustamente vivere COME noi italiani, con gli stessi diritti e doveri. E da un paese che ha chiuso gli occhi davanti al loro arrivo in miseria si aspettano anche questo. Cosa che l'Italia non riesce a dare. L'offerta attuale è per fare la badante, per raccogliere pomodori, per lavorare nei cantieri edili in nero.

Qui mi è capitato di sentire di una ragazza polacca, alla quale è stato chiesto di tornare in terra natia perchè si era procurata si uno straccio di contratto di lavoro ma secondo la Confederazione Elvetica, quello stipendio non era in grado di garantire alla ragazza una vita dignitosa.

E' chiaro che la cittadinanza è un'altra cosa ed io andrei con i piedi di piombo nell'assegnarla agli stranieri se non perfettamente integrati. Sto solo parlando di un regolare permesso di soggiorno che ti permetta di stabilire la tua residenza in un paese straniero.

Che ti permetta di godere, una volta ottenuto, degli stessi diritti e doveri di ogni cittadino nato in quella terra, escluso il diritto di voto.

Faccenda simpatica accadutami un anno fà: ricevo la dichiarazione dei redditi svizzeri da compilare e da consegnare al comune.

Preparo tutta la mia documentazione, chiudo la busta e mi reco appunto in comune. Chiedo cosa devo farne in italiano. La signora non comprende. Parlo allora in inglese e lei zelante mi dice di portarla al secondo piano. Mi reco nell'ufficio indicato. Aprono e guardano la mia dichiarazione svizzera. Mi chiedono, visto che non porto qui i miei redditi italiani, di cosa vivo. Spiego il tutto. L'impiegata mi guarda perplessa e mi chiede: "signora, lei vuole un impiego qui in Svizzera? Magari un part-time ...". Rispondo che non ci penso neanche. L'impiegata è sempre più perplessa .... gira oltre il banco e mi squadra da cima a fondo, mi fa una specie di radiografia ..... punta le mie scarpe, poi gli abiti, sino ai capelli.
Io ero un poco in imbarazzo, non lo nego .... E questa riattacca con la manfrina: "Signora, ma lei come vive? Sicura di non volere un impiego" .... Ero, non lo nego, un poco indispettita. Ho spiegato che c'era (come inserito nella dichiarazione dei redditi) chi garantiva per me. A questo punto l'addetta mi ha guardato con gli occhioni spalancati e mi ha chiesto "Signora, mi scusi, ma allora perchè è venuta qui da noi?" Nervosamente ho spiegato che mi era stato detto al piano terra di andare al secondo piano.

Ebbene, l'impiegata è diventata di mille colori, non finiva più di scusarsi ... ha preso un post-it, lo ha appicicato alla mia dichiarazione scrivendo sopra alcune cose in swissdeutch con mille punti esclamativi e mi ha chiesto di ritornare al piano terra.

Mi sono detta .... ecco, questo ufficio comunale assomiglia tanto a quelli che abbiamo in Italia, non fosse che qui parlano tutti almeno l'inglese.

Sono tornata ovviamente al piano terra dalla prima impiegata che avevo incontrato. Ho consegnato la busta ed anche questa è diventata rossa come un peperone e si è prodigata in mille scuse.

Ho così chiesto cosa diavolo stava accadendo e cosa mai era stato scritto su quel post-it!

Sempre più imbarazzata l'impiegata mi ha spiegato che la ragioneria era al terzo piano e si era sbagliata .... invitandomi ad andare al secondo .... dove c'è l'ufficio degli aiuti sociali. La sua collega voleva solo aiutarmi .... perchè essendo in Svizzera da un anno, potevo richiedere un contributo per sopravvivere se non ci riuscivo .... soprattutto in virtù delle mie precedenti esperienze lavorative, visto che le avevo dovute inserire nella dichiarazione.

Ovviamente da allora non mi tormentano più. Anche quest'anno ho fatto la mia brava dichiarazione e nonostante io qui non abbia alcun reddito, alcune tasse le devo pagare comunque. Come a mio avviso è giusto.

da Paulyste il 11 mar 2009 12:26


A propostito di immigrazione... "Rider e lagrimar vedrai insieme"
Non so se posso divertirmi sentendo certe cose o se invece devo soltanto essere angosciato...

http://www.youtube.com/watch?v=FQlLK0aAG-A

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