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da miciagilda il 08 apr 2011 15:53


LA SOLITUDINE DEI NUMERI PRIMI, Paolo Giordano - 2008

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Questo romanzo ha vinto il premio Strega e il Campiello Opera Prima. Ora ne è stato ricavato anche un film.

Avevo grandi aspettative, lo si è visto ovunque e tra le mani di chiunque, il classico "ma come, non l'hai letto??", ma parzialmente le ha deluse.

Vi ho trovato, sì, una storia desueta, originale e trattata con leggerezza e con profondità al tempo stesso, e si è fatto leggere molto scorrevolmente. E' anche uno di quei romanzi le cui situazioni rimangono tra i ricordi come se fossero vero vissuto. Questi i meriti.

Purtroppo lo stile della scrittura mi ha ricordato troppo De Carlo, soprattutto quando ho incontrato l'esclamazione "Uao" per la quarta o quinta volta: fastidio.

Forse dovrei giudicarlo senza dimenticare che si tratta del romanzo d'esordio di un giovane scrittore e accettarne le immaturità.

Ma sono una lettrice esigente e non lo farò... :x :D

VOTO: 5/6

da miciagilda il 10 apr 2011 10:49


IL TERRAZZINO DEI GERANI TIMIDI, Anna Marchesini - 2011

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Abbandono ogni riserva, ogni osservazione relativa, metto da parte la consapevolezza di avere ancora un universo di libri da leggere e con tutto l'entusiasmo che merita, vi dico che questo è un libro meraviglioso!

Le tappe di un'infanzia fatta di solitudine, di fioretti, di silenzi in cui la Marchesini scopre se stessa e il mondo futuro remoto.

Uno struggente scorcio di come i momenti di intima gioia e quelli di espiazione di peccati mai commessi giungano a formare la personalità e i sogni di una donna sensibile ed osservatrice, dal cuore gonfio di passioni e di emozioni.

Pagine esilaranti si alternano a brani commoventi e anche tristi con un linguaggio che è proprio dei libri, della parola scritta, e quindi di grande musicalità e ricercatezza.

Un romanzo che appena finito di leggere viene voglia di ricominciare daccapo.

Toccante la sua apparizione a "Che tempo che fa" di poche settimane orsono in cui la Marchesini presenta il suo libro, con grande umiltà e simpatia. Qui il link per chi se lo fosse perso.

http://www.youtube.com/watch?v=nMkkkEqtE1w

Io appena terminata la lettura l'ho voluto riguardare.

Una grande rivelazione, l'esempio di come una prima opera possa essere immediatamente Capolavoro.

VOTO 9

da miciagilda il 17 apr 2011 15:14


Bob ha scrittoACCABADORA
Michela Murgia

Se devo dare un voto, è un 8 pieno. Bello stile, un italiano asciutto, violento, che richiama l'immaginario di una terra, con le sue ignoranze e le sue saggezze. Da brivido.
Questo topic mi sta portando fortuna.....


Sostengo l'8 pieno.
Non c'è una pagina, una parola di troppo.
Asciutto e crudo, pagine di forti emozioni e temi delicati.
Autentico, intenso, rurale, oscuro, umano.

Molto bello. Grazie Bob.

Metto l'immaginetta, merita... :lol:

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da miciagilda il 26 apr 2011 21:57


LE COSMICOMICHE, Italo Calvino - 1965
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L'apoteosi del surrealismo e della fantasia. Tutto può essere, chiunque può essere qualsiasi cosa, e di volta in volta pensare e sentire come quella cosa, forse e chissà, pensa e sente.

Dodici racconti, introdotti ciascuno da una diversa tesi astronomica o scientifica, che si sviluppano in racconti im-possibili; la gravità, la curvatura dello spazio, le prime forme di vita, i dinosauri... Sembra di leggere un fumetto ma senza le illustrazioni.

Libertà, creatività travolgente, immaginazione a briglie sciolte, sempre però impreziosita da una scrittura che non ha bisogno di commenti, che commuove e che fa ridere e pensare, sempre con un'infinita intelligenza.

Geniale.

VOTO 9
Ultima modifica di miciagilda il 26 apr 2011 22:05, modificato 1 volta in totale.

da miciagilda il 26 apr 2011 22:04


Bob ha scrittoBIANCA COME IL LATTE, ROSSA COME IL SANGUE
Di Alessandro d'avenia.
Finalmente.
Nella mia buia ricerca di un autore italiano seriamente leggibile, un piccolo raggio di sole.
Un'opera prima, con tutte le manchevoleze del caso, ma un autore che vale la pena di controllare da vicino.
UN inizio un po' rigido, la storia di un sedicenne e della sua crescita in mezzo a una tragedia più grande di lui, un tono che mi ha strappato, all'inizio, solo qualche piccolo sorriso, più cinico che altro. Per poi crescere, e prendermi, a volte anche troppo.
Bella lingua, l'italiano, quando è ben usata.....


Ho appena finito di leggerlo anch'io. Bello, concordo con quello che hai scritto.

Il suo italiano non mi ha così colpita, probabilmente perché arrivando da un Calvino si è creato un paragone veramente impietoso, ma è di quelle letture che scivolano via piacevolmente.

Se posso trovargli un difettuccio: quasi troppo commovente in alcuni punti e, per i miei parametri, un po' troppa fede religiosa.

In ogni caso un bel libro. :D

da Oniros il 01 mag 2011 17:37


Zolletta ha scrittoSi Miciagilda, perdona la mia poca chiarezza nel esporre la domanda :oops: , comunque mi riferivo a questo libro, Immagine
devo dire ho trovato molto interessante sia dl punto di vista estetico, veramente ben scritto e ben tradotto, sia nel esporre ed affrontare alcuni profondi problemi del uomo. In quarta di copertina se ne descrive solo la storia "apparente".


Yukio Mishima è poesia pura!
Impossibile riassumere un poche righe l'essenza di un'opera letteraria, specialmente quando è lontanissima dal punto di vista culturale.

E lo stesso si applica credo a tutte le opere di Mishima. Incuriositp dalla 4a di copertina ho comprato e letto una virtù vacillante sempre di Mishima. Sembra scritto da una donna!

“Setzuko era diversa. Per sentirsi veramente viva aveva bisogno di qualcosa simile a una poesia. Una poesia squisitamente erotica. Un concetto il più vicino possibile a una sensazione carnale. Non, come accade agli uomini, un’idea che si trasforma in sensazione carnale, bensì una sensazione carnale che si trasforma in idea, che prende a rifulgere come un gioiello di carne...”

da Eat il 01 mag 2011 17:58


miciagilda ha scrittoUn altro paio di cose su Shining
...
[CUT]


Il libro e il film, apparentemente simili, sono profondamente diversi.

King ebbe pesanti scontri con Kubrick (King come spesso accade per film tratti da romanzi collaborò inizialmente alla sceneggiatura) e abbandonò presto la collaborazione con Kubrick.

Uno dei fondamentali punti di scontro tra scrittore e regista fu il motivo della malattia di Jack Torrance, per King dovuta solo all'Overlock Hotel (curioso come nel romanzo, a mia memoria, si parli quasi sempre dell' hotel e quasi mai di fantasmi come sarebbe lecito pensare), per Kubrick il punto focale era la psiche umana.

Uscì successivamente una versione di "Shining" fedele al romanzo di King, un filmetto passato inosservato, mentre il film di Kubrick rappresenta una delle vette più alte del cinema horror a mio modesto parere. L'opera di denigrazione di King fu cancellata da un film pressochè perfetto, uno dei pochi casi in cui il film supera il romanzo da cui è tratto (che "Arancia Meccanica" sia un altro di questi casi???)

Di curiosità sul film ce ne sono a iosa, ma sarei ancora più OT di quanto sono ora, mi piace solo ricordare le 85 (ottantacinque!!) ripetizioni della scena in cui Hallorann mostra a Danny e Wendy le dispense delle cucine.

Mi inchino davanti al genio di Kubrick.

da miciagilda il 01 mag 2011 19:56


Eat ha scritto
miciagilda ha scrittoUn altro paio di cose su Shining
...
[CUT]


Il libro e il film, apparentemente simili, sono profondamente diversi.

King ebbe pesanti scontri con Kubrick (King come spesso accade per film tratti da romanzi collaborò inizialmente alla sceneggiatura) e abbandonò presto la collaborazione con Kubrick.

Uno dei fondamentali punti di scontro tra scrittore e regista fu il motivo della malattia di Jack Torrance, per King dovuta solo all'Overlock Hotel (curioso come nel romanzo, a mia memoria, si parli quasi sempre dell' hotel e quasi mai di fantasmi come sarebbe lecito pensare), per Kubrick il punto focale era la psiche umana.

Uscì successivamente una versione di "Shining" fedele al romanzo di King, un filmetto passato inosservato, mentre il film di Kubrick rappresenta una delle vette più alte del cinema horror a mio modesto parere. L'opera di denigrazione di King fu cancellata da un film pressochè perfetto, uno dei pochi casi in cui il film supera il romanzo da cui è tratto (che "Arancia Meccanica" sia un altro di questi casi???)

Di curiosità sul film ce ne sono a iosa, ma sarei ancora più OT di quanto sono ora, mi piace solo ricordare le 85 (ottantacinque!!) ripetizioni della scena in cui Hallorann mostra a Danny e Wendy le dispense delle cucine.

Mi inchino davanti al genio di Kubrick.


Impossibile non inchinarsi al genio di entrambi, ognuno nel proprio genere.

Quante volte King avrà riscritto e cancellato ogni pagina, ogni paragrafo? Non si sa, nessuno ci dice delle sue 85 o 850 ripetizioni...

Ti "correggo" per quanto riguarda la progressiva degenerazione psichica di Jack nel libro: tutto nasce da un licenziamento quando Jack, docente, si trova in conflitto con uno studente che, sorpreso a tagliargli le gomme, Torrance picchierà a sangue.
Da lì il senso di fallimento e il rifugio nell'alcool, nessun nuovo lavoro fisso o all'altezza della sua preparazione, l'aumento dell'aggressività che culminerà con la frattura al braccio del figlio, per la quale si sentirà sempre colpevole e inadeguato come padre.
Poi l'incidente notturno con l'amico al volante, anch'egli alticcio, che forse investe un ciclista (si capisce poco, il cadavere non si ritroverà) da cui smetterà di colpo di bere, ma il desiderio non lo abbandonerà mai e lo roderà dentro come un'ossessione.

Tutte queste cose, purtroppo, nel film si vanno a perdere, ma da parte di King si tratta di un cesello accurato e magistrale che sorprende per la conoscenza che rivela dei meandri della mente e delle debolezze umane.

(scambio piacevole, Eat!)
:P :P :P :wink:

da Eat il 01 mag 2011 21:34


Grazie miciagilda della precisazione.

Ho "googlato" e ho trovato il seguente virgolettato di King riguardo il film:

«Kubrick semplicemente non riusciva ad afferrare la pura malvagità inumana dell'Overlook. Perciò cercava piuttosto il male nei personaggi e trasformò il film in una tragedia domestica con solo qualche sottofondo sovrannaturale. Quello fu il principale vizio di fondo: dato che lui non riusciva a crederci, non poteva rendere credibile il film agli altri. Il problema è che Kubrick stabilì di fare un film horror senza una conoscenza evidente del genere. Ogni cosa del film urla giustizia dall'inizio alla fine»

da cisejazz il 03 mag 2011 05:52


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Romanzo civile di Giuliana Saladino.
Ex giornalista del L'ora, testata, ormai scomparsa, palermitana, il libro è stato pubblicato postumo dalle figlie della Saladino, che non finirò mai di ringraziare per averlo fatto.
Imperniato sulla storia dell'amico Roxas e della scoperta della sua malattia, traccia anche il declino della società palermitana/siciliana, nonché i cambiamenti, nel corso della vita, del modo di vedere di Giuliana.
Troviamo questi cambiamenti racchiusi in questa pagina tratta dal libro:

Anni trenta
La prima volta ero una bambina undicenne [1936] condotta per mano da una Dama di San Vincenzo alta e bella, vestita dimessamente, quel dimesso che il sottoproletariato palermitano, esperto in cose servili e di corte, giudicava degno del titolo di "duchessa": i poveri si chinavano per baciare con gesto rapido l'orlo del suo vestito quando nel catoio sordido consegnava il tagliando per il litro di latte e un chilo di pasta a undici o dodici persone malate affamate ringhiose che lei ammansiva con la sola presenza sua e del tagliando. Scippavamo sottomissione, rassegnazione alla volontà di Dio. Era prima della seconda guerra mondiale.
Anni quaranta
La seconda volta ero una militante comunista, avevo venti anni, di nuovo di porta in porta, anziché pasta, attesa e implorata, portavo parole e altro che rassegnazione! Scippavo rivolta, consenso allo splendore nebuloso del mondo nuovo. Ma il più delle volte mi ritrovavo tra lotte improvvisate e senza sbocco. Mi sentivo molto rivoluzionaria. Il fine ultimo a un certo punto, mi sembrò quello, già detto, di travasare porzioncine di voti travasati dalla DC al PCI, un travaso così lento che una vita, a quanto pare, non sarebbe bastata.
Anni sessanta e settanta
La terza volta ero una giornalista, rapace come siamo tutti i giornalisti, carpivo e fuggivo col malloppo degli appunti, fatto l'articolo si passa ad altro. Mi sentivo dinamica e importante [nel 1957, quando inizia a lavorare a L'Ora Giuliana ha 32 anni]. Scippavo, condivo con parole calde, servivo freddo nero su bianco, gira e rigira era sempre la stessa musica, gonfia d'indignazione, che scandiva senza scalfirli, i pessimi avvenimenti isolani. In un sussulto di vanità, o di delirio narcisistico, confezionai pesanti sacchetti neri pieni di parole, inchieste articoli servizi corsivi, e li consegnai con sollievo alla spazzatura cittadina. Era il 1980 e - oplà - il più della vita era trascorso.
Anni ottanta
Alla quarta reincarnazione, che secondo me è la migliore, sono una signora ultracinquantenne […] compro con parsimonia, ho il terrore di avere rotta la scapola o l'anca per uno scippo, trabocco di bei sentimenti e mi godo la vita, scialacquando in beni senza prezzo sul mercato: un bagno di mare alle otto di sera, uno Stravinskij fino all'ossessione, ibiscus rosa grandi come stelle coltivati in terrazza, leggere di geografia con Emanuele [il nipote], passeggiare con Mars [il marito] su stradelle erbose, profumi della campagna, piaceri dei sensi, chiusura a riccio. Mi sento molto siciliana.


Gli dò un 8 e 1/2: mi è piaciuto moltissimo e si legge in un attimo.

Della stessa autrice ho letto anche gli altri due libri che sono più particolari (chi non fosse interessato alle vicende siciliane post guerra, poco se ne potrebbe fare), ma lo stile con cui scrive è meraviglioso per come riesce a catturare anche mentre parla di argomenti assolutamente tediosi.

da miciagilda il 03 mag 2011 09:27


Dev'essere molto bello; aggiungo all'elenco dei vostri consigli! :P :wink:

da miciagilda il 13 mag 2011 13:04


LE ONDE, Virginia Woolf, 1931

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Difficile da descrivere.
Per la Woolf fu il traguardo tanto cercato, l'opera più sperimentale che abbia scritto assecondando un'idea di ritmo, di respiro e non di trama e costruzione strutturata, classica.

Sei amici (più uno), ognuno attraversato da un groviglio di pensieri che costituiscono monologhi a ruota libera, incongruenti, emozionali, che sgorgano e fluiscono come onde.

Il ritmo del mare, del sole che sorge, che si alza e tramonta affianca in una sorta di parallelo le loro vite, dall'adolescenza all'età matura.

Lo definirei poesia in prosa: brani di una bellezza struggente ma anche difficile da leggere poiché privo di trama e di un filo logico.

Un paio di estratti:

"Niente, niente, nessuna pinna di pesce rompeva quel plumbeo immenso deserto di acque. Niente accadeva che sollevasse quel peso di insopportabile tedio. Crescevamo. Cambiavamo. Perché siamo animali. Non siamo affatto sempre coscienti: respiriamo, mangiamo, dormiamo automaticamente. Esistiamo non solo come entità separate, ma come indifferenziate gocce di materia."



"Il giorno è nitido e teso come un sudario di lino. Ma si addolcirà, si scalderà. A quest'ora, così presto, mi pare di essere il campo, il fienile, , gli alberi; sono miei gli stormi di uccelli e la lepre che salta via, all'ultimo momento, mentre stavo per calpestarla. E' mio l'airone che apre pigramente le grandi ali (...) e il silenzio, e le campane, e il grido dell'uomo che richiama dai campi i cavalli da tiro-è tutto mio.
Non mi si può dividere, né separare da me stessa."

Quei libri che ci metti una vita a leggere perché ti ritrovi spesso a rileggere più volte una frase e poi ti perdi con lo sguardo nel vuoto a pensare.

Bello. Ma non leggero.

VOTO 7

da miciagilda il 31 mag 2011 22:27


L'ALTRA CASA, Henry James - 1896

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L'arte di James nel lasciar affiorare il Male tra le righe posate e composte di questo romanzo è indiscutibilmente raffinata e forse paragonabile a Il Giro di Vite.

A seguito di una promessa strappata dalla giovane moglie in punto di morte al marito, le vite, i destini, i sentimenti di quattro persone (due uomini e due donne) subiranno una distorsione guidata dalla gelosia, dall'avidità e da sentimenti nascosti fino a sfociare in una tragedia.
Tutto ciò attentamente osservato da Mrs. Beever, madre di uno dei giovani protagonisti, dalla sua casa costruita accanto a quella dell'ex socio del marito.

Un ritmo lentissimo ed affettato di dialoghi che ruminano ogni piccolo ed apparentemente insignificante argomento ma che proprio nel loro minuto ricamo tessono una trama sconvolgente.

VOTO 7,5

da miciagilda il 31 mag 2011 22:35


LE BEATRICI, Stefano Benni - 2011

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Riporto testualmente:
Prima di essere un libro, "Le Beatrici è stato uno spettacolo teatrale portato al Teatro dell’Archivolto di Genova e la capacità descrittiva dell’autore, riga dopo riga, è in grado di farcelo rigustare. La raccolta si chiude con una canzone che Benni scrisse per De Andrè prima, come afferma lo stesso scrittore, che lui “decidesse di suonare altrove”:

“Io non voglio che mi ricordiate/ Nel trionfo, ma nella mia sera/ Nelle cose che dissi tremando/ In ciò che suonai con paura” (Stefano Benni per Fabrizio De Andrè – Le Beatrici)


Otto monologhi di altrettante figure femminili: una suora assatanata, una giovane irrequieta, una donna licantropo... intervallati da poesie e canzoni.

Benni sa sempre far sorridere, commuovere, pensare.

Il titolo è di evidente ispirazione Dantesca.

Particolare, impietoso e molto forte (forse quasi troppo) il brano Vecchiaccia.

VOTO 7,5

da miciagilda il 31 mag 2011 22:44


AFTER DARK, Murakami Haruki - 2004
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Cosa lega un informatico, una ragazza perennemente addormentata, un giovane musicista, la manager di un love-hotel in una notte sfavillante di luci a Tokyo?

Un fatto squallido e violento le farà ruotare fino all'incontro dei loro destini rivelando affinità inattese, solidarietà, semplici e trasparenti nuove amicizie.

Come sempre Murakami scrive con una piuma leggera tra le dita anche se scrive di vicende intense e torbide.

VOTO 7

da Narbok il 01 giu 2011 10:39


miciagilda ha scritto
Bob ha scrittoACCABADORA
Michela Murgia

Se devo dare un voto, è un 8 pieno. Bello stile, un italiano asciutto, violento, che richiama l'immaginario di una terra, con le sue ignoranze e le sue saggezze. Da brivido.
Questo topic mi sta portando fortuna.....


Sostengo l'8 pieno.
Non c'è una pagina, una parola di troppo.
Asciutto e crudo, pagine di forti emozioni e temi delicati.
Autentico, intenso, rurale, oscuro, umano.

Molto bello. Grazie Bob.

Metto l'immaginetta, merita... :lol:

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Confermo l'8. Uno dei libri meglio scritti che abbia letto di recente, ha tutto: è coinvolgente, struggente, umano, duro e tenero allo stesso tempo.

da Narbok il 01 giu 2011 14:45


miciagilda ha scrittoLA SOLITUDINE DEI NUMERI PRIMI, Paolo Giordano - 2008

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Questo romanzo ha vinto il premio Strega e il Campiello Opera Prima. Ora ne è stato ricavato anche un film.

Avevo grandi aspettative, lo si è visto ovunque e tra le mani di chiunque, il classico "ma come, non l'hai letto??", ma parzialmente le ha deluse.

Vi ho trovato, sì, una storia desueta, originale e trattata con leggerezza e con profondità al tempo stesso, e si è fatto leggere molto scorrevolmente. E' anche uno di quei romanzi le cui situazioni rimangono tra i ricordi come se fossero vero vissuto. Questi i meriti.

Purtroppo lo stile della scrittura mi ha ricordato troppo De Carlo, soprattutto quando ho incontrato l'esclamazione "Uao" per la quarta o quinta volta: fastidio.

Forse dovrei giudicarlo senza dimenticare che si tratta del romanzo d'esordio di un giovane scrittore e accettarne le immaturità.

Ma sono una lettrice esigente e non lo farò... :x :D

VOTO: 5/6



Personalmente, non va oltre il 4. L'intreccio non mi è sembrato niente di che, mi ha lasciato poco e, soprattutto, mi è parso pure scritto male. Insomma, più che altro marketing. Parere personale eh.

da miciagilda il 02 giu 2011 11:00


Narbok ha scritto
miciagilda ha scrittoLA SOLITUDINE DEI NUMERI PRIMI, Paolo Giordano - 2008

Questo romanzo ha vinto il premio Strega e il Campiello Opera Prima. Ora ne è stato ricavato anche un film.

Avevo grandi aspettative, lo si è visto ovunque e tra le mani di chiunque, il classico "ma come, non l'hai letto??", ma parzialmente le ha deluse.

Vi ho trovato, sì, una storia desueta, originale e trattata con leggerezza e con profondità al tempo stesso, e si è fatto leggere molto scorrevolmente. E' anche uno di quei romanzi le cui situazioni rimangono tra i ricordi come se fossero vero vissuto. Questi i meriti.

Purtroppo lo stile della scrittura mi ha ricordato troppo De Carlo, soprattutto quando ho incontrato l'esclamazione "Uao" per la quarta o quinta volta: fastidio.

Forse dovrei giudicarlo senza dimenticare che si tratta del romanzo d'esordio di un giovane scrittore e accettarne le immaturità.

Ma sono una lettrice esigente e non lo farò... :x :D

VOTO: 5/6



Personalmente, non va oltre il 4. L'intreccio non mi è sembrato niente di che, mi ha lasciato poco e, soprattutto, mi è parso pure scritto male. Insomma, più che altro marketing. Parere personale eh.


Beh...più personali di così... ovvio!

Sono abbastanza daccordo con te: non ho sparato un 4 però perché in ogni caso credo sia un libro che si legge scorrevolmente e che non tratta argomenti superficiali. Ho voluto riconoscere perlomeno questi meriti.
Però tanto marketing, sì. :wink:

da ciliegina il 13 giu 2011 18:06


Sono in vacanza nella casa di mia cugina dove ho trovato una piccola ma interessante biblioteca. Ho preso:
Massimo Carlotto "Nessuna cortesia all'uscita".
Un giallo molto avvincente. Da uno sguardo preciso sulla banda di Felice Maniero. Il romanzo è ambientato nel Veneto, i personaggi si muovono nella mala veneta e nella stessa organizzazione mafiosa.
Ben scritto, buon ritmo, ma per i miei gusti troppi morti ammazzati.
Voto 6,5 (per l'eccessivo numero di morti).
Altro libro, Gianrico Carofiglio "Ad occhi chiusi". Altro noir, molto intenso. Qui la vicenda è imperniata su uno stolker e su una vittima che ricerca giustizia. E' un ritratto impietoso di come funziona la giustizia italiana, calata in una storia avvincente. Buon ritmo narrativo. Voto 7
Romanzo pubblicato da Repubblica - l'Espresso.
Carlo Simoncini "Carne arrabbiata" Il sottotitolo è illuminante:" I preti vive de carne morta, i dotori de carne malata, i avocati de carne rabiada". E' un proverbio veneziano che il protagonista fa proprio. Il protagonista è un avvocato, che non si sente più tanto convinto della propria professione, che accetta una causa in apparenza persa in partenza. Bellissimo scorcio su come funzionano i tribunali e il lavoro di avvocato in Italia. Penso che gli avvocati presenti troveranno nel romanzo tanti aspetti sottoscrivibili, non fosse altro perchè l'autore è un avvocato. Romanzo pubblicato da Garzanti.
Voto:8

da miciagilda il 13 giu 2011 21:16


VIA DALLA PAZZA FOLLA, Thomas Hardy - 1874

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Una vicendo di fine dell'Ottocento vista, una volta tanto, dalla parte dei contadini, dei fattori, del popolo.

Gabriele Oak parte da sfigato, sembra un tontolone, perde tutto quello che possiede (il suo gregge), si innamora di Batscebea e ne viene respinto, poi finisce col lavorare per lei, assistendo impotente alle proposte di matrimonio altrui e al di lei innamoramento per un sergentino balordo che finirà con lo sposare.

Ma davanti a tutto ciò Gabriele dimostrerà una forza, un'integrità, una corretteezza, una dedizione e un amore incrollabile che lo renderanno l'eroe del romanzo.

Un libro che nella prima metà fatica ad ingranare e si rende poco accattivante, poco fluido, mentre poi appassiona e conquista, come se lo scrittore lo avesse finalmente sentito suo solo allora.

Come per altre opere di quest'epoca, possiamo catalogarlo tra i precursori di tante altre storie di umane vicende e di passioni che risultano essere sempre attuali. In molte descrizioni sembra di vedere un quadro. Molto piacevole l'umorismo di cui è riccamente intessuto.

VOTO 6/7

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