Provo a fare un sunto di quella che è la mia opinione dopo aver letto attentamente ed aver riflettuto su quella di tutti voi:

- A prescindere dal matrimonio religioso (che meriterebbe eventualmente una discussione a parte) ogni coppia puo' optare tra la vita more uxorio o il matrimonio eccezion fatta per le coppie omosessuali che non godono putroppo dello stesso diritto di scelta e questo è davvero antidemocratico;

- Forse in passato (ora a mio avviso un po' meno) si ricorreva al matrimonio per rispetto dei genitori o perchè era ovvio passare dalla famiglia d'origine a quella formata con il proprio compagno/a senza davvero conoscersi: ecco che molte unioni fallivano e questo a prescindere o meno si arrivasse al divorzio;

- Ora la convivenza è concepita come scelta naturale ed a parte pochi casi anche i genitori non la osteggiano piu' di tanto: cosi' che è possibile pensare ad una convinvenza prematrimoniale che porti all'eventuale matrimonio con maggior consapevolezza di cosa sia un'unione "per sempre";

- Da morosi ci si frequenta molto di piu' che in passato, si trascorrono le vacanze assieme ma talvolta c'è chi confonde questo tipo di esperienze comuni come vera vita assieme: poi ci si sposa o si va a convivere e si comprende che la vacanza è una cosa e la vita di tutti i giorni tutt'altra, con i suoi pregi ed i suoi difetti;

- Sciogliere un vincolo matrimoniale non è piu' costoso a livello economico rispetto che sciogliere un'unione di fatto: questo a patto la coppia sappia lasciarsi in maniera civile, tanto che in molti tribunali è disponibile una traccia, e con qualche marca da bollo si arriva a sentenza senza neppure doversi rivolgere ad un legale;

- Di contro se nella coppia scoppiata anche una sola delle parti non accetta la fine dell'unione e non usa buonsenso ci si ritrova quasi sempre a dover affrontare un percorso legale che è doloroso e questo a prescindere da torti e ragioni: e non solo in presenza dei figli. Si litiga per il gatto, ad esempio. Non ne sono esenti neppure le coppie di fatto;

- Saro' una inguaribile romantica, come ho già detto, ma trovo che il matrimonio è abbandonarsi con fiducia all'altro. E' una scelta d'amore che vuole dire che sia quando andrà tutto bene (cosa che immagino tutti auspichiamo) sia di fronte a problemi di ogni sorta ci si impegna a considerare l'altro come parte integrante di noi stessi e questo non è giuridicamente possibile se non a fronte di un'unione legalizzata attraverso il matrimonio appunto;

- Se un matrimonio fallisce dopo un anno a causa di una incompatibilità di carattere mai svelata prima ecco che spese eccessive, indebitamenti vari, cerimonia pomposa e viaggio di nozze pure suonano come una beffa; Forse varrebbe la pena prima di contrarre matrimonio riflettere maggiormente e conoscersi soprattutto meglio;

- Le convivenze dove ognuno ha il suo conto, la sua casa, le sue spese, non sono a mio avviso vere convivenze: è semplicemente impraticabile. Se si rompe la lavatrice che si fa? Siccome si vive a casa mia la pago io? E se invece abbiamo un cagnolino preso al canile al quale ci siamo irrimediabilmente affezionati entrambi? In caso di scioglimento dell'unione lo dividiamo a metà? E l'apparecchio per i denti del figlio chi lo paga? Se poi si vive la convivenza a giorni alterni ed ognuno mantiene una sua sfera privata, una propria casa ecco che ancora a mio avviso non si puo' neppure parlare di convivenza ma solo di legame;

- Sposarsi significa anche saper rinunciare per l'altro: non voglio scendere in alcun dettaglio (non è la sede) ma chi mi conosce sa bene che mio marito ha fatto un'enorme rinuncia per me, questo ancor prima ci sposassimo ed io ho trovato ovvio fare altrettanto quando è stato necessario. Nessuno dei due ha chiesto all'altro questo sacrificio ma sappiamo entrambi che proprio questo desiderio di pensare all'altro prima che a noi stessi ci ha portato poi a dirci che volevamo si sposarci, eccome se lo volevamo.