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da Ayer il 29 ott 2010 10:48


nebbiolo75 ha scritto
Ayer ha scritto Silvio il buono


No, non sminuire....

SILVIO IL BENEFATTORE


infatti le avrà messo 500 euro nel seno dopo il bunga bunga, così per pura beneficienza :D

Datemi un sedatavo!

da Fante il 29 ott 2010 10:55


La cosa che risulta essere davvero grave è la telefonata alla questura per liberare la parente di Mubarak
Cos'è? Una estensione del lodo Alfano?

da MarioLino il 29 ott 2010 11:01


Impunità per le escort delle più alte cariche dello stato, mica può perdere tempo ogni volta a chiamare la questura per farle liberare, deve pensare agli affari del paese. Lasciamolo lavorare!

da berni il 29 ott 2010 11:09



da Bob il 29 ott 2010 16:17


Come mai oggi su un tg tutti hanno smentito tutto?
Intendiamoci, non sto difendendo nessuno. Però, la ragazza smentisce, la questura smentisce, tutti smentiscono.
Non è che prima di sparare a zero, si aspetta di avere riscontri positivi? Non sarebbe più....com'è la parola? Corretto?

Bah.....

Ma magari sono minchiate quelle del tg: ormai, la stampa e l'informazione in genere sono totalmente inatttendibili. :cry:

"Sul vino, bevo qualunque cosa mi raccontiate, sul cibo, ci mastico abbastanza"

da berni il 29 ott 2010 16:19


forse è stata tutta una montatura di elio per poter fare la canzoncina. in tal caso tutto giustificato !

da capohog il 29 ott 2010 16:28


berni ha scrittoforse è stata tutta una montatura di elio per poter fare la canzoncina. in tal caso tutto giustificato !



o forse l'ha messa in giro lo stesso B. così il PD ci è entrato con tutte le scarpe, la magistratura ha fatto la figuruccia di quella che perseguita il povero B. ed il rumore di fondo aumenta coprendo tutto, cose buone e cattive..... :wink:



il rumore di fondo aumenta



casomai non si fosse sentito per via del rumore di fondo :P :evil:

96 cubic inch of good vibs

da berni il 29 ott 2010 16:49


vero o non vero ribadisco anch'io che trattasi di cianfrusaglie rispetto ai veri problemi che dovrebbero portare a una seria opposizione a questo governo.
ti puoi indignare, schifare, ti ci puoi invece divertire...fatto sta che comunque (per me, IMHO), ci perdi solo tempo.

e forse l'opposizione è contenta perchè si può dedicare a nani e ballerine e non a trovare eventuali soluzioni ai problemi che le toccherebbero se andasse domani al governo.

mezzi di distrazione di massa, direi

da berni il 29 ott 2010 16:53


bunga bunga....bunga.
l'ho inventato io ...

chissà che la carrà non chieda i diritti d'autore.

da fulvia il 29 ott 2010 16:55


Sposo la teoria di Capohog.....creano ad arte queste notizie, perdipiù assurde a mio parere, e questi beoti rincoglioniti, dell'opposizione che non vogliono mollare neanche loro il cadreghino per fare posto a qualcuno coi controc@@@i, se le bevono e ci fanno la figura del sifulòtt de menta...... :roll: :roll:

....Sapete...come la storia di quel tipo caduto nella vasca degli spurghi e gridava..." NOn fate l'onda, non fate l'onda!!!" :twisted:

...gli adulti che fanno solo gli adulti, senza ascoltare il bambino che è dentro di loro, sono di una noia e tristezza mortale....
O. Vanoni

da Fante il 29 ott 2010 17:08


A me inquieta l'impatto sociologico di queste notizie, non tanto quello politico.

L'opinione pubblica in questi casi si separa abbastanza nettamente tra "falsi" moralisti ossia persone che tentano di delegittimare politicamente il B richiamando un etica da baciapile e invece esaltatori del cumenda, liftato, tinto e lampadato, pecoreccio, costantemente semibarzotto da pillolina blu, sbavazzane, intrigante e furbetto, che di fatto vorrebbero poter essere anche loro.

Non so quale delle due parti mi nausea maggiormente

da maxbor il 29 ott 2010 17:33


Fante ha scrittoA me inquieta l'impatto sociologico di queste notizie, non tanto quello politico.

L'opinione pubblica in questi casi si separa abbastanza nettamente tra "falsi" moralisti ossia persone che tentano di delegittimare politicamente il B richiamando un etica da baciapile e invece esaltatori del cumenda, liftato, tinto e lampadato, pecoreccio, costantemente semibarzotto da pillolina blu, sbavazzane, intrigante e furbetto, che di fatto vorrebbero poter essere anche loro.

Non so quale delle due parti mi nausea maggiormente


Discorso logico ma surreale.
In politica i colpi bassi sono, globalmente, all'ordine del giorno, immaginiamo se non è un dovere approfittarne quando l'avversario te li offre su un piatto d'argento, anzi d'oro.
Berlusconi non solo in Medio Oriente ma anche nella democraticissima America (ricordate Clinton? Al paragone roba da educande) a quest'ora sarebbe stato già lapidato fosse stato anche il miglior uomo politico del mondo, cosa supposta solo da una minoranza di italiani.

P.S. Ho usato il termine "supposta", è una cosa volgare? 8)

da MarioLino il 29 ott 2010 21:07


Be' ragazzi, vero o non vero, quest'uomo è di un'arroganza imabarazzante: ammette di andare a escort, di passarsi le seratine regalando gioielli a minorenni, e ha l'arroganza di dire IO SONO FATTO COSI' E VOI NON MI CAMBIERETE. e poi dice: Il PRIMO MINISTRO in ITALIA non ha potere, ma se oltre ad essere PRIMO MINISTRO è anche il più ricco, ha in mano tutti i media, può tenere sotto ricatto praticamente chiunque in Italia (compresa la magistratura e la CHiesa) come può dirlo senza vergognarsi come un verme? Sarà che come dice Fante sono arrogante anche io, ma uno così NON potrei mai votarlo, neanche se mi promettesse gnocca per tutta la vita*



* eventualmente però Silvio, ripensandoci, parliamone in privato... mandami un MP

da maxbor il 30 ott 2010 11:29


MarioLino ha scrittoBe' ragazzi, vero o non vero, quest'uomo è di un'arroganza imabarazzante: ammette di andare a escort, di passarsi le seratine regalando gioielli a minorenni, e ha l'arroganza di dire IO SONO FATTO COSI' E VOI NON MI CAMBIERETE. e poi dice: Il PRIMO MINISTRO in ITALIA non ha potere, ma se oltre ad essere PRIMO MINISTRO è anche il più ricco, ha in mano tutti i media, può tenere sotto ricatto praticamente chiunque in Italia (compresa la magistratura).....


Quello che più infastidisce è la sua spocchia il suo dire da Dio (ieri): "Nessuno potrà cambiare me e la mai vita meravigliosa".

Per chi ha voglia di leggere e approfondire l'argomento (no perditempo) riporto da repubblica.it


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L'ANALISI
CASO RUBY, IL BLUFF DEL CAVALIERE TRA PROCURA E FINTO AFFIDAMENTO

di PIERO COLAPRICO E GIUSEPPE D'AVANZO

NON è successo niente, vuol fare credere Berlusconi. È vero, telefona al capo di gabinetto della questura di Milano, lo fa per tirare fuori dai guai la sua giovanissima amica marocchina. È accusata ancora una volta di furto, ma è persecutorio vedere in questa mossa un abuso di potere, perché poi le regole in questura sono state rispettate fino in fondo, no? Dunque, nessun illegalismo. Karima Heyek, 17 anni, "alias Ruby Rubabaci", alias "Ruby Rubacuori", doveva essere affidata a qualcuno e Berlusconi ha soltanto indicato, come un buon padre di famiglia, come una persona di buon cuore, a chi affidare la minorenne (che, fino a quel momento, pensava fosse maggiorenne).

Prima di intervenire su quel funzionario, il Cavaliere si è preoccupato di spedire in via Fatebenefratelli una sua amica, Nicole Minetti, 25 anni, igienista dentale diventata consigliere regionale. È questo che, raccontando una menzogna e ipotizzando un iperbolico incidente internazionale, chiede alle 23 del 27 maggio il premier al capo di gabinetto: affidate la ragazza, che è nipote del presidente egiziano Hosni Mubarak al consigliere regionale, che tra qualche minuto sarà da voi.

Ora qui s'incontra una prima incoerenza. Nicole Minetti, in tutte le dichiarazioni di queste ore, sostiene di non aver mai ospitato in casa sua Ruby.

"Conosco Ruby come conosco numerose altre persone del mondo televisivo. Ci tengo a precisare che con la signorina Ruby non ho rapporti di amicizia, né l'ho mai ospitata in casa mia". Quindi, delle due l'una. O Ruby è stata affidata alla Minetti e Nicole non ha assolto al suo impegno. Oppure Ruby non è mai stata affidata effettivamente alla Minetti. Lei è soltanto uno "schermo", l'asso truccato che il Cavaliere gioca nella sua affannosa partita.

C'è un unico luogo dov'è possibile sciogliere il dilemma. E' la riservatissima procura dei minori di Milano. Le regole prevedono infatti che sia il sostituto procuratore di turno, interpellato dalla polizia, ad autorizzare il rilascio del minore: per indirizzarlo in un luogo preciso e protetto, o sotto la tutela di una persona affidabile. La risposta che si raccoglie al tribunale dei minori sul "caso Ruby" è questa: va controllato se le disposizioni che quella notte il sostituto procuratore dà alle forze di polizia sono state rispettate.

Già porre in questi termini la questione rivela che c'è quanto meno una possibile sconnessione tra le indicazioni di quella notte del sostituto procuratore e le mosse di chi decide, alle 2 del 28 maggio, di lasciare andare via la diciassettenne Ruby con Nicole Minetti. Una Ruby che finirà poi in una specie di porto di mare, di quei posti che terrorizzano i buoni padri di famiglia: la casa di una ragazza brasiliana dall'incerto mestiere, incapace - per usare le formule del tribunale dei minori - di offrire la tutela doverosa e necessaria. Anzi, Ruby e la coinquilina si accapiglieranno per una gelosia sessuale con tale violenza da rendere necessario l'intervento degli agenti d'una volante per "lite in condominio", come si legge nella relazione di servizio.

Il tableau giustifica una prima approssimata radiografia dell'abuso di potere di Silvio Berlusconi. A cominciare da una bizzarria. E' irragionevole e anomalo che il premier telefoni personalmente al capo di gabinetto di via Fatebenefratelli nella notte tra il 27 e 28 maggio per tirare fuori dai guai l'amica minorenne accusata di furto. C'è un eccesso d'urgenza nel suo intervento precipitoso. Un'angosciosa pena. Una concitazione che, nelle ore successive, travolgerà la routine della questura di Milano per riaffiorare nelle forme dell'apprensione oggi, quando i protagonisti affastellano contraddittorie ricostruzioni della loro amicizia con Ruby. Che cosa spinge Berlusconi a muoversi direttamente? Che cosa teme? Senza nessun moralismo, ci si può chiedere: possibile che il capo del governo, che vuole proteggere una giovanissima amica che si è messa nei guai, non abbia accanto nessuno, a Palazzo Chigi, al ministero dell'Interno, nel suo staff ristretto che sbrighi affari border line di quel tipo, con la telefonata giusta al numero giusto? Sembra incredibile, ma pare di no.

Chi conosce il Cavaliere sostiene che si è mosso da solo "perché è sempre ghe pensi mi". Sembra troppo che il superomismo del Cavaliere si eserciti con un evento in apparenza alquanto trascurabile. Forse l'evento non è trascurabile, per il Cavaliere. E c'è chi avanza un'altra ipotesi: il premier vede materializzarsi, con la presenza di Ruby in questura, il fantasma che i suoi consiglieri più affidabili gli hanno da tempo annunciato. Prima o poi, qualcuna di queste amiche ti tradirà.

Ruby ha tutte le caratteristiche per combinare un pasticcio catastrofico per il premier (e non è affatto detto che questo non stia accadendo). Parla troppo. E' fantasiosa. Ha un talento particolare a confondere e mescolare il vero con il falso. Ma è sufficientemente intrigante e si fa voler bene. E' ragionevole che sia questa leva che spinge Berlusconi a muoversi in prima persona e con irruenza. Nella relazione che è stata consegnata al ministro dell'Interno, Roberto Maroni, si legge anche l'ora e la modalità dell'intervento del capo del governo, che avviene a poche ore dalla lite in strada tra Ruby e la ballerina trentunenne Caterina P., che lavora con l'agenzia Lele Mora.

L'amica del premier le ha rubato 3mila euro, è andata via da casa sua con due anellini e le magliette della ragazza. E Caterina P., che alle 18.15 l'ha riconosciuta in un centro benessere di corso Buenos Aires, chiama il 113 "per fare arrestare la ladra. Ruby - racconta la bruna Caterina - sale su un taxi, che segue la volante, e io che non ho nemmeno un euro vado a piedi per fare la denuncia. Non vedrò più Ruby, né so ancora oggi delle indagini sul furto, si sono dimenticati tutti dei soldi trafugati a me da quella lì, una da paura, veniva a cercarla certa gente che ho i brividi ancora adesso". Non è, insomma, Ruby esattamente la "brava gente" che frequenta le ville e i palazzi del premier, secondo il premier.

Ora c'è un nodo ben stretto da sciogliere. Chi ha avvisato il presidente del consiglio del fermo di Ruby? Si conosce la versione della ragazza: al momento dell'intervento della polizia nel centro benessere è presente un'amica comune, che allerta Nicole Minetti. Questa ricostruzione è però contraddetta dalla Minetti: non conosco così bene Ruby, in realtà è stato Berlusconi a chiamarmi e a dirmi di andare in via Fatebenefratelli. E' una versione che ne sostiene un'altra che si raccoglie in questura: ai minori noi non togliamo il telefono cellulare. Può essere dunque stata Ruby a telefonare direttamente al capo del governo. Un'ipotesi non stramba perché Ruby ha certamente il numero del caposcorta di Berlusconi: nelle indagini della procura milanese - i tabulati sono stati richiesti già da tempo - ci sono i riscontri di molte telefonate tra i due cellulari.

Ricapitoliamo. Tra le 18.15 (Ruby arriva in questura) e le 23 (Berlusconi parla con il capo di gabinetto) comincia una partita a due. Ruby è nei guai, si rivolge all'amico Silvio. Silvio si attiva. Chiama Nicole Minetti. Le ordina di andare in questura.

E' un'ora prima di mezzanotte quando, come ha anticipato il Corriere della Sera, il capo di gabinetto della questura di Milano riceve una telefonata dal "caposcorta" di Berlusconi. L'ufficiale si limita a presentarsi e ad annunciare al funzionario che gli sta per passare il capo del governo. Ora è Berlusconi che parla. Quel che gli dice, il Cavaliere lo ripete in queste ore in pubblico: "Ho voluto dare aiuto a una persona che poteva essere consegnata non a una comunità o alle carceri, che non è una bella cosa, ma data in affidamento. Siccome mi aveva rappresentato un quadro di vita a dir poco tragico, l'ho aiutata. Tutto qui".

Berlusconi vuole dimostrare che il suo intervento è stato trascurabile, forse inutile. Non si accorge di confessare la sua vera intenzione: cambiare le carte in tavola. Determinare un esito diverso da quel che egli temeva potesse essere, immaginava dovesse essere: la ragazza ristretta in una comunità, o addirittura in gattabuia. E' questo l'incubo del Cavaliere, quella notte. Come avrebbe potuto reagire quella ragazza imprevedibile, che tre mesi prima era stata con lui alla festa di San Valentino ad Arcore? E che, ancora a marzo, aveva passato la notte a Villa San Martino? Che cosa avrebbe potuto raccontare? Che cosa si sarebbe potuta inventare? Meglio metterla al sicuro. Meglio piazzarle accanto una persona di fiducia, in grado di controllarne le mattane. Berlusconi sceglie Nicole Minetti, una sua creatura, inventata dal niente da lui e che a lui deve tutto.

La questura di Milano e, non c'è dubbio, il ministro dell'Interno in Parlamento (risponderà a un question time) sosterranno che "sono state eseguite tutte le ordinarie procedure previste dal protocollo per i casi di rintraccio di persona minorenne. Solo dopo che la questura ebbe accertata la mancanza di posti presso le comunità della zona, dopo l'autorizzazione del magistrato competente e con il consenso della giovane marocchina, ella fu affidata alla signora Minetti". Né poteva essere diversamente, se si dà retta a Berlusconi. Che dice: "Non ho influenzato assolutamente nessuno. Non avrei potuto pensare di esercitare un potere che non ho. Tra l'altro tutti sanno che in Italia il primo ministro non ha nessun potere". Come se fosse del tutto trascurabile per un funzionario dello Stato - nel nostro caso, il capo di gabinetto della questura di Milano - ricevere nel cuore della notte la telefonata del presidente del consiglio che gli chiede se è in stato di fermo una "egiziana" e se la si può affidare a una signora che presto arriverà lì, "da voi", magari senza lasciare traccia del passaggio della ragazza. Quindi nessuna foto, nessun verbale. Berlusconi ridimensiona. In fondo, che avrò fatto mai?, domanda.

Che cosa succede in questura tra le 23 (Berlusconi chiama) e le 2.00 (Ruby esce) lo si conosce leggendo le relazioni di servizio, oggi nel fascicolo dei pubblici ministeri che indagano per sfruttamento della prostituzione Lele Mora, Emilio Fede, Nicole Minetti. Raccontano gli agenti: la giovane funzionaria di turno nella centrale operativa arriva trafelata nel corridoio del piano terra, dove si affaccia l'ufficio del "Fotosegnalamento". Secondo la prassi, Ruby deve appoggiare le dita sulla lastra fotografica che si collega al Cerved, il cervellone del ministero dell'Interno. Questa semplice operazione consente agli agenti di dare un'identità a chi è sprovvisto - come lei - di documenti ed è stato già ospite - come lei - di una questura italiana. Consente di conoscere in tempo reale quali sono i precedenti penali e se - come lei - ci si è allontanati da una casa-famiglia. La relazione inviata al ministro Maroni conferma che questo protocollo è stato rispettato. Quel che non è chiaro nel soggiorno di Ruby in questura non è il rispetto formale delle procedure, ma l'esito delle procedure. Qui affiora più di qualche dubbio. Che nesso c'è tra una marocchina minorenne con residenza a Letojanni, Messina, scappata dalla comunità La Glicine per farsi randagia di lusso a Milano, accusata di furto in più d'una occasione, e nientemeno che - parola del presidente - la nipote dell'egiziano Hosni Mubarak? E' un fatto che questa storia del prestigioso e fasullo legame familiare non viene raccontato alla procura dei minori. E' un fatto che quella notte la polizia interpella il sostituto di "turno minori", più volte. E' un fatto, però, che quelle disposizioni, in quelle ore, saranno com'è prassi soltanto orali. Diventeranno rapporto scritto il giorno successivo. E' un fatto che la procura della Repubblica ha acquisito questo documento per verificare se c'è una corretta corrispondenza tra le disposizioni impartite a voce tra il 27 e 28 maggio dal magistrato alla polizia e quel che effettivamente la questura ha fatto. Tasto dolente è sempre il ruolo di Nicole Minetti, alla quale - come abbiamo visto - la polizia affida Ruby, ma che una volta in strada se ne lava le mani.

Una volta in strada Nicole, sostiene Ruby, non si comporta come il consapevole affidatario che si deve occupare di lei. Nicole è lì perché c'è stata mandata: ora sono passate le due e Nicole ha soltanto un'ultima faccenda da spicciare. Deve chiamare Berlusconi, che l'ha spedita lì, aggiornarlo su quanto accaduto, rassicurarlo che Ruby non gli è ostile, anzi gli è riconoscente. Silvio rabbonisce la ragazza: ti voglio bene anche se non sei egiziana e non sei maggiorenne. Come dire, non ce l'ho con te, ti voglio ancora bene anche se mi hai mentito. Addirittura sulla nazionalità. Peggio, sull'età. L'asso truccato calato dal premier ha fatto la sua parte nel gioco affannoso di quella notte anche se la questura, forse avventurosamente, ancora oggi si ostina a sostenere che Nicole Minetti sia stata l'affidataria della minorenne marocchina. Nella prossima settimana, si verrà a capo della questione. In fondo, non è un'operazione complicata. La procura di Milano dovrà confrontare le disposizioni del sostituto procuratore dei minori e i verbali e le condotte della polizia. Sullo sfondo, i tabulati delle telefonate ricevute e fatte dagli attori di questa storia che è meno cristallina di quanto vuol far credere il Cavaliere e ha solo una certezza: l'abuso di potere che ha deformato il lavoro della polizia.

da MarioLino il 30 ott 2010 19:54


E'ufficiale, SIlvio ha chiamato proprio personalmente http://www.corriere.it/politica/10_otto ... aabc.shtml
Come possiamo leggere ormai da anni, le vere falsità le dice soprattutto il Giornale (Boffo, FIni...). GLi altri strumentalizzano sicuramente, ma quelli dei documenti falsi sono per la grande maggioranza in busta paga all'amico nano. Be', per mantenere un lavoro si fa questo e altro, non scherziamo. Farei anche io così.
SOprattutto per la gnocca*


* SIlvio, sto aspettando il tuo MP...

da stefanbo il 31 ott 2010 13:18


Concordo MarioLino, fabbricano dossier e li fabbricano pure male quelli del Giornale e di Libero, praticamente ogni volta smentiti dai fatti (e ricordiamoci anche il Marini in galera per calunnia per l'affare Telekom Serbia, anch'esso voluto per mettere in mezzo prodi e D'Alema,)

Sulla strumentalizzazione poi son d'accordo anch'io: nel primo articolodi Repubblica (immediatamente dopo quello del Fatto Quotidiano) che parlava dell'affaire, diceva che c'erano per il "bunga bunga" a casa di Berlusconi persone che il giornale non riteneva di dover nominare (!! :shock: ) per poi citare comunque le loro professioni (soubrette, presentatrice in auge, attrice in declino, ecc ecc e 2 MINISTRE!!!)

Bene, i nomi non son fatti, ma escludendo la Meloni e la Prestigiacomo che per svariati motivi non penso fossero lì, rimangono solo la Brambilla (anche lei, almeno io, la escludo) e...Gelmini e Carfagna, guarda caso le più gossippate per presunte relazioni intime col premier...

Potevano francamente evitarselo!!! :evil:

da maxbor il 31 ott 2010 19:38


Per chi avesse il piacere di leggerlo l'odierno fondo domenicale di Eugenio Scalfari.


L'editoriale

IL BUNGA BUNGA CHE SEGNA LA FINE DI UN REGNO

di EUGENIO SCALFARI da repubblica.it

Le recenti cronache dell'Italia berlusconiana che raccontano l'ennesimo scandalo ormai generalmente etichettato "bunga bunga" mi hanno lasciato al tempo stesso indifferente e stupefatto.
L'indifferenza deriva dal fatto che conosco da trent'anni Silvio Berlusconi e sono da tempo arrivato alla conclusione che il nostro presidente del Consiglio rappresenta per molti aspetti il prototipo dei vizi italiani, latenti nel carattere nazionale insieme alle virtù che certamente non mancano. Siamo laboriosi, pazienti, adattabili, ospitali.
Ma anche furbi, vittimisti, millantatori, anarcoidi, insofferenti di regole, commedianti. Egoismo e generosità si fronteggiano e così pure trasformismo e coerenza, disprezzo delle istituzioni e sentimenti di patriottismo.
Berlusconi possiede l'indubbia e perversa capacità di aver evocato gli istinti peggiori del paese. I vizi latenti sono emersi in superficie ed hanno inquinato l'intera società nazionale ricacciando nel fondo la nostra parte migliore.
È stato messo in moto un vero e proprio processo di diseducazione di massa che dura da trent'anni avvalendosi delle moderne tecnologie della comunicazione e deturpando la mentalità delle persone e il funzionamento delle istituzioni.

Lo scandalo "bunga bunga" non è che l'ennesima conferma di questa pedagogia al rovescio. Perciò non ha ai miei occhi nulla di sorprendente.

Da quando avviò la sua attività immobiliare con denari di misteriosa provenienza, a quando con l'appoggio di Craxi costruì il suo impero televisivo ignorando le ripetute sentenze della Corte costituzionale, a quando organizzò il partito-azienda sulle ceneri della Prima Repubblica logorata dalla corruzione diventata sistema di governo.
A sua volta, su quelle ceneri, il berlusconismo è diventato sistema o regime che dir si voglia: un potere che aveva promesso di modernizzare il paese, sburocratizzarlo, far funzionare liberamente il mercato, diminuire equamente il peso fiscale, sbaraccare le confraternite e rifondare lo Stato.

Il programma era ambizioso ma fu attuato in minima parte negli otto anni di governo della destra ai quali di fatto se ne debbono aggiungere i due dell'ultimo governo Prodi durante i quali il peso dell'opposizione sul paese fu preponderante.
Ma non solo il programma rimase di fatto lettera morta, accadde di peggio. Accadde che il programma fu contraddetto. Il sistema-regime è stato tutto fuorché una modernizzazione liberale, tutto fuorché una visione coerente del bene comune.

Per dieci anni l'istituzione "governo" ha perseguito il solo scopo di difendere la persona di Berlusconi dalle misure di giustizia per i molti reati commessi da lui e dalle sue aziende prima e durante il suo ingresso in politica. Nel frattempo l'istituzione "Parlamento" è stata asservita al potere esecutivo mentre il potere giudiziario è stato quotidianamente bombardato di insulti, pressioni e minacce che si sono anche abbattute sulla Corte costituzionale, sul Csm, sulle Autorità di garanzia e sul Capo dello Stato.
Il "Capo" e i suoi vassalli hanno tentato e tentano di costruire una costituzione materiale incardinata sul presupposto che il Capo deriva la sua autorità dal voto del popolo ed è pertanto sovra-ordinato rispetto ad ogni potere di controllo e di garanzia.

Questa situazione ha avuto il sostegno di quell'Italia che la diseducazione di massa aveva privato d'ogni discernimento critico e che vedeva nel Capo l'esempio da imitare e sostenere.
Il cortocircuito che questa situazione ha determinato nel carattere di una certa Italia ha fatto sì che Berlusconi esibisca i propri vizi, la propria ricchezza, la sistematica violazione delle regole istituzionali e perfino del buongusto e della buona educazione come altrettanti pregi.
Non passa giorno che non si vanti di quei comportamenti, di quella ricchezza, del numero delle sue ville, del suo amore per le donne giovani e belle, dei festini che organizza "per rilassarsi", degli insulti e delle minacce che lancia a chi non inalbera la sua bandiera. E non c'è giorno in cui quell'Italia da lui evocata e imposta non lo ricopra di applausi e non gli rinnovi la sua fiducia.

Lo scandalo "bunga bunga" è stato l'ennesima riprova di tutto questo. La magistratura sta indagando sugli aspetti tuttora oscuri di questa incredibile vicenda della quale tuttavia due punti risultano ormai chiari e ammessi dallo stesso Berlusconi: la sua telefonata al capo gabinetto del Questore di Milano nella quale chiedeva il pronto rilascio della minorenne marocchina sua amica nelle mani "sicure" di un'altra sua amica da lui fatta inserire da Formigoni nel Consiglio della Regione lombarda, e l'informazione da lui data alla Questura che la minorenne in questione era la nipote del presidente egiziano Mubarak.
Queste circostanze ormai acclarate superano ogni immaginazione e troverebbero adeguato posto nell'ultimo romanzo di Umberto Eco dove il protagonista ricalca per alcuni aspetti "mister B" per le sue capacità d'inventare il non inventabile facendolo diventare realtà.
La cosa sorprendente e stupefacente non è nella pervicacia con la quale Berlusconi resta aggrappato alla sua poltrona e neppure la solidarietà di tutto il gruppo dirigente del suo partito e della sua Corte, che fa quadrato attorno a lui ben sapendo che la sua uscita di scena sarebbe la rovina per tutti loro. La cosa sorprendente è che - sia pure con segnali di logoramento e di sfaldamento - ci sia ancora quella certa Italia il cui consenso nei suoi confronti resiste di fronte alla grottesca evidenza di quanto accade. Questo è l'aspetto sorprendente, anzi sconvolgente, che ci dà la misura del male che è stato iniettato e coltivato nelle vene della società e questo è il lascito, il solo lascito, di Silvio Berlusconi.
Sua moglie Veronica, in una lettera pubblicata un anno e mezzo fa, lo scolpì in poche righe, stigmatizzò l'uso che il marito faceva del potere e delle istituzioni, i criteri di reclutamento della "sua" classe politica imbottita di "veline" e di attricette che avevano "ceduto i loro corpi al drago" e concluse scrivendo: "Mio marito è ammalato e i suoi amici dovrebbero aiutarlo a curarsi seriamente".
Quello che sta accadendo lo dimostra e lo conferma: quest'uomo è gravemente ammalato, l'attrazione verso donne giovani e giovanissime è diventata una dipendenza che gli altera la mente e manda a pezzi i suoi freni inibitori.
Dovrebbe esser seguito da medici e da psico-terapeuti che lo aiutassero a riprendersi; ma sembra di capire che sia seguito da persone reclutate con tutt'altro criterio: quello di immortalare le apparenze della sua giovinezza in tutti i sensi. Ma così non fanno che aggravare il male.

* * *

È ormai evidente agli italiani normali e normalmente raziocinanti, il cui numero sta fortunatamente aumentando, che questa situazione non può continuare. In qualunque altro paese dell'Occidente democratico sarebbe terminata da un pezzo per decisione dello stesso interessato e del gruppo dirigente che lo attornia. Ma qui le cose vanno in un altro modo e sappiamo perché. Tra lui e i suoi accoliti, uomini e donne che siano, esistono vincoli che non si possono sciogliere perché ciascuno di loro (quelli che contano veramente) ha le sue carte sul Capo e lui ha le sue carte su tutti gli altri. Così per Previti, così per Dell'Utri, così per Scajola, così per Verdini, così per Brambilla ed altri ancora.
A questo punto tocca a tutti coloro che ritengono necessario ed urgente porre fine al "bunga bunga" politico, costituzionale e istituzionale, staccare la spina.
Presentare una mozione di sfiducia che vada da Bersani a Fini e da Casini a Di Pietro, che abbia la funzione che in Germania si chiamerebbe "sfiducia costruttiva". Esponga cioè il programma che quell'arco di forze vuole attuare subito dopo che la sfiducia sia stata approvata e che si può riassumere così:

1. Indicare al Presidente della Repubblica l'esistenza di una maggioranza alternativa che gli consenta di nominare un nuovo governo, come la Costituzione prevede.

2. Elencare alcuni temi programmatici a cominciare dal restauro costituzionale, indispensabile dopo la devastazione compiuta in questi anni e, a seguire, alcune urgenti misure economiche e sociali, un federalismo serio che rafforzi l'unità nazionale e la modernizzazione della società articolandola secondo un disegno federale, una riforma della giustizia che sia utile ai cittadini, una nuova legge elettorale che restituisca ai cittadini il potere di eleggere i propri rappresentanti nei vari modi con i quali quest'obiettivo può essere realizzato.
Uno sbocco di questo genere sarebbe estremamente positivo per il paese e dovrebbe essere guidato da qui alla fine naturale della legislatura da un "Mister X" che abbia le caratteristiche e la competenza necessaria al recupero dei valori etici e politici che la Costituzione contiene nella sua prima parte, ammodernandola nella seconda in conformità alle esigenze che una società moderna richiede.
Noi riteniamo che questo percorso vada intrapreso al più presto anche per riconciliare con le istituzioni un paese stanco e disilluso dal tristissimo spettacolo che è sotto gli occhi di tutti.
Non si tratta di utilizzare lo scandalo della minorenne marocchina strumentalizzandolo per fini politici. Si tratta invece di metter fine ad una rovinosa gestione governativa del "non fare" e del "malfare", che non è riuscito ad aprire un cantiere, a sostenere i consumi e il potere d'acquisto, a recuperare un centesimo di avanzo nel bilancio delle partite correnti, ad invertire il trend negativo dell'occupazione, a fare un solo passo avanti nella buona riforma della giustizia e del federalismo.
Infine a smantellare la "cricca" che da quindici anni non fa che rafforzarsi prendendo in giro i gonzi con il racconto d'una improbabile favola a lieto fine.
La storia italiana ha visto più volte analoghe "cricche" al vertice del paese. Quando ciò è accaduto, la favola è sempre terminata male o malissimo. L'esperienza dovrebbe aiutarci ad interrompere questo percorso in fondo al quale c'è inevitabilmente la rovina sociale e il degrado morale.

da Luca75 il 01 nov 2010 07:05


LEGGO LEGGO, ma una cosa non capisco... Per favore, qualcuno mi spiega esattamente cosa è il rito del BUNGA BUNGA??? Tutti ne parlano dando per scontato cosa sia. Ma io mica ne trovo una descrizione!!!!
PS la questione è un gossip del cavolo (nel senso che tanto ormai Berlusconi può fare qualunque cosa che tanto la rispettabilità non è piu nell'agenda politica degli elettori.. Tuttavia, inquadrando la vicenda nel contesto della riforma della giustizia, questo episodio fa capire come andranno le cose quando le funzioni di polizia giudiziaria saranno sotto la giurisdizione del governo e non più della magistratura...)

da maxbor il 01 nov 2010 17:01


Luca75 ha scrittoLEGGO LEGGO, ma una cosa non capisco... Per favore, qualcuno mi spiega esattamente cosa è il rito del BUNGA BUNGA??? Tutti ne parlano dando per scontato cosa sia. Ma io mica ne trovo una descrizione!!!!


Ti riporto quanto postato su Forum Gallery, topic Veline d'autore, giovedì 28 ottobre u.s.




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Ora bisogna spiegare quali sono i rapporti di Ruby con Silvio Berlusconi e non è facile, perché il loro legame viene ricostruito in un'indagine giudiziaria che deve chiarire (lo ha fatto finora soltanto parzialmente e in modo non esaustivo o definitivo) quando la giovanissima Ruby dice il vero e quando il falso. E' un'inchiesta (l'ipotesi di reato è favoreggiamento della prostituzione) in cui il premier non è indagato, anche se gli indagati ci sono e sono tre: Lele Mora, Nicole Minetti, Emilio Fede. Anzi, il premier potrebbe diventare addirittura parte lesa, perché prigioniero di un ricatto, vittima di una calunnia o addirittura perseguitato da un'estorsione.

Per evitare gli equivoci molesti disseminati in questi giorni, conviene dire subito che dinanzi ai pubblici ministeri Ruby esclude di aver fatto sesso con il capo del governo. Come confessa di aver mentito a Berlusconi: gli ho detto di avere ventiquattro anni e non diciassette. Nicole sapeva che ero minorenne e poi anche Lele, Lele Mora, lo ha saputo. Ruby però racconta delle sue tre visite ad Arcore, delle feste in villa e delle decine di giovani donne famose o prive di fama - molte escort - che vi partecipano. La minorenne fa entrare negli atti giudiziari un'espressione inedita, il "bunga bunga". Viene chiamata in questo modo l'abitudine del padrone di casa d'invitare alcune ospiti, le più disponibili, a un dopo-cena erotico. "Silvio (lo chiamo Silvio e non Papi come gli piacerebbe essere chiamato) mi disse che quella formula - "bunga bunga" - l'aveva copiata da Gheddafi: è un rito del suo harem africano".
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Per seguire lo sviluppo della vicenda, che pare possa davvero portare alla caduta di Berlusconi, posto alcuni degli odierni commenti per esclusivo favore a chi ne è interessato.



L'ABUSO DI POTERE/4

di GIUSEPPE D'AVANZO su repubblica.it

È ancora possibile, a volte, distinguere tra ciò che accade e ciò che la politica narra. Detto in altro modo, separare i fatti dalle fabbricazioni spettacolari e pubblicitarie del potere che ci trasformano in passivi consumatori di favole. Il "caso di Ruby" è una di queste occasioni. Nel calderone si avvistano gli ingredienti primi del sistema (o regime) berlusconiano: l'abuso di potere e la menzogna. Li troviamo in coppia, intrecciati - abuso di potere e menzogna - in tutti i capitoli di questa storia.

Primo capitolo. Berlusconi al telefono. Ruby, da oggi maggiorenne, è una sua giovanissima amica. Frequenta Villa san Martino ad Arcore. Anima le serate del Cavaliere. È esuberante, instabile, incapace di tenersi fuori dai guai. Quando finisce in questura e Ruby lo chiama (o fa chiamare), il presidente del Consiglio è scosso da un'inquietudine che, all'esterno, appare irragionevole. Se non fosse il premier, i motivi della frenesia sarebbero fatti suoi. Governa e il suo stato d'animo turbato diventa interesse pubblico. A maggior ragione quando, abusando del suo potere, chiama ripetutamente il capo di gabinetto della questura di Milano per esigere che la ragazza sia affidata a "un'incaricata della presidenza del consiglio dei Ministri", Nicole Minetti, invocando con una menzogna la ragion di Stato: quella ragazza è la nipote del presidente egiziano Hosni Mubarak.

Secondo capitolo. I trucchi in questura. Messa sotto pressione, intimidita, la burocrazia adotta il codice che patisce: abuso di potere e menzogna. È un abuso deformare le prassi consolidate per venire incontro alle pretese del capo del governo. Ruby è un soggetto fragile. È una minore, senza famiglia, senza documenti, senza casa, senza fonti di reddito accertate, imprigionata in un ambiente arrischiato. Il pubblico ministero chiede che la polizia rintracci una comunità protetta dove possa essere sempre reperibile. Se non c'è posto, non lasci la questura: la ragazza deve essere custodita in sicurezza. L'arrivo di Nicole Minetti, "incaricata della presidenza del consiglio dei Ministri", non appare una ragione per cambiare idea: una volta identificata, Ruby dovrà andare in comunità. Ecco allora che, per rimuovere l'ostacolo della disposizione del magistrato - che è poi l'ostacolo della legge, è la legalità - burocrati di rango mentono. Riferiscono al magistrato la menzogna del premier (è la nipote di Mubarak), poi mentono in proprio. Inventano che il magistrato sia d'accordo ad affidare Ruby a Nicole Minetti. È una falsità che scrivono nei loro rapporti interni e nelle relazioni che inviano al capo della polizia e al ministro dell'Interno.

Terzo capitolo. Gli interrogatori di Ghedini. Abuso di potere e menzogna si intravedono anche nell'attività dell'avvocato del premier Niccolò Ghedini. L'entourage di Berlusconi - quello "notturno": Lele Mora, per fare un nome - sa che Ruby è stata più volte interrogata dalla procura di Milano in luglio e ancora in agosto. Che cosa ha detto? Ci si può fidare di quel che racconta quella scapestrata ragazza a Lele Mora e a sua figlia Diana? E se non dicesse tutto, dopo aver detto troppo o tutto là dentro, in procura?
Il premier, molto agitato, affida a Niccolò Ghedini il contrattacco cautelativo. Una segretaria di Palazzo Chigi convoca le giovani ospiti del premier nello studio legale Vassalli in via Visconti di Modrone a Milano per affrontare la questione delle "serate del presidente".

Quel che Ghedini ha dunque l'incarico di proteggere sono "le serate" di Silvio Berlusconi. Deve raccogliere da quelle giovani donne dichiarazioni giurate che confermino quel che il Cavaliere va dicendo: si rilassa a volte, come è giusto che sia, ma in cerimonie che non hanno nulla di scandaloso o perverso. Sono "testimonianze" necessarie per evitare al premier altro discredito. La procura di Milano indaga per favoreggiamento della prostituzione Lele Mora, Emilio Fede e Nicole Minetti. Berlusconi teme che la prostituzione, ipoteticamente favorita dai suoi tre amici, abbia il teatro proprio a Villa San Martino nelle "serate rilassanti" che il Cavaliere organizza. Non si rintraccia alcun reato per il capo del governo. Anche nell'ipotesi peggiore, egli sarebbe l'"utilizzatore finale", come direbbe Ghedini. Anche se si scoprisse che le sue ospiti sono minorenni, nessun problema penale: l'utilizzatore non è tenuto a conoscere l'età della sua ospite. È fuori di dubbio, però, che se si dimostrasse che la villa del capo del governo è stato il palcoscenico della prostituzione predisposta dagli indagati l'onore, la dignità, il decoro del padrone di casa (e utilizzatore finale) riceverebbero una severa mazzata.

Ecco allora la missione di Ghedini. Interrogare le ragazze, raccogliere i loro ricordi e lasciarle dire con buon anticipo dell'innocenza di quelle occasioni. Ghedini può farlo. La sua iniziativa è ineccepibile perché l'art. 391-nonies del codice di procedura penale regola "l'attività investigativa preventiva" del difensore "che ha ricevuto apposito mandato per l'eventualità che si instauri un procedimento penale". Nell'eventualità che Berlusconi sia indagato, Ghedini già prepara le prove non solo dell'estraneità del Cavaliere, ma dell'insussistenza del "fatto". Fin qui, la forma è rispettata, ma la sostanza della storia può essere ragionevolmente raccontata alla luce del binomio abuso di potere/menzogna. Occorre un pizzico di senso comune. Decine di ragazzine, ragazze, giovani donne, che hanno partecipato ai "bunga bunga" presidenziali, sono convocate - ora addirittura a Villa San Martino - e trovano Ghedini. L'avvocato chiede: mi racconta che cosa accade alle serate del presidente? Sono appuntamenti innocenti o peccaminosi? Si fa sesso? Lei ha fatto sesso con il presidente? Quelle poverette non hanno né arte né parte. Hanno una sola ambizione: fare televisione, apparirvi. Sono addirittura in casa del grande tycoon. Come dire, a un metro dal cielo. Arrivate a quel punto, potrebbero mai dire una parola storta contro o sul conto del presidente del Consiglio? In questi interrogatori "preventivi", nella figura di chi li ottiene, nel luogo stesso in cui si raccolgono, si può avvertire una violenza, s'avvista un abuso di potere. È concreto il rischio che possa essere soffocata la libertà morale delle interrogate, la loro libertà di determinarsi "spontaneamente e liberamente". Come è ragionevole credere che i loro racconti potrebbero diventare tasselli della Grande Menzogna che dovrebbe tirar fuori Berlusconi dal pozzo nero in cui ha voluto cacciarsi. Abuso di potere e menzogna, come sempre.

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Caso Ruby
"PRESIDENTE, MA ALLORA SE LA CERCA"
La delusione contagia i fan di Silvio
Per la prima volta, anche il popolo berlusconiano sembra ferito dall'ultima vicenda che coinvolge il premier. Sulla bacheca virtuale di Forzasilvio.it crescono di ora in ora i messagi critici

di CARMINE SAVIANO su repubblica.it


ROMA - Delusi e amareggiati dall'ennesimo scandalo che investe il "loro Presidente". E' una novità assoluta il malumore che serpeggia in queste ore sui forum berlusconiani: il caso Ruby, la telefonata del premier in questura per ottenere il rilascio della giovane marocchina accusata di furto, hanno fatto breccia anche nelle roccaforti virtuali del berlusconismo. E ora molti, anche tra i sostenitori di Silvio Berlusconi, iniziano a criticare il comportamento del premier. Su Forzasilvio.it, il network ufficiale dei berlusconiani di ferro, i post che accusano il premier crescono di ora in ora. "Non lo meritiamo", "Siamo sempre più perplessi". E ancora: "Adesso basta, sembra che se le vada a cercare". Opportunità politica, senso delle istituzioni, moralità della vita pubblica. Gli elettori del Popolo della libertà chiedono spiegazioni a Silvio Berlusconi.

Su Forzasilvio.it, le critiche, insieme agli attestati di stima, compaiono in calce ad un articolo, pubblicato venerdì scorso, in cui si annuncia che "la spazzatura napoletana e quella mediatica stanno per essere spazzate via". Un articolo che diventa ben presto luogo virtuale in cui si confrontano tanti elettori del Pdl. Paolo dalla Toscana scrive: "Presidente, l'ho sempre stimata e sostenuta. Ma queste cose non possono, né devono, far parte della vita del massimo rappresentante della vita politica di un paese. Non così, ma che gente frequenta? Come può fare certe cose? Noi non lo meritiamo".

In molti commenti s'intrecciano amarezza e speranza. "Presidente sono sempre più perplessa, non so più a chi credere. Lei non è un uomo qualunque e ci deve rappresentare dignitosamente nel mondo. La prego, sia l'uomo del 'fare' come ci ha promesso l'Italia ha bisogno di lei". E alla discussioni partecipa anche un amministratore locale del Pdl: "Ho sempre sostenuto il Presidente fin dal 1994. Ma ora mi trovo in grossa difficoltà e purtroppo non sono il solo". Poi il consiglio: "Fate sapere al Presidente che c'è una morale a cui nessuno può sfuggire ed è la serietà di una persona in privato e in pubblico. Sono un consigliere comunale ma sto pensando di cambiar casacca".

Certo, in tanti continuano a dimostrare fiducia nei confronti del premier. Ma la disillusione cresce di ora in ora. "Presidente, questa mia, solo per esprimere la mia amarezza e frustrazione per il circo mediatico di questi giorni sulle sue vicende personali: fatti che riescono ad annullare ogni suo sforzo per la ripresa del nostro Paese". E c'è chi non riesce a mantenere la calma nemmeno di fronte al monitor del proprio Pc: "Fango, fango. Ne abbiamo le scatole piene. Ci stiamo facendo ridere dietro da tutto il mondo. Questo ritornello trito e ritrito della propaganda comunista ormai ha stufato. La verità è che quando si ricoprono certi ruoli istituzionali ci vuole un po di auto-moderazione e di decoro. E che diamine!".

E alcuni invitano Berlusconi a liberarsi dalle cattive amicizie di cui si circonda: "Presidente, lei è uomo di grande valore sociale, imprenditore di eccellente talento, ma come mai non riesce a sconfiggere o ad allontanare quelli che minano la sua credibilità con finta amicizia?". Tutti in attesa che il caso Ruby venga chiarito.

da Luca75 il 01 nov 2010 17:39


Ma che caso chiarito. Stavolta ci siamo:
1) La Chiesa gli dà del malato
2)La Lega prende la distanza
3) Il PD sonda la possibilità di coinvolgere la Lega in un federalismo in governo tecnico
4) Gli ex colonnelli di AN non hanno detto una sola parola di solidarietà verso il Berlusca
5) Fini ha ripreso la palla al balzo, anche per fare il pelo ai suoi ex
6) Confindustria dice "si dimetta, ma no a nuove elezioni"
7) Anche i berluscones votanti, cominciano a non poterne davvero più
8) La finanziaria è già passata
9) I neo parlamentari dovrebbero aver maturato i requisiti per la pensione

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