Huxley... Orwell... Mendoza... Buzzati...Calvino...

Tutto aiuta, ma credo che già il rendersi conto di far parte di un ingranaggio sia la prima efficace mossa per restarne fuori il più possibile e ritrovare la propria individualità.

Ovvio che per "starne fuori" non si può intendere il rifiuto dei meccanismi sociali (nella società occidentale il processo lavoro-guadagno-consumo non è evitabile) ma quel che conta è mantenere la consapevolezza e esercitarsi a guardarsi dal di fuori.

Certo che però... Zolletta ha scelto un bel momento per farsi venire l'esistenziale... a due passi dall'altare...

miciagilda ha scrittoZolletta ha scelto un bel momento per farsi venire l'esistenziale... a due passi dall'altare...

Di solito il proseguo è la fuga a Madrid con una ex che fa la ballerina di tip tap

Fante ha scritto

miciagilda ha scrittoZolletta ha scelto un bel momento per farsi venire l'esistenziale... a due passi dall'altare...

Di solito il proseguo è la fuga a Madrid con una ex che fa la ballerina di tip tap

...sì, quando va male male male...

Fante ha scritto

miciagilda ha scrittoZolletta ha scelto un bel momento per farsi venire l'esistenziale... a due passi dall'altare...

Di solito il proseguo è la fuga a Madrid con una ex

Oh oh! speriamo che shuttermilk (o come diavolo si scrive ) non lega questo commento!!

Aver la consapevolezza di essere ingranaggi, mia madonna Miciagilda, aiuta solo ad aumentare il grande vuoto interiore e allontana dal resto dell'umanità! Ti rimando alla lettura della poesia di C. Baudelaire "l'albatro"... Io mi ci ritrovo parecchio!


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Una Purcetta anarchica era entrata
drento ar castello d'un orloggio d'oro:
Che bel lavoro! Quante belle cose!
E come fanno tutte 'ste rotelle
a annà così d'accordo fra de loro? -
La Rota più lograta j'arispose:
Noi famo 'sto mestiere solamente
pe' fa' belle le sfere
che ce gireno intorno:
loro nun fanno un corno
e cianno li brillanti, mentre noi,
che faticamo, nun ciavemo gnente.
Voi che siete 'na bestia de coraggio,
voi che ciavete er sangue ne le vene,
buttateve framezzo a l'ingranaggio,
levatece un momento da 'ste pene...-
La Purcia, ner sentisse fa' 'st'eloggio,
disse: - Va bene! Se la vita mia
pô cambià l'annamento de l'orloggio,
moro acciaccata! Evviva l'anarchia! -
Ner dije 'ste parole, con un sarto
s'incastrò fra le rote e ce restò.
E fece male assai: ché er giorno appresso
la sfera granne annava addietro un quarto,
ma le rote giraveno lo stesso!

Zolletta ha scrittoAver la consapevolezza di essere ingranaggi, mia madonna Miciagilda, aiuta solo ad aumentare il grande vuoto interiore e allontana dal resto dell'umanità! Ti rimando alla lettura della poesia di C. Baudelaire "l'albatro"... Io mi ci ritrovo parecchio!


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Spesso il male di vivere ho incontrato :

era il rivo strozzato che gorgoglia,

era l’incartocciarsi della foglia

riarsa, era il cavallo stramazzato.


Bene non seppi, fuori del prodigio

Che schiude la divina Indifferenza :

era la statua nella sonnolenza

del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato.


Caro Zolletta, è proprio grazie al male di esistere che gli uomini arrivano a scrivere cose di questo livello!

Eppoi, ricordo che la questione delle amicizie era per te un cruccio, poco tempo fa... Non ti riferirai a quelle amicizie quando parli di allontanamento dal resto dell'umanità, vero?

Chiudi gli occhi e fai un esercizio: prendi ad una ad una le singole componenti della tua vita e osservale come se fossero oggetti da tenere o da buttare. Forse scoprirai che non c'è niente che non va in te o nell'umanità, ma che tutto sembra ingrigito per colpa di una o due cose. Il passo successivo sarà di pensare a come eliminarle dalla tua vita. Non ti senti già più...alato?

Ok, oggi sono troppo seria, sorry...