I miei mi hanno insegnato ad essere umile ma non a vergognarmi di me stessa. Occorre essere consci dei propri e degli altrui limiti ma anche delle proprie e delle altrui virtù.
Gli unici tabù che ho sono relativi alla (mancanza di) rettitudine morale (onestà, giustizia, dignità...), e anche per questo, se da lassù mi leggono
li ringrazio. Niente bigottismi nè ipocrisie; trasparenza assoluta. Poi, nonostante reputo che abbiano eseguito un gran bel lavoro, sono uscita come sono uscita...
Verso gli altri credo di apparire più o meno per quello che sono veramente perché non mi atteggio a niente di diverso e non ne sento alcun bisogno.
Di conseguenza o mi si ama o mi si odia, e questo mi fa piacere perché l'unica cosa che mi offenderebbe sarebbe risultare indifferente.
Le osservazioni più frequenti che mi sono sentita dire ("bella gnocca!" o "che sguardo da furbina!" a parte
) sono che di primo acchito sembro una che se la tira ma poi conoscendomi è tutto il contrario, che sono una che ha sotto due p... così, che guido meglio di un uomo e che pur essendo passionale, sono iper-razionale.
I difetti più segnalati: che ho "un caratterino" e che penso troppo.
Tornando ai temi mistici iniziali, posso dire di essere in armonia con me stessa e sufficientemente equilibrata; peccato che poi la vita ci costringa a discostarci troppo spesso da ciò che saremmo veramente. Ma basta rimanerne sempre consapevoli, per non perdersi