manufood ha scrittocopperhead69 ha scrittoPerò non mi stanco di ribadire:
quella del pre-conto è una furbata ben diversa. Almeno in questo caso il ristoratore è uscito allo scoperto.
Il caso del pre-conto gioca sull'ambiguità. Voglio dire, se a mio padre consegnano un pre-conto, lui che paga in contanti, di sicuro non se ne accorge, non va a leggersi la dicitura "non fiscale", e se ne esce in buona fede...
Questo proprio non mi piace. Non è solo un discorso di evasione fiscale, ma anche di inganno surrettizio.
copper ti dirò la verità, io del preconto me ne accorgo solo quando controllo gli scontrini a casa. il motivo per cui me ne frego? perché pago sempre con la carta di credito!
come scrisse qualcun altro qualche post precedente al mio, io ci pagherei pure il caffè con la carta e vieterei per legge ogni transazione in contanti che superi i 50 euro. così si combatte il nero, mica con pagliacciate come i controlli della GdF ogni tanto solo quando c'è da far notizia.
copperhead69 ha scrittoE poi, classico: la tavolata da 6-8-10 amici. Si divide, e per forza di cose si contribuisce in contante...
Con la scusa della colletta, del conto da dividere, spesso si va in cassa con il conquibus e con il fogliettino volante... e si esce ebbri e satolli, ma non ottemperando agli obblighi fiscali...
Ltiranus ha scrittoDi furboni è pieno il mondo, giusto la settimana scorsa un noto ristorante di Genova mi ha "offerto" 13 euro di sconto (su un conto da 103) se pagavamo contanti senza fare troppe richieste... Altrimenti se volevamo pagare con carta il prezzo da pagare era quello intero.
Io ci sono un po' rimasto, una ragazza belga che era con noi non ha capito una mazza di questo discorso (strano vero?) e il mio amico se n'è stato di questo sconto di mezza estate... e l'italia va avanti così
Questa è la prassi presso alcuni esercenti con pochi scrupoli...
Che poi lo sconto è risibile (12%) quando l'IVA è (mi corregga qualcuno più informato) al 21%!
fulvia ha scritto......Che ti chiedono il conto e poi si "ricordano" che devono bere 4 amari, 2 caffè doppi, e 2 limoncelli...... e solitamente se hai già battuto il conto se ne escono candidamente dicendo "Le dobbiamo ancora qualcosa?"
.....Non siamo solo noi ristoratori brutti sporchi e cattivi......
franferrari ha scrittoEs. caffè a 1 euro. Pago con carta. 50 cents vanno alla banca. Pago in moneta e l'euro se lo prende il bar.
Ovviamente sto semplificando, non sapendone nulla, ma mi sembra che la lingua batta sempre dove il dente duole...
Finchè permetti ad un esercizio di NON accettare carte, o avere sempre "problemi", il cane si morde la coda.
primus ha scrittosi ma imparare ad usare uno strumento tecnologico per scelta propria è un conto, essere costretti dal governo è una puttanata pazzesca.
manufood ha scritto l'idea dell'obbligo della moneta elettronica per transazioni che superino "tot" euro sarebbe un grandissimo passo avanti per le legalità e più si abbassa il "tot" maggiori sarebbero i vantaggi arrivando ad avere tutti i pagamenti tracciati, praticamente impossibile evadere le tasse...
altro che telecomando!
primus ha scrittospiacente ma non sono daccorodo. uno deve essere libero di fare quello che vuole con i suoi soldi......poi sta agli organi scoprire chi truffa, ma non possono costringere una nazione a fare in un certo modo per agevolare il loro lavoro...non esiste.
manufood ha scritto io sarei ben felice di pagare meno tasse perché l'evasione è a zero e invece....
.
miciagilda ha scrittoEpperò...
Se vi trovate la GdF in casa non va bene.
Se mettiamo la GdF in grado di controllare standosene fuori dai locali, non va bene.
p.s. la tracciabilità elettronica dei pagamenti sarebbe auspicabile, anche perché i controlli sarebbero più efficienti ed efficaci e avrebbero costi inferiori, con un ritorno maggiore, e quindi minore evasione.
maxb. ha scrittogiusto, ma ancor meglio basterebbe mandare la gdf a controllare le aziende, le fabbriche, gli importatori. inutile colpire l'ultimo anello della catena; se il commerciante (meno l'artigiano e il professionista) non può più comprare nulla in nero, giocoforza non potrà più rivendere nulla in nero. un po' come i pezzenti disperati che arrivano dal sudamerica con gli ovuli di cocaina nello stomaco, a malpensa (esempio che cito poichè conosco bene) ne pizzicano in media uno alla settimana, lo arrestano e poi processano per traffico internazionale di stupefacenti, ma i signori della droga in colombia fanno sempre quel che vogliono... non è assurdo? si cerca di tamponare la perdita da un tubo rotto ma non si vuole mettere mano al rubinetto a monte....
maxb. ha scrittomiciagilda ha scrittoEpperò...
Se vi trovate la GdF in casa non va bene.
Se mettiamo la GdF in grado di controllare standosene fuori dai locali, non va bene.
p.s. la tracciabilità elettronica dei pagamenti sarebbe auspicabile, anche perché i controlli sarebbero più efficienti ed efficaci e avrebbero costi inferiori, con un ritorno maggiore, e quindi minore evasione.
giusto, ma ancor meglio basterebbe mandare la gdf a controllare le aziende, le fabbriche, gli importatori. inutile colpire l'ultimo anello della catena; se il commerciante (meno l'artigiano e il professionista) non può più comprare nulla in nero, giocoforza non potrà più rivendere nulla in nero. un po' come i pezzenti disperati che arrivano dal sudamerica con gli ovuli di cocaina nello stomaco, a malpensa (esempio che cito poichè conosco bene) ne pizzicano in media uno alla settimana, lo arrestano e poi processano per traffico internazionale di stupefacenti, ma i signori della droga in colombia fanno sempre quel che vogliono... non è assurdo? si cerca di tamponare la perdita da un tubo rotto ma non si vuole mettere mano al rubinetto a monte....
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