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da maxbor il 03 nov 2010 09:43


Apprendo ieri che in Italia non c'è nulla di illegale da parte di una Questura , ignorando il parere dei giudici preposti, nel rilasciare una minorenne fermata per furto, priva di documenti, fuggita da comunità consegnandola ad una persona di fiducia di un alto politico che, a sua volta, l'ha recapitata in casa di una prostituta brasiliana.

Tutti hanno fatto il loro dovere, forse anche di più, e nessuno deve rispondere di alcunché. :oops: :oops: :oops: :oops: :oops:


.....magari qualcuno sarà anche premiato. Oddio, lo hanno fatto già? :shock:

da maxbor il 07 nov 2010 23:05


Letto oggi su Repubblica, mi è piaciuto e ne condivido i contenuti.
Lo propongo a chi ne fosse interessato.



L'ABUSO DI POTERE/10

di ADRIANO SOFRI da repubblica.it

Rovesciamo il tavolo. La versione della difesa è memorabile. C'è un uomo buono, e una ragazza - mille ragazze - sventata. Ha, ancora per poco, gli occhi coperti per legge. Ma il potere risiede sulla punta dei suoi seni. La ragazza approfitta dell'uomo buono, del suo affetto indefesso e prodigo. È un abuso di potere. Noi uomini capiamo. Scuotiamo la testa, deploriamo la nostra debolezza paterna, ci diciamo che valga da lezione: alla larga dal potere che nasce dalla punta rosata dei seni, che ci taglia i capelli durante il sonno e ci vende inermi al nemico.

Sarebbe bello, eh? Le puntate precedenti hanno riportato l'abuso di potere al suo significato essenziale, prima (e dopo) qualsiasi fattispecie penale. Il potere insidia pressoché ogni relazione, e l'abuso tenta pressoché ogni potere. Il rapporto fra uomo e donna è segnato dal principio da una disuguaglianza di potere. L'espressione lusinghiera e disgustosa, "un uomo di potere", può estendersi, salvo complicazioni, a qualunque uomo nei confronti di qualunque donna. La storia universale spalleggia l'uomo che si aggiusta il nodo della cravatta preparandosi a fare la sua offerta. La complicazione sta nell'esistenza di uomini che vi si sottraggono per indole o per consapevolezza (rari) e di donne che vi si rifiutano fino alla ribellione, meno rare.

Alcune società rendono impervia la ribellione delle donne e la schiacciano ferocemente, facendo della forza pubblica la garante e complice della prepotenza patriarcale. Altre società imparano a favorirla, e lasciano progressivamente soli gli uomini che se ne sentano offesi e sopraffatti, e non di rado reagiscono esercitando la loro bruta forza privata. Se questo è vero, e una sproporzione di potere e una tentazione di abusarne accompagna in modo che vuol apparire naturale la relazione fra uomo e donna, figurarsi la relazione fra una ragazza di diciassette anni in fuga da famiglia, carta d'identità a rischio e clausura in comunità, e il vecchio uomo più ricco e potente del reame.

È la favola di sempre mutata in caricatura grottesca. Il rospo bacia la bella e resta rospo, la bella finisce in questura fra la sezione furti e la buoncostume. Questa smisuratezza misura la miseria della questione. Non è infatti il signor B. a unirsi per una sera o due alla signorina R.: è l'ammontare del patrimonio intestato al signor B. ad afferrare il giro di vita della signorina R., farle fare un paio di piroette e rimetterla in strada con la mancia. Il signor B. è una funzione del suo reddito - e, in addizione, del suo rango, cioè il filmino in cui racconta quella dell'ebreo e dell'orso a un re e gioca allo schiaffo del soldato con un imperatore, da mostrare alle signorine all'acme della nottata - dunque è altrettanto triste e mortificato del ragioniere che materialmente gli prepara le buste a tariffa differenziata, nottata dietro nottata, e chissà che vita fantastica e sessuale ha il ragioniere, e su lui sì che un Gogol contemporaneo saprebbe scrivere un romanzo immortale (Nikolaj Gogol', il romano, non Google, l'americano), sul signor B. non ci proverebbe nemmeno il signor Balzac.

Ora, in questa spropositatezza - una pretty woman cui invece di Richard Gere è toccato il nostro, e invece del delizioso direttore d'albergo Hector Elizondo è toccato un malinconico caposcorta scampato al Copasir - è facile immaginare che alle ragazze novissime che sognano il casting istigate dalle novissime mamme (ma già Anna Magnani in Bellissima, 1951: però lei alla fine s'incazza forte) giri la testa e batta il cuore. Macché. Non gli batte il cuore, si direbbe. Vanno lì e già nei furgoni si dicono che bisogna fotografare più che si può, un giorno potrebbe tornare utile. Si direbbe che non si innamorino del signor B. Già: provateci voi. Innamoratevi voi del signor B., o del signor Lele M. Provano un trasporto per i suoi record - al governo, nelle televisioni, nella classifica dei redditi - e sanno distinguere fra i record e lui. Abusano di lui? In un certo senso.

Si potrebbe perfino compiangere la sorte di B., poiché tutto quello che tocca diventa euro e gli si ritorce contro. Ma non si può, non si riesce, non ancora, almeno. Forse fra poco, quando la muta di cani che divorano le briciole sotto il suo letto gli azzannerà le mani e scodinzolerà all'ufficiale giudiziario. Per ora lui sta completamente al gioco, convinto di poterselo permettere, di potersi pagare tutto, dunque permettere tutto. Ha rinunciato a essere amato, gli servono i surrogati, qualche piccola folla che applauda di giorno, qualche comitiva di femmine di notte, che facciano marchette ma, mi raccomando, non lo dicano a voce alta. Le ragazze pensano di usarlo, lui sa di abusarne. Poi non esita a dichiararsene vittima, della malavita o della ragazza R. che, sleale, gli ha fatto credere di essere maggiorenne e, dettaglio immortale, nipote di Mubarak. (In tutta questa storia nessuno ancora ha chiesto al signore o alla signora Mubarak - la zia - che cosa ne pensino; e nemmeno ai padri pachistani che sgozzano la figlia adolescente che vuole decidere della propria capigliatura, o agli sventurati padri italiani marescialli che la sparano, la figlia tredicenne, perché va su Facebook.

Voglio proporre un confronto, per spiegarla bene la cosa, com'è davvero. Prendete il vecchio pensionato vedovo accudito da una badante o relegato a un ospizio cui si faccia sposare un fiore di ragazza bielorussa, così, per darle la cittadinanza e magari anche una reversibilità pensionistica. Uno di quei matrimoni combinati per denaro o per raggiro. Il vecchio pensionato ne avrà in cambio, chissà, un bacio sulla guancia da lei al momento della cerimonia, prima che i suoi papponi la portino via ridendo. Oppure prendete un uomo italiano anziano e benestante che vada a comprarsi un fiore di ragazza romena e se la porti in casa, vitto e alloggio e magari qualcosa da mandare ai suoi, in cambio di tutti i servizi, e con la corda corta, e se la tirasse troppo, botte. Chi abusa di chi?

Ecco, il signor B. è anche lui benestante, ma molto di più, al punto che di questi matrimoni in saldo può permettersene una dozzina per notte, un numero di cellulare per certificato nuziale, il ragioniere che prepara la busta di liquidazione e la mattina dopo chi s'è visto s'è visto. Turismo sessuale, senza muoversi da Palazzo, parità da un milione a zero, furgoni che vengono furgoni che vanno. Avevo un amico tanti anni fa, operaio alla Dalmine, voleva far presa su una ragazza di fuori in una sala da ballo, le disse che si chiamava T. di nome e Dalmine di cognome. Non sapeva che era un paese. Figurarsi se vi chiamate davvero Dalmine. Lui però era un bel ragazzo.

Veniamo al punto. La volgarità è sempre esistita, e siamo in tanti, noi uomini, a essere vissuti molto al di sopra delle nostre possibilità, in fatto di donne. Zeus l'immortale, altro che centovent'anni, e la sua immortalità la portava benino, si tramutava anche lui in una volgarissima pioggia di euro per prendersi senza precauzioni la disgraziata Danae, e la ingravidò, e non doveva aver raggiunto nemmeno lei la maggiore età. Ma la scoperta, salvo errore, che questi stuoli di signorine restano attaccate al signor B., o se lo vendono alla prima telecamera, ma comunque non si innamorano di lui - e vorrei vedere - ha una portata più generale. Ha a che fare con la persuasione, ennesimamente ripetuta, che B. sia "in sintonia col paese", che la gente si riconosca in lui, che "gli italiani" siano fatti così, che ogni scandalo rafforzi lo zoccolo durissimo dei suoi amatori e invidiatori. Non ci credo, non più, non abbastanza.

B. era la malattia, ma ha cominciato a diventare il vaccino. "Gli italiani" non possono dividersi fra amanti della Costituzione e amanti della prostituzione. È di ieri la mirabolante riforma prostituzionale che vuole toglierle dalla strada e confinarle a Palazzo. E non c'è stato nemmeno bisogno dei due terzi dei voti, né della doppia lettura parlamentare. Un potere madornale, un abuso madornale. Se la ricorderà, il signor B. quella famosa barzelletta che, riadattata, suona così. "Papà, il signor B. è fatto come noi?" "No, mooolto di più".

da maxbor il 10 nov 2010 09:55


L' AMACA di Michele Serra

Repubblica — 07 novembre 2010

A una domanda ( Repubblica di ieri) sulla inspiegabile presenza dell' igienista dentale Nicole Minetti nelle sue liste in Regione, il governatore Formigoni dà questa sensazionale risposta: «In questa fase complicata per il Paese bisogna fare un salto di motivazione». Leggendola ho avuto un moto di ammirazione: credo di avere anche fatto "ooooh!" con la bocca. Diciamo la verità: uno normale - volevo dire, uno qualunque - non sarebbe mai in grado. Di fronte a una domanda imbarazzante, di quelle che nella vita capitano, ognuno di noi si difende come può. Nega, glissa, finge di avere un impegno improvviso, simula un malore, dà la colpa alla suocera, ammettee si scusa, scoppia in lacrime, contrattacca furibondo, mente, tenta di corrompere l' interlocutore con una bottiglia di barolo pur di farlo tacere. Qualunque cosa, insomma, perché la natura umana è vulnerabile, e ribelle alle responsabilità. Formigoni no. Formigoni rimanda alla necessità di un "salto di motivazione", schiudendo così a ciascuno di noi inedite possibilità nell' arte dell' auto-assoluzione. Di qui in poi, qualunque cazzata abbiate fatto, rispondete che, effettivamente, ci vorrebbe un salto di motivazione. Vedrete che il vostro accusatore, disorientato, non saprà più cosa aggiungere.

da MarioLino il 10 nov 2010 13:10


Il "salto di motivazione" :lol:
Ma cosa vuol dire poi? Competenza , maturità caratteriale e, possibilmente, una certa esperienza nel ruolo o in ruoli simili: queste doti sono il minimo sindacale per fare politica a quei livelli. La paga, la visibilità sociale e tutti i benefici annessi e connessi sono più che sufficienti a dare la spinta motivazionale a chiunque.

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