penso che la scelta debba andare al proprietario, permettendo al lavoratore di condividere la decisione, andando a lavorare o meno (e quindi prendendosi il 50% in più in busta paga).
l'1 maggio ricorda un evento molto importante avvenuto a Chicago a fine ottocento inizi novecento e - mi corregga paulyste - è stato abolito solo durante il fascismo, sostituito dal 4 novembre però, quindi mantenuto in un certo senso, ma con un valore differente (ovvero per ricordare un evento differente).
Se mio padre, con l'agenzia di viaggi, decide di rimanere aperto il primo maggio, non costringe le sue dipendenti ad andare a lavoro, ma ci va lui personalmente ad assistere i clienti: chi delle dipendenti accetta di andare a lavoro, avrà il surplus e il beneplacito del datore di lavoro.
Poi ci sono i bastardi e si sa e per quelli non possiamo farci nulla.
I supermercati? non ricordo cosa siano: sono passata ai G.A.S.