maxbor ha scrittomiciagilda ha scritto
Io ho letto fin qui, poi ho smesso...
Non ci credo.
E' una generalizzazione (potrei dettagliatamente dissertare solo di me stesso) ma non credo di aver detto grandi cazzate.
maxb. ha scrittomaxbor ha scrittoMotivo scatenante dei matrimoni che falliscono è l'intolleranza.
I miei genitori e le persone della loro epoca credo che non si facessero tutti questi problemi che la vita moderna ha senz'altro amplificato ma che soprattutto fossero stati educati ad una maggiore tolleranza.
Il restante 70% di coppie restano unite "finchè morte non le separi" qualcuna per pigrizia, altre per convenienza ma molte anche perchè sono oggettivamente composte da persone che hanno trovato una simbiosi ma che sono anche supportate dalla indispensabile dose di tolleranza.
Ecco, a mio parere, la risposta alla domanda iniziale.
Bob ha scrittoIn questi ultimi post è venuto fuori di tutto.
Permettetemi.....
A) matrimonio e convivenza.
Sono diversi. E non ci piove. TU "puoi" considerarli uguali, ma non è detto che IO faccia lo stesso. Se mi sposo (matrimonio) accetto una certa serie di regole, mi assumo certi doveri e ho certi diritti. Se non mi sposo (convivenza) non posso pretendere di averli. E, quantomeno, non desidero assumermene gli oneri, salvo verifica quotidiana.
Quantomeno non gli stessi.
miciagilda ha scritto
La tolleranza...
Se si sta con un'altra persona tutta la vita auspico che sia per amore, affetto, stima.
Se devo tirar fuori la tolleranza, significa che lo sto facendo controvoglia, che devo tollerare una persona che vive, mangia, dorme ecc con me tutta la vita.
1. Questi presupposti non mi sconquifferano...
2. Se così fosse, mi sfugge l'obiettivo: a cosa serve vivere con uno che si tollera?
maxbor ha scrittoBob ha scrittoIn questi ultimi post è venuto fuori di tutto.
Permettetemi.....
A) matrimonio e convivenza.
Sono diversi. E non ci piove. TU "puoi" considerarli uguali, ma non è detto che IO faccia lo stesso. Se mi sposo (matrimonio) accetto una certa serie di regole, mi assumo certi doveri e ho certi diritti. Se non mi sposo (convivenza) non posso pretendere di averli. E, quantomeno, non desidero assumermene gli oneri, salvo verifica quotidiana.
Quantomeno non gli stessi.
Ingiusto che la convivenza non ne preveda nessuno.
.
stefanbo ha scrittoMi ritrovo d'accordo con Bob (è grave, si attacca, si guarisce?? ).si migliora
Tutele per coppie non etero sono urgenti ed imprescindibili, indegne di un paese che si dice civile.
Una coppia etero che decide di convivere senza legalizzare la propria relazione ha tutto il diritto di farlo, ma se vuole "esentarsi" dagli obblighi giuridici che regolano l'istituto matrimoniale poi non può pretendere di chiedere gli stessi diritti.
Non certo perchè sovvertirebbe l'ordine costituito, semplicemente perché chi ha deciso di contrarre matrimonio ha deciso anche di sottoscrivere una tutela.
Se questa tutela viene chiesta anche da una coppia etero che non desidera sposarsi sembra proprio che voglia, appunto, botte piena e moglie ubriaca.
santippe28 ha scrittoDopo aver visto decine e decine di separazioni con :
Famiglie sfasciate
Figli allo sbando
Lacrime , dolore , rabbia e ripicche
Famiglie allargate
Figli confusi dagli allargamenti
Fedifraghi/e pentiti/e che rimpiangono gli /le ex dopo aver provato altre convivenze
Nuclearizzazione di valori
Desertificazione sentimentale e cinismo
Gioventù che passa per tutti
Vecchiaie solitarie piene di ricordi
Io qualche buon motivo per contrarre matrimonio lo trovo ancora
butter_fly ha scrittoquanto ai costi del matrimonio, non sono d'accordo: quel che costa sono il festone, l'abitone, il ristorantone che uno sceglie (senza obblighi) di accollarsi: il matrimonio in sé è praticamente gratuito
Bob ha scrittoA) matrimonio e convivenza.
Sono diversi. Se mi sposo (matrimonio) accetto una certa serie di regole, mi assumo certi doveri e ho certi diritti. Se non mi sposo (convivenza) non posso pretendere di averli.
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