da Bob il 22 apr 2009 12:26
In tutta la nostra disamina del caso, abbiamo dimenticato un altro fatticello in proposito: i fallimenti.
Non tutti sanno che l'IVA applicata sulla fattura ha un regime debitorio diverso da quello dell'oggetto della fattura stessa. Ora, sinché le cifre sono dell'ordine delle centinaia di euro, la cosa non ha molta importanza.Ma, nei fallimenti, le cifre in oggetto sono dell'ordine, il più delle volte, delle DECINE di MIGLIAIA di euro. Il che implica debiti IVA sull'ordine minimo di 10.000 euro.
Facciamo un esempio: due creditori di un'azienda, uno per 100.000 euro di prodotti, e l'altro per 100.000 euro dis servizi, in regime professionale. Il primo, lasciate che lo dica,è praticamente fregato.
Il pagamento del suo debito (riconosciuto solo se è stata, a suo tempo, emessa regolare fattura) viene dopo, nell'ordine a) lo Stato (tasse e affini) b) le banche c) i dipendenti e) crediti privilegiati e viene riconosciuto secondo un concordato o un provvedimento che, generalmente, nel migliore dei casi, ne limita il recupero al 20%, ma sempre se, e solo se, avanza qualcosa dai primi quattro passaggi. Ora, se esistesse qualcosa sufficiente per pagare i primi quattro passaggi, la ditta non sarebbe neppure lontanamente fallita, quindi,il poveretto si è pagato il suo bravo 20% di IVA, e in cambio ottiene un provvedimento che, dopo aver pagato l'avvocato, lo vede inserito in un elenco di creditori che, di fatto, non hanno alcuna probabilità di ricevere qualcosa:se va bene, un 5%.
Il secondo, invece, il professionista, sta un po' meglio:il suo credito è nella voce e). Se è stato furbo, ha solo emesso una notula, e non una fattura, quindi non ha pagato l'IVA. Ora incontrerà un mucchio di resistenze e obiezioni da parte del curatore fallimentare, che, in mancanza di fattura, vuole una documentazione esaustiva di quello che è stato prodotto (ed è - vi assicuro - estremamente difficile fornirla, in caso di mancanza di fattura), ma almeno risponde al famoso articolo quinto: "chi ha i soldi in mano ha vinto". Lui non li ha in mano, ma almeno non li ha fatti uscire. Esaurite le difficoltà, il credito privilegiato viene ammesso in misura molto maggiore. Si riesce, di solito (sempre dopo i famosi SE) a recuperare un 50-70% della cifra di cui si ha diritto.Tutta?Eh no,IVA esclusa. Perchè l'IVA viene trattata come credito secondario, e quindi ricade sotto il caso iniziale.IN pratica, non la si recupera mai.
Quindi, dei famosi 100.000 euro più IVA che si dovevano recuperare, il professionista ne prende, diciamo, 50.000 ( e niente IVA) Però, per incassarli, deve emetter fattura, e non la può emettere senza IVA. Quindi, ne recupera 50.000 IVA COMPRESA. Un po' meno di 42.000. Che è la beffa oltra al danno.
Mi fermo qui.
"Sul vino, bevo qualunque cosa mi raccontiate, sul cibo, ci mastico abbastanza"