da Bob il 25 giu 2009 09:09
Lontrino, ci sono un mucchio di fattori che continuano a non tornarmi.
Intanto, come dice tpt, forse non lo sai, ma, nella DIA, è obbligatorio indicare sia i lavori che intendi svolgere, sia la ditta, regolarmente iscritta alle Imprese artigiane, e con certificati di regolarità contributiva, che ti farà il lavori. Lavoro che, ovviamente, dovrà avere una corrispondenza economica con quanto dichiarato.
E' chiaro che questo non evita totalmente la possibilità del nero, ma ne riduce l'applicazione a una parte molto ridotta, pena la non applicabilità degli incentivi.
Continuo poi a non capire la destinazione a case popolari degli aumenti di cubatura. O sono realizzati da privati ( e allora non è possibile destinare alcunché a meno di espropri) o sono realizzati dagli enti preposti, e allora, che c'azzecca la nuova legge?
Strini: intanto, come ti avevo detto, non si possono prendere zone molto particolari di una città per determinare il costo reale degli immobili: Milano non è via Montenapoleone. Poi, è verissimo, stravero, che una cosa è la richiesta, una cosa è quanto, realmente, tu puoi ottenere da una vendita. E questo è tanto più vero quandosi parla di case vecchie. La casa nuova ha, generalmente, un supporto economico che il piccolo privato non ha, e può permettersi di restare sul mercato invenduta per più tempo, anche perchè, se vendi a meno dopo le prime, quelli che hanno già comprato si adombrano come ricci, e possono anche farti causa. Casa mia era, sino a due anni fa, valutata attorno ai 3800/mq, forse qualcosina in più. Quando ho accennato il prezzo all'agenzia, mi hanno guardato come si guarda un mentecatto. E mi hanno proposto un 3200. Poi, in realtà, ho venduto attorno ai 3400, ma giusto per un pelo: oggi non ce la farei più.
C'è invece da dire una cosa che nessuno di voi ha detto.
Tutte le ipotesi di speculazione e orridi guadagni, sono valide solamente in grossi centri, o comunque in posti dove il valore dell'immobile è almeno 3 o 4 volte il costo di costruzione. O più.
Nel piccolo centro, ed è la quasi totalità del mercato, un 90% buono, il discorso non regge, si limita a una semplice salvaguardia economica, al massimo con un piccolo utile.
Se la mia casa è vendibile attorno ai 1800/2000 euro al mq ( e ci sono migliaia di case che costano meno) che razza di speculazione volete che faccia, quando una ristrutturazione mi costa attorno agli 800 (minimo) euro al mq di superficie interessata? E, per ottenere 50 metri quadri in più, è molto probabile che io debba o voglia intervenire anche su parti laterali, diciamo su 70 metri, portando il costo dei nuovi 50 m a circa 56000 euro (se fai un nuovo bagno, è stupido non approfittare dell'occasione per rinnovare anche quello vecchio). Di fatto, il valore del nuovo, se appena ci aggiungi costi tecnici, iva e quant'altro. Se invece lo ottengo con una nuova ala, la superficie interessata dai lavori scende, ma il prezzo per unità di superficie sale, e il risultato non cambia.
Non a caso, la speculazione delle vendite all'asta è fiorente solo nelle grosse città, dove l'utile tra un immobile acquistato a prezzo di realizzo e la sua successiva vendita dopo una ristrutturazione al risparmio è notevole. Già in cittadine della cintura, la cosa non è quasi più fattibile.
Scusate la prolissità.
"Sul vino, bevo qualunque cosa mi raccontiate, sul cibo, ci mastico abbastanza"