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da Fante il 14 apr 2011 15:31


silbusin ha scrittoAccettando la terza via di fante, oltre che ripensare ai trinariciuti guareschiani, si prospetterebbe la solita fascia di economicamente ricchi che diventerebbero cittadini di serie A.


Eh? :oops:

Me lo rispieghi in italiano?

da silbusin il 14 apr 2011 15:37


Semplice. La terza via postulata da te prevederebbe una specie di unione con limitazioni (diciamola così in termini generali). Senza spese alla risposta. Tipica di chi ha soldi, è culturalmente avanzato e alla fine se ne può sbattere.
Ma se uno dei due è debole? Te me ciulet e poe te me sgorlet via coma 'n pioecc?

da Fante il 14 apr 2011 15:51


silbusin ha scrittoMa se uno dei due è debole? Te me ciulet e poe te me sgorlet via coma 'n pioecc?


Bè, questo è il discorso che possono fare le invitate al bunga bunga, ma una coppia normale deciderà la formula che preferisce, socialmente, ideologicamente o religiosamente. Mica ho detto di abolire il matrimonio

da tpt il 14 apr 2011 16:04


In alcuni paesi occidentali, tra persone benestanti è uso stipulare un contratto prematrimoniale. Questo contratto per quanto possa essere redatto da persone capaci e con esperienza, nonostante possa prevedere tanti casi di possibili controversie tra i coniugi, non sarà mai in grado di valutare e di prevedere quelle che potranno essere le problematiche o le scelte che la coppia andrà compiendo per l'intera durata dell'unione: si limita solo a valutare gli effetti che tale scelte andranno a portare, soprattutto ma non solo sotto il profilo economico.

Mi rendo conto che la posizione ad esempio assunta da Miciagilda possa avere la sua valenza: lei sostiene quello che è giusto sostenere nella sua posizione. Lei vede l'istituto del matrimonio come un vincolo, un protocollo, un pezzo di carta che non puo' in alcun modo sancire un amore, quindi solo un "pararsi il culo" come ha avuto modo di spiegare. Di conseguenza non approvo ma comprendo.

Per me il matrimonio è tutt'altra cosa. E' un dono. E' un donarsi, un affidarsi all'altro. E' un abbandonarsi fiduciosi: ti amo e ti dedico il mio vincolo. Ti amo e desidero avere degli obblighi morali e materiali nei tuoi confronti. Anche di riflessione. Perchè quando ci si vincola prima di pensare a noi stessi dobbiamo pensare alla gioia dell'altro.

E' evidente che questo puo' riguardare la sfera patrimoniale della coppia. Perchè è la vita, perchè non viviamo d'aria.

Ma anche scelte piu' profonde che riguardano il mettere o meno al mondo figli, come educarli anche sotto il profilo religioso, come gestire la coppia in caso di malattia.

Io non ridurrei il tutto ad una mera valutazione finanziaria della cosa: ci sono coppie che si sposano in regime di separazione dei beni proprio perchè preferiscono fare dei distinguo sotto questo profilo.

Eppure si sposano: sono matti?

Ed anche quando un matrimonio fallisce, il fatto sia necessario un percorso prima di giungere al suo scioglimento implica riflessione e dono.

Che poi gli esseri umani siano fallibili e non riescano a lasciarsi in modo civile è un dato di fatto e non sarà certo il matrimonio ad educarli a questo. Ma proprio perchè esistono persone del genere il vincolo matrimoniale acquista ancor maggior significato.

da inappetente il 14 apr 2011 16:34


Fante ha scritto
silbusin ha scrittoMa se uno dei due è debole? Te me ciulet e poe te me sgorlet via coma 'n pioecc?


Bè, questo è il discorso che possono fare le invitate al bunga bunga, ma una coppia normale deciderà la formula che preferisce, socialmente, ideologicamente o religiosamente. Mica ho detto di abolire il matrimonio
... si potrebbe stabilire un dato incontrovertibile : la predisposizione al letto coniugale del "ciulometro" . Sotto un certo numero di copule settimanali , l'unione ha da essere ufficialmente e per legge risolta per giusta causa a favore di chi non declina l'atto con scuse non plausibili (stress da lavoro , emicranie, stanchezza sopragginta e sospetta) . Chiaramente nel caso di contenzioso è bene studiare uno strumento apposito da applicare al talamo che renda oggettiva la valutazione e una specie di tessera magnetica o non , tipo cartellino sul lavoro , che viene strisciata oppure obliterata dal contatore stesso al momento dell'entrata nel letto dei partners , fidandosi ciecamente della loro buona fede nel fare le cose come Dio comanda . Lascerei ad una fase successiva l'applicazione di sensori sui genitali , ma solo perchè un margine al sentimento ( o passione) nell'accoppiamento lo ritengo ancora importante , nella coppia...

da miciagilda il 14 apr 2011 16:36


@tpt: Bel passo avanti verso un'apertura mentale, mi fa piacere. :D

Domanda: quando vi sposate, buonissime intenzioni, figli in cantiere e innamoramento cocente a parte (d'altronde si è anche parlato di profonde riflessioni prima del grande passo), ci credete veramente quando dite "finché morte non ci separi"?

Cioè, pensate veramente che nel corso di 50/60 anni di vita nessuno dei due cambierà così tanto da sembrare quasi un'altra persona, né smetterà di voler condividere tutto con l'altro, non si innamorerà mai di un altro, ecc. o siete consapevoli dei rischi ma è talmente forte la "sbornia" per l'altro che vi tappate il naso e vi dite che a voi non succederà mai? :shock:

Intendiamoci: io ho avuto davanti l'esempio dei miei ed è stato proprio così, uniti finché morte non li ha separati, quindi non sono prevenuta per qualche trauma famigliare, ma sono desiderosa di capire. :)

da santippe28 il 14 apr 2011 16:45


sì io ci ho creduto ciecamente e ci credo tuttora , diversamente non mi sarei sposata . Il matrimonio ha i suoi pro e i suoi contro , così come una convivenza. Se amo la libertà , non mi sposo , ma neppure vado a convivere, l'ho già detto e lo ripeto : bacino bacetto , ma fuori dal letto nessuna pietà , ovvero , ci amiamo tanto , facciamo tante belle cose insieme , però ognuno a casa propria , non ci chiediamo reciproca assistenza in caso di necessità , perchè la libertà individuale confligge anche con questi doveri di solidarietà minima di coppia.

da tpt il 14 apr 2011 16:48


Come sai Micia, sono recidiva.

Nel primo caso mi sono sposata a 24 anni, con tante belle idee in testa ma assolutamente immatura. Non ho ben valutato cosa volesse dire "finchè morte non vi separi" ma neppure "nella buona come nella cattiva sorte". Mio marito era altrettanto giovane: dovevamo ancora crescere. Questo ha fatto si che maturando abbiamo percorso strade diverse, siamo cresciuti in modo diverso. Questo per dirti che la fine di quel matrimonio, durato peraltro 16 anni (perchè cavoli ci ho provato a farlo funzionare) è stato il fallimento di entrambi e questo a prescindere da colpe o ragioni.

Risposarsi a 45 anni è stata tutt'altra cosa e non te lo dico perchè è accaduto recentemente (tra poco saranno 2 anni). Lo dico perchè sono convinta che sia io che il mio attuale coniuge (lui divorziato, io no) siamo ora consci del significato di quelle parole e proprio per questo abbiamo deciso di compiere questo passo.

da miciagilda il 14 apr 2011 17:06


santippe28 ha scritto Se amo la libertà , non mi sposo , ma neppure vado a convivere, l'ho già detto e lo ripeto : bacino bacetto , ma fuori dal letto nessuna pietà , ovvero , ci amiamo tanto , facciamo tante belle cose insieme , però ognuno a casa propria , non ci chiediamo reciproca assistenza in caso di necessità , perchè la libertà individuale confligge anche con questi doveri di solidarietà minima di coppia.


Perché dici così? :?:
Libertà logistica = me ne frego, matrimonio = vero amore? :shock:

Si può essere persone serie, affidabili e responsabili anche se non sposate. :wink:

da miciagilda il 14 apr 2011 17:10


tpt ha scrittoQuesto per dirti che la fine di quel matrimonio, durato peraltro 16 anni (perchè cavoli ci ho provato a farlo funzionare) ...


A scanso d'equivoci colgo l'occasione, non vorrei che sembrasse che volo di fiore in fiore e ogni 6 mesi cambio compagno o vado a convivere con uno diverso, eh!

Sto parlando anch'io di esperienze della durata minima di 8/10 anni.

No, si sa mai...

da santippe28 il 14 apr 2011 17:24


non ho parlato di mancanza di serietà , la scelta è tra l'amore e la libertà assoluta , quale dei due si ritiene esigenza prioritaria ?
Se si opta per l'amore , allora o ci si sposa o si convive , in entrambi i casi la libertà individuale risulta compromessa , quindi tanti bei discorsi sull'essere liberi vanno a ramengo.
ti sposi ? benissimo avrai diritti e doveri di un certo tipo
convivi ? benissimo avrai diritti e doveri di un certo altro tipo
Non ti va di avere diritti e doveri perchè non vuoi sentirti omologata e vuoi restare libera , benissimo , fai quel che ti pare , nessuno te lo impedisce , ma è solo una tua scelta di coppia che va bene per te ed il tuo partner , è una scelta che va rispettata talmente tanto da non potere dovere minimamente essere turbata da qualsivoglia fattore esterno statuale e/o regolamentare.
papale , papale voleteve bbene , ma son fatti vostri , non fateli poi diventare anche della comunità qualora qualcosa tra voi non funzionasse più bene. Coerenza fino in fondo ...

da Eat il 14 apr 2011 18:20


miciagilda ha scrittoDomanda: quando vi sposate, buonissime intenzioni, figli in cantiere e innamoramento cocente a parte (d'altronde si è anche parlato di profonde riflessioni prima del grande passo), ci credete veramente quando dite "finché morte non ci separi"?


Personalmente se non ci avessi creduto (e non ci credessi) non mi sarei sposato e non avrei mai messo al mondo dei figli.

Poi "a me non toccherà mai" non lo posso dire con certezza, ci mancherebbe altro.

Diciamo che oggi, sotto il profilo della famiglia, ho tutto quello che ho sempre desiderato e sotto questo punto di vista sono un uomo felice e realizzato.

da Paulyste il 14 apr 2011 21:49


Peccato avere poco tempo per intervenire... in questi giorni è meglio che io non mi distragga :(

Una terza forma di unione, formale ma non uguale al matrimonio? No, so, potrei essere favorevole, ma non riesco bene a capire quali dovrebbero essere le differenze rispetto al matrimonio.... solo diritti e nessun dovere? E' ovviamente inconcepibile. Peraltro in questi casi si tende

Io peraltro non posso fare altro che parlare dal mio punto di vista. Su questo forum siete tutti molto "free", mi pare, quindi non è neppure necessario insistere. D'altra parte l'altra parte mi sembra assurdo che in Italia non si riesca ad arrivare a qualche soluzione legislativa in materia, fosse anche solo sul piano del diritto privato (la cosa non mi aggrada più di tanto, ma meglio di nulla), quando ce l'hanno fatta paesi tradizionalmente molto cattolici che fino a qualche decennio fa vivevano sotto regimi fascisti o comunisti come Portogallo, Spagna, Slovenia e Croazia. Ce l'hanno fatta molti paesi dell'America Latina, ce l'ha fatto uno Stato come Israele dove fino a qualche anno fa non esisteva nemmeno il matrimonio civile ma solo quello religioso ebraico!

Almeno - parlo per ipotesi - mi sia concesso il diritto di assistere il compagno malato, perché da quanto mi risulta - con le leggi attualmente in vigore - la sua famiglia avrebbe diritto di chiedere il mio allontanamento... :evil:

Tutto il resto - pensione, ecc. - mi interessa relativamente meno. Forse quello che importa ai più è la celebrazione dell'unione in sé, il poter finalmente dire in modo ufficiale di fronte a quelli che si vuole: "Ci amiamo". Forse per questo la soluzione privatistica avanzata da Brunetta qualche tempo fa e poi finita nel cassetto dell'oblio mi piace poco...

da Paulyste il 14 apr 2011 21:52


Matrimonio in chiesa? Ovviamente, dal mio punto di vista, solo se ci credi. Ma sono i meno che fanno così.... vero, zolletta e shutturflui? :D

Io attendo il giorno in cui decideremo di sposarci per convertirmi anche ufficialmente al valdismo :P

da tpt il 14 apr 2011 22:26


Trovo sia ingiusto l'atteggiamento dello Stato italiano che non tutela (e non permette la tutela) delle coppie non etero. Ma come dice il mio consorte, al cotrario di Spagna, Israele e tutti i Paesi che hai elencato, noi abbiamo un bubbone interno: si chiama Vaticano.

Che se trovo legittimo decida, faccia e disfi riguardo l'unione in matrimonio secondo rito cristiano cattolico, non trovo giusto possa condizionare le scelte di uno stato che si professa laico.

da Paulyste il 14 apr 2011 22:52


Mah... io trovo assurdo anche che le sentenze della magistratura ecclesiastica sui matrimoni in Italia possano anche avere effetto civile... :roll:

da miciagilda il 15 apr 2011 08:56


PaulySte ha scrittoAlmeno - parlo per ipotesi - mi sia concesso il diritto di assistere il compagno malato, perché da quanto mi risulta - con le leggi attualmente in vigore - la sua famiglia avrebbe diritto di chiedere il mio allontanamento... :evil:

...


Eh, per esempio... :roll: :(

Ma qualcuno risponderà: non hai voluto i doveri, ora non avrai diritti.

Non capisco quali doveri io rifiuterei di avere, chi al di fuori di me potrebbe saperlo.

Io e il mio compagno probabilmente ci sentiamo di avere persino più doveri reciproci (e assolutamente spontanei, disinteressati e sinceri) di tante coppie sposate che, spesso, mal si sopportano, si tradiscono o se va bene si ignorano anche nella cattiva sorte, e magari restano insieme per interesse o per convenienza o per ipocrisia.

da tpt il 15 apr 2011 10:07


Micia, io non comprendo il tuo assioma: ipocrisia, convenienza, opportunismo possono essere prerogative di un'unione a prescindere da quale sia la forma giuridica, o la "non forma" che le contraddistingue.

Certo, chi è sposato ha maggiori tutele (e le fornisce al proprio patner) nel caso voglia basare la propria unione solo e soltanto sull'amore, come auspicabile.

Poi tu scrivi: "Non capisco quali doveri io rifiuterei di avere, chi al di fuori di me potrebbe saperlo".

Giust'appunto: se non lo sottoscrivi, chi puo' saperlo? E nel caso di rottura tu o il tuo patner potrebbe dire ... "Eh, no ... non ci eravamo assunti nessunissimo impegno se non quello di amarci fin quando ci sarebbe garbato o ci fossimo riusciti".

Riguardo il problema legato alle unioni omosessuali mi pare nessuno qui abbia messo in dubbio che sarebbe necessario non equipararle alle coppie di fatto ma dar appunto anche a loro come a tutti i cittadini italiani la possibilità di sancire la loro unione con un vero e proprio matrimonio: con tutto cio' che ne consegue ... diritti e doveri.

Ecco, la loro si è una "impossibilità di scelta" che mi fa arrabbiare e che mi rende triste. La considero una vera e propria ingiustizia, ecco.

da miciagilda il 15 apr 2011 10:31


tpt ha scrittoMicia, io non comprendo il tuo assioma: ipocrisia, convenienza, opportunismo possono essere prerogative di un'unione a prescindere da quale sia la forma giuridica, o la "non forma" che le contraddistingue.



Mi sono spiegata male: non intendo assolutamente dire che l'ipocrisia esiste solo tra i coniugati.

Intendo dire che se due persone sono legate da un vincolo o contratto potranno sentirsi investite di doveri propri di quel vincolo, mentre chi è una coppia per libera scelta si sentirà di avere dei doveri (se se lo sentirà) in modo del tutto svincolato e spontaneo, e quindi virtualmente forse più affidabile, onesto e concreto.

Forse. :wink:

da tpt il 15 apr 2011 10:34


Forse che si come forse che no! :lol:

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