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ItaliaFutura

da Fante il 12 mar 2010 14:37


E se gli italiani smettessero di comprare il biglietto?
In uscita l'ennesimo "cinepanettone" della politica italiana

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Ciak, motore, azione! La politica italiana somiglia ogni giorno di più ad un cinepanettone. Il format è sempre uguale, gli attori sono gli stessi, le battute anche, ma il pubblico continua a comprare il biglietto. In qualche modo la ripetitività dell’insieme rappresenta un punto fermo, un antidoto contro tutte le allarmanti sollecitazioni che arrivano dalla vita reale.

Da qui alle elezioni regionali assisteremo al seguente copione: a) Il Pdl griderà al complotto comunista (e delle élite) che mira a defraudare gli italiani del loro sacrosanto diritto di votare mettendo a rischio la democrazia; b) il Pd lancerà un severo monito sulle regole ignorate che mettono a rischio la democrazia; c) Idv griderà al golpe che ha già cancellato la democrazia; d) l’UDC richiamerà tutti al senso di responsabilità, la democrazia è forse a rischio ma occorre abbassare i toni; e) La Lega avanzerà silenziosa, la democrazia non è più in pericolo perché l’indipendenza della Padania è finalmente dietro l’angolo.

Ognuno recita coscienziosamente la propria parte di un’unica commedia. Questo ovviamente non vuol dire che tutti i candidati siano uguali. Ma certamente sono pezzi di un meccanismo che da anni rende impossibile l’assunzione di scelte di fondo per il futuro del nostro paese. Tutto ciò mentre la qualità delle liste raggiunge livelli mai visti, il confronto sui programmi evapora e delle cose da fare non c’è più traccia nel dibattito politico. Intanto i protagonisti di questa brutta commedia che viene replicata da un quindicennio si garantiscono un altro giro di giostra. Pur giudicando pessimo lo spettacolo, correremo tutti a vederlo. Non potrebbe essere altrimenti. Questo sistema ha trovato il modo di rendere difficilissimo qualunque ricambio o alternativa e l’unico elemento di sollievo diventa lo sforzo del Quirinale di garantire un terreno di correttezza istituzionale e di garanzia democratica. A parte questo, per restare alla nostra metafora, non ci sono altri film in cartellone.

Domandiamoci per un momento cosa accadrebbe se i cittadini, rimanendo sordi al richiamo della militarizzazione di parte, deludessero per una volta le aspettative e disertassero le urne. Un messaggio forte, persino ultimativo, che si manifesterebbe attraverso la decisione consapevole e legittima di non esercitare un diritto di scelta la cui efficacia è stata svilita.

L’astensione è generalmente considerata, a ragione, una manifestazione di qualunquismo. Oggi però c’è da chiedersi se esercitare ancora una volta il diritto di voto senza alcuna convinzione, per riprendere il giorno dopo la quotidiana lamentazione sul sistema politico nel suo complesso, non rappresenti l’espressione di un qualunquismo ancora peggiore.

E allora viene da pensare che se vi fosse una crescita dell’astensione e se aumentasse il numero degli italiani decisi ad esercitare il diritto individuale al non voto, ciò potrebbe rappresentare un impulso utile ad un auspicabile rinnovamento del copione. In questo caso sarebbe difficile biasimare gli astenuti, nei quali si potrebbe persino riconoscere, vista la qualità della crisi che abbiamo davanti, un sovrappiù di dignità civile. Perché in fondo siamo noi che, pagando puntualmente il biglietto, consentiamo a questo brutto spettacolo di andare ancora una volta in scena.


Io condivido pienamente 8)

Re: ItaliaFutura

da MarioLino il 12 mar 2010 15:25


l'importante è non votare SCHEDA BIANCA, visto il rischio piuttosto alto a quanto pare che se la ciucci l'uno o l'altro schieramento

Re: ItaliaFutura

da Yoda il 12 mar 2010 20:58


Fante ha scritto La Lega avanzerà silenziosa


Ohhh....finalmente qualcuno che dice una cosa intelligente!!! :D :D :D :D :D

"Provare?...Fare!! O non fare. Non c'è provare!" Yoda...il Maestro

"guida poco...che devi bere..."
My flickr: http://www.flickr.com/photos/46442172@N02/

Re: ItaliaFutura

da Luca75 il 13 mar 2010 03:13


Fante ha scrittoE allora viene da pensare che se vi fosse una crescita dell’astensione e se aumentasse il numero degli italiani decisi ad esercitare il diritto individuale al non voto, ciò potrebbe rappresentare un impulso utile ad un auspicabile rinnovamento del copione.


Sono (costruttivamente) del tutto in disaccordo sulla forma di protesta, pur condividendo la triste analisi.
E se invece che astenersi rinunciando a scegliere, la forma migliore forma di protesta fosse un esercizio consapevole, massiccio e civile del voto? Magari andasse a votare anche quel quarto di Italiani che se ne sta sempre a casa e che fa spallucce...
Se la miglior forma di protesta fosse dedicare quattro ore nel weekend all'approfondimento dei programmi ed alla scelta di candidati e di persone per bene?
Se tutti facessimo lo sforzo di seguire la politica quel minimo indispensabile per fare l'interesse degli Italiani, invece di fare un'analisi tanto lucida e corretta, per poi rinunciare perfino a votare?

da cisejazz il 13 mar 2010 09:26


e se iniziassimo a conoscere la costituzione?

Re: ItaliaFutura

da Fante il 13 mar 2010 10:33


Luca75 ha scritto...


Mi piacerebbe avere il tuo ottimismo. Però...

E se poi le persone perbene venissero regolarmente segate? E se poi i programmi fossero puntualmente disattesi? E se dopo aver passato il tuo tempo a farti una cultura politica scoprissi che quelli che navigano la tua ideologia si mettono i Picasso in bagno coi soldi pubblici?

La sostanziale differenza è che temo le mie non siano solo ipotesi.

da Paulyste il 13 mar 2010 10:34


Ah, perché, c'è una costituzione? Pensavo che in Italia e non solo a Roma-Vatican city ci fosse ancora una monarchia assoluta 8)

da cisejazz il 13 mar 2010 23:00


PaulySte ha scrittoAh, perché, c'è una costituzione? Pensavo che in Italia e non solo a Roma-Vatican city ci fosse ancora una monarchia assoluta 8)


beh almeno in Monarchia c'era lo Statuto (Albertino).

Intendo dire che, se ci pensi, nessuno conosce davvero la costituzione.
Se non conosciamo le regole a cui si dovrebbe far riferimento, le funzioni dei vari organi (tanti), dell'uso di una parola piuttosto che un'altra (sebbene interrogare e interpellare siano considerati sinonimi esiste una bella differenza tra interrogazione e interpellanza), ecc ecc, non possiamo nemmeno parlare con più cognizione di causa su ciò che gira attorno a noi (sicuramente al punto di indignarci)

da maxbor il 15 mar 2010 12:16


Astensionismo? Non credo proprio, almeno nelle fila del centro sinistra.
Voglio dire che qualche timido segnale di presa di distanza da Berlusconi, da parte di suoi ex elettori, lo sto riscontrando, quanto meno nella mia cerchia di amici e conoscenti.
Gente che non dico voterà tutta per un partito ora al'opposizione ma che quanto meno ha espresso l'intenzione di non recarsi alle urne.
Alla fine al Cavaliere rimarrano solo i papibani. 8)


Per capire sempre meglio il personaggio vi posto uno stralcio del suo rapporto con Ciampi (da Reoubblica di ieri).


"L'episodio concernente la nomina dei tre giudici della Consulta nella quota che la Costituzione riserva al Presidente della Repubblica, avvenne nella sala della Vetrata del Quirinale. Erano presenti il segretario generale del Quirinale, Gifuni e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta. I temi da discutere erano due: i rapporti con la Commissione europea di Bruxelles dove il premier doveva recarsi per risolvere alcuni importanti problemi e la nomina dei tre giudici.
Esaurito il primo argomento Ciampi estrasse da una cartella i tre provvedimenti di nomina e comunicò a Berlusconi i nomi da lui prescelti. Berlusconi obiettò che voleva pensarci e chiese tempo per riflettere e formulare una rosa di nomi alternativa. Ciampi gli rispose che la scelta, a termini di Costituzione, era di sua esclusiva spettanza e che la firma del presidente del Consiglio era un atto dovuto che serviva semplicemente a certificare in forma notarile che la firma del Capo dello Stato era autentica e avvenuta in sua presenza. Ciò detto e senza ulteriori indugi Ciampi prese la penna e firmò passando i tre documenti a Berlusconi per la controfirma.
A quel punto il premier si alzò e con tono infuriato disse che non avrebbe mai firmato non perché avesse antipatia per i nomi dei giudici ma perché nessuno poteva obbligarlo a sottoporsi ad una scelta che non derivava da lui, fonte unica di sovranità perché derivante dal popolo sovrano.
La risposta di Ciampi fu gelida: "I documenti ti verranno trasmessi tra un'ora a Palazzo Chigi. Li ho firmati in tua presenza e in presenza di due testimoni qualificati. Se non li riavrò immediatamente indietro da te controfirmati sarò costretto a sollevare un conflitto di attribuzione dinanzi alla Corte costituzionale. "Ti saluto" rispose altrettanto gelidamente Berlusconi e uscì dalla Vetrata seguito da Letta. In serata i tre atti di nomina tornarono a Ciampi debitamente controfirmati.

Il secondo episodio avvenne nel corso di una colazione al Quirinale, sempre alla presenza di Gifuni e di Letta. Il Parlamento aveva votato la legge Gasparri e l'aveva trasmessa a Ciampi per la firma di promulgazione. Presentava, agli occhi del Capo dello Stato, svariati e seri motivi di incostituzionalità e mortificava quel pluralismo dell'informazione che è un requisito essenziale in una democrazia e sul quale, appena qualche mese prima, Ciampi aveva inviato al Parlamento un suo messaggio.
La colazione era da poco iniziata quando Ciampi informò il suo ospite del suo proposito di rinviare la legge alle Camere, come la Costituzione lo autorizza a fare motivando le ragioni del rinvio e i punti della legge da modificare. Berlusconi non si aspettava quel rinvio. Si alzò con impeto e alzò la voce dicendo che quella era una vera e propria pugnalata alla schiena. Ciampi (così il suo racconto) restò seduto continuando a mangiare ma ripeté che avrebbe rinviato la legge al Parlamento. L'altro gli gridò che la legge sarebbe stata comunque approvata tal quale e rinviata al Quirinale e aggiunse: "Ti rendi conto che tu stai danneggiando Mediaset e che Mediaset è una cosa mia? Tu stai danneggiando una cosa mia".
A quel punto si alzò anche Ciampi e gli disse: "Questo che hai appena detto è molto grave. Stai confessando che Mediaset è cosa tua, cioè stai sottolineando a me un conflitto di interessi plateale. Se avessi avuto un dubbio a rinviare la legge, adesso ne ho addirittura l'obbligo". "Allora tra noi sarà guerra e sei tu che l'hai voluta. Non metterò più piede in questo palazzo".

Uscì con il fido Letta. Ciampi rinviò la legge. Il premier per sei mesi non mise più piedi al Quirinale."

da adem il 15 mar 2010 14:00


OT

maxbor ha scrittoPer capire sempre meglio il personaggio vi posto uno stralcio del suo rapporto con Ciampi (da Reoubblica di ieri).

...



Ma i virgolettati che compaiono ormai in ogni articolo di Repubblica, da quale fonte provengono? Sono frutto di un'interpretazione giornalistica? Che uno dei quattro personaggi abbia riportato alla stampa questo discorso mi sembra alquanto improbabile...

da stefanbo il 15 mar 2010 15:57


OT per Adem: i due episodi sono stati raccontati da Ciampi direttamente a Scalfari, è quel che sostiene ed ovviamente tendo a credergli non perchè "a priori" quanto perchè la fonte citata (l'ex presidente della repubblica) è talmente autorevole che se non fosse così Ciampi avrebbe ovviamente già smentito e querelato, ergo i due episodi sono veri.

da maxbor il 15 mar 2010 18:25


adem ha scrittoOT

maxbor ha scrittoPer capire sempre meglio il personaggio vi posto uno stralcio del suo rapporto con Ciampi (da Repubblica di ieri).

...



Ma i virgolettati che compaiono ormai in ogni articolo di Repubblica, da quale fonte provengono? Sono frutto di un'interpretazione giornalistica? Che uno dei quattro personaggi abbia riportato alla stampa questo discorso mi sembra alquanto improbabile...


Ho virgolettato io perchè è uno stralcio dell'articolo.

da adem il 15 mar 2010 19:51


Grazie per i chiarimenti. Mi avete convinto sul caso specifico, ma continuerò comunque a provare un sincero fastidio nel leggere tutti i virgolettati degli articoli politici di Repubblica - pur continuando a comprarla -, in particolare quelli in cui si raccontano (romanzano) le reazioni di B. con i suoi collaboratori più stretti (ce ne sono almeno un paio al giorno).

Nel merito della questione, non c'è bisogno di ulteriori prove dell'arroganza di B. che se dovesse ottenere un buon risultato alle regionali dovrebbe solo ringraziare l'inettitudine dell'opposizione

da stefanbo il 15 mar 2010 20:30


Su questo non posso che quotarti appieno Adem, anch'io continuerò ad essere abbonato a Repubblica, ma anche a me danno un fastidio notevole le cronache di Nania (nel senso....di nano 8) ) :D con tutte le ricostruzioni appunto di scontri e quant'altro che non si capisce assolutamente da dove provengano.

A meno che non ci sia una profondissima gola (ma sarebbe una serpe in seno :shock: ) non si sa proprio come il cronista riesca a raccontare di reazioni/esternazioni/arrabbiature durante le quali a ben leggere sono SOLO presenti membri del governo o fidi collaboratori...

Che in realtà sia il compagno Bondi, che ha FINTO la conversione da ex sindaco PCI di Fivizzano ed è rimasto stalinista nell'anima???
:D :D :D

da nebbiolo75 il 15 mar 2010 23:28


Votare è un diritto/dovere di un cittadino. Io a votare ci sono sempre andato proprio perché lo considero un dovere e di conseguenza ho anche un diritto a lamentarmi se qualcosa non va. Ma invitare, anche provocatoriamente, a non andare a votare, è come quando qualcuno disse che era moralmente giusto non pagare le tasse....


Trovo questo un 'bell'articolo' qualunquista e tanto di moda :-) L'avrà scritto in pausa pranzo dai...

E' difficile dar da mangiare alla gente che non ha fame

da Paulyste il 16 mar 2010 10:50


maxbor ha scrittoAstensionismo? Non credo proprio, almeno nelle fila del centro sinistra.
Voglio dire che qualche timido segnale di presa di distanza da Berlusconi, da parte di suoi ex elettori, lo sto riscontrando, quanto meno nella mia cerchia di amici e conoscenti.
Gente che non dico voterà tutta per un partito ora al'opposizione ma che quanto meno ha espresso l'intenzione di non recarsi alle urne.
Alla fine al Cavaliere rimarrano solo i papibani. 8)


Caro max, non ci siamo. Non perché io abbia simpatie per il dittatorello delle periferie milanesi, tutt'altro. E ringrazio o rimprovero sempre il signoredomineddio per avermi fatto nascere svizzero e con ciò impedito di dovermi confrontare con il mio voto con la politica dell'amata Italia.
Comunque, riprendo, non ci siamo. Finché la conversione politica dell'elettorato si baserà sempre e comunque solo intorno a Berlusconi, non andremo da nessuna parte. Anzi, devo essere sincero, temo un'uscita di scena traumatica di Silvio. Se gli elettori si limitano a distanziarsi dalla persona, ma di fatto continuano in cuor loro ad essere legati a quel tipo di politica, non prevedo tempi migliori.
Temo i giorni in cui un paese che compatto osannava Lui, l'uomo di Predappio, gli voltò le spalle - con tutte le ragioni, per carità - e ne fece un'incarnazione di tutti i mali; temo i giorni in cui un paese che a gran voce osannava Lui, Bettino, gli voltò le spalle - con tutte le ragioni, per carità - e ne fece un'incarnazione di tutti i mali; temo i giorni in cui tutti volteranno le spalle a Lui, l'Unto del Signore, con tutte le ragioni, per carità, e - accusatolo di essere l'incarnazione di tutti i mali - andranno avanti convinti di aver definitivamente voltato le pagine della storia. Se aveva ragione Salvemini, la "autobiografia" di questa "nazione" è un libro - temo - che conta ancora parecchie pagine.

da maxbor il 16 mar 2010 11:05


PaulySte ha scritto
Caro max, non ci siamo. Non perché io abbia simpatie per il dittatorello delle periferie milanesi, tutt'altro. E ringrazio o rimprovero sempre il signoredomineddio per avermi fatto nascere svizzero e con ciò impedito di dovermi confrontare con il mio voto con la politica dell'amata Italia.
Comunque, riprendo, non ci siamo. Finché la conversione politica dell'elettorato si baserà sempre e comunque solo intorno a Berlusconi, non andremo da nessuna parte. Anzi, devo essere sincero, temo un'uscita di scena traumatica di Silvio. Se gli elettori si limitano a distanziarsi dalla persona, ma di fatto continuano in cuor loro ad essere legati a quel tipo di politica, non prevedo tempi migliori.
Temo i giorni in cui un paese che compatto osannava Lui, l'uomo di Predappio, gli voltò le spalle - con tutte le ragioni, per carità - e ne fece un'incarnazione di tutti i mali; temo i giorni in cui un paese che a gran voce osannava Lui, Bettino, gli voltò le spalle - con tutte le ragioni, per carità - e ne fece un'incarnazione di tutti i mali; temo i giorni in cui tutti volteranno le spalle a Lui, l'Unto del Signore, con tutte le ragioni, per carità, e - accusatolo di essere l'incarnazione di tutti i mali - andranno avanti convinti di aver definitivamente voltato le pagine della storia. Se aveva ragione Salvemini, la "autobiografia" di questa "nazione" è un libro - temo - che conta ancora parecchie pagine.


Secondo me confronti situazioni eterogenee.
L'Italia fascista, obtorto collo, dava un consenso bulgaro a Mussolini mentre se guardiamo alle ultime elezioni europee Berlusconi ha una maggioranza di coalizione di 3-4 punti.
Tangentopoli per gli italiani fu un evento scioccante. Non pagò solo Craxi perchè insieme al Psi scomparvero, letteralmente, la Dc ed altri partiti storici.
Personalmente non credo ci sia oggi in Italia un problema di schieramenti e programmi, ma è solo INDISPENSABILE liberarci di questa figura che catalizza e indirizza "ad personam" l'attività politica. Dopo, con altri uomini, ci si potrà confrontare e discutere di Economia, Lavoro, Giustizia e quant'altro.
Giudicate come volete la mia posizione ma sono arciconvinto che questa sia la priorità

da Paulyste il 16 mar 2010 11:21


Appunto la tua insistenza sulla persona mi preoccupa, e ciò varrebbe anche se tu fossi pro anziché contro Berlusconi. Credo che sia un'illusione pensare che soppresso Berlusconi tutto tornerà al suo posto. Fatto fuori Berlusconi, se si continua così, sai cosa rimarrà? Il vuoto più totale, che presto verrà riempito da un nuovo Berlusconi di destra o di sinistra.
La destra fa fatica a stare dietro a Berlusconi ma nemmeno sa farne a meno: la sua mediazione sta tutta nella sua figura e nella sua capacità di attrazione dell'elettorato. Ma fatto fuori lui? Vedi possibilità di convergenze Fini-Lega?
La sinistra fa fatica ad accordarsi persino nella lotta contro Berlusconi: cosa faranno quando non ci sarà più lui? Anzitutto: sopravviverà una figura come Di Pietro? Torneranno alla ribalta le costellazioni post bolsceviche, lontane mille anni-luce dal mondo reale? E il PD? Andrà perdendo tutti i cattolici? O si cattolicizzerà? Riuscirà a fare una politica riformatrice LIBERALE, ovvero ciò che manca all'Italia dai tempi della sua fondazione?
Rimpiango i tempi dei consensi bulgari a De Gasperi, lui sì un uomo di Stato dotato di tutti i crismi.

da Fante il 16 mar 2010 11:49


Paulyste ha fatto una analisi secondo me assolutamente lucida.
Non è mai sata fatto, o quantomeno non è di dominio pubblico, uno studio sul perchè è stato possibile che arrivasse al potere un uomo come Berlusconi e i suoi predecessori.

Anch'io trovo che la visione che le sorti di un Paese, in negativo o in positivo, siano nelle mani di una sola persona è tipico dei paesi socialmente arretrati.

da MarioLino il 16 mar 2010 12:34


Fante ha scrittoPaulyste ha fatto una analisi secondo me assolutamente lucida.
Non è mai sata fatto, o quantomeno non è di dominio pubblico, uno studio sul perchè è stato possibile che arrivasse al potere un uomo come Berlusconi e i suoi predecessori.

Anch'io trovo che la visione che le sorti di un Paese, in negativo o in positivo, siano nelle mani di una sola persona è tipico dei paesi socialmente arretrati.


Be', ma c'è da dire che Berlusconi utilizza il potere in una logica molto autoritaria e poco condivisa... nel senso che accentra molto le decisioni, e detta le priorità senza possibilità di confronto per gli alleati, fatto salvo quel minimo per garantire la stabilità di governo... ma che è davvero il minimo visto la valangata di voti che ha

Quindi adesso dire che non è tutta colpa sua, sì d'accordo, diciamo l'80%?

Lavorasse con logiche più condivise, se ne potrebbe parlare, ma considerato che il soggetto vuole tutti i meriti, che si becchi tutti i demeriti se le cose non funzionano. Altrimenti è troppo facile.

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