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A proposito di acquisti

da nebbiolo75 il 11 mag 2011 07:16


Sbirciando un po' su internet, anche se in ritardo ho trovato questo simpatico articolo del solito Gramellini

:-)


Magari il PIL non sarebbe ai livelli desiderati di qualsiasi governo...ma chissenefrega, si starebbe sicuramente tutti meglio.

E' difficile dar da mangiare alla gente che non ha fame

da Fante il 11 mag 2011 08:40


Ricordo l'articolo! :D

Bè, francamente ha pienamente ragione :P

da primus il 11 mag 2011 08:47


boh già chiamarlo articolo son parole grosse secondo me, cmq..cosa avrà voluto dirci con queste poche righe buttate li? non so.....il trionfo del si stava meglio quando si stava peggio? non è che ci ha fatto scoprire un mondo nuovo è.....osti siamo nel 2011 e questo scrive ancora della nonna che faceva i mucchietti.....ma c'e' gente che fa i mucchietti ancora oggi.

la chiusura è, come dice fantozzi, il classico dei classici: Aveva solo la quinta elementare, ma certe volte mi capita di pensare che, con lei a Wall Street, adesso passeremmo tutti una Pasqua più serena.

"Ogni stecca ripetuta due volte è l'inizio di un arrangiamento" (Frank Zappa).

da Fante il 11 mag 2011 08:52


Sei nervoso per la Samp, eh?

da nebbiolo75 il 11 mag 2011 08:55


primus ha scrittoboh già chiamarlo articolo son parole grosse secondo me, cmq..cosa avrà voluto dirci con queste poche righe buttate li? non so.....il trionfo del si stava meglio quando si stava peggio? non è che ci ha fatto scoprire un mondo nuovo è.....osti siamo nel 2011 e questo scrive ancora della nonna che faceva i mucchietti.....ma c'e' gente che fa i mucchietti ancora oggi.

la chiusura è, come dice fantozzi, il classico dei classici: Aveva solo la quinta elementare, ma certe volte mi capita di pensare che, con lei a Wall Street, adesso passeremmo tutti una Pasqua più serena.


Si è vero ci sono un po' di frasi fatte, ma l'ho ripreso un po' ripensando ai precedenti topic sui prestiti per sposarsi, per andare in ferie o per comprarsi il televisore al plasma.

E' difficile dar da mangiare alla gente che non ha fame

da Fante il 11 mag 2011 09:09


C'è attualmente in circolo una pubblicità davvero umiliante. Si vedono delle persone in coda a una mostra d'arte, poi si sparge la voce che c'è una offertona in un grosso centro commerciale non ricordo quale e allora scappano e si vedono poi tutti in coda lì.

In questi 3 anni di cambio vita, riorganizzando gli spazi, mi sono accorto di quanta roba inutile ho accumulato-comprato negli anni.

Deo aver già detto quanto m'ha intristito vedere il supermercato pieno nel giorno di festa per l'unità d'Italia e il coro di polemiche per un giorno di chiusura il primo maggio

Il messaggio ultimo della pubblicità è "compro, dunque sono"
Io la limiterei molto, c'è un inquinamento visivo orrendo.

da tpt il 11 mag 2011 09:19


Quello che piu' mi spaventa è oggettivamente l'inquinamento mentale.

Me ne accorgo da una banalità: prima vivevo in Brianza, lavoravo a Milano, in centrissimo. Acquistavo spesso vestiti di cui non avevo nessunissimo bisogno. Ci tenevo ad avere la borsa coordinata, ecc ....

Ora che vivo a Zurigo, ho accumulato dieci chili di peso, ho un armadio pieno di vestiti che non potro' mai piu' indossare ma la cosa divertente è che non me ne frega niente. Nel senso che qui si spende magari tanto per capi tecnici ma non per inseguire le mode.

Non si usa l'ombrello, ad esempio. E nessuno si fa menate se la piega dei capelli ne risente.

Eppure, quando torno in Italia mi accorgo di essere diventata "strana" ... cioè non omologata. La mia vicina di casa italiana ha un bambino piccolissimo, spesso vestito con miniabiti Armani.

Io mi accorgo invece che se avessi un piccolino spenderei ora delle cifre importanti per delle scarpine che lo aiutino a prendere una giusta postura, a muovere i primi passi, ma per il resto acquisterei solo magliettine di cotone e capi colorati .... magari al mercato.

da Fante il 11 mag 2011 09:26


Altro dato statistico
a livello educativo in Italia si spende per i bambini lo stesso che a livello europeo, però qui sopratutto in oggetti e vestiti ( telefonini, giacchette alla modo, lettori mp3 ecc ) mentre all'estero si investe di più in cultura e formazione ( corsi, ginnastica, viaggi ecc )

da tpt il 11 mag 2011 09:34


Vero, Fante. Ho appena regalato al mio nipotino (ha due anni e mezzo) il suo primo monopattino, un caschetto integrale e questo:

Immagine

Qui tutti i bambini usano questo tipo di bicicletta. Non si vedono piccolini a spasso con le odiose rotelle che ci piazzavano ai lati i nostri genitori. So pero' che anche in Italia questo aggeggio sta prendendo piede.

da miciagilda il 11 mag 2011 09:36


Però, calma.
D'accordissimo sull'assurdità del superfluo e del griffato a tutti i costi, abbasso i centri commerciali e lo sapete, Armani per i bambini poi...
Però se vado a vivere in un paesino grazioso, dove della moda non gliene frega a nessuno, a fare la "casalinga" o comunque a non dover avere una vita lavorativa e sociale di un certo tipo, è ovvio che non avrò particolari esigenze di vestiario, che mi rilasserò, che prenderò qualche kilo e me ne fregherò se gli abiti non mi entrano più. :D

Ma per chi si deve presentare ogni santo giorno in un ufficio nel centro di Milano con decine di colleghi, andirivieni di avvocati e ingegneri... non è che può arrivare con la ciocca pendula perché piove, la tuta di tessuto tecnico perché i vestiti sono stretti, la panza che sborda e i scarp de tennis. :lol:

da tpt il 11 mag 2011 09:42


Micia, Micia ..... esistono le sane vie di mezzo. Mai messe le scarpe da tennis in ufficio (e ci mancherebbe altro ...) e nemmeno pantaloni larghi o magliettine striminzite, ma talvolta si esagera davvero.

Qui, credimi, la differenza di vestiario tra la casalinga che esce per fare la spesa e la donna in carriera è davvero minima.

La stazione ferroviaria di Zurigo è parecchio grande e su piu' piani: ecco che molti adulti (uomini e donne) che recandosi in ufficio devono in quel luogo prendere la coincidenza, usano il monopattino per raggiungere velocemente il binario desiderato ... in giacca e cravatta.

Abolito il tacco dodici, quello si.

da Yoda il 11 mag 2011 09:52


tpt ha scritto
Immagine

Qui tutti i bambini usano questo tipo di bicicletta. Non si vedono piccolini a spasso con le odiose rotelle che ci piazzavano ai lati i nostri genitori. .


Cacchio....In Svizzera anche i bambini sono piu' equilibrati dei nostri.. e non solo psicologicamente....visto che nn hanno nemmeno le rotelle sulle biciclette... :roll: :roll: 8)

Battute a parte...per me abbiamo tutti qualche sindrome che ci piglia.. o forse , cosa molto piu' facile , stiamo solo diventando vecchi... E con la vecchiaia ( e quindi forse con un filo di saggezza in piu' ..ma nn ne sono sicuro ) tante cose ci sembrano abbastanza superflue. Quello che 10 anni fa ci sembrava indispensabile oggi lo guardiamo indifferenti e diamo piu' valore ad altre cose.
In ogni caso, non mi pare che la pubblicita' tanto odiata da fante sia diversa da quella che vedono gli svizzeri o gli americani.. Ormai nel mondo tutto succede in contemporanea.
Anche per i metodi di pagamento , credo che gli italiani siano tra quelli meno indebitati singolarmente e quindi il concetto del risparmio sia ancora ben presente all'interno delle famiglie.
Poi, inevitabilmente ci si adegua al resto del mondo e la tendenza e' senz'altro quella a dilazionare il tutto nel tempo...

"Provare?...Fare!! O non fare. Non c'è provare!" Yoda...il Maestro

"guida poco...che devi bere..."
My flickr: http://www.flickr.com/photos/46442172@N02/

da tpt il 11 mag 2011 10:41


Sicuramente gli italiani hanno una propensione al risparmio che in altri Paesi è sconosciuta. Se solo si pensa al mercato immobiliare: penso in Italia la percentuale di persone proprietarie di prima casa sia decisamente piu' elevato che nel resto dell'Europa (Svizzera compresa).

Hai ragione Yoda: anche qui esiste la pubblicità e la gente spende, magari anche di piu' che in suolo italico. Semplicemente spende in modo differente.

Poi possiamo considerare che quel che per me puo' non essere necessario per altri lo possa essere e viceversa.

Se ci pensiamo, talvolta consideriamo indispensabile una cosa solo perchè l'abbiamo sempre avuta.

Ecco forse in questo sono cambiata ed era questo il discorso che intendevo fare: la realtà nella quale vivi ti condiziona in modo subdolo, fors'anche piu' che la pubblicità.

Questo stravolgimento di vita mi ha portato a riconsiderare alcuni valori e a scordarmene (sigh) degli altri.

da ciliegina il 11 mag 2011 14:45


@tpt: quel tipo di biciclette cominciano a circolare anche in Italia, ma si devono cercare in posti dai giochi non commerciali come "Città del Sole". Questo e un altro negozio di giochi in pieno centro a Pavia sono i posti dove vado di solito a fare gli acquisti di giochi. Fa niente se poi passo per snob...o alternativa!
Per il resto, per il culto dell'immagine che si ha in Italia e ancor più a Milano, mi fai ricordare di quando da stagista a mezzo milione di lire di rimborso spese fui costretta a comprare tailleur e abiti eleganti per stare al front office di una filiale di agenzia interinale a Cernusco: consumai gli abiti in tintoria, visto che i treni che prendevo per andare fin là erano già ai tempi famosi per la loro pulizia.
Ciliegina

da tpt il 11 mag 2011 22:26


So cosa stai cercando di dirmi "Cilie" e lo apprezzo. Anch'io rischio ora di passare per snob: vivo in Svizzera e questo spesso mi macchia.

Credimi, non rinuncio affatto a ricordare cosa ci sia e ci sia stato nella mia vita italiana. Sotto tanti punti di vista questa vita rende merito ai miei occhi a quelle che un tempo giudicavo storture della nostra Nazione. Ma proprio perchè non ho il paraocchi e non mi vergogno certo di dire che per alcuni aspetti l'Italia mi manca, ecco che ho scoperto anche che se lo si desidera si riesce a prendere quel che di buono ti puo' dare un Paese straniero e tra queste cose c'è sicuramente il distacco che provo per tante cose che ora mi rendo conto erano solo degli orpelli. Non che qui manchino, sono semplicemente diversi. Ma per mia fortuna sono giunta qui in un'età che poco mi permette di farmi condizionare (nel bene come nel male).

Pero' mi rendo conto che il contesto in cui si vive condiziona molto di piu' che la pubblicità. Ecco che chi lavora in un call center si trova in "dovere" di vestirsi in un certo modo il che se ci pensiamo è addirittura ridicolo. Perchè si è in contatto telefonico con l'esterno.

Come è ridicolo lamentarsi e frustrarsi per il proprio stipendio eppoi spendere un capitale perchè se si lavora in centro si DEVE usare il tacco, il completo e la piega ai capelli perfetti.

Un po' ce la cerchiamo è vero, ma un po' e dobbiamo ammetterlo, si finisce col cadere nella trappola degli stereotipi o con l'essere obbligati a seguirli.

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