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paralimpiadi...

da primus il 31 ago 2012 20:36


http://www.ilsecoloxix.it/p/sport/2012/08/31/AP7mW0KD-tristezza_paralimpiadi_fanno.shtml

non voglio esprimermi più di tanto, l'argomento è assai spinoso e si rischiano scivoloni pazzeschi, ma oggi ho guardato 5 minuti di calcio a 5 tra non vedenti e giuro che ho pensato le stesse cose di Villaggio. Ho cambiato canale.

"Ogni stecca ripetuta due volte è l'inizio di un arrangiamento" (Frank Zappa).

da maxb. il 01 set 2012 09:00


sto cercando di pormi risposta ad una domanda che mi martella insistentemente nella testa, ma non ci riesco: perchè villaggio si pone la questione nei termini "non fa ridere vedere.." "non è divertente..." probabilmente sarà un suo modo di pensare.... lo ritengo semplicemente alieno, marziano....

da primus il 01 set 2012 09:23


maxb. ha scrittosto cercando di pormi risposta ad una domanda che mi martella insistentemente nella testa, ma non ci riesco: perchè villaggio si pone la questione nei termini "non fa ridere vedere.." "non è divertente..." probabilmente sarà un suo modo di pensare.... lo ritengo semplicemente alieno, marziano....


si quello l'ho notato anche io...boh.... :?

"Ogni stecca ripetuta due volte è l'inizio di un arrangiamento" (Frank Zappa).

da Bob il 01 set 2012 11:32


Non so:istintivamente, anche a me le paraolimpiadi mettono tristezza. Ma, ragionandoci, mi dico che forse accade perchè mi viene spontaneo paragonare la prestazione sportiva che vedo a quella corrispondente dei normodotati. E non è giusto, in effetti. Se in quest'ultimo caso io vedo e plaudo al superamento dei limiti fisici nella massima abilità possibile e in un ramo ben specifico della fisicità, nel primo io dovrei vedere semplicemente il superamento di un'avversità, il desiderio di riappropiarsi di spazi vitali che tutti considerano loro negati. La dimostrazione, in fondo, che l'Uomo vince. Ecco, lo sport non è pallacanestro, calcio, lancio del peso o che altro. Forse, è semplicemente Vivere. E ognuno di costoro cerca di vincere nel modo che gli riesce meglio. Pallacanestro, calcio, lancio del peso o che altro.

"Sul vino, bevo qualunque cosa mi raccontiate, sul cibo, ci mastico abbastanza"

da inappetente il 01 set 2012 12:49


...per me sono uno "spettacolo" straordinario, di reazione straordinaria contro una sfiga straordinaria. In tanti, più di quel che si pensa, in quelle condizioni languirebbe in una disperazione inconsolabile oppure si toglierebbe la vita. Loro reagiscono dimostrando che a schiaffi bisogna prendere la sfiga : io li ritengo una formidabile testimonianza ...

da donAttilio il 01 set 2012 13:32


Al di là di ogni ragionamente pregno di ipocrita retorica, io provo una trasparente compiacenza nei confronti di queste persone che cercano di "riprendersi una parte della vita", nonostante le negazioni a loro capitate per vari motivi.

Complimenti a tutti i partecipanti. Ritornate "soddisfatti e fieri". :lol: :wink:
Ultima modifica di donAttilio il 04 set 2012 00:30, modificato 1 volta in totale.

da ciliegina il 01 set 2012 16:19


Il mio parere è di parte, perchè svolgo volontariato attivo in un'asd che pratica l'ippoterapia e la riabilitazione equestre. Molti dei ragazzi che ne fanno parte partecipano alle gare della Fise-Fisdir con ottimi risultati.
Quando vedo alcuni di loro in sella, davvero, non mi riesce di vederli come persone portatrici di un qualunque handicap. Loro sono in grado di fare qualcosa che io non so fare. Dal momento che queste persone gareggiano a livello locale, regionale, nazionale in maniera nascosta perchè nessuno o quasi prende in considerazione gli avvenimenti sportivi dei disabili, trovo giusto e sacrosanto che anche loro possano partecipare a eventi di respiro internazionale. E questa è forse l'unica occasione in cui si parla di loro. Probabilmente se il giornalismo dei "normodotati" si occupasse di più di eventi sportivi del mondo della disabilità non troveremmo nulla di strano in questi eventi. Esattamente come un atleta normodotato vuole confrontarsi con altri di pari livello, così anche i disabili hanno questo desiderio e questo diritto. E' un voler prendere a schiaffi la sfiga suprema che hanno avuto? Forse. Ma credo che li animi una cosa comune al genere umano tutto: il desiderio di realizzarsi in qualche cosa. C'è chi lo fa nel lavoro, chi lo fa nello sport.

da PDM il 01 set 2012 20:50


Io trovo che sta nella formazione ed educazione che abbiamo avuto,a casa mia il solo fatto di essere "grassi" significava handicap e io stessa sono stata isolata,derisa ed evitata dai miei compagni di scuola perche' grassa...a Londra,tra l'altro domani ci torno,non fa strano nulla,puoi essere in qualsiasi modo che loro non lo percepiscono perche' cosi' e' la lorotradizione e cultura.

da fulvia il 02 set 2012 13:29


PDM ha scrittoIo trovo che sta nella formazione ed educazione che abbiamo avuto,a casa mia il solo fatto di essere "grassi" significava handicap e io stessa sono stata isolata,derisa ed evitata dai miei compagni di scuola perche' grassa...a Londra,tra l'altro domani ci torno,non fa strano nulla,puoi essere in qualsiasi modo che loro non lo percepiscono perche' cosi' e' la lorotradizione e cultura.


In Turchia, in viaggio con mio marito, eravamo considerati ricchissimi... :roll: La pinguedine è sinonimo di ricchezza..... :P
In California e Florida mi sentivo Claudia Shiffer.... 8) :P anche perchè di Baywatch girls mica ne ho viste tante in giro..... 8)

...gli adulti che fanno solo gli adulti, senza ascoltare il bambino che è dentro di loro, sono di una noia e tristezza mortale....
O. Vanoni

da PDM il 02 set 2012 21:52


fulvia ha scritto
PDM ha scrittoIo trovo che sta nella formazione ed educazione che abbiamo avuto,a casa mia il solo fatto di essere "grassi" significava handicap e io stessa sono stata isolata,derisa ed evitata dai miei compagni di scuola perche' grassa...a Londra,tra l'altro domani ci torno,non fa strano nulla,puoi essere in qualsiasi modo che loro non lo percepiscono perche' cosi' e' la lorotradizione e cultura.


In Turchia, in viaggio con mio marito, eravamo considerati ricchissimi... :roll: La pinguedine è sinonimo di ricchezza..... :P
In California e Florida mi sentivo Claudia Shiffer.... 8) :P anche perchè di Baywatch girls mica ne ho viste tante in giro..... 8)
Verissimo,peccato io sia cresciuta in una cittadina del nord-est,diciamo pure un buco del c. del FVG.

da primus il 03 set 2012 09:12


fulvia ha scritto
In Turchia, in viaggio con mio marito,

In California e Florida


lo sa Monti di questi tuoi viaggi da ricchi? :lol:

"Ogni stecca ripetuta due volte è l'inizio di un arrangiamento" (Frank Zappa).

da fulvia il 03 set 2012 09:36


primus ha scritto
fulvia ha scritto
In Turchia, in viaggio con mio marito,

In California e Florida


lo sa Monti di questi tuoi viaggi da ricchi? :lol:



Ahhhh sono tutti viaggi pre- Monti :P :P adesso c'è la modalità low profile con trasferte a Pietra Ligure... :P :P
Sono di quando eravamo giovani, belli, senza figli....e mio marito faceva il tecnico calzaturiero.. 8)

...gli adulti che fanno solo gli adulti, senza ascoltare il bambino che è dentro di loro, sono di una noia e tristezza mortale....
O. Vanoni

da primus il 03 set 2012 10:15


fulvia ha scritto mio marito faceva il tecnico calzaturiero.. 8)


ma dai? pensavo avesse sempre fatto il cameriere :lol:

"Ogni stecca ripetuta due volte è l'inizio di un arrangiamento" (Frank Zappa).

da Giorg76 il 03 set 2012 10:16


a me mette tristezza quest'uscita di Villaggio!l'anno scorso a Roma ho assistito alla maratona....e quando ho visto atleti disabili passare mi sono commossa letteralmente: vedere quanto grinta e coraggio mettono cose da cui sembrerebbero tagliati fuori fa davvero bene e fa riflettere su quante barriere si possono superare con la forza di volontà.

da manufood il 03 set 2012 13:13


le parole di Villaggio non mi sono piaciute, sentite in diretta radio. poi però ho cominciato a ragionarci su e... sono giunto alla conclusione che in molti queste gare suscitano tristezza, pena e compassione. una compassione che i disabili non vogliono (tralasciamo la pena) perchè loro vogliono (giustamente) essere trattati come persone normali non come fenomeni da baraccone.
io personalmente stimo questi atleti perché hanno reagito alle loro disabilità e le paralimpiadi le sto guardando con interesse (ho preferito le gare di atletica a Udinese-Juve ieri ad esempio).
ciò nonostante quando hanno squalificato una "corridora" cieca per falsa partenza ho subito pensato "poverina ha perso l'occasione della sua vita" mentre quando squalificarono Bolt per falsa partenza pensai solo "che pirla".
credo questa sia la sottile differenza.
Ultima modifica di manufood il 03 set 2012 15:14, modificato 1 volta in totale.

da silbusin il 03 set 2012 15:07


è una vita che lavoro con i disabili (evitiamo per favore quelle fasulle definizioni "diversamente abili" ecc. ma utilizziamo il termine corretto che viene adoperato in tutto il mondo e in tutte le comunicazioni scientifiche) e le parole di Villaggio le capisco perchè nascono da un profondo disagio interiore (di Villaggio ovvio) che non supera lo stato di "pena" per raggiunger quello di "compartecipazione" e quindi di "ammirazione". Ho avuto modo di seguire un'atleta (donna) e vi assicuro che ci vuole coraggio, passione, fermezza d'animo.
Purtroppo anche in quest'ambiente il doping...

da Mauro1980 il 03 set 2012 18:19


Le parole di Villaggio hanno un merito, quello di aprire una discussione ,che andava fatta su alcune discipline.
Ho visto un servizio TV sul calcetto a 5 tra non vedenti e la mia reazione è stata la stessa di Primus, oltre a non appassionarmi (col calcio mi è difficile, guardo anche gli amatori) ho provato un po pena.

Il calcio non è sport per non vedenti, mi spiace, ma la penso così, lo svilisci, puoi avere un ferro da stiro al posto dei piedi come Torricelli o Gattuso ma devi vedere, discorso diverso per la corsa di chi ha subito amputazioni, quest'ultima avvincente.
Insomma c'è disciplina e disciplina, alcune le toglierei dalle Paraolimpiadi

da Bob il 03 set 2012 19:00


Togliere UNA particolare disciplina dalle paraolimpiadi è un problema non indifferente. Perchè ogni disciplina andrebbe vista in funzione del disabile (sil, anch'io odio la voce "diversamente abile") che vi partecipa. Il calcetto, per esempio: fatto da non vedenti è una scemenza (IMHO, ovviamente); ma ci sono una quantità impressionante di difformità fisiche che lo renderebbero una sfida eclatante.
Il tiro con l'arco da una persona in carrozzella è una cosa, da una persona con un braccio solo è un'altra, da un non vedente su bersaglio sonoro ( siamo nello Zen) è un'altra ancora.
E questo mi ha fatto riflettere su una cosa: una disciplina sportiva, per i normodotati, è un campo di sfida con cui ti raffronti a TUTTI (i normodotati) nessuno escluso. Sono i limiti del genere umano, nella sua totalità, e io stesso mi pongo in una immaginaria piramide la cui vetta è "quel" singolo atleta. Una disciplina sportiva per disabili, invece, è un confronto tra disabili appartenenti alla stessa disabilità. E questo la rende di minor "esempio", di minore "richiamo" (non trovo la parola giusta, potrei dire "mi acchiappa meno") la prova stessa.
Facciamo un esempio, ancorchè feroce: una partita a calcetto giocata da persone che abbiano perduto le braccia. Io potrei immaginarmi cosa mi succederebbe se mi legassero stretto, con una camicia di forza, le braccia attorno al corpo, e mi spedissero in un campo d a calcetto: probabilmente non riuscirei a fare il primo scambio, perchè finirei per terra, mancandomi tutto il bilanciamento e la spinta datami dal movimento delle braccia. Ma potrei fare molti altri esempi. Invece, in un mucchio di casi, io vedo degli sforzi fatti da persone che superano un problema che io non ho e che spero di non avere mai. Non mi ci identifico, non mi ci VOGLIO identificare, respingo l'idea con veemenza, e ha un moto istintivo di repulsione. Ci vuole poi uno sforzo intellettivo per passare dalla repulsione all'ammirazione, ma è un'ammirazione che va a coinvolgere il singolo Uomo, e non lo sportivo, l'atleta: quello mi....colpisce,sì, ma non sempre in modo positivo. E' l'Uomo, che mi colpisce: con lasua voglia di reagire, di superare dei limiti che la Natura gli ha messo tra i piedi, con la ribellione all'avversità, la caparbietà, la tenacità al di là della evidente difficoltà fisica. Quello, lo ammiro senza riserve. L'atleta....un po' meno.
Grazie per avermi costretto a riflettere.

"Sul vino, bevo qualunque cosa mi raccontiate, sul cibo, ci mastico abbastanza"

da Luca75 il 03 set 2012 21:52


Beh in effetti è un bello spunto di riflessione. Questo merito a Villaggio va riconosciuto. Sinceramente l'altro giorno facevo zapping e ho visto l'arrivo di una gara di nuoto. C'era un tizio con un bastone di gomma che picchiettava vigorosamente la testa della nuotatrice come fosse stata un somaro. Alla fine ho capito che era per farle capire dove immergersi per scavalcare la corsia, visto che era cieca.. Sinceramente sono rimasto basito ed un po' infastidito per la brutalità dell'immagine. E mi sono chiesto che cacchio di senso avesse. Poi ho volutamente deciso di evitare quei pensieri perchè, come dice Silvano, volevo evitare lo sforzo di rielaborare.
Rielaborando ora, farei una distinzione. Viva le Paralimpiadi ed ammirazione per quei grandi uomini-atleti.
Ma la domanda è un'altra: ha senso mandarle in TV dedicandovi quasi lo stesso spazio che alle Olimpiadi?. Secondo me no.
No, perchè non sono un evento sportivo di grande livello ed interesse (nel senso agonistico delle prestazioni); no, perchè per dare il senso della grandezza di queste persone basta montare bene dei lunghi riassunti. E poi mandarle in differita in orario notturno.
Mi frega molto di quei grandi uomini e donne che partecipano alle Paralimpiadi ma non mi fotte assolutamente nulla guardare le gare in TV. E certe riprese compiaciute e disturbanti che spettacolarizzano la deformità o l'handicap mi infastidiscono.
Poi può essere che a parlare sia solo la mia voglia di intrattenimento scacciapensieri, ma non credo..[/quote]
Ultima modifica di Luca75 il 04 set 2012 01:34, modificato 1 volta in totale.

da santippe28 il 03 set 2012 23:11


La disciplina sportiva prescelta dagli atleti invalidi , deve gratificare loro , e non i normodotati , a mio avviso . Perchè mai i normodotati dovrebbero interferire con giudizi pietistici ?

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