Fante ha scritto
Non sono più il direttore editoriale di Rai Sat Gambero Rosso Channel
Bonilli, altrove, ha scrittoIo sono dispiaciuto, come è facile capire, ma non ho finito, non vado in pensione, ho tante idee, conosco tanta gente, credo/spero di avere degli amici e quindi...
gobbaccio ha scrittoPenso che sia un fatto che agli italiani interessa poco.
gobbaccio ha scrittoDomanda (non retorica, è una domanda a reale scopo conoscitivo): quanti di voi seguono il GR Channel?
gobbaccio ha scrittoPenso che sia un fatto che agli italiani interessa poco.
Domanda (non retorica, è una domanda a reale scopo conoscitivo): quanti di voi seguono il GR Channel?
Ps: e se al posto di Bonilli arrivasse VG?????
gobbaccio ha scrittoLa prima volta hanno trombato Biagi Santoro e Luttazzi...mo' se la pigliano con i Gamberetti?
Fante ha scrittochi è Francesco Capozza?
Bonilli, altrove, ha scrittoProvando a spogliare la vicenda da asprezze e personalismi e ragionando nel silenzio della notte causa una cattiva digestione - il ristorante che mi ha stroncato lo tacerò penso che in questi anni di globalizzazione e cambiamento la tenuta delle nostre tradizioni e la loro riscoperta in alcuni casi, non per moda o per archelogismo, dovranno essere il filo conduttore di un lavoro giornalistico e narrativo.
Proviamo a congelare per un attimo polemiche e contrapposizioni e guardiamo la nostra realtà italiana: è una vera e propria Arca di Noè delle diversità armoniche, di tutte le diversità: più di duecento vitigni autoctoni, circa 420 tipologie di formaggi, centinaia di tipi di pane, centinaia di salumi con una storia e una tradizione, ortaggi e frutta, migliaia di ricette, una tavolozza infinita di sapori come in un paradiso terrestre e, di contro, un nostro modo di vivere quotidiano, di acquistare, di mangiare che sembra ignorare tutta questa diversità con mille motivazioni la prima delle quali è la minore capacità di acquisto dello stipendio delle famiglie.
In realtà lo scostamento tra il patrimonio enogastronomico italiano e gli italiani è dato principalmente dalla mancanza di conoscenza della realtà nella quale viviamo, dalla mancanza di capacità di far circolare i prodotti senza le mille intermediazioni e quindi a un minor prezzo per il pubblico e dalla mancanza di educazione al gusto fin dalle elementari.
Ecco che la televisione, il web, i libri, le riviste dovrebbero imboccare decisamente la strada di un'informazione diversa, nuova, di scoperta e di frontiera.
Ho delle idee e penso che ci sarà modo di sentire il parere di chi segue questo blog ma anche di allargare il discorso al mondo della rete, di saldarlo con molto del lavoro di slow food e di quelli che cercano costruttivamente, dopo alcuni anni di tsunami culturale, di costruire un'alternativa intelligente alla globalizzazione dei sapori, dei gusti e dei prodotti.
E in fondo un "cambiamento d'aria" come il mio può far bene al cervello e alla creatività.
lo scostamento tra il patrimonio enogastronomico italiano e gli italiani è dato principalmente dalla mancanza di conoscenza della realtà nella quale viviamo, dalla mancanza di capacità di far circolare i prodotti senza le mille intermediazioni e quindi a un minor prezzo per il pubblico e dalla mancanza di educazione al gusto fin dalle elementari. Ecco che la televisione, il web, i libri, le riviste dovrebbero imboccare decisamente la strada di un'informazione diversa, nuova, di scoperta e di frontiera.
Ho delle idee...
Fante ha scrittoIo penso che un giornalista d'esperienza come Bonilli sia ancora una risorsa insostituibile
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