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Il senso della vita

da Fante il 18 lug 2008 09:03


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«L'articolo 32 della Costituzione riguarda la libertà di cura - ha precisato Ferrara - e qui non si tratta di cure. Certo è una vita con il più grande degli handicap, l'assenza di una coscienza vigile. Però è sempre una vita».

...

da butter_fly il 18 lug 2008 10:11


non so mai cosa pensare di fronte a queste situazioni, però poi penso che la vita è anche coscienza, consapevolezza, emozioni. una vita appesa ad una macchina, senza coscienza, senza emozioni, per me stessa non l'accetterei. se dovessi decidere della vita di un'altra persona, come ha fatto il padre di eluana, sarei molto combattuta ma alla fine probabilmente arriverei alla sua stessa conclusione. credo che il rispetto della vita non sia il volerla mantenere per forza in uno stato di apparenza come questo, ma possa anche essere la serena accettazione che una vita se ne possa andare.


Re: Il senso della vita

da K1 il 18 lug 2008 10:12


Fante ha scritto
«L'articolo 32 della Costituzione riguarda la libertà di cura - ha precisato Ferrara - e qui non si tratta di cure. Certo è una vita con il più grande degli handicap, l'assenza di una coscienza vigile. Però è sempre una vita».

...



La cosa più triste in assoluto è la strumentalizzazione a fini politici di un dramma che dovrebbe per sua natura restare confinato a una scelta del tutto intima e insondabile. Una vita non è vita soltanto perché non può tecnicamente essere definita morte..

da maxbor il 18 lug 2008 10:56


Non credete che sia ora di legalizzare il "testamento biologico"?

da il_verza il 18 lug 2008 11:46


Sono con Ferrara: la vita altrui è un bene indisponibile, e il contrario di morte è nascita, non vita.

Il testamento biologico, invece, comporterebbe tutta una serie di problemi etici di non facile soluzione.

Io, sano, stabilisco scientemente per quali patologie degenerative non intendo beneficiare di cure a oltranza: “a un dato punto, interrompete le somministrazioni e lasciatemi morire”. Documento datato e firmato in presenza di testimoni, fa fede di testamento biologico in piena regola; al momento sono sano, nel pieno delle mie facoltà fisiche e mentali. Poi insorge la malattia: la combatto, mi curo e faccio il possibile… ma purtroppo la malattia degenera. Si giunge al dato punto

da un punto di vista giuridico, dovrebbe scattare l’interruzione di somministrazione.

Però
ora che affronto la situazione che da sano paventavo per insostenibile, mi avvedo del suo non essere terribile come credevo: “voglio vivere ugualmente, dottore, posso e riesco a sopportare”. Magari, però, non sono nelle condizioni fisiche di comunicarlo… e comunque al dato punto, sempre da un punto di vista giuridico, non sono più in grado di intendere e di volere; a chi dar conto, quindi? Quale volontà far prevalere? Quella sancita nel documento da me datato e controfirmato, che attesta di come io voglia morire, o alla mia sopravvenuta voglia di vivere, manifestata in qualche maniera nel presente stato giuridico di incapacità a intendere e/o volere?

Semplice dottrina, ovviamente… esempi di scuola:
dimostrano però come il testamento biologico possa diventare un obbrobrioso nonsense.
Quindi: a che servirebbe introdurlo? A legarsi le mani, a farsi legalmente del male?

A sgravare i parenti dal peso d'accudire un moribondo?
Una mia persona cara s'è spenta il 31 Maggio scorso. Un sabato mattina... non serenamente: due anni in condizioni gravissime, due mesi in Lungo degenza (dove ti parcheggiano in attesa di morire, a quanto ho capito); soffriva come una bestia, pareva, e noi con lei... adesso è in pace. L'abbiamo accudita col massimo delle attenzioni possibili e immaginabili, per tutto il fottutissimo tempo ch'è stato necessario: certo sarebbe stato allettante, per nostro agio, metterla in una Casa di cura e visitarla un'oretta al giorno. O un giorno sì e uno no, o...


sono con Ferrara

2. quando inizi a preferire il cantabile, all'orecchiabile: allora ti accorgi di essere un melofilo

da Fante il 18 lug 2008 11:49


Mai

La vita è un diritto non un dovere. Se vuoi la sofferenza, soffri. Ma non impormela grazie, non ci tengo.

Non mi sembra giusto interrompere l'alimentazione.

Dovrebbe essere favorito il decesso in modo rapido e indolore.

da il_verza il 18 lug 2008 12:06


Fante ha scrittoLa vita è un diritto non un dovere. Se vuoi la sofferenza, soffri. Ma non impormela grazie, non ci tengo.


Sono/sembrano discorsi da persona sana...

2. quando inizi a preferire il cantabile, all'orecchiabile: allora ti accorgi di essere un melofilo

da Fante il 18 lug 2008 12:14


il_verza ha scrittoSono/sembrano discorsi da persona sana...


Ti dirò
Le mie idee nascono anche da un rapporto, seppur indiretto, quotidiano.
Ripeto.
Fammi scegliere secondo il mio senso della vita. Non secondo quello di Ferrara.

da Strini il 18 lug 2008 12:30


il_verza ha scritto
Fante ha scrittoLa vita è un diritto non un dovere. Se vuoi la sofferenza, soffri. Ma non impormela grazie, non ci tengo.


Sono/sembrano discorsi da persona sana...


Purtroppo in Italia, anche se scegli scientemente di voler interrompere le cure, lì ed in quel preciso momento, questo ti viene impedito.
Se la persona cara di cui parli ti avesse scongiurato di farla smettere di soffrire, tu non avresti potuto farlo: non è un tuo (ma soprattutto un suo) diritto.

"Cos'è l'amore in confronto a una bistecca con le cipolle?" (W. Somerset Maugham)

da il_verza il 18 lug 2008 12:40


Strini ha scrittoSe ti avesse scongiurato di farla smettere di soffrire, tu non avresti potuto farlo: non è un tuo (ma soprattutto un suo) diritto.


E a me sta benissimo così: io avevo il Dovere di curarla, lei non aveva il Diritto di chiedermi una cosa del genere.
Altra faccenda, per me, è il suicidio: non credo in un Dio crudele, per me l'inferno è un (non) luogo deserto.

2. quando inizi a preferire il cantabile, all'orecchiabile: allora ti accorgi di essere un melofilo

da fulvia il 18 lug 2008 16:13


[,

sono con Ferrara
[/quote]


Auguro a Ferrara di raccogliere gli stessi consensi ottenuti col movimento per la vita....a suon di uova marce ed improperi.....
Perchè, checchè se ne dica, Ferrara può sempre decidere di continuare la sua miserabile vita nel modo che più gli aggrada......ma non deve in nesun modo decidere di condizionare la mia che desidero finisca con la dignità con la quale l'ho vissuta.
Dopo 16 anni di stato vegetativo la decisione del Sig. Englaro di lasciare andare la sua Eluana non la colgo come un disfarsi dell'impegno di visitarla tutti i giorni, ma come una decisione di una sofferenza lacerante, che merita il rispetto e il silenzioso cordoglio di ognuno di noi.
Fulvia

...gli adulti che fanno solo gli adulti, senza ascoltare il bambino che è dentro di loro, sono di una noia e tristezza mortale....
O. Vanoni

da tpt il 18 lug 2008 16:17


Fulvia, ti quoto, anzi, ti straquoto.

L'unica cosa che sinceramente mi lascia perplessa è il motivo per cui "accompagnare alla morte" quella ragazza debba gioco-forza significare interrompere la somministrazione degli alimenti e dell'acqua.

Questo io non lo chiamo morire con dignità.

Possibile non ci sia un modo perchè questa sua non vita venga ad avere un termine in modo più caritatevole? E' necessario farla morire di stenti?

da Fante il 18 lug 2008 16:18


fulvia ha scrittoDopo 16 anni di stato vegetativo la decisione del Sig. Englaro di lasciare andare la sua Eluana non la colgo come un disfarsi dell'impegno di visitarla tutti i giorni, ma come una decisione di una sofferenza lacerante, che merita il rispetto e il silenzioso cordoglio di ognuno di noi.
Fulvia


Sono d'accordo. Totalmente.

da Fante il 18 lug 2008 16:22


tpt ha scrittoPossibile non ci sia un modo perchè questa sua non vita venga ad avere un termine in modo più caritatevole?


I mezzi ci sono ma legalmente non è possibile.
Se fossimo un paese civile lo sarebbe.

da il_verza il 18 lug 2008 16:32


fulvia ha scrittoFerrara può sempre decidere di continuare la sua miserabile vita


Come io decido di non partecipare più a questa discussione, divenuta non serena.
Senz'alcun rancore

2. quando inizi a preferire il cantabile, all'orecchiabile: allora ti accorgi di essere un melofilo

da fulvia il 18 lug 2008 16:35


[.

interrompere la somministrazione degli alimenti e dell'acqua.


.....Acqua che non disseta e alimento che non nutre nient'altro che un corpo che senza queste terapie avrebbe trovato pace già sedici anni fa........

...gli adulti che fanno solo gli adulti, senza ascoltare il bambino che è dentro di loro, sono di una noia e tristezza mortale....
O. Vanoni

da fulvia il 18 lug 2008 16:42


il_verza ha scritto
fulvia ha scrittoFerrara può sempre decidere di continuare la sua miserabile vita


Come io decido di non partecipare più a questa discussione, divenuta non serena.
Senz'alcun rancore



Mi spiace, Verza, che tu te ne vada come una soubrette stizzita ma io sono serenissima, anche quando ribadisco che il sig. Ferrara la sua vita decide come viverla e come finirla senza obbligarmi a fare come comoda a lui.
....Perchè dovrei pensare che mi porti rancore? Io esprimevo le mie opinioni e tu le Tue

...gli adulti che fanno solo gli adulti, senza ascoltare il bambino che è dentro di loro, sono di una noia e tristezza mortale....
O. Vanoni

da balcone il 18 lug 2008 16:46


Per Fante: Errato, la vita non è un diritto, è un dono .

Io sto con Ferrara.

Per Fulvia: L'esistenza di ognuno di noi ( nessuno escluso ) è miserabile.

da Fante il 18 lug 2008 16:59


balcone ha scrittoPer Fante: Errato, la vita non è un diritto, è un dono .


Come avrai capito non sono cattolico e ritengo un mio diritto, qualora la mia esistenza mi risulti, per cause evidenti ed oggettive, insopportabile, fonte di sola sofferenza e senza possibilità alcuna di risoluzione, avere la possibilità di porvi fine in modo rapido e indolore.

Dovessi sbagliarmi, sono pronto a confrontarmi con l'Onnipotente.
Ci stimiamo molto in effetti.

da fulvia il 18 lug 2008 17:10


Per Fulvia: L'esistenza di ognuno di noi ( nessuno escluso ) è miserabile.
[/quote]


Da dove ti arriva questa certezza così assoluta?

Io la mia non la ritengo così miserabile, ma forse tu hai notizie più fresche.

...gli adulti che fanno solo gli adulti, senza ascoltare il bambino che è dentro di loro, sono di una noia e tristezza mortale....
O. Vanoni

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