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ENIGMA . . .

da donAttilio il 14 giu 2009 23:54


Per chi ha commesso un delitto con estrema efferatezza, e deve essere comminata una condanna, a vostro avviso, qual'è la sete di vendetta maggiore:

Pena di morte(dove è prevista) ?

Carcere a vita ?

Altro ?

da capohog il 15 giu 2009 00:01


Domanda generica, la condanna comminata deve essere in linea con il crimine e la persona :wink:

Qual'è il delitto efferato?

Per taluni potrebbe essere addirittura il perdono la condanna peggiore :wink:

96 cubic inch of good vibs

da donAttilio il 15 giu 2009 01:10


CAPOHOG ha detto :

Qual'è il delitto efferato?
___________--------------------_______________

La scelta potrebbe essere ampia dal crudele... feroce... disumano :roll:

da Bob il 15 giu 2009 09:31


Altro.

Nego la pena di morte per principio, e il Carcere a vita è una zappa che ci tiriamo sui nostri piedi, visto che ci costa, mantenere della gente che ha fatto del danno alla collettività il loro scopo di vita.

Il topic, se leggo bene tra le righe gli intenti di don Attilio, avrebbe potuto essere intitolato "La pena peggiore".

In questo caso, l'esilio.
Isola deserta (avete presente Papillon?), attrezzi agricoli (in legno) e sementi, animali da cortile. Il necessario per una economia agricola.
Poi, lanciati col paracadute, e dimenticati.
(arrivo a concedere -forse- una segnalazione di emergenza per lancio di medicinali e chirurgie d'urgenza)

Però, non tanto per UN singolo delitto, per quanto efferato esso sia, quanto per la reiterazione del crimine, per il rifiuto di lasciarsi reinserire.

Due isole: una per assassini e stupratori, l'altra per ladri e truffatori.

"Sul vino, bevo qualunque cosa mi raccontiate, sul cibo, ci mastico abbastanza"

da butter_fly il 15 giu 2009 09:40


per me la pena giusta (cioè né migliore né peggiore, ma giusta) è il lavoro. perché dobbiamo mantenerli noi 'sti avanzi di galera? facciamoli lavorare. lavoro socialmente utile, non retribuito (sono loro che devono ripagare la società di un danno fatto), commisurato alle loro forze fisiche, con trattamento umano e civile ma nessuno sconto. sei un assassino giovane e forte? bene: in miniera, o nei campi a raccogliere patate.
non sopporto l'idea che un brutale assassino o chi per esso sia mantenuto in carcere a guardare la tv dalla gente onesta che lavora.


da tpt il 15 giu 2009 09:54


Concordo con Bob. Solo una cosa: in alcuni casi non attenderei la reiterazione del reato per portare lo scellerato in un'isola deserta.

Ad esempio, i rapitori e gli assassini di Tommaso Onofri non hanno, a mio avviso, diritto a nessunissima seconda chance.

Riguardo quel che dice Butter, purtroppo, far si che i detenuti possano essere occupati in un lavoro che permetta loro di mantenersi è spesso utopia: quasi tutte le mansioni (quelle di fatica in primis) prevedono l'utilizzo di utensili, potenzialmente pericolosi per le guardie e per gli altri detenuti.

Ecco perchè l'idea dell'isola deserta mi piace: che almeno si facciano fuori tra di loro. Sopra le loro teste una bella rete metallica con corrente a 220 v. ed intorno tanti begli squaletti affamati.

Così che non si debbano neppure spendere denari per le guardie carcerarie.

da Fante il 15 giu 2009 10:05


Non sarebbe opportuno ricordare che lo Stato deve esercitare la giustizia, non la vendetta?

da tpt il 15 giu 2009 10:12


Difatti: giustizia a mio avviso è riconoscere chi può aver sbagliato e deve pagare una pena detentiva per poter comprendere la gravità del reato commesso e poter un giorno essere realmente reinserito nella società civile. Per poter fare questo è necessario in primis riconoscere chi ha potenzialità di recupero e chi invece no, cercando di concentrare poi tutte le risorse, economiche e non, verso appunto solo i soggetti recuperabili.

Giustizia è anche non chiedere al cittadino onesto di mantenere in carcere personaggi che di umano hanno ben poco. L'umana pietas mi vieta di pensare alla pena di morte, anche per i delitti più efferati ma è giusto che ci si concentri su chi ha sbagliato e può fare tesoro per il futuro dei propri errori.

Tenere in un unico calderone soggetti recuperabili e non è non solo nocivo per chi potrebbe un giorno tornare ad una vita dignitosa ed onesta ma anche utopistico perchè non riabilita proprio nessuno.
Ultima modifica di tpt il 15 giu 2009 11:35, modificato 1 volta in totale.

da Bob il 15 giu 2009 11:19


Fante ha scrittoNon sarebbe opportuno ricordare che lo Stato deve esercitare la giustizia, non la vendetta?

Non mi vendico affatto, anzi.
Concordo con tpt.
E arrivo anche piùin là.
Io auspico un sistema di punizione che, la prima volta, non comporti, inpratica, nessuna detenzione: semplicemente, il colpevole ripagherà, col proprio lavoro, il danno inflitto al singolo o alla società, e sarà obbligatoa frequuentare, da esterno, un corso di rieducazione sociale.
La seconda volta, oltre a quanto sopra, un apena dtentiva breve, ma durissima: del tipo "chi non lavora non mangia", in senso lketterale: 50% col proprio lavoro, e 50% con lavori sgradevoli e pesanti. Una vera "punizione", quindi.
La terza volta.........
Getto via la chiave. Anzi, niente chiave: li dimentico proprio, e non me ne occupo più.

"Sul vino, bevo qualunque cosa mi raccontiate, sul cibo, ci mastico abbastanza"

da donAttilio il 15 giu 2009 13:03


Cerco di chiarire qual'era il mio intento, nel postare questo topic :

1) la domanda era rivolta a VOI, non a coloro che devono applicare leggi e comminare condanne :wink:

2) l'eventuale sentimento di "vendetta" o "giustizia", deve essere esclusivamente di vostra personale espressione :wink:

3) Volutamente l'ho chiamato enigma, e sono stato enigmatico :oops: :oops: :oops: . . . perdonatemi :lol: , ma ero, e sono, interessato alle VOSTRE reazioni :lol:

da Bob il 15 giu 2009 13:13


confermo quanto scritto.
Via.
Lontano dalla Società civile.
Che si scannino tra di loro.

"Sul vino, bevo qualunque cosa mi raccontiate, sul cibo, ci mastico abbastanza"

da tpt il 15 giu 2009 13:23


Orpo, sei davvero enigmatico, questa volta, Don Attilio!

Penso sia evidente a tutti che parlare di crimini commessi a danni di persone che non ci sono vicine ci porta ad essere maggiormente razionali che nel caso un delitto ci colpisca negli affetti più cari.

In questo caso, il dolore, la mancanza di lucidità, la rabbia ed anche, in alcuni casi e per alcune persone, il desiderio di vendetta porterebbe il delinquente a durare quanto un gatto sull'Aurelia se dato in pasto ai parenti della vittima.

Se invece parliamo dei grandi numeri quel che principalmente noto è:

- il desiderio di sapere "come sono andate realmente le cose" perchè spesso anche a condanna passata in giudicato non si arriva mai a conoscere le reali motivazioni e dinamiche di un crimine, soprattutto se particolarmente efferato. So che è stupido pensare che sapere per filo e per segno come si sono svolti i fatti non è in grado di alleviare la sofferenza provata ma da l'illusione che invece questo possa accadere;

- il desiderio che una pena esemplare possa portare a far si che altri delinquenti siano frenati dal commettere lo stesso crimine: pia illusione anche questa ma così è nell'immaginario collettivo;

- il desiderio di un risarcimento materiale: spesso anche in questo caso a termine dell'iter giudiziario si quantifica un danno economico che però per millanta motivi non verrà mai corrisposto alle parti lese;

- una giustizia certa che invece ora tra buona condotta, sconto della pena e quant'altro viene vissuta come una vera presa in giro.

Tornando a quale possa essere quindi una pena giusta per un crimine efferato trovo che l'idea dell'isoletta con due capre e quattro sementi dalla quale non si possa scappare sia quello che più vicino possa essere al dare un minimo di pace: non si torna indietro, il crimine non può essere cancellato ma posso essere certa che quel delinquente non potrà reiterare il reato, posso stare certa che il mio denaro venga speso per reinserire nella comunità delle persone per bene chi ha sbagliato ed ha davvero le potenzialità per espiare la sua colpa e voltare pagina.

da stefanbo il 15 giu 2009 14:46


Boh, andrò controcorrente, sarò considerato il solito utopista, ma il topic mi pare (non ce l'abbia con me DonAttilio) abbastanza strano...
Le varie idee espresse, più o meno (per me MOLTO meno) condivisibili espresse dai vari amici sarebbero semplicemente in un qualsiasi paese civile dell'Europa del Nord (Svizzera inclusa, cara tpt...) considerate come assurde.
Mi spiegate perchè nei paesi del Nordeuropa persino i crimini più efferati NON comportino pene efferate (leggi non solo la televisione, ma anche la possibilità di incontrare sessualmente il tuo/la tua compagno/a)?
Perchè quest'imbarbarimento, cos'è successo al nostro paese... :cry: :cry:
parlare ancora di esilio e/o lavori forzati, IMHO è quasi (so che mi tirerò dietro non poche rampogne 8) ) è come dire la pena di morte no...ma poco ci manca :twisted:
Ma andiamo :?

da balcone il 15 giu 2009 15:39


Non entro nel merito, ma vi rendo edotti del fatto che l'aberrante teoria dell'isola deserta ove sbattere i detenuti è già venuta in mente ai campioni di democrazia dell' ex unione sovietica. Come è andata a finire ? Ve lo lascio scoprire da voi.

da Fante il 15 giu 2009 15:47


Quoto StefanBo
Una società che preveda pene incivili non fa altro che legittimare certi atti
Mi sembra si stia perdendo quel minimo senso di clemenza tipica delle popolazioni evolute.

da Fante il 15 giu 2009 15:54


E quoto pure Balcone :shock:
Ma aggiungerei che l'idea del confino era anche del pelatone, svillupatasi poi nei campi di concentramento in Croazia sull'isola di Rab

da Strini il 15 giu 2009 16:36


Il quesito è interessante...

La vendetta perfetta è, a mio modo di vedere, l'occhio per occhio, che non a caso è stato per millenni la base su cui veniva amministrata la giustizia.
Ovviamente, non funzionava allora, né tantomeno funzionerebbe oggi, ma la ritengo la pena giusta. 8)

P.S. E' curioso vedere come oggi si paghino migliaia di euro al mese per andare dove il pelatone mandava in confino :lol: :lol:
Ultima modifica di Strini il 15 giu 2009 16:45, modificato 1 volta in totale.

"Cos'è l'amore in confronto a una bistecca con le cipolle?" (W. Somerset Maugham)

da giugium il 15 giu 2009 16:36


pena di morte...per impiccagione però, i proiettili, l'elettricità e le iniezioni costano

da Fante il 15 giu 2009 16:44


Strini ha scrittoP.S. E' curioso vedere come oggi si paghino migliaia di euro al mese per andare dove il pelatone mandava in confino :lol: :lol:


...senza contare che nei villaggi vacanze poi ti trattano come se fossi in un lager 8)

da butter_fly il 15 giu 2009 16:51


personalmente ho sempre pensato che la pena di morte non sia una pena sufficiente. dove ancora è applicata, non funziona da deterrente, ed è fondamentalmente sbagliata perché se io non devo uccidere allora neanche lo stato deve farlo. ma ho detto "insufficiente", il che significa che per me è poco: vedo la morte quasi come un favore fatto al criminale, che passa appunto a miglior vita, senza così avere la possibilità di ripagare del suo male né, se possibile, di redimersi. non sprecherei isole per esiliare questo o quell'altro: resto convinta che il lavoro (anche se non so sotto quale specifica forma) sia l'unica soluzione giusta e pure umana... di disumanità ce n'è abbastanza.


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