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Le medicine alternative

da Fante il 01 lug 2009 11:51


Un consiglio per una buona lettura.... 8)

Le alternative. Guida critica alle cure non convenzionali - Giorgio Dobrilla

“Mi curerò con una medicina alternativa il giorno in cui mi ammalerò di una malattia alternativa”

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Giorgio Dobrilla continua nella sua preziosa opera di analisi delle medicine non convenzionali, dopo aver affrontato in altri libri il problema dell’omeopatia e della fitoterapia.

La medicina “ufficiale” non è, purtroppo, una componente della scienza, anche se notevoli passi in avanti vengono fatti tutti i giorni; oggi, ad esempio, è possibile valutare l’efficacia dei trattamenti pur non conoscendo quasi mai quali siano i loro meccanismi d’azione.

Gli studi clinici controllati e randomizzati, adeguatamente condotti, sono un potente strumento che permette di passare dalla medicina basata sulle impressioni alla medicina fondata sulle prove (evidence-based medicine). Bisogna comunque sottolineare che l’evidenza è oggi ancora limitata a una parte degli atti medici; questa mancanza di certezze è quindi diffusa anche nella medicina ufficiale, pur tuttavia in un clima generale di ricerca per ottenere risposte. È questa incertezza, unita a un’atmosfera di magia che circonda la medicina, ciò che rende attraente la medicina alternativa. È sintomatico, in questo senso, che alla medicina alternativa non faccia eco una chimica, una fisica, una matematica alternativa.

La medicina ufficiale è difficile da comprendere, perché è relativamente complessa, è fatta di risposte relative, non ha mai certezze per il singolo caso, essendo basata sulle probabilità. La medicina alternativa, invece, in generale è semplice, basata su pochi principi: in altre parole è autoreferenziale, perché di fatto, invocando peculiari caratteristiche, non vuole sottoporsi alle regole della verifica scientifica...


Dalla Presentazione di Silvio Garattini

“Mi curerò con una medicina alternativa il giorno in cui mi ammalerò di una malattia alternativa”. Questa battuta, della madre di un collega televisivo, contiene una grande saggezza. Cioè che la medicina è una sola: quella che dimostra la sua efficacia nel curare. Di qualunque tipo essa sia. Nella ricerca medica (e nella scienza in generale) se una scoperta funziona è ben difficile che rimanga emarginata, o che addirittura si crei un complotto mondiale tra i ricercatori per tenerla al bando... E per decenni!

Per trentennale esperienza personale (da quando nel 1978 fondai il primo comitato di scettici dopo un’inchiesta televisiva sul mondo del paranormale) so bene quanto sia diffuso il pensiero magico.
L’Italia è piena di persone insospettabili, per esempio, che credono nell’astrologia (grandi allenatori di calcio che formano la squadra seguendo l’oroscopo della settimana, grandi aziende che consultano astrologi per l’assunzione del personale in base alla data di nascita, o un grande presidente della Repubblica che ascoltava l’oroscopo del giornale radio della Rai prima di prendere una decisione...). Moltissime persone, del resto, credono anche nei sogni premonitori, nella telepatia, nel malocchio e nelle fatture.

Esiste quindi una diffusa predisposizione a estendere il pensiero magico alle medicine alternative, anche perché in questo caso entrano in gioco altri fattori: l’idea che l’industria del farmaco non abbia interesse a diffondere dei rimedi “naturali” perché ci guadagnerebbe meno; il sospetto che i medici siano chiusi nella torre d’avorio della medicina “ufficiale”, e in certi casi addirittura complici delle case farmaceutiche; dall’altra parte, invece, la grande attenzione che i medici “alternativi” dedicano al paziente, con lunghi e approfonditi colloqui e con il dichiarato intento di curare “non la malattia ma la persona”, grazie a una sintesi psico-fisica che certamente già di per sé provoca una reazione positiva nel paziente. Molto più delle frettolose prescrizioni dei medici “ufficiali”. A tutto ciò si aggiunge la sensazione che questo tipo di approccio sia più “onesto”, perché rifiuta la logica industriale della medicina “chimica” (che spesso provoca effetti collaterali) e propone invece una medicina “dolce”, più vicina agli equilibri naturali...


Dalla Prefazione di Piero Angela

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