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Servizio di leva

da tiger il 15 lug 2009 12:19


Prendendo spunto da un altro topic..ho deciso di aprire questo:
ritenete utile il servizio di leva? Non solo inteso come anno perso..ma come sperienza di vita atta a formare i giovani e a farli uscire per la prima volta di casa?....Si richiedono pareri e perchè no esperienze personali...anche se è passato un po' di tempo...spero di non far intristire Fante, facendogli ricordare la giovinezza ormai perduta.. :lol: :lol: (come era successo in un altro post).

Personalmente sono rimasto un po' indietro sul come funziona oggi..ma per me è stata un'esperienza bellissima e non tollero quei piagnoni che pur di non farlo si son fatti riformare per presunti malanni o pazzie..

Io l'ho fatto svolgendo il ruolo di "cassiere dello spaccio truppa"..ma mi annoiavo..così mi sono dato volentieri per tante missioni tra cui Vespri Siciliani, Capo Teulada..in Somalia non m'hanno voluto... :cry:

da Fante il 15 lug 2009 12:26


Non saprei definire se utile. Anacronistica senz'altro.

Per me è stata un'esperienza interessante perchè mi sono fatto un anno di infermeria e quindi ho imparato un po' di primo soccorso le risate che mi sono fatto quando hanno portato uno dalla falegnameria che s'era affettato le dita con la sega elettrica e un po' di veterinaria :shock: io e l'ufficiale medico abbiamo fatto partorire la gatta

Ho visto parecchi casi.... la maggior parte dei ragazzi si divertiva come pazzi. Qualcuno invece proprio non ce la faceva e per molti era davvero dura. Altri ancora si sono letteralmente rovinati. Ho in mente un paio di timidi che dopo un anno di disco con gli amichetti fighi si impasticcavano come asini...

da silbusin il 15 lug 2009 12:39


il servizio di leva servirebbe ancora se fosse fatto un poco più seriamente, se fosse come quello degli ultimi tempi è uno spreco di tempo e soldi. imparare ad obbedire non è facile, tanto meno comandare. purtroppo c'è chi sviluppa durante la leva (specie se ufficiale) disturbi comportamentali che si ribattono poi nella vita civile.
quello che dovrebbe essere obbligatorio per tutti (maschi e femmine) è un anno di servizio civile: ma non nelle biblioteche o nei musei, ma nelle comunità di recupero, nelle case per anziani, nei servizi per portatori di handicap, nella protezione civile, ecc.
sono sicuro che una significativa percentuale di fighette con le chiappe fuori e di pischelli con D&G fuori dai pantaloni capirebbero un poco di più della vita.
ma noi siamo ormai una geronto-classe e finiamo a scrivere sui forum dei bicchieri per l'acqua nelle osterie. :wink:

da capohog il 15 lug 2009 12:45


Non esiste più il servizio di leva ma un'esercito a ferma volontaria, diciamo di professionisti. E concettualmente la cosa non mi fa impazzire dalla contentezza.
Come "figlio d'arte" (papà ufficiale di carriera che s'è fatta la sua bella guerra) :wink: non mi sono mai posto il problema se cercare di svicolare, lo volevo fare. E l'ho fatto; non nei bersaglieri come mio padre (avrei risparmaito sull'acquisto della sciabola) ma per le imperscrutabili vie dell'esercito sono finito in artiglieria (ed ho riciclato la sciabola di mio zio :wink: ). Esperienza positiva, soprattutto per quanto attiene l'assunzione di responsabilità oltre ad imparare un po' di governo del personale. Mi sono divertito anche un casino ( a quell'età e lontano da casa vorrei ben vedere :D ).
Anche nel caso del servizio di leva sono molti i pro ed i contra, io sono convinto, personalmente, che qualunque esperienza, positiva o negativa, t'insegna qualcosa. Esistevano, come dappertutto, però delle realtà d'imboscamento e perdita di tempo tali da risultare estremamente frustranti per chi fosse costretto a viverle. Realtà che probabilmente si sono anche consolidate nel tempo grazie ad una certa abitudine di "raccomandare politicamente"(una delle tante sfaccettature del voto di scambio) il najone per mandarlo in un posto vicino a casa e poco operativo (e la fidanzata, e la mamma, e il cane, e il gatto e l'accidenti che ti porti.)
Chi era in caserme più operative aveva meno tempo alla fin fine di annoiarsi e riusciva a fare esperienze cose diverse dall'abituale.
Se fatto bene a mio avviso è (era) un ottimo sistema per disciularsi ed imaparare a dare molto anche in condizioni di stress.
(Con episodi divertenti:ricordo le facce di alcuni comilitoni al corso che si trovarono costretti a fare il cubo e mai fino allora si erano rifatti il letto, ci pensava la mamma . Oppure il sottoscritto che doveva fare il nodo alle cravatte di metà camerata :lol: :lol: ).
Impari anche ad interagire con persone diverse e non solo quelle che ti scegli. Insomma a me è servito e certe cose come il fare squadra, il darsi sostegno, darsi un metodo restano.
Poi ognuno lo può vivere in maniera diversa :wink:

96 cubic inch of good vibs

da butter_fly il 15 lug 2009 14:06


hai centrato, capohog: certi ometti che non hanno fatto il militare non sanno neanche rifarsi il letto :twisted:
il servizio civile obbligatorio, per maschi e femmine, lo vedrei con molto favore. ma nessun governo avrà mai le OO per proporlo, temo. in inghilterra credo ci sia una proposta del genere in studio, ma non ne sono sicura: avevo letto qualcosa a riguardo qualche tempo fa.


da capohog il 15 lug 2009 14:13


In effetti un servizio civile obbligatorio potrebbe essere una cosa interessante per ambo i sessi, ma ci vorrebbe anche qualcosa che insegnasse l'esistenza di norme ed i loro rispetto... non lo vedo molto facile. :?
In ogni caso dopo l'abolizione della leva obbligatoria l'introduzione di un servizio civile obbligatorio non avrebbe molto senso, anzi verrebbe sicuramente male interpretato (lo stato che vuole risparmaire sui soldi dell'assistenza) :?
Tanto valeva lasciare l'obbligatorietà del servizio di leva....

96 cubic inch of good vibs

da grasderost il 17 lug 2009 18:18


Impari anche ad interagire con persone diverse e non solo quelle che ti scegli. Insomma a me è servito e certe cose come il fare squadra, il darsi sostegno, darsi un metodo restano.


Quoto.

Il mio anno di naja è un gran bel ricordo: sono passati vent'anni ma da allora io e i miei paricorso ancora ci vediamo, almeno due volte all'anno.
E' nata una grande amicizia proprio per il fatto che eravamo tutti lontani da casa e quindi ci siamo uniti molto.
Oggi i miei pari sono miei amici e tutte le volte che ci vediamo è bello raccontarsi gli episodi vissuti e le volte che ci siamo aiutati l'un l'altro.
L'anno di naja mi ha fatto sicuramente crescere e mi ha regalato qualcosa di bello: almeno questa è stata la mia esperienza. :)

da Paulyste il 17 lug 2009 19:27


capohog ha scrittoNon esiste più il servizio di leva ma un'esercito a ferma volontaria, diciamo di professionisti. E concettualmente la cosa non mi fa impazzire dalla contentezza.
Come "figlio d'arte" (papà ufficiale di carriera che s'è fatta la sua bella guerra) :wink: non mi sono mai posto il problema se cercare di svicolare, lo volevo fare. E l'ho fatto; non nei bersaglieri come mio padre (avrei risparmaito sull'acquisto della sciabola) ma per le imperscrutabili vie dell'esercito sono finito in artiglieria (ed ho riciclato la sciabola di mio zio :wink: ). Esperienza positiva, soprattutto per quanto attiene l'assunzione di responsabilità oltre ad imparare un po' di governo del personale. Mi sono divertito anche un casino ( a quell'età e lontano da casa vorrei ben vedere :D ).
Anche nel caso del servizio di leva sono molti i pro ed i contra, io sono convinto, personalmente, che qualunque esperienza, positiva o negativa, t'insegna qualcosa. Esistevano, come dappertutto, però delle realtà d'imboscamento e perdita di tempo tali da risultare estremamente frustranti per chi fosse costretto a viverle. Realtà che probabilmente si sono anche consolidate nel tempo grazie ad una certa abitudine di "raccomandare politicamente"(una delle tante sfaccettature del voto di scambio) il najone per mandarlo in un posto vicino a casa e poco operativo (e la fidanzata, e la mamma, e il cane, e il gatto e l'accidenti che ti porti.)
Chi era in caserme più operative aveva meno tempo alla fin fine di annoiarsi e riusciva a fare esperienze cose diverse dall'abituale.
Se fatto bene a mio avviso è (era) un ottimo sistema per disciularsi ed imaparare a dare molto anche in condizioni di stress.
(Con episodi divertenti:ricordo le facce di alcuni comilitoni al corso che si trovarono costretti a fare il cubo e mai fino allora si erano rifatti il letto, ci pensava la mamma . Oppure il sottoscritto che doveva fare il nodo alle cravatte di metà camerata :lol: :lol: ).
Impari anche ad interagire con persone diverse e non solo quelle che ti scegli. Insomma a me è servito e certe cose come il fare squadra, il darsi sostegno, darsi un metodo restano.
Poi ognuno lo può vivere in maniera diversa :wink:


Adj Chef Chanc EM Gr Art 49/A sdt Fontana
(traduzione:vicecapo cancelleria di Stato Maggiore Gruppo d'Artiglieria 49/A soldato Fontana) a rapporto!

Concordo! Certo la mia esperienza è diversa perché faccio parte dell'esercito svizzero e perdipiù sono prevalentemente nell'ufficio di Stato Maggiore e quindi attorniato quasi solo da alti ufficiali (ora, nei corsi di ripetizione) e prima, durante la scuola reclute, comunque nell'ufficio di una batteria di artiglieria (ma in ufficio poco importa in quale arma si è).
Ai tempi avevo cercato in tutti i modi di schivare... poi infine mi hanno convinto. Primi giorni durissimi, insopportabili, quindi man mano è divenuta un'esperienza che ricorderò sempre con piacere (come è tutto sommato bello, o anzi ancor meglio, fare i corsi di ripetizione), benché estenuante per i ritmi (non ridete: forse non stavo in un obice blindato 5-6 ore al giorno, ma stavo in ufficio dalle 06.45 alle 24 o all'una - una volta le quattro - del giorno successivo, con 20 minuti per il pranzo e 20 per la cena :evil: ). Io già sono iperdisciplinato, iperdiligente, iperpreciso (ma ho ancora imparato), ma indubbiamente a molti - quelli che non riescono a fare il letto, o cose simili - è servito ancora di più. Molto dipende anche dalla classe degli ufficiali: i miei grazie a dio non erano allievi del generale Cadorna, anzi pure in rapporto molto formale siamo riusciti a stimarci a vicenda. Poi, ovvio, la fortuna ha voluto che non finissi in mezzo ai granatieri, universalmente noti in Svizzera come cricca di neonazisti esaltati. Fante rimarrà sopreso che una checca come me sia sopravvissuto a un'esperienza simile... curioso per davvero (i miei amici temevano seriamente per la mia incolumità fisica). Bellissima, e qui chiudo, l'effettiva possibilità di incontrare in contatto con persone molto differenti da me, professorino accademico, per provenienza sociale e per istruzione: spesso capita di trovare più stima per questi "altri", che non per i tuoi "consimili" che tentano di imboscarsi ogniqualvolta c'è un po' da faticare...

da Fante il 17 lug 2009 19:32


PaulySte ha scrittoCerto la mia esperienza è diversa perché faccio parte dell'esercito svizzero


E' vero che il fucile dell'esercito svizzero è anche cavatappi cacciavite e tagliaunghie?

da Paulyste il 17 lug 2009 19:43


Fante ha scritto
PaulySte ha scrittoCerto la mia esperienza è diversa perché faccio parte dell'esercito svizzero


E' vero che il fucile dell'esercito svizzero è anche cavatappi cacciavite e tagliaunghie?


Se insisti ti mostro l'arnese, così puoi toccarlo con mano 8)

da Paulyste il 17 lug 2009 20:33


Sì, lo ammetto sono stato più triviale di uno zappatore del Genio :oops:

da tiger il 18 lug 2009 09:27


....Beh...alla fine i giudizi sono abbastanza concordi: un anno perso..almeno come al solito soldi buttati...vista l'utilità...ma una gran bella esperienza di vita che mette a confronto ragazzi di tutta Italia...e che crea amicizie quasi indissolubili....Poi ognuno avrà i suoi aneddoti...certo con i "cellulari" tutto è più facile, ricordo quando si chiamava a casa le interminabili code alle cabine con le schede telefoniche! Così come ricordo, una sera, una recluta viene da me allo spaccio e compra una lattina di benzina per lo zippo.....questo stordito esce e si da fuoco nel piazzale! Per fortuna è stato "spento" subito...ed ha rimediato un sacco di calci! Tutto per essere riformato! Alle volte facevano più paura i racconti di chi aveva già fatto il servizio militare....quelli si, che ti facevano temere il peggio...eh già oggi non ci sono più i "fanti" di una volta. :P

da Bob il 18 lug 2009 10:30


Intanto, io credo che vada separata l'esperienza di chi ha fatto un corso ufficiali, e di chi è stato nella bassa forza. A fronte di un corso di cinque mesi relativamente duro, i primi si gestivano un successivo anno di naja in posizione ragionevolmente morbida, se non addirittura di privilegio.
I secondi, invece, erano sottoposti ai capricci delle destinazioni.
E' vero: io non sono riuscito a fare il corso ufficiali, e ho ripiegato sull'areonautica a pzza Novelli, a un passo da casa, dove però, me l'hanno fatta scontare ogni giorno dei 15 mesi: quando in tutto il resto d'italia si usciva più o meno quando si voleva, io sono stato mandato dal barbiere anche tre volte in un giorno, e la punizione consisteva nel negare i permessi, cosa per la quale non è necessaria alcuna ragione valida. Non so se mi spiego. L'alternativa era farsi trasferire, magari a Perdas de Fogu.
Io lavoravo già, e mi serviva.
Per essere sinceri, io ricordo la naja come un periodo molto meno brutto di quanto lo si dipingeva, ma molto più frustrante. Forse ha ragione chi dice che nel servizio militare, o fai il "militare", o ti rompi come pochi.
Io era un emulo di Paul: servizio allo Stato Maggiore, compito: servizi agli ufficiali. Quello meno alto in grado era un maggiore, ed era una pasta d'uomo. Poi, c'erano i vari (tanti) generali, ed erano tutta gente in gamba, e infine, nel mezzo, i vari colonnelli e tenenti colonnelli, nei quali era difficile definire il più arrogante.
Mi sono tolto un paio di sassolini, comandando di servizio alcuni di loro.....Tanto, mica firmavo io, gli ordini.
Concordo sul servizio civile, o, meglio, concordo sulla assoluta necessità di un periodo in cui a) si sia affidati a se stessi, senza la mamma b) si impari a comandare c) soprattutto, sii impari che ubbidire non è un delitto.
Meglio se, nello stesso periodo, si impara che il mondo è un tantino diverso dalla tua stanza.

"Sul vino, bevo qualunque cosa mi raccontiate, sul cibo, ci mastico abbastanza"

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