"Da tempo si sapeva che le aziende, per risparmiare sui costi, importavano carni sudamericane per la lavorazione della bresaola. Di per sé non è reato. Resta una domanda: è giusto che in un prodotto Igp si possano utilizzare in maniera lecita le carni allevate a migliaia di chilometri di distanza e da capi processati in strutture di cui non si sa nulla relativamente all’organizzazione interna e ai controlli sanitari cui dovrebbero essere soggette? E ancora: perché alla carne bovina è stata imposta, dopo la Bse, la tracciabilità obbligatoria e in un salume prodotto con la stessa carne non sia stato imposto alcun obbligo? "
Già visto un servizio simile (penso su Report, ma non ci giurerei) tempo fa.
La domanda fondamentale dell'articole à proprio quella sull'IGP: quanto scritto dimostra, detto a chiare lettere, che è una denominazione che non serve assolutamente a nulla, anzi oserei dire inannevole, visto che sono arciconvinto che 99 italiani su 100 se chiedeste loro se in un prodotto IGP puoi utilizzare come in questo caso materie prime di paesi distanti decine di migliaia di chilometri risponderebber di no.
Che tristezza...