da Bob il 13 apr 2010 18:10
I metodi vanno bene tutti,se usati TUTTI e con parsimonia. Quello che i fan di Erode spesso dimenticano (ammetto, io, una certa simpatia per quel re, ce l'ho) è che portare un figlio al ristorante fa parte del processo educativo, e, come tale, non è un optional: è un dovere.
Altre volte ne abbiamo parlato, m, alla fine, si arriva sempre alla stessa conclusione: non è il bambino che disturba, ma il disinteresse del genitore, o la sua insipienza. Mi urtano sia quelli che continuano a chiacchierare con gli amici mentre il pargolo attenta alla vita dei commensali, sia quelli che sbraitano a voce altissima "PIANTALA O TI PICCHIO! SE NON LA SMETTI TI DO UN CEFFONE! GUARDA CHE LE PRENDI!" e, ovviamente, non muovono un dito.
Di ritorno dalla Corsica, sul traghetto ho trovato un bambino che definirlo rompiballe era un eufemismo: tre ore di nenia capricciosa continua. Ma l'ho sopportato con pazienza, perchè i genitori, con altrettanta pazienza, si sono sforzati di fargli capire che il suo atteggiamento era sbagliato, senza peraltro cedere mai alle sue richieste assurde, inserendo anche promesse di castigo in tono pacato, presentandole come ovvia conseguenza dell'avere infranto le regole della buona educazione.. Io mi sono scocciato parecchio, ma vedevo che stavano facendo del loro meglio.
Detto in confidenza, io sono un fautore del "quanno ce vo', ce vo', a due a due finché son dispari". Ma pare che le corti penali non siano d'accordo con me.
"Sul vino, bevo qualunque cosa mi raccontiate, sul cibo, ci mastico abbastanza"