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Stangata sul pesce? Non compratelo!

da gobbaccio il 05 giu 2008 10:12


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da gobbaccio il 05 giu 2008 10:12


Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate

da Strini il 05 giu 2008 10:19


Mi sembra che per noi privati ci sia poco da fare se non seguire il tuo consiglio. Ovviamente per i ristoratori i problemi saranno ben maggiori...

"Cos'è l'amore in confronto a una bistecca con le cipolle?" (W. Somerset Maugham)

da Fante il 05 giu 2008 10:51


Non ho capito una cosa... :oops:

Perchè la chiusura Pur comprendendo le ragioni...Astenersi dall'acquisto di pesce non è contrario alla protesta dei pescatori, anzi....no?

da gobbaccio il 05 giu 2008 11:20


Beh... in teoria sì, in pratica forse no. Anche perchè se il pesce resta invenduto, poi quando riparte la pesca ne servirà meno. Ma al di là delle considerazioni puramente economiche, resta il fatto che in questi giorni ci si può aspettare di tutto, soprattutto a livello di frodi perpetrate. E allora meglio non correre rischi.

Vi copio/incollo quest'articolo pubblicato oggi da Slowfood

L’altra faccia della crisi alimentare: agricoltori, allevatori, pescatori di mezza Europa in sciopero
04/06/2008 - Sloweb


Mentre a Roma si svolge il summit Fao sulla crisi alimentare planetaria, vediamo oggi cosa sta succedendo nel mondo agricolo della ricca Europa.
In una parola, sciopero.

In Francia, Spagna, Portogallo e Italia i pescatori hanno incrociato le braccia contro il gasolio troppo caro e la restrizione per il 2009 delle quote pesca nell’Ue (-25%). La situazione però, e dispiace dirlo per quei pescatori che non riescono più a tirare a campare, sembra senza uscita se non si rivoluziona il settore della pesca, ad oggi totalmente insostenibile. Esso infatti si basa su un forte sfruttamento degli stock ittici e sul petrolio, e ormai non ci sono più né l’uno, né l’altro.

Gli allevatori tedeschi hanno deciso di gettare il latte piuttosto che venderlo a prezzi giudicati da fame. Chiedono di essere pagati 43 centesimi al litro invece dei 28-34 centesimi, poichè negli ultimi mesi i costi di produzione sono aumentati del 6%, conseguenza della corsa dei prezzi dei cereali usati per nutrire il bestiame. Allo stesso tempo, per tener bassi i prezzi, i supermercati hanno tagliato pesantemente i compensi ai produttori. Der Spiegel avverte che il latte sta già scarseggiando sugli scaffali dei negozi tedeschi, mentre si stanno unendo alla protesta gli allevatori di Francia, Olanda e Paesi Baltici.

In Italia intanto scioperano gli allevatori di maiali: per ora si limitano a non consegnare i certificati necessari alla produzione di salumi Dop. L'epicentro è in Emilia e in Friuli, vale a dire prosciutti di Parma e San Daniele. Vogliono che la carne sia loro pagata almeno 1,5 euro al chilo. Dicono che le cifre loro riconosciute non hanno assolutamente tenuto conto dell'aumento dei costi di produzione.

Se l’Istat rivela che in Italia i prezzi degli alimentari alla distribuzione sono aumentati del 5,5% in un anno, significa che chi ci sta perdendo sono sia i produttori che i consumatori, mentre in mezzo c’è chi ci guadagna eccome: la grande distribuzione e le multinazionali dell’agroindustria (clicca qui per vedere gli utili delle company).

Fonte:
Blogeko.info
Der Spiegel
Guardian
Messaggero Veneto
Reuters
Swiss Info


Luca Bernardini
l.bernardini@slowfood.it

da Fante il 05 giu 2008 11:26


Ma come ? La GDO specula? Impossibile....non erano associazioni umanitarie?

Una delle perdite che la GDO deve coprire è il flop dei farmaci al super. :lol:

Chissà se mai nessuno farà il mea culpa per una operazione cialtrona spacciata per un favore ai cittadini

da Bob il 05 giu 2008 11:28


Non credo sia così semplice...
Potrebbe essere visto come un appoggio.
Il fatto è che, se non ci sono pesci sui banchi, non che che ci si "astiene" dal comprarlo: non c'è proprio. Se invece c'è a maggior prezzo....allora è soltanto una speculazione (nel caso peggiore) dei venditori, che, avendo poca merce, ne tengono alto il prezzo facendone una merce di elite, oppure dei pescatori stessi (quelli che pescano) che approfittano della situazione per spuntare maggiori compensi.
Comunque, se davvero i prezzi dovessero aumentare oltre misura, sarà il mercato stesso a spingere verso il surgelato (o congelato) o verso i pesci di allevamento.
In ogni caso, chi ci rimetterà saranno sempre i pescatori. Purtroppo.

"Sul vino, bevo qualunque cosa mi raccontiate, sul cibo, ci mastico abbastanza"

da Bob il 05 giu 2008 11:34


gobbaccio ha scritto Chiedono di essere pagati 43 centesimi al litro invece dei 28-34 centesimi, .........

In Italia intanto scioperano gli allevatori di maiali: per ora si limitano a non consegnare i certificati necessari alla produzione di salumi Dop.

Ne ha parlato il TG1 di ieri. Diceva però che il prezzo pagato attualmente (in Italia) è di 38 c, mentre sosteneva che non erano i certificati a non essere consegnati, ma proprio i maiali stessi.
Non che mi fidi più di tanto del TG1.... :roll:

"Sul vino, bevo qualunque cosa mi raccontiate, sul cibo, ci mastico abbastanza"

da acidrave il 05 giu 2008 12:17


Bob ha scritto
gobbaccio ha scrittoIn Italia intanto scioperano gli allevatori di maiali: per ora si limitano a non consegnare i certificati necessari alla produzione di salumi Dop.

Ne ha parlato il TG1 di ieri. Diceva però che il prezzo pagato attualmente (in Italia) è di 38 c, mentre sosteneva che non erano i certificati a non essere consegnati, ma proprio i maiali stessi.
Non che mi fidi più di tanto del TG1.... :roll:


I maiali per la produzione del Parma arrivano (anche) da molti allevatori della provincia di Cuneo, e fino ad una settimana fa la loro era solo una minaccia, non avevano ancora messo in pratica quanto annunciato agli organi di stampa, e penso che non lo abbiano ancora fatto.

da Infry il 06 giu 2008 16:01


[quote="Fante"]Ma come ? La GDO specula? Impossibile....non erano associazioni umanitarie?

Salve, sono l'autore dell'articolo di Slow Food sopra citato.
Che la GDO speculi non è certo una novità, il problema è quanto, soprattutto in questo periodo di crisi alimentare (vedi vertice Fao appena concluso).
Vi metto sul piatto qualche dato:
"Cargill ha registrato un +86% di ricavi per il primo trimestre 2008 rispetto allo stesso periodo nel 2007, Bunge +77%, Adm, il più grande commerciante di cereali a livello mondiale, +65% raggiungendo la cifra record di 2.2 miliardi di dollari di fatturato, e la tailandese Charoen Pokphand Foods prevede una crescita degli incassi del 237%.
Ma non se la passano male nemmeno i principali attori della grande distribuzione organizzata: la catena di supermercati britannica Tesco segnala un aumento del 12% del fatturato rispetto al 2007, andamento positivo anche per Carrefour in Francia e Wal-Mart negli Usa, tutti grazie alle vendite di alimentari.
Le aziende di prodotti agrochimici o venditrici di semi si fregano le mani: tra il 2007 e 2006 Monsanto + 44% degli utili, DuPont +19%, Syngenta +28%."
Non male vero!

Per quanto riguarda il pesce in particolare, la situazione odierna era ampiamente prevedibile, se non inevitabile, per due ragioni. Primo perchè la pesca è legata a doppio filo al petrolio, visto a cosa vanno i pescherecci. Le scorte stanno finendo, o meglio le scorte facilmente ed economicamente estraibili. I futures sul petrolio lo quotano a 200 dollari al barile per fine anno, e questi certificati finanziari non si sbagliano quasi mai di molto.

Secondo: la pescosità dei nostri mari. Il 3 novembre 2006, un’équipe internazionale di biologi ed economisti ha pubblicato sulla rivista scientifica Science i risultati di un lavoro di ricerca durato 4 anni, intitolato Impact of Biodiversity Loss on Ocean Ecosystem Services, nel quale si fa il punto della situazione sullo stato di salute di mari e oceani.
L’articolo di Science fotografa un progressivo, inarrestabile depauperamento della biodiversità nelle acque del pianeta. Stando alle stime effettuate dai ricercatori, il numero di stock ittici con interesse commerciale si sarebbe ridotto di quasi un terzo: per l’esattezza, il 29% di essi avrebbe ormai raggiunto il cosiddetto “punto di esaurimento” (in inglese collapse che rende meglio l'idea), espressione che indica come la pesca di queste specie renda oggi oltre il 90% in meno di quanto facesse in passato.
I ricercatori prevedono per l’anno 2048 la scomparsa pressoché totale del pesce con valore commerciale dagli oceani.

Visioni apocalittiche certo, ma questi calcoli sono stati fatti segundo il trend della pescosità e dell'impatto di questa attività in diversi anni.

Ai voglia a lamentarti del prezzo del pesce fresco, fra un pò non ce ne sarà più ne surgelato, ne essiccato...

E l'allevamento non è certo un rimedio, visto che oggigiorno le specie maggiormente utilizzate in acquacoltura sono carnivore.
I mangimi utilizzati nell’acquacoltura intensiva sono composti principalmente da farina e olio di pesce, in percentuali che arrivano sino all’80%. A volte per ottenere un chilo di pesce si utilizzano 5 chili di pesce selvatico. Questo è un paradosso: si cerca di diminuire l’impatto ambientale di un’attività (la pesca) sostituendola con un’altra (l’acquacoltura) che direttamente o indirettamente stressa ancora di più gli ecosistemi.

Fatte queste considerazioni, i prezzi del pesce saliranno, e di brutto, pesce fresco allevato-selvatico o surgelato che sia .
Scusate se mi sono dilungato

PS: gli allevatori di maiali in Italia per adesso non consegnano i certificati, ma se la situazione non cambia per la prossima settimana potrebbero dare adito ad iniziative meno "soft".

da Fante il 06 giu 2008 16:11


Ciao e benvenuto

Ti ringrazio per l'intervento tanto dettagliato

La mia considerazione nasce dalle pressioni continue e costanti di certe associazioni consumatori che indicano nella GDO la risoluzione di tutte le problematiche economiche attuali

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