Riallacciandomi a bovinodoropa racconto questo aneddoto, vero, proprio per far capire come comunque i nostri corpi non sono abituati (per usare un modo gentile e diplomatico di esprimermi) alla composizione chimica del novello.
Frequentavano il mio winebar due "clienti" che a dir poco erano spugne, ma entrambi reggevano con gran disinvoltura bocce su bocce di vino, di tutti i tipi.
Vennero entrambi ad una degustazione gratuita (ahiahiahi
) di Novello organizzata da una nota casa italiana.
Non bevvero neanche troppo, visto che comunque il vino non era illimitato, diciamo una bottiglia, forse una e mezza a testa.
Uno aveva gli occhietti ridotti a capocchie di spillo, farfugliava e rideva, insomma, ciucco come non l'avevo mai visto in vari anni, dopo ben più abbondanti libagioni.
Per l'altro la cosa sembrava più drammatica.
Aveva l'ufficio proprio sopra il winebar e con la scusa di avere sonno se n'era andato. Visto che non ricompariva più qualcuno provò a chiamarlo al cellulare, poi suonando al campanello, infine, preoccupatissimi, chiedendo al portiere di aprire la porta, temendo il peggio.
Si presentò ai "soccorritori" un'immagine drammatica: il tizio con le gambe sul divano ed il tronco per terra, insomma dato per morto
Dormiva solo per fortuna, ma nessuno l'aveva mai visto così.
Potenza del novello...