da scogghi il 04 mar 2010 16:57
Per "confondervi" ulteriormente le idee vi metto altre due interviste di pareri opposti.
Vandana Shiva: "Gli Ogm
uccideranno i piccoli coltivatori"
L'attivista: in India 200 mila suicidi in 10 anni con quei semi modificati ci si indebita per sempre
È una brutta notizia. È la vittoria dell’Europa dei burocrati e delle lobbies sull’Europa dei popoli, che restano in larga parte contrari all’utilizzo dei semi geneticamente modificati». Vandana Shiva, 58 anni, attivista indiana (nel 1993 ha vinto il «Right Livelihood Award», una sorta di Nobel assegnato a chi si batte per un’economia più giusta), una vita a combattere contro gli Ogm, è diretta come sempre. E delusa: «L’Europa era la grande speranza di chi difende la biodiversità. Per 12 anni aveva resistito a pressioni di ogni sorta. Il sì alla patata Amflora, invece, è una resa».
Se è per questo anche tra i governi serpeggia un certo malumore: il ministro italiano Luca Zaia propone un referendum e Francia, Germania, Austria, Lussemburgo, Ungheria e Grecia potrebbero appellarsi alla clausola di salvaguardia per bloccare l’autorizzazione.
«E fanno bene. Meno di un anno fa prima la Francia e poi la Germania hanno bandito le coltivazioni di mais Ogm. E hanno deciso forti di recenti ricerche secondo cui gli Ogm sono nocivi per l’ambiente».
Molti scienziati sostengono il contrario. E dicono che chi si oppone è agitato da fobie o paure legate alle possibili conseguenze economiche. È così?
«Ah sì? Vadano a vedere di quanto è cresciuto l’uso dei fitofarmaci dove si sono impiantati gli Ogm. In India otto Stati hanno adottato una moratoria per vietare la melanzana transgenica. L’Ogm non è sicuro. E comunque le conseguenze economiche esistono e sono pesanti: nel mio Paese gli agricoltori che sono passati alle coltivazioni geneticamente modificate sono andati in rovina. E sa perché?»
Lo spieghi.
«Ogm equivale a brevetto. Vuol dire che un’azienda può diventare monopolista di un certo seme e imporlo a chiunque lo voglia coltivare. In India coltivare a riso un ettaro, prima che arrivassero le multinazionali con le loro sementi, costava circa 16 mila rupie. Quando molti hanno spostato la coltivazione sulla vaniglia, il costo è salito a 300 mila rupie per ettaro».
Come è successo?
«A tanti contadini è stato fatto credere che si sarebbero arricchiti comprando i nuovi semi, che avrebbero incrementato le produzioni. Chi si è lasciato convincere ha scoperto che bisognava acquistare le sementi tutti gli anni - non si riproducono, hanno un gene “suicida”, ed è la dimostrazione che sono contro natura - a un prezzo triplo rispetto ai semi tradizionali. Così si sono indebitati fino al collo. Risultato: 200 mila suicidi in 10 anni».
Crede che possa succedere anche in Europa?
«Forse non in modo così dirompente. Ma gli Ogm saranno la rovina dei piccoli produttori: i costi, per loro, diventeranno insostenibili. Perderanno la terra».
Chi approva la decisione dell’Ue sostiene che le aziende europee potranno entrare nell’agricoltura industriale. Saranno più competitive?
«Se lo saranno, succederà a danno dell’agricoltura organica e biologica. L’introduzione degli Ogm sarà un genocidio per i piccoli coltivatori. La biodiversità, che è lo strumento per battere la fame, sarà spazzata via. Tutto il mondo rischia di essere soggetto a una dittatura dei semi».
Oggi un quarto del mais coltivato è Ogm. Secondo molti scienziati è più sicuro: combatte i parassiti senza i pesticidi e non permette la formazione di funghi, responsabili delle microtossine. Perché vi opponete?
«Perché non così. Una delle cause dell’indebitamento degli agricoltori indiani è stata la spesa in fitofarmaci. Le coltivazioni sono più vulnerabili. Hanno bisogno di più pesticidi e acqua. L’Ogm non cambia l’agricoltura, non ammortizza l’impatto sul clima, né produce più cibo. È solo una resa agli interessi delle lobbies».
Seminerò Ogm
L’Europa è con me
SILVANO DELLA LIBERA
È vicepresidente di Futuragra.
Ad aprile seminerà vicino a
Pordenone il primo campo di mais
Ogm in Italia “anche se il
ministero proverà a fermarmi”.
Il 19 gennaio il Consiglio di Stato ha accolto il
suo ricorso dando al ministero delle Politiche
Agricole 90 giorni di tempo per concedervi
l’autorizzazione a seminare una varietà di
mais Ogm che era già stata approvata dall’Unione Europea.
Che succede ora?
Abbiamo cominciato questa battaglia tre anni fa attraverso una richiesta collettiva firmata
da 400 agricoltori. Tutti i ministri ci hanno
detto “no”. Adesso, dopo aver avuto il via libera
dal Consiglio di Stato, sono pronto a seminare.
Aprile è il mese ideale. Inizio con tre
ettari di varietà Mon810, modificato con una
tossina velenosa per la piralide, un parassita
che distrugge le colture.
Il ministro Luca Zaia non sembra così convinto:
serve ancora il parare della Commissione
tecnica, che di sicuro si metterà di mezzo...
E noi pianteremo lo stesso. Non ci fermiamo.
Con700 agricoltori abbiamo
aderito a Futuragra:
siamo pronti a combattere
e se dovessimo ricevere
un altro rifiuto faremo
una class action contro il
governo.
I campi della Pianura Padana prima dell’avvento
della chimica erano famosi in tutta Europa
per la loro produttività. Si potevano avere
anche otto raccolti all’anno. Ora sembra
che senza Ogm non si possa andare avanti...
Io so che gli agricoltori facevano la fame, morivano
giovani e per coltivare un fazzoletto di
terra lavoravano fino allo stremo delle forze.
Il resto credo siano solo racconti idealizzati.
E allora chi coltiva con metodi biologici è un
pazzo?
Non dico questo. Se in quel modo riesce a
mantenerela propria famiglia, lo faccia pure.
Siamo per la libertà, come ho già detto. Io
personalmente non lo farei mai, mi sembra
un metodo poco produttivo, poco sicuro e
poco sano.
Allora vuol dire che prima degli organismi
geneticamente modificati, per migliaia di anni,
gli uomini hanno sempre mangiato prodotti
“malati”...
Direi di sì. Oggi la scienza ci dà una grande
opportunità. Dobbiamo sfruttarla.
Come ha fatto a conoscere gli Ogm?
Coltivo mais da sempre. Negli anni ’90 ho
fatto un viaggio negli Usa. Ho visto la resa di
quelle coltivazioni e ho capito che era il futuro.
Così è nata Futuragra
(durante una chiacchierata tra amici agricoltori),
poi ci siamo dotati di un
comitato scientifico. Il
problema? In Italia gli
scienziati che vogliono
sperimentare hanno le
mani legate.
Perché siete così convinti che gli organismi
geneticamente modificati debbano essere introdotti
anche da noi?
In primo luogo per una questione di libertà e
uguaglianza. Siamo agricoltori italiani ed europei.
Se in Spagna possono coltivare Ogm,
non vedo perché non lo si possa fare anche in
Italia. Poi perché sono il futuro dell’agricoltura:
potremo avere piante capaci d isopravvivere a climi
aridi con poca acqua.
In Europa gli Ogm sono arrivati da 12 anni e
solo l’1% delle coltivazioni di mais è geneticamente
modificato. In più Germania e Francia
hanno vietato la coltivazione del mais che lei
vuole piantare...
Questa cosa non mi risulta. Tantissimi scienziati potrebbero provare che i
semi transgenici non creano
alcun pericolo per la salute.
Però ci sono molti pareri contrastanti. Gli
Ogm non sono autogermoglianti, quindi gli
agricoltori dovrebbero comprare ogni volta i
semi dalle multinazionali che li producono.
Una forma di dipendenza come nel terzo
mondo...
Ce ne fossero di più di
multinazionali. E poi sono
50 anni che i coltivatori
italiani non hanno più
semi autogermoglianti:
anche i semi non Ogm si
acquistano da multinazionali.
Ok,ma basta guardare un
campo coltivato con Ogm per vedere come si
impoverisce, rispetto a un campo coltivato
con metodo biodinamico, ad esempio.
Gli agricoltori da sempre tolgono le erbe infestanti.
Con gli Ogm non useremmo più i
prodotti chimici diserbanti che sono dannosi
per l’ambiente, per gli agricoltori e per i consumatori.
Gli Ogm, proprio perché sono Ogm, potrebbero
andare a fecondare altri mais e quindi
mettere a rischio la biodiversità...
Biodiversità nel mais? Quasi tutte le specie
che piantiamo in Italia sono ibridi, biologico
compreso.
Però se l’Ogm, che è più aggressivo, fecondasse
un mais convenzionale obblighereste
anche chi non vuole mangiare prodotti geneticamente
modificati. La libertà di scelta
diventerebbe un’imposizione silenziosa...
Anche in questo caso basta tenere le coltivazioni
Ogm a una distanza di sicurezza dalle
altre. Con dieci metri il polline non è quasi
più attivo. Noi comunque non vogliamo creare
danni a nessuno.
E perché dovremmo scegliere un Ogm?
È più sano e sicuro. L’Autorità europea per la
sicurezza alimentare, ha detto che gli Ogm
sono uguali agli altri.
Un sondaggio di
Coldiretti dice che il 72%
degli italiani crede che un
prodotto modificato sia
meno sano e sicuro di uno
naturale...
Visioni diverse. Da un nostro
sondaggio risulta che
il 63% degli agricoltori vorrebbero
poter piantare Ogm.
Agricoltori, non consumatori Gli interessi
sono diversi. Se una multinazionale promette
a un agricoltore meno lavoro e resa doppia,
l’agricoltore sceglierà Ogm. È la stessa cosa
successa 50 anni fa con la chimica.
Se vogliamo tornare indietro nel tempo allora
possiamo farlo. Ma non si stava poi così
bene: i campi rendevano meno, i parassiti
distruggevano interi raccolti. E poi se anche
solo pochi consumatori vogliono mangiare
Ogm bisogna permetterglielo.
Il pesce in mare e la padella sul fuoco.....