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No burqua e niqab in osteria trevigiana

da pablera il 14 mar 2010 13:20


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da pablera il 14 mar 2010 13:20


giustissimo,ma superfluo,nessuno di noi andrebbe a mangiare con un passamontagna indossato . O no?

da tpt il 14 mar 2010 13:24


Pablera, certo che no, con il passamontagna al ristorante non ci sono mai andata, giuro! 8)

Superfluo per noi forse, per la nostra cultura. Ma chi puo' dirlo per le altre?

da tpt il 14 mar 2010 18:12


Certo è che a ben pensarci le persone che visitano un luogo pubblico, in un paese che non è il loro, dovrebbero fare attenzione a quelli che sono gli usi, i costumi ed il credo del posto dove si trovano.

E questo a prescindere da quale sia questo paese.

Inoltre il problema viene ancor piu' a crearsi in quei luoghi dove persone provenienti da culture differenti sono ufficialmente "integrate" quindi con tanto di permesso di soggiorno ad esempio.

Se solo simili cartelli non si rendessero necessari ... se potesse bastare l'intelligenza, sarebbe un bel viviere.

Ma putroppo a quanto pare si ha ancora la necessità di spiegare che il fatto in un luogo che non sia quello di appartenenza ci sia una presenza massiccia di persone provenienti da altre culture non autorizza che queste ultime facciano di quel posto una enclave del loro paese d'origine eludendo non solo la legge ma anche dimenticando il buongusto verso il prossimo.

Non si puo' chiamare integrazione infatti questa, e neppure si puo' dire che sia rispettosa del paese ospitante.

Penso allo scempio della zona Sarpi ad opera dei cinesi a Milano e a quante persone (provenienti da all over the world) si dimenticano che quanto a casa propria puo' essere consentito puo' invece disturbare in un paese estero.

Questo è il tipico esempio di mancanza di rispetto:

http://www.ilmangione.it/magazine/artic ... icolo=3823

Farei lo stesso con chi si mette in topless a Sharm e con chi si presenta con il burqua in Italia.

da stefanbo il 14 mar 2010 19:29


Malgrado le mie idee, molto tolleranti di solito in materia, mi appello semplicemente alla giurisprudenza.

In Italia, una legge del 1975 (per motivi di ordine pubblico, erano gli anni di piombo) vieta l'accesso ai luoghi pubblici a gente non identificabile (quindi burqa, che ce n'eran pochi, caschi moto, tanti prima come ora 8) ), quindi è vietato, giusto o sbagliato che sia.

Comunque una legge va rispettata, fino ad eventuale abolizione.

Ergo, l'esercente di Treviso ha semplicemente ricordato una legge dello stato italiano in vigore (infatti nomina, ad onor del vero, anche i caschi), quindi nulla da eccepire (al contrario del Sindaco di Prato che vuole la prova di italiano per coloro che aprono attività di somministrazione, "legge" del tutto inesistente :twisted: ).

da bunny46 il 15 mar 2010 16:38


Vorrei sapere cosa potrebbero consumare indossando il burqa.
Solo brodini sorbiti attraverso una cannuccia che passa tra i fori del burqa? :shock:
naturalmente brodo con tante cotiche di maiale

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