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Il punto sulle birre

da Bob il 26 set 2007 16:33


Ho letto con interesse l'articolo in home page, ma devo dire che sto aspettando il successivo, perchè, a mio vedere, quello proposto non sfiora neppure le motivazioni fondamentali dello scarso consumo di birra nel nostro paese.
Intanto, manca una cultura "antica" della birra. In un paese di vignaioli, al posto del pub c'è l'osteria, e il bicchiere di "quello buono" è una tradizione, difficile da scalzare, che affonda le radici nell'EstEstEst dell'antica Roma.
Poi, in diretta conseguenza, c'è che in Italia si beve un vino decente anche con pochi spiccioli, molto meno del relativo prezzo della birra (prezzo che, tra l'altro, non riesco a spiegarmi ancora bene).
Ci aggiungiamo inoltre che siamo non solo un paese di vignaioli, ma anche un paese produttore di acque minerali economicissime in quantità estreme: ogni paesino ha la sua acqua, e l'alternativa al vino è una qualunque acqua con le bollicine, a costo irrisorio se si dovesse confrontare col prezzo dell'acqua minerale, ad esempio, in Francia.
Sono quindi TRE i motivi che tengo l'italiano a distanza dalle birre, tre motivi che uniscono cultura, tradizione ed economia, e che, quindi, sono difficili da sostituire nel vissuto emozionale del bevitore, quand'anche il lato economico non interessasse.
Tuttavia, in disaccordo almeno con quello che sembra apparire nell'articolo, almeno come premessa, devo dire che l'attenzione non solo dei Mangioni ma anche degli Italiani non deve stare rivolta alle birre "artigianali" ,come se la qualifica di "artigianale" fosse sinonimo di bontà (un mio amico produceva da sé la birra, ed era - vi assicuro - una emerita schifezza), ma all'accostamento cibo /birra, che, al momento, è in secondordine nelle conoscenze culinarie del ceto medio. Tutti sanno che il risotto va sfumato col vino, come le scaloppine, ma non tutti sanno che esistono sfumature alla birra, che esiste un "mosto" di birra con cui si realizzano eccellenti stracotti, che molti formaggi vengono particolarmente esaltati dall'accostamento con la birra.
Io credo che questo sia il vero scoglio da superare, se si dovesse cercare di incrementare il consumo di birra in Italia. La considerazione di birre più particolari viene, a mio vedere, solo in un secondo tempo, quando si è accettato l'uso della birra nella preparazione dei cibi. Solo allora essa potrà sperare di costituire una valida alternativa al vino.

"Sul vino, bevo qualunque cosa mi raccontiate, sul cibo, ci mastico abbastanza"

da ilForchetta il 26 set 2007 17:34


Bob dice bene, ma l'abbinamento birre(cibo deve per forza arrivare dopo l'approfondimento della conoscenza delle birre artigianali. Perché, a parte rari casi, una produzione industriale genera un prodotto che non ha senso valutare in prospettiva di degustazione.

Non esiste differenziazione sufficiente tra i prodotti, non esiste caratterizzazione dei prodotti e non esiste possibilità di discutere sui prodotti e i metodi usati per birrificare industrialmente.

Le birre industriali sono, esattamente come il vino in tertapack di un altro topic, dei prodotti morti, pastorizzati e immobilizzati. Ottimi per dissetarsi in una calda giornata e per accompagnare qualsiasi piatto, ma assolutamente inadeguati per una valutazione profonda e significativa.

Le birre artigianali, tra le quali ci sono delle emerite schifezze, senza scomodare il vicino di casa che giocoforza non può fare gran ricerca e sperimentazione su materie prime e metodologie, sono un altro prodotto, con una genesi comune con i prodotti di largo consumo, ma con ben altra filosofia.

Peccato presentino barriere all'acquisto notevoli (prezzo e reperibilità) perché sono davvero piene di sorprese e di sapori e aromi. Ma sono un'altra cosa, appunto. E sono valide per studiare abbinamenti con il cibo, ma solo dopo un minimo di approfondimento, perché altrimenti accostiamo la birra X al piatto Y, ma senza sapere il perché.

Comunque sia, sono certo che i prossimi articoli del nostro nuovo redattore della altrettanto nuova sezione Birra sarano esaustivi e interessanti.

Sperando che termini in fretta la puntata sulle industriali. Non perché son cattive, ma perché non offrono spunti.

Augh!

:)

da Bob il 26 set 2007 18:07


E invece direi che uno spunto l'hanno offerto :lol: . E' nato prima l'uovo o la gallina? L'utilizzo nel cibo è venuto dopo la degustazione di ottimi prodotti, o gli ottimi prodotti si sono sviluppati proprio a causa degli abbinamenti col cibo? Per essere sincero, io propendo per questa seconda ipotesi. Parimenti, nelle birre, non ci sarà diffusione delle birre particolari se non dopo che si sarà apprezzata la normale birra nella preparazione dei cibi.
E' un aspetto interessante della discussione. Se però facciamo un'analogia col vino, è raro che (poche eccezioni a parte) si usino grandi vini nella preparazione.
La sequenza storica potrebbe essere stata:
a) vini qualunque, ad altissima gradazione, densi di scorie, da bere diluiti
b) uso dei vini suddetti nella preparazione dei dolci
c) raffinamento dei vini
d) uso dei vini raffinati nella preparazione dei cibi
e) vini ad alto costo di produzione

"Sul vino, bevo qualunque cosa mi raccontiate, sul cibo, ci mastico abbastanza"

da ilForchetta il 27 set 2007 11:56


No, intendevo dire che non offrono spunti dal punto di vista della gastronomia. Su altri piani, invece, credo potremmo discutere per l'eternità!

:D

da Bob il 27 set 2007 12:22


Non per fare botta e risposta, ma solo per chiarire.
L'avevo capito, ma io invece intendevo proprio quello. L'uso della birra, in gastronomia, è oggi, in Italia, decisamente semisconosciuto. Alla birra, si preferisce il vino, e questo uso "completo" del vino relega la birra al rango di "bevanda" (guarda che non parlo in assoluto, ma in senso generale: "la maggior parte degli italiani pensa che...").
Io sostengo che, fintanto che non venga diffuso l'uso della birra, sia pure industrilae, in gastronomia, ben difficilmente la birra salirà di rango nella generale considerazione, e quindi, altrettanto difficilmente, prenderanno piede le birre artigianali e particolari.
Scusa la precisazione, ma mi sembrava che ci fosse stato un misunderstanding.

"Sul vino, bevo qualunque cosa mi raccontiate, sul cibo, ci mastico abbastanza"

da ilForchetta il 27 set 2007 12:33


Bob ha scrittoIo sostengo che, fintanto che non venga diffuso l'uso della birra, sia pure industrilae, in gastronomia, ben difficilmente la birra salirà di rango nella generale considerazione, e quindi, altrettanto difficilmente, prenderanno piede le birre artigianali e particolari.


Credo che possa aiutare, ma non credo che sia un fattore determinante. Anche perché personalmente ritengo interessantissimo l'accostamento cibo/birra, ma decisamente meno interessante l'uso della birra come ingrediente.

Penso, invece, che coinvolgere nel processo (qualsiasi esso sia) la birra industriale (o normale come la ciami tu) non serva a far superare il rango di bevanda alla birra in senso generale, perché la birra industriale è una bevanda. Sarebbe come promuovere la cultura del buon vino disquisendo sulle qualità del tavernello.

Per farla breve, io bevo con soddisfazione birra industriale. E la trovo un'ottima bevanda. Ma non perderei del tempo a discuterne qualità che non esistono, di fatto.

da silbusin il 28 set 2007 14:17


Non è così semplice. La birra per il 98% è industriale, per il vino il contrario.
La birra è sempre stata presentata come una bevanda "rinfrescante" ed è difficile far capire al consumatore (io per primo) che una bottiglia da 66 cl pagata 9 euro non è da fuori di melone.
Ci sono all'estero delle birre "industriali" che sono all'altezza delle artigianali italiane: questione di mercato.
D'estate quando fa molto caldo mi è capitato di pasteggiare al ristorante con la birra. In primis il ristoratore ti guarda sempre un po' storto, poi capita la volta (non solo una) che tranquillamente ti dice che non ce l'ha in lista, poi ti mette una bottiglietta da 33 cl se non 20 cl a 4 euro (di qualità industriale). In quei casi ti bevi l'acqua minerale e il problema è risolto.
Il fatto è che i ricarichi sulla birra non consentono i guadagni come il vino, il prodotto lo devi consumare rapidamente, la gente non te la chiede. In pizzeria sì.
Quindi è una questione di cultura alcolgastronomica. Comunque una EKU scura da 9% vol assieme a dei pistacchi di Bronte, sentendo Sherazade di Korsakov, è una birra da meditazione. :D
Anche la crosta del grana con la Coca Cola... :mrgreen:

da ilForchetta il 28 set 2007 14:33


Concordo Silvano.

Ma, in fondo, è solo questione di capire una semplicissima cosa, già ribadita. La differenza tra le artigianali e le industriali è la pastorizzazione, che uccide la bevanda. E ne uccide, inevitabilmente, tanti sapori. Poi, evidentemente, la necessità di pastorizzazione porta a processi produttivi che non considerano lo sviluppo di aromi che, tanto, si perderebbero. Insomma, bevanda morta contro bevanda viva. Come per il vino.

Poi, bisogna anche comprendere che un'artigianale da 9 euro non va tracannata a gargarozzo come una Bud da 2. E che una artigianale da 8 Euro costa, alla fine, come una boccia di buon vino da 10.

Con un'aggravante, però. La birra artigianale va consumata in fretta, altrimenti.... puf... i lieviti si trasformano in monnezza.

da tpt il 28 set 2007 14:51


Ho assaggiato recentemente una Kilkenny a Dublino ... davvero favolosa. Stessa birra (o spacciata come tale) in bottiglia qui ... era tutt'altra cosa. Inutile cercare di imitare quel che non si può fare. O no?

da ilForchetta il 28 set 2007 15:04


tpt ha scrittoHo assaggiato recentemente una Kilkenny a Dublino ... davvero favolosa. Stessa birra (o spacciata come tale) in bottiglia qui ... era tutt'altra cosa. Inutile cercare di imitare quel che non si può fare. O no?


Lo stesso discorso si può fare per la Guinness. In nessun posto al mondo è come la trovi in alcuni pub di Dublino. Ma è una precisa scelta commerciale. Dipende dai gusti locali per i quali la birra viene prodotta e, soprattutto, dall'acqua usata. La poca birra ancora prodotta a Dublino usa acqua locale e aromi destinati al mercato locale.

L'unica birra prodotta a Dublino e destinata all'esportazione è quella in lattina. Si tratta dell'unico formato con sapore assimilabile a quello originale. Gli altri siti di produzione Guinness sono nel sud est asiatico, da cui parte tutta l'esportazione. Vengono prodotte tante varianti quanti sono i paesi (o meglio, macroaree) di esportazione.

Insomma, non è questione di imitazione, ma di precisa scelta e di disponibilità di materie prime.

da tpt il 28 set 2007 15:11


A Dublino ne ho assaggiata un'altra della quale non ricordo bene il nome ... dovrebbe essere Smitics o qualcosa del genere. Sai di cosa si tratta?
E' buonissima!

da ilForchetta il 28 set 2007 15:15


No, non conosco!

da butter_fly il 28 set 2007 15:15


tpt ha scrittoA Dublino ne ho assaggiata un'altra della quale non ricordo bene il nome ... dovrebbe essere Smitics o qualcosa del genere. Sai di cosa si tratta?
E' buonissima!


sarà mica QUESTA? chissà se si trova in Italia...


da Bob il 28 set 2007 15:40


Però....mi sa che, in questa discussione, contraddicendomi, state di fatto dandomi ragione. :twisted: (so' capzioso....)
State disquisendo di sapori e profumi di birre "anche" industriali", e sostenete che le birre in questione sono diverse da quelle che si trovano in Italia. Ergo, anche le birre industriali hanno una loro caratteristica, dico bene? Chi va al ristorante, e ordina vino, mica sempre ordina una bottiglia da 50 euro...Generalmente, ordina il "vino della casa", che è un vino assolutamente industriale, Non sarà un tavernello in cartone, ma è esattamente come se lo fosse.
E...c'avete fatto caso? Se lo degusta, fa schioccare la lingua, aspira al palato...e poi commenta, come se ci capisse qualcosa.
"Bè, però...discreto...mica male, anzi, BUONO, davvero..." "No, guarda, è un po'...pesante, ecco, sai non mi viene la parola, ha un profumo aspro...."
Ma scherziamo??
Con la birra è lo stesso.
Solo che si dà per scontato che "la birra è tutta uguale" (palle), che la birra "è una bevanda" (solo perchè è meno alcolica, il vino sì, che è roba da uomini duri....).
Ma che c'entrano le birre "da meditazione"? Che vuol dire 'sta frase? Che prima di bere ci mediti su? Le birre hanno un loro sapore, esattamente come i vini. E le differenze sono molto simili a quelle dei vini. Di vino non ci capisco assolutamente un piffero, di birra qualcosina (poco) di più. E 'sta storia della "birra da meditazione" è una vaccata.
Anche se stiamo nelle industriali, i sapori sono abbastanza definiti, al punto da permettere delle scelte. Una Heineken è da bere al fresco, con prosciutti dolci, come una Stella d'Artois, ma se cominci con una Beck's (che non mi piace) già ti orienti sulla carne speziata.
E la Nastro Azzurro (che mi piace), amarognola e secchissima, è sicuramente poco indicata per i formaggi.
Come vedete, ho preso in considerazione solo birre industriali, e tra le più comuni.
E' invece verissimo che la stessa marca abbia sapori diversi a seconda della nazione di provenienza: ho bevuto ettolitri di Heineken a Utrecht, dove c'è la casa madre, in una manifestazione sponsorizzata proprio dall'Heineken, e il profumo di quelle lattine :shock: era particolarissimo, me lo ricordo ancora.

"Sul vino, bevo qualunque cosa mi raccontiate, sul cibo, ci mastico abbastanza"

da tpt il 28 set 2007 15:42


butter_fly ha scritto
tpt ha scrittoA Dublino ne ho assaggiata un'altra della quale non ricordo bene il nome ... dovrebbe essere Smitics o qualcosa del genere. Sai di cosa si tratta?
E' buonissima!


sarà mica QUESTA? chissà se si trova in Italia...



Si, tesoro! E' proprio questa! E' favolosa. In Italia non credo si trovi. Il mio compagno l'ha cercata ma proprio per il fatto non viene pastorizzata, la beve solo là! (Ed io pure ...) :wink:

da butter_fly il 28 set 2007 15:48


ma guarda bob che non mi pare qualcuno t'abbia dato torto :wink: hai innescato una discussione interessante ed ognuno sta cercando di girarci intorno col proprio approccio.
io penso questo..
penso che la birra, pur avendo origini antichissime che nulla hanno da invidiare a quelle del vino, è nata in paesi in cui la gastronomia non è certo al top, con rispetto parlando per germania, irlanda, ecc... per questo l'abbinamento coi cibi non è stato mai adeguatamente approfondito, come invece è stato fatto col vino.
ma oggi che le cose son cambiate, e che bevande e cibi circolano liberamente, è ora di scoprire se uno spaghetto al pomodoro sta meglio con una guinnes o con una weissen :wink:
poi credo anch'io che occorra distinguere fra birre "di qualità", ovvero prodotte da un'attenta selezione degli ingredienti, acqua compresa, e birre di largo consumo, che molti considerano "bibite" al pari di cocacola & company.


da Bob il 28 set 2007 15:53


butter_fly ha scrittoma guarda bob che non mi pare qualcuno t'abbia dato torto :wink: hai innescato una discussione interessante ed ognuno sta cercando di girarci intorno col proprio approccio.
io penso questo..
penso che la birra, pur avendo origini antichissime che nulla hanno da invidiare a quelle del vino, è nata in paesi in cui la gastronomia non è certo al top, con rispetto parlando per germania, irlanda, ecc... per questo l'abbinamento coi cibi non è stato mai adeguatamente approfondito, come invece è stato fatto col vino.
ma oggi che le cose son cambiate, e che bevande e cibi circolano liberamente, è ora di scoprire se uno spaghetto al pomodoro sta meglio con una guinnes o con una weissen :wink:
poi credo anch'io che occorra distinguere fra birre "di qualità", ovvero prodotte da un'attenta selezione degli ingredienti, acqua compresa, e birre di largo consumo, che molti considerano "bibite" al pari di cocacola & company.

Farfallina, stavo solo provocando...... :lol: :lol: :wink:
Penso esattamente la stessa cosa. E credo anche che molto dipenda da una sporta di snobismo assolutamente inconfessato, e probabilmente inconscio, da parte dei bevitori di vino (nobile bevanda) verso i bevitori di birra (ma non è quella roba plebea che si beve in posti dove notoriamnete non capiscono una mazza di cibo, come l'Inghilterra e la Germania?). Dobbiamo educarci anche nella birra, e potremmo avere delle sorprese.

"Sul vino, bevo qualunque cosa mi raccontiate, sul cibo, ci mastico abbastanza"

da ilForchetta il 28 set 2007 16:06


No, dai Bob. Come fai a valutare una birra industriale?

(tranne alcuni rari casi, come alcune belghe)

Birra Peroni: acqua, malto, luppolo, lievito chimico, nessun altro dettaglio
Birra Becks: acqua, malto, luppolo, lievito chimico, nessun altro dettaglio
Birra Bud: acqua, malto, luppolo, lievito chimico, nessun altro dettaglio
Birra Heineken: acqua, malto, luppolo, lievito chimico, nessun altro dettaglio

Bene, di cosa discutiamo? Del colore dell'etichetta?


Birra Grafite Beba: Birra scura normale prodotta con una miscela di tre malt: pilsner, caramunich e caramello
Birra Toro Beba: Birra ambrata doppio malto prodotta con una miscela di malti speciali tipo mocaco e caramello
Birra Elixir Baladin: Prodotta con lieviti da whisky dell’isola scozzese di Islay, birra demi-sec, caratterizzata da un’elevatissima gasatura che può essere avvicinata agli spumanti metodo classico
Birra Xyauyù Baladin: Prodotta con il grano Kamut, un tempo utilizzato nelle mense dei faraoni, è speziata con mirra e zenzero


Forse qualcosa da discutere troviamo, non credi?

Non è questione di snobismo da vino, è questione di tipologia di prodotto.

ps: anche io provoco... 8)

da ilForchetta il 28 set 2007 16:10


Scusa, volevo aggiungere un'ulteriore provocazione. :D

Anche le sottilette hanno sapori diversi. Alcune bene sul toast, altre nel panino farcito. E anche quelle possono piacere.

Ma onestamente, su quali basi possiamo fare una verticale di sottilette?

8)

da tpt il 28 set 2007 16:12


ilForchetta ha scritto
Ma onestamente, su quali basi possiamo fare una verticale di sottilette?

8)


Forse se le congeliamo, e successivamente le infiliamo in filo da pesca che fissiamo al soffitto riusciamo ad ottenerla, che dici?

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