ho finito ora di leggere lo scritto. c'è voluto
qualche minuto
comunque
rabbrividisco all'idea di una cena fra sole donne, per di più l'8 marzo, in un locale dove ti servono la pizza a forma di
, il tutto allietato da un adone sculettante in perizoma tigrato. quand'ero piccola mia madre mi portava ai comizi di qualche allora nota politica, oppure in paese si organizzavano proiezioni di film o documentari sull'uno o l'altro argomento attinente alle problematiche femminili, magari sulla condizione delle donne nel mondo islamico, o simili. col passare degli anni, e allontanandomi dalla famiglia per motivi di studio, ho visto degenerare la situazione: sempre di più è prevalsa la goliardia di basso livello su una sana e sobria serata in compagnia, figuriamoci su una giornata dedicata alla riflessione.
per questo, più che "festeggiare" non si sa bene che, occorrerebbe riflettere su una cosa: come ha detto la littizzetto in radio qualche giorno fa, nascere donna non è una passeggiata. se nasci in molti paesi dell'africa hai grosse probabilità di venir infibulata, mentre in mauritania ti fanno diventare obesa e sposare a 10 anni perché grasso è bello. se nasci nei paesi arabi ti chiudono nel burqa, se nasci in india bene che ti vada hai un matrimonio combinato e buonanotte. ma se hai culo nasci altrove, e allora rischi solo di essere aggredita, stuprata, non considerata all'altezza di un uomo nel lavoro, doverti fare il mazzo doppio per dimostrare che invece sei all'altezza, e soprattutto che per arrivare dove sei non l'hai data a nessuno.
non mi sento di appartenere, grazie a dio, a nessuna delle categorie che ha descritto tpt, e per sapere chi fosse elena santarelli ho dovuto cercare su internet. dico solo che di strada ce n'è ancora tanta da fare, sia da parte degli uomini che da parte delle donne.