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da keywest68 il 03 mag 2007 11:07


ringrazio tutti per il benvenuto.
io penso che un recensore dilettante ( adesso ocio alla sviolinata) con tanta tanta passione come dici tu, sia spesso più attendibile di uno professionista..e ti spiego il mio perchè.
ogni persona che si siede al tavolo di un ristorante, normalmente si crea delle aspettative.
più alta è la conoscenza, più alta è l'aspettativa.
spesso e volentieri una gioia o una delusione, sono causate non tanto da quello che effettivamente si degusta bensì, da quanto tu ti aspettavi all'impatto di un locale.
un professionista valuta un locale i base a molteplici variabili e può capitare che in tutto ciò si lascia sfuggire quello che magari è lo spirito di un locale.
il degustatore dilettante lo fa per passione, non per soldi e per di più quando va al ristorante paga di suo.
quindi è più facile che si esalti in una onesta trattoria piuttosto che in uno stellato.
come leggevo da qualche parte in questo forum, più paghi e più sei esigente.
Giusto!!!! un locale stellato ti deve stupire ( senza esagerare con i camerieri che ti girano intorno) mentre un'onesta osteria ti deve deliziare.
il fatto è che vi sono persone che si deliziano con una crespella, mentre ve ne sono altre che non si stupiscono nemmeno davanti ad un piatto stellare.
è sempre una cosa soggettiva, ma alla fine che conta è quello che pensano le persone come te e tutti i mangioni.
qualche professionista l'ho avuto a tavola e ti garantisco che qualcosa di imperfetto l'ho pure fatto uscire dalla cucina ( capita, non lo fai apposta anche se non dovrebbe succedere) eppure all'epoca ero stato recensito positivamente.
difficile districarsi in questo pazzo mondo dove, persone che non distinguono una supreme da una paillard, si affidano a questi professionisti per farsi una cultura per poi trovarteli a tavola mentre bevono lagrein dunkel e mangiano gamberi di fiume e magari poi ti criticano perchè il gambero non era sto gran che!!!
che magari il gusto del crostaceo non si sposava con il vino, nonostante fosse stato sconsigliato come abbinamento?
concludo dicendo che mi sono stupito di questo forum e delle recensioni che ho letto.
sicuramente con la passione raggiungi il vero scopo di una recensione, che è e resterà ,quello di sapere indicare una tavola buona ed onesta.
infondo il nostro portafoglio non ci permette mica di andare sempre da vissani o posti simili..
per questo credo di più a dieci persone che ne parlano bene piuttosto che credere cecamente ad un recensore italiano

da Macs il 03 mag 2007 11:14


domněnka (credere cecamente) :lol:

Se gh'è un patrono dei faciademerda, ghe dumandi cosa g'ho de fà...
DVDS - El paradis del Scurpion.

da keywest68 il 03 mag 2007 11:22


Macs,è giusto quello che tu dici, ma in una cucina esiste una crescita professionale.
In sostanza in una brigata succede che la spesa, i controlli qualità, le procedure sanitarie le verifica lo chef, al massimo viene coadiuvato dal sous chef.
normalmente quando una persona inizia a lavorare in una cucina, entra come commis ( ai giorni d'oggi, io 24 anni fa avevo iniziato come lavapiatti).
quindi i compiti di un commis sono prettamente di manovalanza.
con gli anni fai esperienza, prendi sempre più responsabilità fino ad arrivare a diventare chef.
non puoi pensare di fare lo chef se non sei in grado di eseguire le procedure tecniche di cucina.
che succederebbe?
come pensi ti guarderebbero i tuoi sottoposti?
come guadagneresti il rispetto della brigata?
è un lavoro sacrificante e lo chef deve essere visto come un faro e non come un gran opportunista.
lo chef deve essere carismatico, un traino per tutti e questo, non te lo insegnano a scuola.
una cucina dove lo chef è "amato" dalla brigata, è una cucina che funziona e può solo cerare un successo, quando manca questo, è ben difficile uscire dalla mediocrità.

da butter_fly il 03 mag 2007 11:27


keywest68 ha scrittoringrazio tutti per il benvenuto.

ogni persona che si siede al tavolo di un ristorante, normalmente si crea delle aspettative.
SANTE PAROLE!
più alta è la conoscenza, più alta è l'aspettativa.
un locale stellato ti deve stupire ( senza esagerare con i camerieri che ti girano intorno) mentre un'onesta osteria ti deve deliziare.
SANTI VOCABOLI!
concludo dicendo che mi sono stupito di questo forum e delle recensioni che ho letto.
sicuramente con la passione raggiungi il vero scopo di una recensione, che è e resterà ,quello di sapere indicare una tavola buona ed onesta.
SANTI TERMINI!

santi numi... :lol: ri-benvenuto, son sicura che il tuo ingresso nel forum porterà un costruttivissimo interscambio di idee :wink:
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da Macs il 03 mag 2007 11:40


Condivido in pieno le parole di Keywest, col mio intervento non voglio dire che la tecnica sia superflua.
Capisco perfettamente che il non sapere come fare una julienne sia una grave mancanza per chi aspira ad una carriera nella cucina, volevo solo sottolineare che affettare della verdura è un compito che si può imparare anche da autodidatta in relativamente poco tempo, la gestione di una cucina deve essere insegnata...

La differenza tra ilForchetta e il tuo diplomato è che ilForchetta sa fare la julienne (la carbonara ancora no, ma diamogli tempo) e il diplomato no. Ma il diplomato ha un bagaglio di insegnamenti (certo, solo teorici per il momento) che gli permetterebbero di gestirsi la cucina del suo ristorantino mentre ilForchetta e il suo sous-chef (che non nomino per tutelarne la privacy) manderebbero belly-up l'ipotetico ristorantino in poche settimane...

La manualità, la tecnica e la teoria sono componenti indispensabili dello chef, su questo non ci piove. Ma, ribadisco, tecniche e manualità si possono anche imparare da soli, la teoria di gestione, secondo me, meno...

Se gh'è un patrono dei faciademerda, ghe dumandi cosa g'ho de fà...
DVDS - El paradis del Scurpion.

da butter_fly il 03 mag 2007 11:44


Macs ha scrittoLa manualità, la tecnica e la teoria sono componenti indispensabili dello chef, su questo non ci piove. Ma, ribadisco, tecniche e manualità si possono anche imparare da soli, la teoria di gestione, secondo me, meno...


giusto, per nonparlare della creatività... quella davvero non si insegna e non si impara :roll:


da keywest68 il 03 mag 2007 12:10


giusto Macs, la capacità a gestire una cucina la impari facendo esperienza.
la teoria che dovrebbero insegnarti a scuola, può aiutarti a calcolare un costo pasto e tutte quelle formule di gestione che possono sempre servire.
ma la pratica è sempre diversa dalla teoria, le formule sono sempre le stesse ma le variabili sono moltissime.
conosco degli ottimi chef spadellatori, e degli ottimi chef organizzatori.
vuol dire che esistono persone che saranno sempre dei grandi creatori di piatti e discreti manager e degli ottimi manager di cucina che non saranno mai dei grandi creatori.
ma non vuol dire che non esistono entrambe le cose nella stessa persona.
i miei vecchi chef erano dei grandi e onesti lavoratori, ma capitava a volte che non erano in grado di calcolarti i costi o la produttività di una cucina.
i tempi erano diversi, era più facile rimediare a degli errori.
oggi non puoi più.
se sbagli i costi e i conti non tornano è dura ritirarli in ordine.
nelle grandi brigate , ormai il lavoro dello chef è quasi esclusivamente di ufficio, si affida a uno o più sous chef per mandare avanti il lavoro pratico.
la mia preoccupazione è che la scuola, nella maggior parte dei casi, non ti prepara adeguatamente, anche perchè i ragazzi di oggi non si rendono conto che la strada hanno scelto è sacrificante, fino a che non ci pestano il muso.
la dimostrazione è che la maggior parte dei cuochi diplomati, nel giro di pochi anni cambia lavoro.
dirai, rimane solo chi ha veramente passione.
io non credo che sia solo quello, io pesno che rimane anche chi ha veramente voglia di lavorare

da keywest68 il 03 mag 2007 12:10


giusto Macs, la capacità a gestire una cucina la impari facendo esperienza.
la teoria che dovrebbero insegnarti a scuola, può aiutarti a calcolare un costo pasto e tutte quelle formule di gestione che possono sempre servire.
ma la pratica è sempre diversa dalla teoria, le formule sono sempre le stesse ma le variabili sono moltissime.
conosco degli ottimi chef spadellatori, e degli ottimi chef organizzatori.
vuol dire che esistono persone che saranno sempre dei grandi creatori di piatti e discreti manager e degli ottimi manager di cucina che non saranno mai dei grandi creatori.
ma non vuol dire che non esistono entrambe le cose nella stessa persona.
i miei vecchi chef erano dei grandi e onesti lavoratori, ma capitava a volte che non erano in grado di calcolarti i costi o la produttività di una cucina.
i tempi erano diversi, era più facile rimediare a degli errori.
oggi non puoi più.
se sbagli i costi e i conti non tornano è dura ritirarli in ordine.
nelle grandi brigate , ormai il lavoro dello chef è quasi esclusivamente di ufficio, si affida a uno o più sous chef per mandare avanti il lavoro pratico.
la mia preoccupazione è che la scuola, nella maggior parte dei casi, non ti prepara adeguatamente, anche perchè i ragazzi di oggi non si rendono conto che la strada hanno scelto è sacrificante, fino a che non ci pestano il muso.
la dimostrazione è che la maggior parte dei cuochi diplomati, nel giro di pochi anni cambia lavoro.
dirai, rimane solo chi ha veramente passione.
io non credo che sia solo quello, io pesno che rimane anche chi ha veramente voglia di lavorare

da ilForchetta il 03 mag 2007 12:39


Macs ha scrittoilForchetta e il suo sous-chef (che non nomino)


Non fare il modesto. Sai bene che mi sei sempre di grande aiuto per le ricette dei TUOI pranzi... :roll:

:wink:

da ilForchetta il 03 mag 2007 12:43


Credi, keywest, che tutto ciò che racconti sia alla base del fatto che ultimamente nascono tanti piccoli ristoranti da 20-30 coperti, invece che i grandi ristoranti da 80-100 che erano più in voga qualche anno fa?

La riduzione del numero di coperti facilita indubbiamente il lavoro, richiede meno manovalanza e, in nome del poco ma eccellente, giustifica anche prezzi più elevati. E, azzardo, forse permette di rimediare più facilmente ad errori di valutazione o gestione e consente allo chef di svolgere più ruoli.

Che ne pensi?

da il_verza il 03 mag 2007 13:21


ilForchetta ha scrittoCredi, keywest, che tutto ciò che racconti sia alla base del fatto che ultimamente nascono tanti piccoli ristoranti da 20-30 coperti, invece che i grandi ristoranti da 80-100 che erano più in voga qualche anno fa?


100%...... per un locale nuovo, coprire le spese con 25-30 coperti, visti ormai come un PRESUNTO sinonimo di offerta di qualità, obbliga ad una partenza veramente (ma VERAMENTE :shock: ) a razzo, tipo TUTTO ESAURITO pure il giovedì a mezzogiorno :!: .........cosa che poi, nella pratica, purtroppo non capita così spesso. :(

da keywest68 il 03 mag 2007 14:02


la questione non è grande o piccolo, la questione è che in entrambi i casi bisogna poter essere in grado di lavorare bene.
il problema dei grandi numeri è che non hai mai personale in numero adeguato e se ce l'hai, prega che almeno 3 siano autonomi nei loro compiti assegnati.
i 25-30 coperti sono normalmente delle piccole bomboniere dove il tocco di una donna, riesce ad esaltare ogni angolo della saletta.
ma il problema è che fai fatica a rientrare nelle spese.
la formula ideale sarebbe un nucleo famigliare di 3 o 4 persone che lavorano tutti con lo stesso interesse.
altrimenti sotto con i dipendenti ma, come fai magari a stipendiare un cuoco, un lavapiatti e un commis di sala ( sperando che il titolare capisca qualcosa).
l'unico modo per riempire anche giovedì a pranzo è che ti devi inventare qualcosa di veramente nuovo, che va oltre alla curiosità per la cucina.
qualcosa di veramente originale per il quale la gente inizia a venire solo per vedere e poi, sta a te imprenditore far si che non scappino imbrigliandoli con la cucina.
il fatto poi che meno posti vuol dire meno meno impegni, non sono pienamente daccordo.
pochi posti a sedere renderanno un certo incasso che non ti permetterà mai di poter anche ingaggiare personale extra senza andare fuori dal budget, quando dterminati eventi lo richiedano.
io quello che si chiama " cuoco unico" l'ho fatto per 2 anni in una bomboniera da 32 coperti.
facevo mediamente 14 ore al giorno perchè, gli avventori visto il locale si creavano un'aspettativa non da poco e quindi come cucina non li potevi deludere.
il concetto di piccolo=qualità, secondo me non è una regola...magari lo fosse.

a proposito, visto che siete in buona parte milanesi come me ( anche se ormai sono anni che sono fuori dalla lombardia), qualcuno di voi sa dirmi come si mangia alla " locanda alla vecchia pesa" di gorgonzola?
io c'ero caduto dentro 6 anni fa ed ero rimasto strabiliato.
sarà ancora così?

da deloZio il 03 mag 2007 16:38


keywest68 ha scrittovisto che siete in buona parte milanesi come me ( anche se ormai sono anni che sono fuori dalla lombardia),
qualcuno di voi sa dirmi come si mangia alla "Locanda alla vecchia pesa" di Gorgonzola? Io c'ero caduto
dentro 6 anni fa ed ero rimasto strabiliato. Sarà ancora così?

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da keywest68 il 03 mag 2007 17:09


grazie per il suggerimento..da quello che ho letto non deve essere cambiato molto

da silbusin il 03 mag 2007 17:22


Macs ha scrittoLa manualità, la tecnica e la teoria sono componenti indispensabili dello chef, su questo non ci piove. Ma, ribadisco, tecniche e manualità si possono anche imparare da soli, la teoria di gestione, secondo me, meno...


Quelli che s'innamorano di pratica sanza la scienza sono come il nocchiero che monta nella nave sanza timone o bussola e non ha mai certezza di dove va.
Leonardo da Vinci.

da pyca22 il 04 mag 2007 14:39


leggo solo ora.. ciao chef :D

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