Riceviamo e pubblichiamo integralmente.
lo staff
Replica di maxbor.
"Prendo atto della piccata relica del ristoratore che, dopo più di un anno, si è accorto della mia recensione del suo locale. La stessa, infatti, è del 2007.
Andando nei particolari respingo preliminarmente l'accusa di aver utilizzato toni canzonatori o ironici precisando:
1) Aver definito il locale "alla moda" non credo sia offensivo, semmai può essere un complimento;
2) Il fatto che un primo proposto "fuori menu" abbia un costo più elevato è un evento purtroppo non infrequente in numerosi ristoranti.
Probabilmente se ne avessi conosciuto preventivamente il prezzo non lo avrei ordinato. E' pertanto solo una constatazione dire che avrei potuto immaginare ciò che ho poi ritrovato sul conto;
3) Non è stato affatto piacevole cenare accompagnati dal via vai di clienti che entravano e uscivano dal bagno cui si accedeva dalla nostra sala che, tra l'altro, è stata all'uopo occasionalmente utilizzata anche come sala di attesa!
Aver aggiunto che il bagno è stato usato dalla cameriera è motivato dal fatto in centinaia e più frequentazioni di ristoranti è la prima volta che ho visto utilizzare il bagno dei clienti dal personale in servizio;
4) Non metto in dubbio la professionalità della medesima, è però avvenuto che non è stata in grado di dare alcuna delucidazione sulla tipologia e la provenienza dei salumi nonchè sul vino servito;
5) La vicinanza dei tavoli ha il piccolo vantaggio di poter adeguatamente valutare i piatti che vengono man mano serviti. La mia allusione si riferiva a una "tagliata" che, pur ben contornata, era costituita da una ridotta quantità di carne. Per questo mi sono permesso di utilizzare in proposito l'espressione "più forma che sostanza".
6) Non posso escludere di aver potuto percepire, nel misto di verdure, la cicoria al posto della rucola. Sono entrambe verdure a foglia verde dal retrogusto amarognolo che alla cottura si attenua. Anche se così fosse stato cambia poco alla qualità o al valore dei piatti;
7) Poco soddisfatti dell'antipasto e del primo abbiamo deciso di non prendere il secondo. La mia compagna non ha voluto saperne di prendere il dessert mentre io, un po' per gola, un po' per curiosità, ho deciso di ordinare un dolce che per quanto preceduto poteva risultare, come è poi stato, "a rischio". Mi sono pertanto autodefinito masochista. L'ho detto a me stesso, non ad altri!
Non è colpa mia se a Lecce e nel Salento, in ottimi ristoranti, ai prezzi degli antipasti della "Corte dei Pandolfi" si possono avere pregiate carrellate di terra e di mare. Non è, ancora, colpa mia se ai prezzi dei primi della "Corte dei Pandolfi", e anche a meno, altrove vengono serviti, ad esempio, sontuosi primi ai frutti di mare. Non è, ulteriormente, colpa mia se al prezzo del dessert della "Corte dei Pandolfi" , e anche a meno, in molti altri posti sono offerti eccellenti dolci di propria produzione o provenienti dalle migliori pasticcerie.
Lo chef-proprietario mi è sembrato in particolare molto preoccupato dalla mia indicazione che un pasto completo nel suo locale non costa 50euro.
Preoccupazione superflua poichè sono tra i recensori che dettagliano il conto pertanto i lettori possono valutare il costo di ogni singolo aspetto. Non c'è bisogno che gli stessi siano dei ragionieri per constatare che aggiungendo alla mia cena un secondo, 1/2 dessert e una bottiglia di vino, anche di fascia non elevata, i 50 euro si raggiungono e si superano.
Da parte mia ritengo che, qualità a parte, aver pagato 30 euro per un antipasto, un primo, un bicchiere di vino e 1/2 dessert costituisca un prezzo più milanese che salentino.
Per terminare faccio presente di ritenere offensive alcune espressioni usate sulla mia persona quali: "non conosco le dimensioni dello stomaco del sig. maxbor" e "senza conoscere ne lui ne la sua dolce metà posso, senza offenderli, definirli persone presuntuose e irrispettose oltre che pessime forchette".
Un saluto a tutti i "mangioni".