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Taverna Mari di mangiona63

da silbusin il 29 apr 2011 19:46


Riceviamo e pubblichiamo integralmente.

Recensione di mangiona63 del 24.3.2011

Mi chiamo Fabrizio Mari e sono il titolare di questa "Osteria".
Mi sono iscritto perchè ho ricevuto una recensione sul mio locale ad opera di "Mangiona63" e credo di avere il diritto di replica, visto che tale recensione contiene numerosi errori e falsità. Consapevole che il regolamento vieta di rispondere alle recensioni e quindi anche di rispondere a chi le ha scritte, ma in alcuni casi è doveroso fare delle eccezioni anche per dare facoltà, come nel mio caso, a chi si sente offeso ed è nelle condizioni di controbattere alle falsità.
Capisco che questo sito, come altri simili, danno la possibiltà agli avventori di locali come il mio di scrivere le loro considerazioni e condividere l’esperienza avuta. Però alcune volte, può capitare che ci si faccia prendere la mano e spesso quello che dovrebbe essere inteso come un servizio utile al prossimo diventa invece un pessimo servizio. Ciò è favorito anche dall’anonimato che questi servizi conferiscono. Si calca un pò la mano tanto sono "Mangiona63" o "trottolino amoroso" e chi più ne ha più ne metta visto che la fantasia umana non ha limiti nel trovare il proprio nick, tanto l’anonimato mi protegge. Però le falsità non si possono accettare, sopratutto sparate nei confronti di chi lavora seriamente, fa sacrifici e ci mette la propria faccia ogni giorno.
Ricordo perfettamente questi due avventori, la memoria è il mio forte, un pò taciturni e anche un pò "difficili" nello scegliere tra le tante proposte della serata. C’è sempre un particolare che imprime nella memoria una persona e di questi signori ho un ricordo ancora vivo nonostante sia passato un mese. Ricordo dove erano seduti e cosa indossavano. Magari per i nomi faccio fatica ma per le persone ho molta facilità che mi aiuta molto nel mio lavoro.
Tralasciando la parte introduttiva della recensione in questione, dove ci sarebbe comunque da fare alcune precisazioni, mi soffermerò sulla parte che invece mi riguarda direttamente.
"Mangiona63" descrive il locale "come simpaticamente ruffiano con le tovaglie rosa antico e numerosi oggetti rustici alcuni autentici altri riprodotti". Premesso che il locale è ricavato da una vecchia cantina del 1700 lasciata autentica, quindi non capisco cosa abbia di simpaticamente ruffiano, che le tovaglie non sono rosa antico ma arancio molto scuro e gli oggetti che pendono dalle pareti non sono riprodotti ma autentici e fanno bella mostra a ricordare i tempi andati. Alcuni utensili sono addirittura pezzi rarissimi. Una delle tante foto incorniciate raffigura la reginetta della prima sagra dell’uva e lascio soltanto intendere il valore storico di una foto del genere. Mi viene da ridere leggendo che si tratta di oggetti riprodotti.
Veniamo alla proposta gastronomica e alla serie continua di errori e falsità.
E’ falso anche che non sia stata offerta la lista dei vini, infatti "Mangiona63" e il suo accompagnatore hanno optato decisi per lo sfuso della casa e ciò ha reso non necessario presentare la lista in questione, nonostante sia stata proposta come a tutti i clienti. Il nostro sfuso non apprezzato dai signori bollandolo come "al di sotto delle aspettative" mi porta però a fare alcune considerazioni, infatti se proprio non fosse stato apprezzato sarebbe bastato un sorso e magari poi chiedere la lista e scegliere una delle 200 etichette, tutte laziali, di cui è composta la nostra lista tra bollicine, bianchi, rosati e rossi, con una piccola rappresentanza di mezze bottiglie, nonchè magnum e doppi magnum anche di annate particolari. Non mancano, neanche proposte di rossi al calice. E se proprio anche questo non fosse bastato ci si poteva rivolgere alle birre artigianali, naturalmente laziali. Anche senza spendere una fortuna si può bere una buona bottiglia!! La nostra lista così pensata e curata ci ha consentito di ricevere la "bottiglia" (così si spiega il motivo!!) dalla SlowFood, ma anche apprezzamenti dal GamberoRosso e dall’AIS. Risale proprio al giorno seguente la visita di questi signori, un articolo sul quotidiano il Tempo che ha apostrofato la carta dei vini come non banale e intelligente. Per noi è un vanto!! Quindi, non si può bere un litro di vino e dire che è al di sotto delle aspettative. Io non accompagnerei mai una pietanza con un vino non all’altezza. Ma forse sono abituato diversamente, senza il forse...sono diverso.
E‘ falso, e qui mi viene da ridere, dire che il nostro pane è pugliese(!!). Ho dovuto rileggerlo tre volte e c’era scritto proprio pugliese. Senza nulla togliere al pane pugliese, di cui sono un estimatore, mi dispiace contraddire la "Mangiona63" ma il nostro pane, come tutti i prodotti che trattiamo nel nostro locale sono di provenienza locale. Il pane in questione è quello di Lariano, a pasta acida, con farina di "tipo2" e cotto come da tradizione a legna. Ciò gli conferisce un colore più scuro e molto diverso dal pane pugliese che presenta una mollica di colore più gialla. Riflettendoci, c’è poco da ridere, perchè il pane è il cibo per antonomasia e nel corso della storia ha assunto un valore sacro.
Bollare i salumi "di tipo industriale" offende me, perchè li compro, ma sopratutto i più bravi norcini dei Castelli Romani che li realizzano. E anche qua non c’è da ridere!!
Scambiare i trivoli (erba selvatica) con le zucchine è grave, è ancora più grave affermare che i fagioli erano conditi con "foglioline di finocchio fresco, ossia quello che sta all’estremità dell’ortaggio tanto per intenderci", ma tanto per intenderci cosa? "Mangiona63" confonde il finocchio con il finocchietto selvatico, che è tutt’altro. Ma si informi e poi ne riparliamo. Però ne deduco come fa a conoscere questi prodotti, infatti nei supermercati del nord non sanno neanche che esistono....e anche di questo c’è poco da ridere. La mia avversione per i supermercati è nota, ma il mio consiglio è sempre quello di farsi una bella passeggiata in campagna.....scommetto che molti che leggeranno questa risposta non vedono da decenni una mucca (viva!!) in un prato. E l’unica insalata che conoscono è quella nelle buste! (già pronta!!).
Bollare la gricia, la nostra gricia come eccessivamente unta, è offensivo come dire che il pecorino romano ha un "gusto poco spiccato e per niente deciso". Non voglio neanche controbattere a queste affermazioni perchè ciò che ne deduco è solo e soltanto una cosa, la totale impreparazione di "Mangiona63" alla conoscenza delle materie prime e i piatti di una regione, ma sopratutto mi permetto di dire, perchè ha offeso il mio lavoro e i sacrifici che ne conseguono, a "Mangiona63" manca l’umiltà di conoscere e di apprezzare cose mai mangiate. Un vero "enogastronomo" sente l’emozione in un piatto perchè nel momento in cui avvicina la forchetta alla bocca riconosce i profumi della terra e immagina e da valore anche a chi quel piatto l’ha reso possibile. Un piatto, qualsiasi esso sia e di qualsiasi regione, racchiude memoria, tradizione e conoscenze. Non basta sedersi sulla tavola di una osteria come la nostra o in un locale pluristellato senza porsi con il piacere della tavola. E comunque dalle recensioni su questo sito deduco, anche, che "Mangiona63" di esperienze enogastronomiche ne ha fatte pochine, per non dire meno.
Ma non ho finito ad elencare le "verità" di "Mangiona63" infatti la più grande, molte le salto per non fare un poema, che mi sono lasciato per ultima è quella riferita all’abbacchio, bollato come "dalla carne che risulta palliduccia", e per fortuna che è palliduccia altrimenti non si sarebbe trattato di abbacchio ma di "quasi pecora". Riporto dall’enciclopedia della Gastronomia (che consiglio di acquistare!!) sul significato di abbacchio: "termine utilizzato per indicare l’agnello macellato ancora da latte. Per riconoscere l’abbacchio vero e proprio da bestie di età maggiore, non è sufficiente controllare il peso, ma bisogna osservare il colore della carne, che deve essere il più possibile rosa pallido". Che altro aggiungere. Mi viene da piangere!!
Deduco che la nostra "Mangiona63" non è molto preparata e quindi la sua recensione risulta pretestuosa. Farebbe meglio a seguire il precetto di Seneca "Tamdiu discendum est, quamdiu vivis" oppure al seguire il precetto, molto più diretto e senza scomodare Seneca, di mia nonna che spesso apostrofa le persone che parlano a sproposito con un bel "mejo se stai zitta".
Auguro a "Mangiona63" ed al "suo inseparabile compagno di avventure enogastronomiche, oltre che di vita", che almeno nella vita il tenore sia diverso perchè se questo è il tenore delle vostre avventure enogastronomiche, avete da che preoccuparvi.
Chiudo con una frase in latino maccheronico che sembra sia stata scritta sulla porta della prima trattoria in Francia "Vos qui stomaco laboratis venite ad me et ego restaurabo" .

da silbusin il 03 mag 2011 18:57


Riceviamo e pubblichiamo integralmente.

Egregio Signor Mari,
le rispondo solo ora, in quanto per motivi personali non ho avuto modo di leggere prima qs sua. Innanzitutto non mi nascondo dietro a nulla, visto che tutte le volte che sono state pubblicate le mie recensioni sul Magazine del Mangione, accanto al nick, è sempre apparso il mio nome e cognome, quindi con me i "trottolini amorosi" sono del tutto fuoriluogo. Se li riservi per un'altra circostanza più appropriata.
Ha definito me e mio marito "un po' taciturni" e anche "un po' difficili nello scegliere tra le tante proposte della serata" ed è con grande rammarico e con la triste consapevolezza di offenderla ancora una volta, vista la facile suscettibilità da lei dimostrata, che mi vedo costretta a ricordarle, e non lo faccio a cuor leggero mi creda, che per tutta la sera abbiamo conversato con suo padre e presumo con lei. Ho usato di proposito il verbo "Presumere" dato, che non avendo chiesto la carta di identità, non so se la persona in questione fosse lei o suo fratello. Sono comunque certa aldilà di ogni ragionevole dubbio di aver colloquiato amabilmente anche con uno dei due figli del proprietario. Per quanto riguarda la nostra scelta delle proposte è stata molto veloce, in quanto, come faccio di solito, mi sono affidata alla guida "Slow Food" e ho scelto i piatti che loro consigliavano.Mi spiace anche che le difetti un po' di sana ironia, e ci tengo a precisare che con quel "simpaticamente ruffiano" non volevo mancare di rispetto a nessuno, ma indicare solo una tipologia di locale, in generie osterie, che adottando un certo genere di arredi vogliono rendere più piacevole la sosta degli avventori dando loro l'idea di tornare indietro...ai tempi che furono. Chiedo umilmente venia per il colore delle tovaglie, che alla luce fioca della sera posso aver travisato, e per quel "Pane Pugliese", che non conoscendo, ahimè, il famoso pane di Lariano, posso aver confuso perchè molto somiglianti, soprattutto se consumati abbrustoliti. Mai avuta l'intenzione di non dare il giusto pregio agli oggetti esposti, però a parer mio, tra la grande moltitudine di arnesi autentici ce n'è qualcuno riprodotto e mi sono limitata a riportarlo senza malizia. E' con estremo piacere, Illustrissimo Signore, che apprendo che avete una lista vini ben nutrita, infatti una volta seduti in tavola, ci è stato chiesto cosa volevamo mangiare e cosa volevamo bere e non ci è stata presentata, ne' illustrata a voce nessuna carta. Per onestà, visto che non sono falsa, come lei più volte in maniera "molto sottile" ha sottolineato, è giusto dire che, visto la caratteristica ruspante delle proposte, avremmo comunque optato per lo sfuso della casa, che la già citata guida definisce "niente male" e sia ben chiaro che non mi aspettavo un vino memorabile data la tipologia da me richiesta - Con il mio "al di sotto delle aspettative" ho voluto intendere che, secondo me, quello della casa, da lei proposto, non è l' onesto vinello beverino, che mi è capitato più volte di "mandar giù" in locali affini, ma è piuttosto scarso. Visto l'appunto che mi viene da lei "cortesemente" mosso non posso che risponderle in maniera sincera : "La ringrazio del consiglio bene accetto, ma anche io come Lei non accompagnerei mai delle pietanze con un vino non all'altezza, in questo caso non ho ritenuto opportuno sostituire perchè non ho notato tutto questo dislivello." I suoi salumi saranno pure fatti dai più bravi norcini dei castelli romani, ma forse sarebbe più corretto scriverlo, facendo riferimento al nome e al cognome dei produttori, in una lista menù che però è, ahimè, assente, invece di vantarsene solamente a voce. E comunque non credo di essere scorretta se continuo a pensare che quei salumi sono del tutto anonimi...o vogliamo incriminare i gusti?. Le assicuro che conosco il finocchietto selvatico come e forse anche meglio di lei, visto che ne faccio largo uso in cucina. Del resto, vivendo nelle Marche e non frequentando molto i supermercati del nord lo vado a raccogliere personalmente lungo l'argine del fiume, e quelle foglioline che ho visto sopra ai suoi fagioli solo vagamente lo ricordavano sia per odore, che per sapore. Come ben saprà la tonalità del verde che caratterizza questa pianta aromatica non si può certamente definire tenue, così come il gusto che è abbastanza forte e pungente, quindi pur non mettendo in dubbio il fatto che sia sua consuetudine usarlo ho il legittimo sospetto che essendone stati in quel frangente sprovvisti avete rimediato in altro modo. Stesso discorso vale i trivoli, che non ho il piacere di conoscere, ma le assicuro che le zucchine le "mastico" bene. L'insalata nelle buste la userà lei, di certo non io, visto che consumo quella piantata nel mio orto. Definendo la carne "palliduccia" mi riferivo al tipo di cottura e non alle caratteristiche intrinseche della carne di un animale notoriamente in età da latte, e per questo di colore chiaro. Per rendere meglio l'idea: se chiedo la carne alla griglia me l'aspetto esternamente colorita e non bianca come quella che lei mi ha presentato, se viceversa la chiedo lessa, allora il discorso cambia. Non sono stata più esplicita a qs proposito e ho generalizzato per non scadere nella maleducazione, ma visto che mi sono appena accorta che eventualmente sarei stata in buona compagnia, per farla contento ho provveduto a spiegarmi meglio...spero di esserci riuscita. Il mondo enogastronomico costituisce per me una grandissima passione, molto del mio tempo libero l'ho trascorso alla ricerca dei mille tesori che la nostra Italia ci regala. Quello che ho riportato nella mia recensione riguardante una cena nel suo locale è frutto di un' esperienza che ho cercato di esprimere in maniera onesta, priva di qualsiasi pregiudizio e assolutamente non offensiva,. Viceversale sue accuse, sono state esposte in modo astioso e polemico ogni oltre misura. e non credo necessitino di ulteriori commenti.Apprezzando la saggezza popolare di sua nonna mi è venuto alla mente quello che era sempre solita dire la mia : " Un po' d'educaziò non guasta mai!".
Distinti saluti e ancora complimenti per l'indimenticabile carciofo alla giudia.
Tiziana Longhi (MANGIONA63)

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