maxb. ha scrittoAtratto da una raffica di capelli gialli e arancio sono capitato sulla scheda del utente caltras. Sono rimasto costernato nel constatare quanta sfortuna ha questo utente, che dal 2007 colleziona una serie di esperienze culinarie che vanno dallo scarso al pessimo, con rare eccezzioni da cappello verde. Non posso che pensare alla sfortuna, sbaglio?
Cavolo... quanto tempo che non scrivo! (non che fin'ora avessi eccelso)
Questa curiosa distribuzione di cappelli colorati ha sempre incuriosito anche me.
Purtroppo, prima fra tutte le cose, vi è l'aspettativa. Diciamo che molti si lasciano "ingannare" da numerose recensioni positive e, magari, si ritrovano poi con una cena od un pranzo senza infamia e senza lode; almeno questa è una delle spiegazioni che voglio darmi.
Io credo che, innanzitutto, occorra ben inquadrare il luogo nel quale si è deciso di consumare il pasto: se sto' recandomi in una trattoria, forse dovrò accettare la mancanza dei coprisedia in raso o dell'argenteria, no?
Certo, e qui ancora non mi è chiaro, qualcuno potrebbe dirmi che è necessaria una scala valutativa fissa, come gli standard per la valutazione dei vini e, di conseguenza, una trattoria difficilmente supererà la sufficienza, mentre l'Osteria Francescana di Massimo Bottura si attesterà, solo per il nome, nelle parti più alte della classifica.
Se però per i vini, la birra ed alcuni alimenti posso accettare un decalogo del buon assaggio, per un ristorante credo che ci si debba armare di un po' di umiltà, valutandolo quindi per ciò che vuole essere: una trattoria, un ristorante, una pizzeria od una semplice "bettola del panino bisunto".
In questo modo, forse, si potrebbero scongiurare tanti e tanti cappelli rossi, talvolta, non del tutto giustificati...