Infatti caro Max. Quando io dicevo pezz' 'o core intendevo proprio quello che dici tu: esistono dei locali che diventano "nostri" e sui quali siamo disposti a passar sopra a qualche pecca (guai se non fosse così).
Sul problema delle categorie ne abbiamo parlato sino allo sfinimento: dato che la scelta editoriale è quella e non si cambia, anche i nostri giudizi vanno tarati e dire
" ma io ho sempre (e continuerò a farlo) dato i voti relativi alla fascia del locale." di fatto trae in inganno il lettore. (Adry domani vieni accompagnato con la nota sul diario
)
Se vai a vedere le mie recensioni troverai dei cappelli gialli a numerose baite e rifugi e agriturismi alpini: se fossero stati "in categoria" avrebbero cappelli verdi, ma dato che sono valori in assoluto non ho potuto dare che un giusto 6, seppure a malincuore.
Alla fine quello che conta è il testo e il racconto di quanto è avvenuto.
Evidentemente sarò sfigato, ma quella sera al PG il collo d'oca era finito
Poi nell'insieme esterno/interno il locale non può superare l'8 da qualsiasi parte la si rivolti.
Termino dicendo che la descrizione di roby60 nei cibi è puntuale e aderente al suo concetto di valorizzazione e ricerca del territorio che il buon Liberti ha abbandonato da tempo, fissandosi in una immutabilità non coerente con le dinamiche della ristorazione.
Sul Rosa al Caminetto ha ragione il buon Vinicio: se lo conosci lo eviti. Ma se il locale è in piazza Duomo o Piazza S. Marco sarà cmq pieno. E' lo stesso discorso per i locali sui navigli: stracolmi tutte le sere, ma Dio me ne scampi e liberi!
Scusami se mi sono dilungato, ma volevo spiegarmi bene.
ciao.