maxbor ha scrittoInoltre,ma questo è un discorso generale, quando si parla di pesce si dovrebbe sempre specificare
se si tratta di fresco, surgelato o di allevamento. La differenza non è cosa di poco conto.

Sul punto, per quanto attiene alla cena d'andregiuli (cappellacci di zucca, ombrina ai carciofi, budino al cioccolato),


tale indicazione non manca:

andregiuli ha scrittoArrivano, sempre a spron battuto, i secondi: anch’essi di qualità eccellente e ben presentati:
la mia ombrina ai carciofi è squisita: pesce fresco, cottura perfetta, equilibrio dei sapori
inappuntabile. Così mi dicono del branzino alle mele.

http://www.ilmangione.it/recensione.php ... ione=15774

Certo, è questione di fiducia...

maxbor ha scrittoSullo stesso locale, mi farebbe piacere sapere da EUGE1893 (di evidente fede genoana, se ho ben intuito, quindi oltre che buongustaio anche calciofilo come me!) se le altre volte ambiente e servizio lo avevano sempre soddisfatto. La cucina può avere una giornata nera, gli altri aspetti in genere di meno.

Ciao Maxbor, il locale è aperto da molti anni ormai e ha avuto diverse gestioni. Una volta era un posto anche modaiolo, in ogni caso ci ho sempre mangiato decentemente (anche se non si tratta del mio ristorante preferito, per quel target)
Evidentemente ho avuto sfortuna questa volta, e non solo per la cucina.
In passato non mi era mai capitato l'inconveniente dell'affumicamento, ma devo anche dire che ho quasi sempre cenato nella seconda saletta, che mi pare più confortevole. Pure le altre questioni, diciamo, ambientali mi hanno molto stupito, nel senso che non me le sarei mai aspettate per l'esperienza che ho del ristorante.
Può darsi che il ristorante stia vivendo effettivamente un momento di declino: trovo fastidioso quanto occorso per il vino (nessuno obbliga i ristoratori ad avere una carta stile "elenco telefonico"!) e inaccettabili gli inconvenienti legati al pesto (anche se va detto che ormai trovare un pesto ben fatto a Genova è impresa ardua, per quanto possa apparire incredibile la cosa).
Ho intenzione di ritornare a fare una prova d'appello fra qualche tempo. Il posto comunque merita anche per il contesto, per chi non conoscesse la zona

Avendo poco tempo a disposizione ho postato senza rileggermi .
Purtroppo sono stato impreciso.
Per pesce fresco volevo intendere di mare perchè quello d'allevamento è, dovrebbe essere almeno, sempre fresco.
Per quanto riguarda la fiducia io non trovo inconvenienti. Vivo in una provincia circondata dal mare e il mio palato (e quello della maggior parte dei salentini) è abituato fin dalla tenera età a nutrirsi con pesce fresco di mare, magari azzurro ma di mare.
La differenza si sente eccome , non è facile fregarci!

Nella mia zona infatti i ristoratori dichiarano senza problemi, quanto meno agli indigeni, che tipo di offerta offrono, non rischiano lamentele e...sputtanamenti.

Caro maxbor, posso sbagliare ma non mi risulta che l'ombrina venga allevata. Siccome penso di saper distinguere tra un pesce fresco e uno congelato, penso proprio che si trattasse di pesce pescato.
Quanto al resto, non mi stupisce la brutta impressione riportata da Euge1893; anch'io, a parte la cucina, avevo riscontrato un netto declino del'ambiente e del servizio.
Buon appetito

andregiuli ha scrittoposso sbagliare ma non mi risulta che l'ombrina venga allevata.

OMBRINA Corpo fusiforme, allungato ricoperto di grosse squame. Bocca grande in posizione terminale con muso appuntito sul quale sono presenti dei fori cavernosi. Mascella inferiore più sporgente della superiore, quest'ultima munita di 2 robusti denti canini. Occhio piccolo. Dispone di 2 pinne dorsali, una pinna anale, 2 ventrali e pettorali, pinna codale a spatola.Colorazione argentea con striature scure, pinne bruno-giallastre. Lunghezza 60-100 cm.E' molto simile al branzino, sia per la forma che per la squisitezza delle carni, anche se piuttosto raro e di costo elevato. E' un pesce voracissimo; quando è riunito in branchi si avvertono, anche a distanza, dei particolari rumori prodotti dalla distensione di un muscolo contratto, in rapporto con la vescica natatoria,è specie diffusa nell'Atlantico orientale.

http://xoomer.alice.it/fipsasbari/encip ... i_mare.htm

Si rende perciò necessario certificare la sicurezza nutritiva, garantire al consumatore libertà di scelta del prodotto di allevamento fornendogli un’informazione completa in merito alla sua provenienza, attraverso una documentazione obbligatoria di origine, perché possa esercitare il suo sacrosanto diritto di giudicare, qualificare e distinguere il prodotto di mare da quello d’allevamento, italiano da quello estero (Reg. CE 2065-2001 a tutela del consumatore). Come più volte detto e ripetuto in questi ultimi anni in convegni, tavole rotonde e pubblicazioni varie, la produzione di specie marine mediterranee quali l’orata e la spigola ed in minor misura il sarago, l’ombrina, il dentice ed altre, nell’ultimo decennio ha registrato incrementi produttivi di grandissima rilevanza.

http://www.pubit.it/sunti/pes0106d.html

N.B. - La presente Ricerca è stata condotta in maniera veloce e sommaria: prendetela come semplice spunto di riflessione...

Il problema è molto serio.

Purtroppo col passare degli anni stanno aumentando i tipi di pesce soggetto ad allevamento.

La mia provincia, come detto, pur circondata dal mare ha numerosi vivai. L'estate c'è invasione di turisti e bisogna pur dargli qualcosa da mangiare.

Non illudiamoci che ai ristoranti, e nelle pescherie, (salvo forse rarissime eccezioni) arrivi il pesce eventualmente pescato il giorno prima. Se è di qualche giorno va già bene.
Pertanto un carrello di pesce troppo brillante e di evidente freschezza è un primo campanello di allarme per possibile provenienza industriale.

Nella mia città c'è una sola pescheria, che io sappia, che vende pesce fresco "di giornata" (rifornita credo da sub o pescatori più o meno dilettanti).
Ne ha sempre poco (niente per chi non è amico, cliente o Vip) e se lo paga minimo 60 euro al kilo.
Quanto dovrebbe eventualmente pagarselo questo pesce un ristorante?

Il problema del pesce di allevamento non è tanto quello organolettico. E' meno gustoso (chi non è buongustaio non lo nota nemmeno!) ma, tutto sommato, non è immangiabile solo che è "bombardato" di antibiotici per evitare epidemie nei vivai.

Un articolo su "La Repubblica" di qualche mese fa, che si rifaceva a studi sanitari inglesi, ne consigliava un consumo limitato ad una volta al mese per non provocare nel'organismo umano assuefazione agli antibiotici.

Ci siamo capiti?

Oddio...Maxbor è un intenditore di pesce e io dove lo sto mandando?? A pranzo in un posto che io NON intenditrice di pesce definisco "alla buona"???
Signor Maxbor sia clemente la prego...