Chiamata per la Sezione Romana AC (Adem-Caneciccio
)
Rubrica settimanale del Messaggero dedicata oggi alla valutazione di una pizzeria.
Raramente mi trovo d'accordo con le recensioni di questo quotidiano (sia per il palato che.....a pelle) ma in questo caso voglio riportare l'entusiastica segnalazione (anche se il voto è più leggero delle parole) di Giacomo A. Dente affinchè, se gli amici romani lo ritengono, venga confermata da una loro visita.
RE' BRASSERIE - ROMA Via Oslavia, 39
tel. 06-3721173 - sempre aperto.
Prezzo medio 15-30 euro = Voto 7-
SI' : la vera pizza napoletana
NO: il cantiere della metro vicino
Ecco l'articolo:
In "Mystic Pizza" di Donald Petrie ha buon gioco la fascinosa Julia Roberts, in un villaggio del Connecticut dove l'aragosta è pane quotidiano, a trasformare una pizza dalla ricetta top secret in un ogetto oscuro del desiderio. Facile nell' East Coast, ma a Roma-Italia, dove girano più pizze che aragoste sarebbe possibile la stessa operazione? Un'operazione resa ancor più spericolata dalle innumerevoli, capricciose ortodossie che girano intorno alla pizza. Bassa, alta, scrocchiarella, col cornicione, e via discettando, come ai tempi delle eresie medioevali. Per non parlare dell'amletico bufala sì oppure fiordilatte? Per fortuna un modo per tagliare la testa al toro c'è, ed è vivo e palpitante quanto lo è il forno di Ré Brasserie, vivace indirizzo nel cuore del quartiere Prati. un indirizzo che ha per anima un professionista con una solida storia alle spalle come Ciro Moffa. Nipote prediletto di Ciro Leone, fondatore nel 1923 del Trianon di Napoli, luogo mitico della pizza con la P maiuscola, quindi "importatore" a Roma di quella filosofia col marchio PizzaRé, oggi patron Moffa ha voluto lasciarsi questa esperienza alle spalle e creare una nuova formula tutta sua, portandosi dietro un pool di pizzaioli doc, garanti della qualità del prodotto.
Il nuovo locale di Via Oslavia, nel quartiere dei Prati, per il momento soffre ancora delle ultime limitazioni imposte dai cantieri della metropolitana, ma siamo agli sgoccioli: in primavera, spazi liberi, e la possibilità di mangiare anche all'aperto. Per quel che riguarda la carta, invece, prevale la formula della brasserie: offerta variata (non solo pizza, quindi) e una politica gentile di prezzi, senza per questo perdere in qualità. Per cominciare, ad esempio, gagliarda impepata di cozze, generoso fritto misto alla napoletana, una parmigiana molto classica e sensuale e un giro di zeppole fritte di sensuale bontà. Poi, in uno scialo di carboidrati, qualche primo di pasta (su tutti, i paccheri di Gragnano al pesce spada con olive di Gaeta), prima di passare alla impeccabile selezione di pizze (alte al punto giusto, col cornicione fragrante e non spugnoso e indigesto, come troppo spesso accade). In alternativa, dai gamberoni grigliati alle costolette di agnello, passando per bella scelta di carne da una griglia in continua azione. Si conclude con dolci sfiziosi di rigorosa ortodossia napoletana e piccola, ma pensata selezione di vini.
Servizio gentile e tante migliorie in corso per rendere sempre più gradevole l'offerta.