da maxbor il 27 mag 2007 11:33
Oggi sul "Sole 24 Ore" nel suo "Diario di una golosa" Camilla Baresani recensisce questo locale tra l'altro recentemente visitato dal nostro Adem con sostanziale coincidenza di giudizio.
Devo dire, a onore e merito della scrittrice che, sebbene un mesetto fa mi sia permesso in questo forum di fare le pulci a un suo articolo, è una delle pochissime/mi professioniste delle cui recensioni mi fido.
Ecco cosa scrive:
.........."Poche sere fa, ho cenato da Romolo, un ristorante sul porto di Anzio (Porto Innocenziano, bell'indirizzo carico di storia e di grandiosi progetti pubblici). Era un venerdì sera, la veranda e lo stanzone interno erano affollatissimi. Ragazzini si rincorrevano tra i tavoli, un bebè si sgolava, una coppia di culturisti si ingozzava con un gran guizzar di muscoli tatuati, un tavolo di maschi d'aspetto nordico - biondastri, slavati - gozzovigliava a suon di pesci fritti, birre risate.
E poi intere famiglie un po' in carne, fidanzatini che si sbaciucchiavano tra un boccone e l'altro, distinte coppie di anziani visibilmente annoiati dal partner istituzionale e forse anche da sé, gagà alle prese con telefonate e sms. Insomma, il tipico spaccato da solida trattoria italiana. Alcuni amici mi avevano parlato della rivalità tra questo ristorante, prediletto da Fini e perciò etichettato come "di destra", e il dirimpettaio Lo Sbarco, frequentato dal'editore Caracciolo e perciò "di sinistra".
Il tutto con contorno di diffide al critico Edoardo Raspelli che, da curatore della guida dell'Espresso, aveva osato parlar meglio di Romolo che dello Sbarco. Va detto che un pò di tifo tiene alto l'interesse, e il tifo mangereccio lo preferiamo a quello infernale e molesto del calcio.
Da parte mia mi unisco al coro dei tifosi di Romolo. Immaginate il divertimento di vedervi servire una serie di squisiti antipasti fatti di merluzzetto fritto con salsa di cipolle e alici; gamberi rossi fritti con salsa di peperoni delicatissima, acciughe fritte (i fritti sono a base di farina e uova, dunque un pò gonfi, dorati e morbidi); tortino di patate con primosale siciliano, ombrine e olio al basilico; polpo con radicchio rosso; sogliolette con puré di pistacchi di Bronte e olio ai capperi; scampi con scorze d'arancia candite; gambero rosso con melone; calamaretti con origano selvatico; involtino di melanzane con ombrine e mandorle di Pantelleria; palamito con cuscus; scampi crudi; tracina con mela annurca; merluzzo con spezie e merluzzo crudo con olive; gambero rosso con finocchi; tartare di palamito.
Per finire in gloria con un brodetto di pesce solo un pò troppo salato e spaghetti con scampi, calamaretti e bottarga. Il cuoco-sommelier-proprietario, Walter Regolanti, ha fatto stage con chef arcinoti, ma è rimasto attaccato al suo porto e alla sua tradizione, ben coniugando localismo e raffinatezze d'alta cucina.
Con un ottimo Trebbiano biologico Pepe da 25 euro, il conto non supera i 70. Va detto che per saziare un mangione l'antipasto è più che sufficiente".
Mi permetto unicamente di dissentire con la signora Baresani sul generale inserimento nello "spaccato della solida trattoria italiana" (ne parla al plurale, non di una singola presenza) di:
- famiglie un pò in carne (quelle magre dove le mandiamo?)
- distinte coppie di anziani visibilmente annoiati ... (tutte quelle allegre e innamorate, direi la maggioranza di quelle che ho incrociato, provengono da Marte?).
Infine per lei il tifo calcistico è solo infernale e molesto. Ma và.....!
Per quanto riguarda il ristorante ho notato negli antipasti l'assenza di qualsiasi bivalve (cozze, noci, vongole, ostriche, ecc.) che io avrei in qualche modo inserito anziché "doppiare" nelle preparazioni lo stesso tipo di pesce (merluzzi, ombrine e gamberi rossi).
Infine chiedo, per chi lo sapesse, dove Raspelli eventualmente recensisce ristoranti e hotel dopo la "scomparsa" del bell'inserto "Tempo Libero" che allegava il sabato La Stampa.