donAttilio ha scrittoCon tutte "le obiezioni" rilevate dal recensore, che senso ha "rifilare" un 9 alla cucina
In realtà, le obiezioni si limitano a 2 piatti su 12 e all'impressione di una certa eccessiva uniformità nella concezione delle portate, nonostante ci fossero ingredienti e cotture assai diverse. Con il forte sospetto, espresso pure dalla mia ragazza, che quest'uniformità fosse più nel mio cervello - poco sintonizzato con questo tipo di cucina - che nei piatti.
In realtà l'unico torto del povero Genovese è di essermi piaciuto meno di Bottura, Lopriore, Roca e Dacosta (ma più di Uliassi), gli chef più "importanti" che ho avuto la fortuna di provare e con cui confronto quest'esperienza...
Da qui il dubbio tra 8 e 9, che ho risolto un minuto prima di mandare la recensione.
luc83 ha scrittoPs adem cos'hai bevuto?
Purtroppo l'occasione (festeggiare 10 anni insieme alla mia lei) non era indicata per prendere appunti, e tra la cena e la recensione ci sono di mezzo le mie tre settimane di vacanza (al risparmio, tranne un altro paio di cene
)
Avevo anche pensato di chiedere via mail al Pagliaccio i vini, ma è passato del tempo e la recensione è già lunga così.
L'abbinamento costa veramente tanto (115 € a capoccia) ma sono 12 calici, uno a piatto, in un bistellato al centro di Roma: circa 10 euro a calice (la San Pellegrino costa 6!), e il vino peggiore era il Fior d'uva di Marisa Cuomo.
Certo la proposta a 115 € è un po' forzata e acchiappa gonzi (leggi turisti stranieri con la michelin sotto il braccio): come ho scritto, potevano evitare almeno tre calici, o studiare vini che andassero bene per più di un piatto, come fa magistralmente Palmieri alla Francescana, in un'altra occasione anch'io avrei preso una bottiglia come ha fatto Buzzy due mesi fa e avrei risparmiato 100/150 € (ma perchè mi ci fate pensare, cattivi!
)
C'è da dire però che gli abbinamenti erano molto ben pensati. Nel corso della degustazione i due sommelier hanno anche cambiato vini secondo i nostri gusti: a un certo punto ci hanno fatto assaggiare il beyond the clouds di Elena Walch pensato per il rombo, ma non piaceva nè a noi nè a loro: hanno aperto per noi (in sala c'erano solo tre coppie) un fantastico riesling della Mosella di cui mi piacerebbe ricordare il nome. Visto l'amore per i riesling di Elisa, dopo ce ne hanno fatto assaggiare anche un altro.
Particolarissimi il sakè artigianale, un Bandol rosato, i due riesling e un vouvray.
Per dirti, mi hanno fatto innervosire molto di più i 70 € a persona pagati al Canto, per 5 vini medi abbinati ad minchiam.
PS Non pensavo che qualcuno leggesse il mio pallosissimo sproloquio...