Balbo ha scrittoAnche se, come si suol dire, “il primo amore non si scorda mai”, credo che non mancherò di tornar a far visita al Romanino.
Nuova, piacevole e positiva scoperta nel panorama enogastronomico bresciano… Devo prima di tutto precisare di essere andato sul
sicuro con questo ristorante, in quanto di proprietà dello chef-patron del Carlo Magno, Beppe Maffioli, che ha voluto avventurarsi in
una nuova esperienza cambiando sostanzialmente il registro stilistico che ha caratterizzato in questi anni il suo “primogenito” e
l’ha reso uno dei più apprezzati ed affermati ristoranti di Brescia e provincia.
http://www.ilmangione.it/recensione.php ... ione=17658
Si sviluppa su due piani: al primo piano… cucina, bancone del bar ed una sala, denominata Bibendum,
che può essere utilizzata per degustazioni di vino, formaggi o anche essere riservata per cene particolari.
Sullo stesso livello c’è la terrazza… scendendo una rampa di scale si accede al salone principale, molto luminoso
grazie alla parete principale costituita per la quasi totalità da finestre che riprendono il colpo d’occhio che si era
lasciato in terrazza e danno la possibilità a chi si fosse spostato dalla zona drink a quella dinner di proseguire
nella contemplazione della vista mozzafiato.
Sebbene lo chef si fosse raccomandato di andare a far visita al suo nuovo nato dopo il 15 del mese,
in quanto manca ancora qualche tocco perché l’opera si possa definire compiuta, io non ho resistito
(e meno male, verrebbe da dire: ambiente “10”… l’avesse trovato ultimato, craniate al muro per non poter assegnare “11”?)
Ecco che dalla cucina arriva una sorpresa da parte dello chef Maffioli, in trasferta questa sera vista la chiusura
del "Carlo Magno", che ci omaggia di un assaggio di "Farro di San Paolo con salsiccia croccante e zafferano"...
A causa di questo fuori programma saltiamo il dolce ed ordiniamo tre caffè,
che arrivano accompagnati da un piccolo tiramisù con crema al caffè.
Conto totale per tre persone 74 euro (Rapporto q/p ottimo)
(tolti i 17 euro del vino, per sei portate complessive più assaggio a sorpresa, caffè e petit dessert... 57 euro)
ho percorso i pochi chilometri che mi separano dal locale per una nuova e molto soddisfacente esperienza,
sia per quanto riguarda la cucina, che l’ambiente e, cosa da non sottovalutare, il rapporto qualità/prezzo
Prima di andarcene passiamo a salutare Raffaella e lo chef-patron, complimentandoci con loro per
l’ottimo lavoro fatto; ambiente molto rilassato ed informale, con una cucina molto curata e saporita.
se ti sei preso la briga di vedere le date delle mie recensioni, avrai notato che l'ultima
postata risale al 3 giugno scorso e che da allora non ne ho più VOLUTAMENTE inserite
Balbo ha scrittoriportami, cortesemente, dove nella mia recensione ho detto che questo nuovo nato è già perfetto?!
Prima di andarcene passiamo a salutare ... e ci soffermiamo per qualche minuto, complimentandoci
con loro per l’ottimo lavoro fatto, anche se ne avranno ancora un po’ prima di potersi dire soddisfatti
lo chef non ho nessun "rapporto" ne di amicizia ne quant'altro, c'è semplicemente cordialità e gentilezza
che va oltre il semplice freddo ed informale rapporto tra cliente e ristoratore....e non devo tanto meno
dimostrargli nulla ne compiacerlo con recensioni entusiastiche
In conclusione: credo che dovresti impiegare meglio il tuo tempo del sabato mattina invece di citare, sottolineare in blu
(a caso a volte) ed inserire 1000 emoticons diverse, prima di venire a rompere le scatole a me o ad altri mangioni che
cercano semplicemente di mettere in evidenza un locale che ritengono una bella scoperta tra i nuovi nati
se devi darmi del marchettaro....fallo direttamente, senza nasconderti a faccine e mezze frasi...loser
uno di quei recensori che scrivono mirabilie a bizzeffe per dimostrare.....se questa non è una velata allusione...
al ristoratore tutto il loro plauso
tuoi rapporti con il Sig. Maffioli sono fatti tuoi, non mi riguardano... se non nella misura in cui.....signori e signore: la c***ta del giorno: il fatto che io anticipatamente dica che si tratta del mio ristorante preferito etc. è sintomo di onestà e correttezza nei confronti degli altri lettori perchè li avverto che i miei giudizi potrebbero essere parzialmente influenzati da questo fatto.....
tu li menzioni in Pubblico... e ciò abbassa il tuo credito d'obbiettività nel recensire il suo Locale
Balbo ha scrittoPrimo...
Secondo...
Terzo...
Quarto...
Quinto...
Sesto...
deloZio ha scrittoBene ... io ho posto interrogativi sulla tua recensione, tu hai risposto dettagliattamente;
gli spunti di riflessione proposti sono quindi numerosi, ognuno se ne farà l'idea che crede.
Balbo ha scrittodeloZio ha scrittoBene ... io ho posto interrogativi sulla tua recensione, tu hai risposto dettagliattamente;
gli spunti di riflessione proposti sono quindi numerosi, ognuno se ne farà l'idea che crede.
Check - mate, mate!
della serie non sapevo più cosa dire
Balbo ha scrittomi hai pure citato e non l'hai ancora capito?!
la frase "ne avranno ancora per un pò prima di potersi dire soddisfatti" sembra abbastanza esplicativa
se poi tu la interpreti come uno che dice che un ristorante è già perfetto dopo un mese ... whatever
Nuova, piacevole e positiva scoperta nel panorama enogastronomico bresciano. Devo prima di tutto precisare di essere andato sul
sicuro con questo ristorante, in quanto di proprietà dello chef-patron del Carlo Magno, Beppe Maffioli, che ha voluto avventurarsi in
una nuova esperienza cambiando sostanzialmente il registro stilistico che ha caratterizzato in questi anni il suo “primogenito” e
l’ha reso uno dei più apprezzati ed affermati ristoranti di Brescia e provincia.
Già da qualche tempo il sig. Maffioli ci aveva parlato di un locale, poco distante dal Carlo Magno, che avrebbe aperto a breve e avrebbe proposto una tipologia di cucina ancora più legata al territorio e alle materie prime “povere”, con un’atmosfera molto più informale ed easy, per vincere la resistenza di quanti in ambienti troppo “ingessati” non si sentono a proprio agio. Ecco allora che sulle colline della Franciacorta, tra Gussago e Cellatica e proprio di fronte allo storico ristorante di Collebeato, si trova il Romanino, aperto al pubblico da nemmeno un mese.
Il ristorante, che si trova proprio sotto la chiesa della Stella, si sviluppa su due livelli: al primo piano si trovano la cucina, il bancone del bar ed una sala, denominata Bibendum, che può essere utilizzata per degustazioni di vino, formaggi o anche essere riservata per cene particolari. Sullo stesso livello c’è la terrazza che offre una vista impareggiabile sull’hinterland di Brescia e sulla parte nordovest della stessa. Scendendo una rampa di scale si accede al salone principale, molto luminoso grazie alla parete principale costituita per la quasi totalità da finestre che riprendono il colpo d’occhio che si era lasciato in terrazza e danno la possibilità a chi si fosse spostato dalla zona drink a quella dinner di proseguire nella contemplazione della vista mozzafiato.
Sebbene lo chef si fosse raccomandato di andare a far visita al suo nuovo nato dopo il 15 del mese, in quanto manca ancora qualche tocco perché l’opera si possa definire compiuta, io non ho resistito e, con la complicità dei miei genitori, ho percorso i pochi chilometri che mi separano dal locale per una nuova e molto soddisfacente esperienza, sia per quanto riguarda la cucina, che l’ambiente e, cosa da non sottovalutare, il rapporto qualità/prezzo.
Entriamo nel salone principale, che consta di circa 50 coperti, e notiamo subito che è stato fatto davvero un bel lavoro di rinnovo rispetto alla gestione precedente. L’ambiente dà una sensazione di eleganza e relax, i colori sono chiari e sobri e a dare un tocco di colore ci pensano le sedie in pelle rossa. La mise en place è curata ma non troppo snob: tovaglia bianca, piatti Marchesi, bicchieri e tumbler Zafferano, ma niente piattino del pane, ne tanto meno candele. A centro tavola solo una piccola composizione floreale in stile moderno: all’interno di un vaso di vetro cubico ci sono dei fiori bianchi con acqua e piccole pietre grigio scuro.
Ci accomodiamo e poco dopo la solare e professionale Raffaella ci offre un aperitivo, un sempre gradevole Brut Cà del Vent. Arriva poi il cestino del pane, caldo e di diverse tipologie, tra cui focaccia, treccia al burro e grissini. Insieme al pane ci vengono consegnati i menu, scritti a mano su carta da salumiere. Intanto che scegliamo, ci gustiamo una piccola entrée costituita da una ciotolina con testina di vitello, fagiole e cipolle. E’ possibile scegliere tra circa otto antipasti ed altrettanti primi e secondi, tutti molto legati al territorio e che prediligono la carne e le materie prime “povere”, ma di qualità indiscutibile. Noi decidiamo di assaggiare un antipasto ed un primo piatto. Per me e mia madre, sformatino di Bagoss con suoi biscotti e pomodoretto: uno sformato delicatissimo e sorprendentemente, con troppo invasivo in bocca, accompagnato con dei biscotti, anch’essi al Bagoss. Per mio padre un’insalata di rucola e rezzaola, leggera ma saporita e gustosa, e come portata principale una zuppa di cipolle con Fatulì (formaggio locale): molto sfiziosa, anche se il gusto della cipolla si è fatto sentire per diverso tempo anche nel post-cena. Io ordino delle caramelle rustiche al burro salvia e guanciale: una sorta di casoncello con ripieno di carne, molto saporito, impreziosito da dei sottilissimi pezzettini di guanciale. Mia madre assaggia invece un’emulsione di ceci con polpo: sicuramente il piatto più curioso ma allo stesso tempo più indicativo del tipo di cucina del locale. Piatto che è stato gradito e gustato fino in fondo, grazie anche al fortunato sodalizio tra ceci e polpo.
Noi saremmo già pronti per porre fine a questa cena frugale di metà settimana, concedendoci al massimo un dolcetto, ma ecco che dalla cucina arriva a sorpresa da parte dello chef Maffioli, in trasferta questa sera vista la chiusura del Carlo Magno, che ci omaggia di un assaggio di farro di San Paolo con salsiccia croccante e zafferano: il San Paolo di cui si parla è in provincia di Brescia, e ci riconduce al discorso del territorio e delle materie prime. Devo ammettere che probabilmente non avrei mai ordinato di mia spontanea volontà questo piatto ma, dopo averlo assaggiato ed esserne rimasto entusiasta per l’esplosione di sapori e di gusto che si ha in bocca, non potrei essere più contento che lo chef me l’abbia fatto assaggiare.
A causa di questo fuori programma saltiamo il dolce ed ordiniamo tre caffè, che arrivano accompagnati da un piccolo tiramisù con crema al caffè. Ad accompagnare tutta la cena scegliamo dalla carta dei vini, anch’essa ancora “work in progress”, un Greco di Tufo 2005 dei Feudi di San Gregorio, molto fresco e profumato, al costo di 17 euro. Durante tutta la cena il servizio è stato cordiale e preciso, per nulla asfissiante (per intenderci l’acqua ed il vino ce li si versa da soli) cercando di rimanere, nei limiti del possibile, il più informale possibile.
Prima di andarcene passiamo a salutare Raffaella e lo chef e ci soffermiamo per qualche minuto, complimentandoci con loro per l’ottimo lavoro fatto, anche se ne avranno ancora un po’ prima di potersi dire soddisfatti, e scambiando qualche impressione sul tipo di impatto che questo nuovo locale potrà avere sia sui clienti “storici” che sui nuovi avventori. Anche se, come si suol dire, “il primo amore non si scorda mai”, credo che non mancherò di tornare a far visita al Romanino, soprattutto per quelle occasioni in cui non si ha tempo o, perché no, la voglia di passare due o più ore a tavola, ma si è semplicemente alla ricerca di un ambiente molto rilassato ed informale, con una cucina molto curata e saporita.
Conto totale per tre persone 74 euro.
http://www.ilmangione.it/recensione.php ... ione=17658
Nuova, piacevole e positiva scoperta nel panorama enogastronomico bresciano. Devo prima di tutto precisare di essere andato sul
sicuro con questo ristorante, in quanto di proprietà dello chef-patron del Carlo Magno, Beppe Maffioli, che ha voluto avventurarsi in
una nuova esperienza cambiando sostanzialmente il registro stilistico che ha caratterizzato in questi anni il suo “primogenito” e
l’ha reso uno dei più apprezzati ed affermati ristoranti di Brescia e provincia.
Già da qualche tempo il sig. Maffioli ci aveva parlato di un locale, poco distante dal Carlo Magno, che avrebbe aperto a breve e avrebbe proposto una tipologia di cucina ancora più legata al territorio e alle materie prime “povere”, con un’atmosfera molto più informale ed easy, per vincere la resistenza di quanti in ambienti troppo “ingessati” non si sentono a proprio agio. Ecco allora che sulle colline della Franciacorta, tra Gussago e Cellatica e proprio di fronte allo storico ristorante di Collebeato, si trova il Romanino, aperto al pubblico da nemmeno un mese.
Il ristorante, che si trova proprio sotto la chiesa della Stella, si sviluppa su due livelli: al primo piano si trovano la cucina, il bancone del bar ed una sala, denominata Bibendum, che può essere utilizzata per degustazioni di vino, formaggi o anche essere riservata per cene particolari. Sullo stesso livello c’è la terrazza che offre una vista impareggiabile sull’hinterland di Brescia e sulla parte nordovest della stessa. Scendendo una rampa di scale si accede al salone principale, molto luminoso grazie alla parete principale costituita per la quasi totalità da finestre che riprendono il colpo d’occhio che si era lasciato in terrazza e danno la possibilità a chi si fosse spostato dalla zona drink a quella dinner di proseguire nella contemplazione della vista mozzafiato.
Sebbene lo chef si fosse raccomandato di andare a far visita al suo nuovo nato dopo il 15 del mese, in quanto manca ancora qualche tocco perché l’opera si possa definire compiuta, io non ho resistito e, con la complicità dei miei genitori, ho percorso i pochi chilometri che mi separano dal locale per una nuova e molto soddisfacente esperienza, sia per quanto riguarda la cucina, che l’ambiente e, cosa da non sottovalutare, il rapporto qualità/prezzo.
Entriamo nel salone principale, che consta di circa 50 coperti, e notiamo subito che è stato fatto davvero un bel lavoro di rinnovo rispetto alla gestione precedente. L’ambiente dà una sensazione di eleganza e relax, i colori sono chiari e sobri e a dare un tocco di colore ci pensano le sedie in pelle rossa. La mise en place è curata ma non troppo snob: tovaglia bianca, piatti Marchesi, bicchieri e tumbler Zafferano, ma niente piattino del pane, ne tanto meno candele. A centro tavola solo una piccola composizione floreale in stile moderno: all’interno di un vaso di vetro cubico ci sono dei fiori bianchi con acqua e piccole pietre grigio scuro.
Ci accomodiamo e poco dopo la solare e professionale Raffaella ci offre un aperitivo, un sempre gradevole Brut Cà del Vent. Arriva poi il cestino del pane, caldo e di diverse tipologie, tra cui focaccia, treccia al burro e grissini. Insieme al pane ci vengono consegnati i menu, scritti a mano su carta da salumiere. Intanto che scegliamo, ci gustiamo una piccola entrée costituita da una ciotolina con testina di vitello, fagiole e cipolle. E’ possibile scegliere tra circa otto antipasti ed altrettanti primi e secondi, tutti molto legati al territorio e che prediligono la carne e le materie prime “povere”, ma di qualità indiscutibile. Noi decidiamo di assaggiare un antipasto ed un primo piatto. Per me e mia madre, sformatino di Bagoss con suoi biscotti e pomodoretto: uno sformato delicatissimo e sorprendentemente, con troppo invasivo in bocca, accompagnato con dei biscotti, anch’essi al Bagoss. Per mio padre un’insalata di rucola e rezzaola, leggera ma saporita e gustosa, e come portata principale una zuppa di cipolle con Fatulì (formaggio locale): molto sfiziosa, anche se il gusto della cipolla si è fatto sentire per diverso tempo anche nel post-cena. Io ordino delle caramelle rustiche al burro salvia e guanciale: una sorta di casoncello con ripieno di carne, molto saporito, impreziosito da dei sottilissimi pezzettini di guanciale. Mia madre assaggia invece un’emulsione di ceci con polpo: sicuramente il piatto più curioso ma allo stesso tempo più indicativo del tipo di cucina del locale. Piatto che è stato gradito e gustato fino in fondo, grazie anche al fortunato sodalizio tra ceci e polpo.
Noi saremmo già pronti per porre fine a questa cena frugale di metà settimana, concedendoci al massimo un dolcetto, ma ecco che dalla cucina arriva a sorpresa da parte dello chef Maffioli, in trasferta questa sera vista la chiusura del Carlo Magno, che ci omaggia di un assaggio di farro di San Paolo con salsiccia croccante e zafferano: il San Paolo di cui si parla è in provincia di Brescia, e ci riconduce al discorso del territorio e delle materie prime. Devo ammettere che probabilmente non avrei mai ordinato di mia spontanea volontà questo piatto ma, dopo averlo assaggiato ed esserne rimasto entusiasta per l’esplosione di sapori e di gusto che si ha in bocca, non potrei essere più contento che lo chef me l’abbia fatto assaggiare.
A causa di questo fuori programma saltiamo il dolce ed ordiniamo tre caffè, che arrivano accompagnati da un piccolo tiramisù con crema al caffè. Ad accompagnare tutta la cena scegliamo dalla carta dei vini, anch’essa ancora “work in progress”, un Greco di Tufo 2005 dei Feudi di San Gregorio, molto fresco e profumato, al costo di 17 euro. Durante tutta la cena il servizio è stato cordiale e preciso, per nulla asfissiante (per intenderci l’acqua ed il vino ce li si versa da soli) cercando di rimanere, nei limiti del possibile, il più informale possibile.
Prima di andarcene passiamo a salutare Raffaella e lo chef e ci soffermiamo per qualche minuto, complimentandoci con loro per l’ottimo lavoro fatto, [color=blue]anche se ne avranno ancora un po’ prima di potersi dire soddisfatti[/color], e scambiando qualche impressione sul tipo di impatto che questo nuovo locale potrà avere sia sui clienti “storici” che sui nuovi avventori. Anche se, come si suol dire, “il primo amore non si scorda mai”, credo che non mancherò di tornare a far visita al Romanino, soprattutto per quelle occasioni in cui non si ha tempo o, perché no, la voglia di passare due o più ore a tavola, ma si è semplicemente alla ricerca di un ambiente molto rilassato ed informale, con una cucina molto curata e saporita
Conto totale per tre persone 74 euro.
http://www.ilmangione.it/recensione.php ... ione=17658
complimentandoci con loro per l’ottimo lavoro fatto, anche se ne avranno ancora un po’ prima di potersi dire soddisfatti
il fatto che io anticipatamente dica che si tratta del mio ristorante preferito etc. è sintomo di onestà e correttezza nei
confronti degli altri lettori perchè li avverto che i miei giudizi potrebbero essere parzialmente influenzati da questo fatto
deloZio ha scrittoHo citato quel passaggio in quanto non c'era null'altro da citaremolto deboli e lacunosi, nascosti e camuffati da effetti cromatici, visivi e frasone/citazioni solide come un castello di carta
Hai citato questo passaggio in quanto su tutti gli altri punti ti eri già preso le tue belle bastonate e non potevi replicare, diciamo le cose come stanno...questo era l'unico che ti dava modo di andare avanti con la tua sterile polemica
Certo che poi fa molto effetto riportare per ben 2 volte ( ) la stessa recensione, colorando di rosso (ti piace proprio) intere frasi o pensieri, per dare un effetto cromatico più che per rendere effettivamente un concetto...
I.E. (adesso scendo al tuo livello anche se, come diceva un famoso saggio contemporaneo Italo/Svizzero, mi batterai con l'esperienza):
il registro stilistico che ha caratterizzato in questi anni il suo “primogenito” e
l’ha reso uno dei più apprezzati ed affermati ristoranti di Brescia e provincia in questa frase la parte positiva è solo l'ultima, dove dico che è uno dei più apprezzati, ma tu l'hai sottolineata tutta....mah
C'è tuttavia di peggio: cestino del pane, caldo e di diverse tipologie adesso spiegami dove, in questo passaggio, io avrei dato una connotazione positiva su cucina, ambiente o servizio.....mi sembra una denotazione oggettiva: ci è stato portato il cestino del pane...eppure rossa anche questa frase....
A tal proposito, personalmente avrei gradito infatti ancora maggior chiarezza... non per me o per gl'altri forumisti,
che già conosciamo esattamente i "precedenti" del tuo recensire, ma per l'utente occasionale, che magari applica
minor attenzione a certe sfumature... ...in effetti, beato lui!
non sapevo ti fossi autoproclamato paladino del visitatore sporadico del sito
...
Ora ho effettivamente terminato d’esporre i miei argomenti. Deboli? Lacunosi?
maxbor ha scrittoAdesso la parola ai "Giudici".
Faccio la mia proposta.
entro il termine perentorio di 30 giorni si dispone che i contendenti:
1) "deloZio" visiti il ristorante "Il Romanino" effettuandone dettagliata recensione.
2) "Balbo" visiti ulteriormente "Il Romanino" però opportunamente "truccato e camuffato" onde non usufruire delle attenzioni riservate ai clienti abituali e ne effettui ulteriore recensione.
3) gli stessi organizzino per i "Giudici" un pranzo o cena nel suddetto risporante in una data dei prossimi mesi estivi opportunamente concordata onde favorire la partecipazione anche dei "Giudici" del sud dividendone equamente il conto.
I giudici entro il termine di quindici giorni dovranno emettere una recensione "congiunta" con valutazione del ristorante, del recensore e del censore.
Balbo ha scritto....tra l'altro questa sarà sicuramente la prima e, molto facilmente, l'ultima recensione de Il Romanino (anche se continuerò a frequentarlo con assiduità).....
DeloZio ha scrittoApro il Topic pur già presumendo che la polemica sarà acida ed inconcludente
Balbo ha scrittocredo che dovresti impiegare meglio il tuo tempo del sabato mattina
DeloZio ha scrittoAhimè, questo e il ruolo che mi son scelto; essere impulsivo (e permaloso) è il tuo… ognuno ha il suo, chiaramente senza rancore.
Balbo ha scritto.....signori e signore: la c***ta del giorno
DeloZio ha scrittoio ho posto interrogativi sulla tua recensione, tu hai risposto dettagliattamente;
gli spunti di riflessione proposti sono quindi numerosi, ognuno se ne farà l'idea che crede
Balbo ha scrittodella serie non sapevo più cosa dire
DeloZio ha scrittoper l'utente occasionale, che magari applica
minor attenzione a certe sfumature... ...in effetti, beato lui!
Balbo ha scrittomolto deboli e lacunosi, nascosti e camuffati da effetti cromatici, visivi e frasone/citazioni solide come un castello
Fante ha scrittoBalbo rimette sotto scacco il re bianco con l'alfiere
dna001 ha scritto...ci sono persone che non sanno come utilizzare il proprio tempo libero se non criticando a volte in maniera assurda le recensioni di altri.
Fante ha scrittodna001 ha scritto...ci sono persone che non sanno come utilizzare il proprio tempo libero se non criticando a volte in maniera assurda le recensioni di altri.
Uuuuuuuuuuuuuuuh, guarda, non me ne parlare......io almeno utilizzo l'orario di lavoro
dna001 ha scrittoSecondo me il recensire su Il Mangione dovrebbe essere un semplice passatempo con indubbio supporto utile agli altri iscritti.
ci sono persone che non sanno come utilizzare il proprio tempo libero se non criticando a volte in maniera assurda le recensioni di altri.
Personalmente non recensirò più nulla.
Buone cene anzi.....buona critica!!!